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Chi è la "SUORA" chi è la "MONACA" o il Monaco? e cosa sono le Persone Consacrate?

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2013 00:01
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19/11/2010 18:03
 
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Carmelitane in Vietnam


Nell'anno 1861, dal monastero carmelitano di Lisieux, nel quale sarebbe più tardi entrata santa Teresa del Bambino Gesù, madre Filomena dell'Immacolata Concezione, insieme con tre altre sorelle, poté avventurarsi in un'impresa non facile.

Le tre religiose lasciarono insieme la patria dirette verso il lontano Vietnam ove, nonostante la durissima persecuzione religiosa che stava infierendo, fondarono su richiesta del vescovo Lefebvre il primo monastero carmelitano, l'attuale carmelo di Saigon. Il vescovo, responsabile della parte occidentale del Sud Vietnam, era stato arrestato per la seconda volta nel 1846. Nel carcere di Huê, legato con catene e ceppi, egli attendeva di essere decapitato. Ma in una visione, come egli poi raccontò, vide santa Teresa d'Avila che gli chiedeva di fondare un carmelo in Annam (Vietnam). La santa gli disse:  "Fonda un carmelo in Annam e Dio sarà servito e glorificato molto".
 
Mentre era in prigione a Huê, il Vescovo ricevette una lettera di suor Filomena, sua cugina, che viveva nel monastero di Lisieux. Nella lettera la suora lo informava di aver appena fatto i voti e di sognare una fondazione carmelitana in Vietnam. Qualche tempo dopo, contro ogni speranza, il vescovo Lefebvre fu rilasciato dall'imperatore Thieu Tri ed espulso a Singapore. Già nel 1849, egli aveva espresso il suo desiderio di fondare un carmelo in Vietnam, avendo anche ricevuto, al riguardo, ripetuti inviti, in altrettante apparizioni, da parte di santa Teresa. Decise pertanto di avviare l'impresa e ne diede comunicazione alla superiora del carmelo in Francia, madre Geneviève. Questa, appresa la decisione del vescovo, convocò suor Filomena e la incaricò di comunicare al vescovo che "lei era molto lieta di rispondere positivamente alla sua richiesta". L'attuazione del progetto tuttavia dovette attendere ancora qualche anno. Divenne realtà solo nel 1862, mentre la persecuzione religiosa non era ancora giunta al suo termine. Nel 1895, il carmelo di Saigon fondò il carmelo di Hà Nôi. Più tardi, nel 1909, il carmelo di Hà Nôi fondò quello di Huê.

Qual è la situazione attuale? Come è noto, nella nuova guerra conclusa nel 1975, nel Vietnam si determinò un solco profondo tra il Nord e il Sud. Tutti gli Ordini religiosi e i monasteri furono costretti a trasferirsi al Sud per poter evitare i pericoli della guerra. Le religiose del carmelo di Huê, che era stato in gran parte distrutto, dovettero emigrare verso Binh Trieu Parish. Nell'anno 1996 la superiora, Marie Thérèse Consolata, decise di tornare con dodici sorelle nel monastero di Huê, per ricostruirlo. La maggior parte delle sorelle rimase, però, a Binh Trieu, ove negli anni successivi confluirono nuove vocazioni.

In considerazione di ciò, il 4 giugno 1998 la Santa Sede riconobbe in forma ufficiale il monastero con il titolo di "Nostra Signora del monte Carmelo". Attualmente le richieste di ingresso da parte delle ragazze sono numerose. La vita spirituale viene coltivata con impegno alla luce del carisma di santa Teresa d'Avila, avendo sempre dinanzi le esigenze poste dalla scelta contemplativa, accettata con coerenza in tutte le sue conseguenze. Le sorelle si introducono progressivamente nei sentieri della contemplazione, cercando l'incontro con Dio nelle attività quotidiane, in un ambiente di solitudine silenziosa e di comunione fraterna. Le sorelle migliorano la loro preparazione culturale leggendo libri spirituali e partecipando a conferenze periodiche. Inoltre, alcuni sacerdoti vengono al monastero con regolarità per tenervi lezioni sulla Sacra Scrittura, sulla teologia, sulla liturgia.

Le nuove vocazioni sono molte, al punto che non vi è posto per accoglierle. Si spera di poter provvedere ad alcune ristrutturazioni così da rendere l'immobile più adatto per la nostra vita. Con l'approvazione della Santa Sede, del cardinale Jean-Baptiste Pham Minh Mân, arcivescovo della diocesi di Thành-Phô Mô Chí Minh, e del vescovo Dominique Nguyên Chu Trinh, vescovo della diocesi di Xuân Lôc, la madre superiora Marie Thérèse Consolata ha provveduto di recente, mediante 6 sorelle, a una nuova fondazione in Binh Minh parish, nella Regione di GiaKiem, diocesi di Xuân Lôc. In tal modo una nuova comunità contemplativa si è avviata, nella preghiera e nella penitenza, sulla strada della ricerca di Dio in un contesto di solitudine e di silenzio.

(a cura delle monache del monastero del monte Carmelo di Bihn Trieu)
 



Il monachesimo femminile nella Chiesa


di Giovanni Dal Piaz
Monaco camaldolese


Proprio perché profondamente inseriti nella vita ecclesiale anche sui monasteri si riverberano le difficoltà, come pure le opportunità, caratterizzanti la presenza della Chiesa nelle diverse aree del mondo.

Non stupisce allora che in certi continenti, in particolare Europa e Nord America, la vita monastica conosca, come gli altri istituti religiosi, un calo numerico e una crisi vocazionale. Ciò appare evidente se guardiamo i dati nel loro insieme:  in Europa tra il 1988 e il 2008 le monache professe sono diminuite di circa un terzo, passando da 40.321 a 27.332. Tuttavia quando dal generale si va al particolare la realtà appare differenziata e la diminuzione si presenta a "macchia di leopardo", accanto a monasteri in evidente declino ve ne sono altri fiorenti e in espansione aventi energie nuove a sufficienza per aprire nuove fondazioni.
 
Così quando si passa a vedere la vita monastica in continenti dove l'evangelizzazione è relativamente più recente ci troviamo davanti a un cattolicesimo vivace, effervescente, generoso di nuove vocazioni. In Africa tra il 1988 e il 2008 le monache professe sono cresciute del 50 per cento con un parallelo incremento delle comunità passate da 90 a 135. Ancora più forte l'espansione in Asia dove negli stessi venti anni i monasteri sono passati da 186 a 265 e le monache hanno visto una crescita del 71 per cento.
Il monachesimo femminile si trova pertanto ad affrontare nei diversi continenti problemi del tutto differenti, quasi opposti.

In Europa c'è da reggere la sfida di comunità che invecchiano senza conoscere un adeguato ricambio generazionale. Non è infatti che manchino del tutto persone disposte ad accogliere la grazia della vocazione, ma il loro numero non è sufficiente a dare continuità a tutte le presenze così come oggi si configurano. La presenza di monache anziane in numero spesso elevato pone problemi mai prima d'ora affrontati che vanno dalla necessità di garantire un adeguato livello di assistenza sanitaria, al reperimento di adeguate risorse economiche per arrivare poi al come garantire una buona vita comunitaria a realtà umanamente sempre più deboli e fragili.

Di tutt'altro genere sono le questioni che si pongono in Asia, Africa, America Latina. Qui le comunità sono giovani, in crescita, spesso impegnate in progetti di sviluppo e crescita. Prioritario è allora garantire una adeguata formazione spirituale e consolidare una identità che sappia comunicare lo specifico del carisma monastico. Poi si tratta letteralmente di "costruire" le comunità dagli edifici alla elaborazione di una propria tradizione nei rapporti con l'ambiente ecclesiale e sociale.

Quando si parla dell'esperienza monastica femminile non basta limitarsi alla situazione italiana o europea, ma va assunto un atteggiamento effettivamente cattolico, ossia universale. È questa la frontiera sulla quale dopo 2000 anni oggi la Chiesa si affaccia ed è veramente una nuova primavera. Senza con questo fingere di non vedere le difficoltà di molte comunità alle prese con un declino che obbliga a scelte dolorose.

Nell'esperienza monastica si coglie quel cambiamento che sta mutando il volto del cattolicesimo:  declino numerico in alcuni continenti crescita e sviluppo in altri. È un passaggio stretto che ha bisogno di essere accompagnato dalla sensibilità di tutti coloro che hanno a cuore la continuità della testimonianza di credenti che nulla antepongono all'amore di Cristo. Si tratta anzitutto di vicinanza nella preghiera, ma anche di solidarietà e aiuto per affrontare le difficoltà di ordine economico che nell'attuale situazione talvolta appesantiscono la vita dei monasteri.



(©L'Osservatore Romano - 20 novembre 2010)



 LEGGASI ANCHE QUI PER PREGARE:

GIORNATA PRO-ORANTIBUS: AIUTIAMO I MONASTERI



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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