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Cos'è per voi la fede?

Ultimo Aggiornamento: 15/10/2011 13:58
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17/09/2011 00:16
 
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Gentilissimi Cristina e Teofilo,
riprendo il confronto per dissipare un po' della confusione che si è evidentemente generata, essenzialmente per causa mia.
Infatti riconosco di essere stato ingenuo, nel pretendere di fondare la mia dimostrazione che la dottrina della Chiesa cambia e si evolve, citando una serie di episodi storici di cui è facile dare interpretazioni divergenti.
Ma la mia ingenuità è stata ancora più grande, nel non rendermi conto che, ammesso pure che le mie argomentazioni fossero state indiscutibili, nulla si può estrapolare dalla storia passata, e niente di quello che è stato garantisce continuità con il presente e il futuro.
Perciò questo argomento non dà sostegno alla mia proposta.
È vero tuttavia, che grandi cambiamenti si sono verificati, e solo per amor di verità vi chiederei di ammettere che il Dio feroce, vendicativo e spesso sanguinario descritto dalla Bibbia non è lo stesso Dio amorevole e misericordioso di cui parla oggi la Chiesa Cattolica. La cosa mi sembra tanto evidente che non mi soffermo di più.

Vorrei invece proporre un ragionamento che mi è stato suggerito dall'interpretazione di Caterina dell'evento meteorologico della GMG (attenzione: la grafia “metereologico”, come la scrive lei in “metereologhi” - che sarebbero i meteorologi - benché diffusissima, è sbagliata).

Innanzi tutto c'è da chiarire che la previsione del tempo atmosferico non può mai essere completamente puntuale e affidabile, e questo per una proprietà inerente alla fisica del tempo atmosferico.
Tale caratteristica è stata spiegata dalla scienza in modo completo ed esatto: si vedano gli studi pionieristici di Edward N. Lorenz, del Massachusetts Institute of Technology, del 1963, successivamente sviluppatisi nella moderna Teoria dei Sistemi Dinamici, completata negli anni '80, che implica quel risultato noto nel linguaggio comune con la denominazione di “effetto farfalla”. Pertanto non è una carenza o una limitazione della scienza non saper prevedere in modo assolutamente preciso se in un dato luogo ad una data ora pioverà o splenderà il sole, perché l'atmosfera obbedisce a leggi intrinsecamente caotiche.

In ogni modo, accettiamo pure il caso che lo strano fenomeno atmosferico sia stato un Segno di Dio, ovvero che Dio sia intervenuto nell'amministrare vento e pioggia, e successivi rasserenamenti, in sincronismo con lo svolgimento dei riti, allo scopo di manifestare la propria partecipazione (mi sembra di capire che lei lo intenda così, mi corregga se sbaglio).

Mi viene in mente un proverbio che sentivo ripetere da bambino: «Non si muove foglia, che Dio non voglia».
Grande saggezza dei nostri vecchi! Questa sentenza centra perfettamente il nocciolo della questione.
Ora, se vediamo una foglia che si agita mossa da un alito di vento, si danno tre casi:

1) Dio non è intervenuto direttamente nel provocare il movimento della foglia, ma, immaginando di poter risalire nella catena causale degli eventi fino all'epoca della Creazione, possiamo dire che la causa prima del fatto che oggi esista quella foglia che si agita nel vento, è dovuta alla Creazione stessa, quindi ad un Atto di Dio, e Dio ne è stato la causa – consapevole di esserlo grazie alla Sua onniscienza estesa ad ogni minimo dettaglio e ad ogni tempo, anzi, come abbiamo detto in altra occasione, fuori dal tempo.

2) Dio non è intervenuto direttamente nel provocare il movimento della foglia, ma, tale movimento, è effetto collaterale di un Suo intervento. Per esempio, la foglia potrebbe essere attaccata ad un ramo di un alberello cresciuto nei pressi della località “Cuatro Vientos”, e il movimento potrebbe essere dovuto al vento che Dio ha fatto alzare per alterare il tempo atmosferico secondo la Sua Volontà, durante le celebrazioni della GMG. Anche in questo caso, la foglia si muove perché lo vuole Dio.

3) Dio è intervenuto direttamente nel muovere la foglia. Vedendo la foglia che si muove, potremmo intuire che c'è la Mano divina dietro ciò perché l'alito d'aria non ha abbastanza forza da giustificare l'agitarsi della foglia. In questo caso Dio muove quella foglia e solo quella, con un intervento mirato, forse per darci uno specifico segnale.

Quello che ci interessa, è che, in ognuno dei tre casi elencati, il proverbio si dimostra vero.

Ora, se alla foglia agitata dal vento sostituiamo un altro fenomeno qualunque, i ragionamenti svolti sopra rimangono formalmente validi.
Vediamo cosa ne deriva sostituendo l'agitarsi della foglia con, per esempio, il terremoto che ha colpito il Giappone l'11 marzo scorso.

Nei giorni seguenti alla terribile catastrofe, una personalità di una certa importanza e che riveste un ruolo direttivo nel CNR ha in effetti avanzato l'ipotesi che il terremoto fosse dovuto ad un intervento divino, anzi per citare le sue parole «i terremoti... sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio».
Questa affermazione ha suscitato subito aspre polemiche, e qualcuno addirittura ha chiesto le dimissioni del Prof. de Mattei in conseguenza delle sue opinioni.
Ma in realtà, cos'ha detto di tanto scandaloso questo professore?

Se ciò che si è verificato rientra nella classe del caso 1), allora Dio non ha inteso dare alcun segnale, e il terremoto si è verificato solo in conseguenza dei movimenti tettonici delle faglie terrestri, che hanno determinato l'accumulo di tensioni meccaniche nel sottosuolo fino alla rottura.
Dio ne è stato la causa solo nel remoto senso che le faglie e i fenomeni tettonici nella crosta terrestre sono dovuti al modo in cui la Terra è stata creata, con le sue dinamiche fisiche.
Benché Lui sapesse già, dall'inizio dei tempi, il luogo e l'ora in cui si sarebbe verificato il terremoto, non c'era alcuna intenzionalità da parte Sua di voler in qualche modo somministrare una dura punizione al popolo giapponese.
È evidente invece che il popolo giapponese è interamente responsabile della propria disgrazia.
Infatti, sulle colline di tutto il Giappone ci sono centinaia di stele di pietra, alcune vecchie di parecchi secoli. Le stele recano delle incisioni, delle semplici scritte, in giapponese antico, ovviamente. Io non conosco il giapponese antico, ma penso di potermi fidare di quanto riporta il commentatore (http://www.huffingtonpost.com/2011/04/06/japan-tsunami-warnings-fr_n_845818.html) che traduce: «Le alte dimore sono la pace e l'armonia per i nostri discendenti. Ricordate le calamità dei grandi tsunamì. Non costruite alcun edificio sotto questa quota.»
Aggiunge ancora l'autore dell'articolo: «I nonni ci avevano avvisato. Ma noi, nella nostra infinita presunzione, siamo convinti che la superiore tecnologia renda inutili i loro sciocchi insegnamenti... riesco ad immaginare la fatica di quegli uomini, che hanno scavato, scolpito, eretto tutti questi cippi, impegnati a rendere un servizio a remoti pronipoti che avrebbero seguito con diligenza i loro saggi consigli.»
I pronipoti troppo furbi per badare alle ciance di quei vecchi contadini, hanno costruito intere città sotto la linea di allagamento raggiunta in passato dagli tsunamì che hanno investito le zone costiere, e, meglio ancora, qualche centrale nucleare proprio sulla costa. Bisogna sapere che, per un ingegnere, un evento che ha una probabilità molto bassa di verificarsi si può trascurare come se fosse impossibile.
Ecco che lo tsunamì conseguente al terremoto dell'11 marzo ha distrutto le città costiere facendo decine di migliaia di vittime e devastato la centrale di Fukushima che non era stata costruita per resistere ad un evento naturale di quella intensità, provocando gravi guasti ai reattori con la parziale fusione del nocciolo e il rilascio di contaminanti radioattivi nel mare e nell'aria, che hanno reso inabitabile per secoli un'area di diverse centinaia di km quadrati.
Credo che questo sia un caso esemplare di pessimo uso del libero arbitrio.
È curioso notare che, la religione ufficiale del Giappone (ma dal dopoguerra anche in Giappone c'è libertà di culto), ossia lo Scintoismo, che è politeista, includa tra le divinità anche le Forze della Natura. In un certo senso, dal momento che senza dubbio il terremoto e lo tsunamì si possono annoverare tra le forze naturali, per i Giapponesi è stata effettivamente una punizione divina, quella che si è abbattuta su di loro.
Ora, io ignoro se quei “semi del Verbo divino sparsi ovunque, anche nelle altre religioni” a cui accennava Cristina, siano presenti pure nello Scintoismo, ma quello che sospetto, pur non avendo studiato la dottrina scintoista, è che anche quella religione esorti alla crescita e al predominio dell'Uomo sulla Natura, senza remore e senza limiti, dando un cattivo consiglio. Credo che, date le conseguenze di un evento di tale gravità, che non è certo come uno stormir di foglie, la responsabilità di Dio non sia più da considerare così remota, ma quanto meno un'omissione di soccorso, per non aver tempestivamente fatto in modo (con una rivelazione, la parola di un profeta...) di correggere la cattiva dottrina, inserendo un “seme” di quella buona.

Se ciò che si è verificato rientra nella classe del caso 2), allora Dio anche in questo caso non ha inteso dare alcun segnale, ma è stato gravemente maldestro: stava facendo qualche altra cosa, per esempio aggiustando un pezzo di crosta terrestre sistemato male, e accidentalmente come effetto collaterale ha provocato il terremoto. Mi sembra però che attribuire una capacità men che perfetta a Dio sia incompatibile con la Sua onnipotenza, pertanto questa eventualità non può ricorrere e va esclusa.

Rimane solo l'eventualità che ciò che si è verificato rientri nella classe del caso 3), allora Dio in questo caso ha inteso proprio dare un segnale molto forte, che, necessariamente, va interpretato.
Tale interpretazione richiede attenzione e cautela. Ma torniamo un attimo alle parole del Prof. de Mattei, perché la mia sensazione è che forse si è avvicinato molto a centrare il bersaglio: «i terremoti... sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio».
Quindi il Prof. de Mattei dice “voce” di Dio, e a cosa serve la voce se non a comunicare un messaggio? E se il messaggio ha una valenza “paterna”, ossia benevola, Dio non sta forse usando questa forma “terribile” di comunicazione per metterci in guardia da un pericolo molto maggiore?
Così mi sembra che la cosa possa avere un senso.

Ora, cari Cristina e Teofilo, a questo punto dobbiamo essere tutti completamente onesti, in senso intellettuale, nel porre le nostre rispettive posizioni. Io non voglio diventare noioso e ribadire di nuovo che per me non c'è nessun Dio, e pertanto di tutti i casi elencati nessuno ricorre, ma deve esserci accordo sulla semantica del linguaggio con cui ci scambiamo le rispettive idee, altrimenti non si arriva da nessuna parte. O Dio c'è, o non c'è, “tertium non datur”: non può esserci un mezzo-Dio, un Dio incompleto o anche soltanto distratto da impegni diversi. Dio deve essere esattamente come descritto nelle Scritture, deve possedere tutte le qualità e gli attributi che la Bibbia e i Padri della Chiesa gli associano. Inoltre Dio deve essere intellegibile, la Sua Volontà e la Sua Parola devono essere conoscibili dall'Uomo. Invocare una sostanziale imperscrutabilità del Disegno divino, che impedisce di leggere il Suo progetto per l'Uomo, nega tale possibilità di comprensione, nega l'intelligenza dell'Uomo e di conseguenza nega anche l'intelligenza di Dio, che ci ha fatti a Sua “immagine e somiglianza”.

Pertanto, se Dio non ha deliberatamente provocato il terremoto dell'11 marzo (d'altronde evidentemente non ha neppure fatto nulla per impedirlo), allora il popolo giapponese deve semplicemente rammaricarsi della propria presunzione e smania di espansione e di crescita – ciò che è una forma di avidità – e riflettere per il futuro su una migliore pianificazione dell'uso delle risorse rispettando i criteri di sostenibilità e sicurezza.
Ma se Dio ha deliberatamente provocato il terremoto dell'11 marzo, allora il Suo messaggio è chiaro: state attenti, dice, così state esagerando, se continuate su questa strada molte altre catastrofi assai più gravi vi colpiranno in futuro e potreste mettere a repentaglio la vita dell'intero pianeta.
Si tratta palesemente di un messaggio rivolto a tutta l'Umanità, non solo ai giapponesi.
Poiché Dio ama l'Uomo, al punto di aver mandato Suo Figlio (voi m'insegnate) ad immolarsi sulla croce per salvare l'Umanità, non può certo ammettere che ora l'intera Umanità finisca in un tragico olocausto solo per la sfrenata avidità di pochi. I popoli devono svegliarsi, ribellarsi ai loro governanti corrotti e incapaci, riprendersi la libertà di vivere secondo natura. Questo è il messaggio, altro di molto diverso non può essere, non avrebbe senso.

Quindi, attendo i vostri commenti. Se pensate che il terremoto sia stato “voce” di Dio, allora sarete d'accordo che Dio ha voluto comunicare un messaggio del tenore che ho descritto sopra. Se pensate di no, allora sarete d'accordo che i giapponesi hanno causato da sé stessi la loro disgrazia con il loro comportamento folle e scellerato.

Grazie ancora della vostra attenzione, e, per l'amor del Cielo (è proprio il caso di dirlo), Cristina, non pensi proprio di avermi offeso, tutt'altro, il fatto è che mi sono accorto che la discussione stava scivolando verso un intento differente da quello che mi ero proposto, e questo rischia di farla diventare una perdita di tempo, soprattutto per voi.
Io ho il mio sistema di credenze, la mia “fede”, se volete chiamarla così, e non ho intenzione di cambiarla né pertanto sto cercando una “conversione” ad una fede diversa. Sto cercando invece un confronto per trovare elementi comuni su cui costruire una possibile piattaforma d'intesa. Ho dato solo vaghi cenni e non ho intenzione di descrivere in cosa consiste la mia fede, sia perché certi aspetti di quello in cui io credo potrebbero sembrare astrusi e addirittura bislacchi, sia perché spiegarlo in modo completo e preciso è davvero un lavoro mastodontico. Il fatto è, che la scienza oggi non è più alla portata di tutti, nel senso che è diventata così complessa da renderne difficile una divulgazione enciclopedica completa che sia anche rigorosa, e molte delle lacune che vengono attribuite alla scienza in realtà sono state superate da tempo, ma questi risultati non sono noti al grande pubblico perché per essere compresi richiedono altissime competenze specifiche.
Ciò non vuol dire che quello che sappiamo è tutto obsoleto e da scartare, ma che ci sono ulteriori livelli di spiegazione della realtà che stanno progressivamente emergendo.
Mi spiego con un esempio. Le leggi del moto di Newton, formulate oltre tre secoli fa (Philosophiae Naturalis Principia Mathematica, 1687), sono state superate dalla Teoria della Relatività di Einstein (1905), ma questo non vuol dire che non siano più valide, perché per gli oggetti che si muovono a bassa velocità funzionano benissimo, infatti si continua ancora oggi ad insegnarle nelle scuole: sono semplici, facilmente comprensibili, e utili. Invece per gli oggetti che si muovono a grande velocità (cioé a velocità confrontabili con la velocità della luce) bisogna applicare le equazioni di Einstein, che sono un po' più complesse.
Oggi la scienza sta raggiungendo nuove frontiere, ma quasi tutte le nuove teorie implicano un substrato di conoscenze molto avanzato. È una cosa perfettamente ovvia, se ci si riflette un attimo. Chi mai ha detto che la Natura dovesse essere governata da leggi banali? Stiamo scoprendo invece che la natura ha un livello di complessità e di sofisticazione elevatissimi, e la sua comprensione costituisce una continua sfida alle nostre capacità (o meglio, alle capacità degli scienziati).
Mi guardo bene dal suggerire che io sia in grado di capire tutti i risultati della scienza moderna, in realtà come ho detto fin da subito sono solo un tecnico, con capacità apprezzabili solo nel mio campo professionale, ma sono anche molto avido di conoscenza – mi piace dire, quanto l'uomo medio attuale è avido di denaro, io sono avido di sapere – e continuo ad informarmi e a studiare. Mi sono formato perciò sia un quadro generale, sia una serie di approfondimenti su argomenti specifici che mi hanno reso consapevole dei grandi progressi della scienza, e tutto ciò mi ha fornito una visione sui possibili, entusiasmanti sviluppi futuri.
La mia “fede” perciò è basata sulla scienza, perché lì ho trovato argomenti convincenti, vera ricerca, autentica ragione, prova sperimentale. Questo è quanto.

Con molta cordialità e simpatia,
Moreno
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