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Il Profeta Elia

Ultimo Aggiornamento: 07/08/2011 14:58
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19/07/2011 19:48
 
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Romano il Melodo per la festa del profeta Elia

Le lacrime commuovono
l'amico degli uomini


di MANUEL NIN

Le liturgie cristiane di oriente e occidente celebrano il 20 luglio la festa del profeta Elia il tesbita. Quella bizantina lo presenta come il grande intercessore per il popolo, pieno di zelo per il Signore. Romano il Melodo ha un kontàkion dedicato al profeta di 33 strofe, dialogo - in alcuni momenti, quasi una lotta - tra la misericordia e la magnanimità di Dio e lo zelo e l'ira di Elia. "Dio, il solo amico degli uomini" è il ritornello che lo scandisce.

La prima strofa del testo lo riassume tutto: "Vedendo le molte trasgressioni degli uomini e il grande amore di Dio per loro, Elia fu sconvolto dall'ira e al Pietoso rivolse parole senza pietà: Fa' sentire la tua collera a quanti ora ti offendono, giudice giusto! Ma non poté indurre in alcun modo la misericordia del Buono a punire quelli che lo offendevano, perché sempre attende il ravvedimento di tutti, il solo amico degli uomini". Di fronte alla pazienza di Dio, il profeta decide di agire per conto proprio.

Toccanti sono le espressioni del profeta: "Vedendo il profeta tutta la terra nell'empietà e l'Altissimo che sopportava e non si adirava, si infuriò e dichiarò: Agirò io d'autorità e punirò quelli che ti offendono; essi non si danno pensiero della tua grande pazienza, Padre misericordioso! Ora farò io da giudice per conto del Creatore. Ma mi preoccupa la divina indulgenza: per commuovere l'amico degli uomini bastano poche lacrime! Fermerò la sua pietà rafforzando la decisione con un giuramento". Romano sottolinea questo quasi scontro tra lo zelo di Elia e la magnanimità di Dio: "Se vedrò sgorgare pentimento e lacrime, non potrò non elargire agli uomini la mia pietà, io, il solo amico degli uomini".

Il dilemma di Dio tra misericordia e giustizia lo porta a far sperimentare anche al profeta la fame e la sete del popolo punito: "Gli abitanti della terra deperivano gemendo e tendendo le mani al misericordioso. E Lui era in preda a un dilemma: desideroso di aprire il suo cuore a coloro che lo invocavano e di cedere alla pietà, ma provando vergogna per il profeta e per il giuramento da lui fatto". Romano mette in luce come Elia vince la fame e la sete a cui Dio stesso lo sottopone, perché lo zelo e l'ira verso il popolo diventano per lui quasi un nutrimento: "Il tesbita era gonfio d'ira contro i suoi simili, e come pietra insensibile sopportava la fame, perché in luogo del cibo si nutriva del suo fermo proposito".

Viene poi uno dei momenti più forti dello scontro tra Dio e il profeta: "Dio disse a Elia: La tua grande devozione per me, non deve provocare in te verso gli uomini un sentimento cattivo. Io onoro la tua amicizia e non annullo il tuo decreto, ma non riesco a sostenere il pianto e l'angoscia di tutti gli uomini che ho creato! Ed Elia rispose al Signore: Preferisco morire di fame, o Santissimo! Se solo riuscirò a punire gli empi, sarà per me un gran sollievo; perciò non avere pietà di me, ma soltanto stermina gli empi sulla terra". L'incontro del profeta con la vedova di Sarepta, donna pagana con un figlio, lo muove alla misericordia: "Nei confronti di tutti gli altri sono stato insensibile, ma nei confronti di costei mi trasformerò: abituerò la mia natura a rallegrarsi delle opere di misericordia". Con immagini molto belle, Romano presenta la morte del figlio della vedova come una pedagogia di Dio stesso per portare Elia alla compassione verso il suo popolo: "Io credo, o Salvatore, disse Elia, che la morte di questo ragazzo sia un espediente della tua saggezza per costringermi alla misericordia. Così quando io ti chiederò: Risuscita il figlio della vedova che è morto, tu subito risponderai: Abbi pietà del mio figlio Israele".

La risposta di Dio al profeta diventa un annuncio della sua misericordia: "Il Misericordioso rispose a Elia: Ora presta orecchio alle mie parole: io soffro e voglio adoperarmi perché la punizione finisca, perché sono misericordioso. Da padre io mi piego ai torrenti di lacrime, voglio che i peccatori si salvino. E adesso profeta ascoltami, voglio che tu sappia bene che tutti gli uomini hanno la garanzia della mia compassione". E Romano, con l'immagine di un accordo, descrive la fine dello scontro tra Dio e il profeta e della punizione del popolo: "Dio disse a Elia: Ti propongo un accordo. Tu sei stato turbato soltanto dalle lacrime di una vedova, io invece per tutti gli uomini. Ed Elia disse: Sia fatta la tua volontà! Elargisci la pioggia e dona al morto la vita. Poiché tu, o Dio, sei vita, risurrezione e redenzione".

Alla fine Dio, quasi stanco dello zelo di Elia, decide di prenderlo con sé, senza farlo passare per la morte, e di incarnarsi: "Dio disse a Elia: Lascia, amico mio, la dimora degli uomini, e scenderò io facendomi uomo nella mia misericordia; io che sono dal cielo, starò insieme ai peccatori e li libererò dalle loro colpe; scendo io che so prendere sulle mie spalle la pecora smarrita".

La conclusione è un parallelo tra il profeta e Cristo stesso: "Elia fu sollevato su un carro di fuoco, mentre il Cristo fu innalzato fra le nuvole e le potestà; quello dall'alto mandò il mantello a Eliseo, mentre Cristo mandò ai suoi apostoli il santo Paraclito che tutti noi abbiamo ricevuto col battesimo".



(©L'Osservatore Romano 20 luglio 2011)


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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Il Papa: l’esperienza del profeta Elia che udì il passaggio di Dio e il travaglio di fede dell’apostolo Pietro ci fanno comprendere che il Signore prima ancora che lo cerchiamo o lo invochiamo, è Lui stesso che ci viene incontro, abbassa il cielo per tenderci la mano e portarci alla sua altezza; aspetta solo che ci fidiamo totalmente di Lui

ANGELUS: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

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LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 07.08.2011

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI recita l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Pope Benedict XVI leads his Sunday Angelus prayer at his summer residence in Castelgandolfo, southern Rome, August 7, 2011.


Cari fratelli e sorelle,

nel vangelo di questa domenica, incontriamo Gesù che, ritiratosi sul monte, prega per tutta la notte.
Il Signore, in disparte sia dalla gente che dai discepoli, manifesta la sua intimità con il Padre e la necessità di pregare in solitudine, al riparo dai tumulti del mondo. Questo allontanarsi, però, non deve essere inteso come un disinteresse verso le persone o un abbandono degli Apostoli.
Anzi - narra san Matteo – fece salire i discepoli sulla barca per "precederlo sull’altra riva" (Mt 14,22), per incontrarli di nuovo. Nel frattempo, la barca "distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario" (v. 24), ed ecco che "sul finire della notte [Gesù] andò verso di loro camminando sul mare" (v. 25); i discepoli furono sconvolti e scambiandolo per un fantasma "gridarono dalla paura" (v. 26), non lo riconobbero, non capirono che si trattava del Signore. Ma Gesù li rassicura: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!» (v. 27).
E’ un episodio, del quale i Padri della Chiesa hanno colto una grande ricchezza di significato.

Il mare simboleggia la vita presente e l’instabilità del mondo visibile; la tempesta indica ogni sorta di tribolazione, di difficoltà, che opprime l’uomo. La barca, invece, rappresenta la Chiesa edificata su Cristo e guidata dagli Apostoli. Gesù vuole educare i discepoli a sopportare con coraggio le avversità della vita, confidando in Dio, in Colui che si è rivelato al profeta Elia sull’Oreb nel "sussurro di una brezza leggera" (1 Re 19,12).

Il brano continua poi con il gesto dell’ apostolo Pietro, il quale, preso da uno slancio di amore verso il Maestro, chiese di andargli incontro, camminando sulle acque. "Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!»" (Mt 14,30).

Sant’Agostino, immaginando di rivolgersi all’apostolo, commenta: il Signore "sì è abbassato e t'ha preso per mano. Con le tue sole forze non puoi alzarti. Stringi la mano di Colui che scende fino a te" (Enarr. in Ps. 95,7: PL 36, 1233).

Pietro cammina sulle acque non per la propria forza, ma per la grazia divina, in cui crede, e quando viene sopraffatto dal dubbio, quando non fissa più lo sguardo su Gesù, ma ha paura del vento, quando non si fida pienamente della parola del Maestro, vuol dire che si sta allontanando la Lui ed è allora che rischia di affondare nel mare della vita.

Il grande pensatore Romano Guardini scrive che il Signore "è sempre vicino, essendo alla radice del nostro essere. Tuttavia, dobbiamo sperimentare il nostro rapporto con Dio tra i poli della lontananza e della vicinanza. Dalla vicinanza siamo fortificati, dalla lontananza messi alla prova" (Accettare se stessi, Brescia 1992, 71).

Cari amici, l’esperienza del profeta Elia che udì il passaggio di Dio e il travaglio di fede dell’apostolo Pietro, ci fanno comprendere che il Signore prima ancora che lo cerchiamo o lo invochiamo, è Lui stesso che ci viene incontro, abbassa il cielo per tenderci la mano e portarci alla sua altezza; aspetta solo che ci fidiamo totalmente di Lui.

Invochiamo la Vergine Maria, modello di affidamento pieno a Dio, perché, in mezzo a tante preoccupazioni, problemi, difficoltà che agitano il mare della nostra vita, risuoni nel cuore la parola rassicurante di Gesù: Coraggio, sono io, non abbiate paura!, e cresca la nostra fede in Lui.

DOPO L’ANGELUS

Pope Benedict XVI waves as he leads his Sunday Angelus prayer at his summer residence in Castelgandolfo, southern Rome August 7, 2011.


Cari fratelli e sorelle,

seguo con viva preoccupazione i drammatici e crescenti episodi di violenza in Siria, che hanno provocato numerose vittime e gravi sofferenze. Invito i fedeli cattolici a pregare, affinché lo sforzo per la riconciliazione prevalga sulla divisione e sul rancore. Inoltre, rinnovo alle Autorità ed alla popolazione siriana un pressante appello, perché si ristabilisca quanto prima la pacifica convivenza e si risponda adeguatamente alle legittime aspirazioni dei cittadini, nel rispetto della loro dignità e a beneficio della stabilità regionale. Il mio pensiero va anche alla Libia, dove la forza delle armi non ha risolto la situazione. Esorto gli Organismi internazionali e quanti hanno responsabilità politiche e militari a rilanciare con convinzione e risolutezza la ricerca di un piano di pace per il Paese, attraverso il negoziato ed il dialogo costruttivo.



Witam serdecznie obecnych tu Polaków. Dzisiaj, łączę się duchowo ze wszystkimi, którzy z różnych stron Polski pielgrzymują pieszo do Sanktuarium na Jasnej Górze. Szczególnie pozdrawiam uczestników jubileuszowej, trzechsetnej Warszawskiej Pielgrzymki Pieszej. Niech to wędrowanie z Maryją w pielgrzymce wiary, umocni ewangeliczny wymiar waszego życia osobistego, rodzinnego i społecznego. Waszym modlitwom polecam również moją papieską posługę. Z serca wszystkim błogosławię.

[Do il mio cordiale benvenuto a tutti i Polacchi qui presenti. Oggi, mi unisco spiritualmente a quanti da diverse parti della Polonia si recano a piedi al Santuario di Jasna Góra (Częstochowa). In modo particolare, saluto i partecipanti alla ricorrenza giubilare del terzo centenario del "Pellegrinaggio a Piedi da Varsavia". Auguro che questo percorso con Maria, nel pellegrinaggio della fede, rafforzi la dimensione evangelica della vostra vita personale, familiare e sociale. Alle vostre preghiere affido anche il Mio Ministero papale. Benedico di cuore tutti voi.]

Infine, saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i giovani della diocesi di Albano che prenderanno parte alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù, i ragazzi della Compagnia dei Tipi Loschi del Beato Pier Giorgio Frassati e gli esponenti del Centro Anziani di Marino.

Saluto la rappresentanza degli operai dell’azienda Irisbus di Flumeri (Avellino), con il fervido auspicio di una positiva soluzione dei problemi che ne rendono precaria l’attività lavorativa. A tutti auguro una buona domenica e una buona settimana.


Pope Benedict XVI waves prior to delivering his Sunday Angelus prayer to pilgrims gathered in the courtyard of his summer residence of Castel Gandolfo, 40 km southeast of Rome, on August 7, 2011. Pope Pope Benedict XVI called Sunday for an adequate response to the 'legitimate aspirations' of the Syrian people and a return to peaceful coexistence in the conflict-torn nation.

Pope Benedict XVI waves prior to delivering his Sunday Angelus prayer to pilgrims gathered in the courtyard of his summer residence of Castel Gandolfo, 40 km southeast of Rome, on August 7, 2011. Pope Benedict XVI urged the international community Sunday to 'revive' their search for a peace plan for Libya, saying force was not the answer.

Pope Benedict XVI delivers his Sunday Angelus prayer to pilgrims gathered in the courtyard of his summer residence of Castel Gandolfo, 40 km southeast of Rome, on August 7, 2011. Pope Pope Benedict XVI called Sunday for an adequate response to the 'legitimate aspirations' of the Syrian people and a return to peaceful coexistence in the conflict-torn nation.

Pope Benedict XVI leads his Sunday Angelus prayer at his summer residence in Castelgandolfo, southern Rome,  August 7, 2011.




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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