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MA CHI SONO I FALSI MAESTRI, COME RICONOSCERLI? (qui alcuni esempi) (2)

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2012 17:03
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10/11/2011 12:22
 
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Aristotele e i cattolici democratici

Cattolici democratici e principio di non contraddizione



[SM=g1740733]



Nella Metafisica, Aristotele enuncia il seguente principio (poi denominato «di non contraddizione»): «è impossibile che il medesimo attributo, nel medesimo tempo, appartenga e non appartenga al medesimo oggetto e sotto il medesimo riguardo», che – detto in soldoni – significa: A è A e non può essere il suo contrario.
Su Vatican Insider, leggo che i “cattolici democratici” si sono dati appuntamento a Roma «per riflettere sul futuro dell'Italia, ripartendo dalla Costituzione e dal Concilio». Ecco presentate le vacche sacre del cattolicesimo democratico: la Costituzione e il Concilio (in quest’ordine, ovviamente, in nome di Santa Laicità).
Il giornalista di Vatican Insider prende l’aire spiegando che i cattolici democratici «sono stati la spina dorsale della prima Repubblica, l'asse portate di un cattolicesimo adulto in grado di coniugare l'ispirazione cristiana alla modernità, attraverso la mediazione culturale e tenendo al centro l'uomo i suoi bisogni e le sue attese, senza essere travolti da una insano clericalismo».
Cerchiamo ora di capire se realmente esistano i cattolici democratici o se, più semplicemente, siano solo democratici che si sono dimenticati di Cristo.

Identikit del cattolico

Come insegna il catechismo di san Pio X, il vero cristiano è colui che è stato battezzato, che crede e professa la dottrina cristiana – «dottrina che Gesù Cristo nostro Signore ci ha insegnato per mostrarci la strada della salute» – e che obbedisce ai legittimi Pastori della Chiesa. Quindi, il buon cristiano deve conoscere ciò che la Chiesa ha sempre insegnato ed insegna, e obbedire ai legittimi Pastori. Vediamo se i cattolici democratici corrispondono a queste due caratteristiche-base dell’essere cattolico.

Cristianesimo e modernità

L’elogio dei cattolici democratici risiede nell’aver coniugato modernità e cattolicesimo, ossia diavolo e acqua santa. Il cattolico, infatti, non può assimiliare i principi del mondo, ma deve far sì che la modernità si converta a Cristo. E, in quest’ottica (ripetiamo: l’unica ottica possibile per un cattolico), l’unico che si preoccupò di coniugare la modernità al cattolicesimo fu san Pio X, che assunse, come motto e progetto del suo Pontificato, «instaurare omnia in Christo».
Così, Pio XII spiega il rapporto tra Chiesa e società moderna: «senza dubbio lo scopo della Redenzione è la santificazione personale possibilmente di tutti gli individui. Però, secondo il piano salvifico di Dio, la santificazione dei singoli uomini deve mettere radici e deve fiorire e fruttificare nella comunità in cui essi vivono, la quale è, anch’essa vivificata dalla fede in Dio e dallo spirito di Cristo. Qui si apre la missione della Chiesa Cattolica per la vita pubblica. Quale principio vitale della società umana, essa deve estendere il suo influsso in tutti i campi della esistenza umana, attingendo alle sorgenti profonde delle sue ricchezze interiori» (Pio XII, Radiomessaggio al congresso di Bochum, 4 settembre 1949). Del resto, le parole dei Pontefici riprendono l’insegnamento di Cristo Stesso: «voi siete la luce del mondo. […] Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli» (Mt., 5, 14).
Ma poiché i cattolici democratici si rifanno sempre al Concilio Vaticano II e fanno orecchie da mercanti al Magistero “preconciliare”, ecco una frase di Lumen gentium di cui spesso ci si dimentica: «è dei laici cercare il regno di Dio trattando e ordinando secondo Dio le cose temporali». Inoltre, nel documento conciliare Apostolicam actuositatem, si legge che «la testimonianza della vita cristiana e le buone opere compiute con spirito soprannaturale hanno la forza di attirare gli uomini alla fede e a Dio».

Antropocentrismo VS teocentrismo

La visione cattolica del mondo non è antropocentrica, ma teocentrica. A tal proposito Nostro Signore Gesù Cristo, e non una Rosy Bindi o un documento conciliare qualsiasi, è stato chiaro: «chi rimane in Me e Io in lui, fa molto frutto, perché senza di Me non potete fare nulla» (Gv., 15, 5). Solo in Cristo, infatti, l’uomo trova compimento.
Come scrive Lorenzo Scupoli, «ogni grazia e ogni virtù ci vengono da Lui solo, fonte di ogni bene». […] «Noi non siamo capaci di nulla, neppure di un solo pensiero che gli sia gradito».
E basterebbe anche solo sfogliare il Catechismo della Chiesa Cattolica, per sapere che Dio è il fine ultimo dell’uomo e che «per nessun motivo si può privare il bene comune della sua dimensione trascendente» in quanto «una visione puramente storica e materialistica finirebbe per trasformare il bene comune in semplice benessere socio-economico, privo di ogni finalizzazione trascendente ovvero della sua più profonda ragion d’essere».
L’errore del cattolicesimo democratico risiede nell’essere un cristianesimo senza Cristo, ma – così facendo – rimane solo ciò che Robert Hugh Benson, ne Il padrone del mondo, definisce “umanitarismo”. Una sorta di religione laica il cui obiettivo è quello di raggiungere «una pace che nasce dalla conoscenza, non dall’ignoto, una pace che nasce dalla consapevolezza che l’uomo è tutto e che, solo con la cooperazione solidale di tutti, egli può evolversi al meglio». Ma da dov’è possibile ricavare una visione antropocentrica del cristianesimo?

Conclusione

Abbiamo dimostrato come i princìpi dei cattolici democratici siano in netto contrasto con l’insegnamento della Chiesa. Secondo il principio di non contraddizione enunciato da Aristotele, quindi, tali cattolici non sono più tali. Se i cattolici democratici non dovessero essere d’accordo, si prega di prendersela con Aristotele.


Matteo Carnieletto

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[SM=g1740733] un piccolo esempio di questa incompatibilità....

Una nostra cara lettrice ci segnala questo articolo, dello stesso autore del bellissimo saggio apologetivo sul Card. Ottaviani (pubblicato sempre sul blog di Raivaticano e riportato da noi in questo post).

Roberto

Dio è mio e lo gestisco io
di Antonio Cannarozzo
dal blog.raivaticano.rai.it, 29.11.10


Il comportamento del cristiano d’oggi che spazia dall’impegno sociale al politicamente corretto alla responsabilità
ecologica, fino a sfociare nel ridicolo, trattando anche dell’obbligo di non fumare o di attraversare sempre sulle strisce pedonali…

Giorni fa sono stato invitato a parlare, con altre due persone, ad una conferenza sulla storia del cristianesimo in una parrocchia della periferia romana. Purtroppo, come dice spesso mia moglie, su certi argomenti di Chiesa non mi faccio mai gli affari miei e creo sempre guai: così è stato anche quella sera.
La conferenza, durata un po’ più a lungo del previsto, è finita con un applauso per noi relatori e subito dopo si è aperto un dibattito sull’impegno costruttivo dei cattolici sui temi trattati.

Gli interventi non troppo tardi sono diventati abbastanza ripetitivi e monotoni: il comportamento del cristiano d’oggi che spazia dall’impegno sociale al politicamente corretto alla responsabilità ecologica, fino a sfociare nel ridicolo, trattando anche dell’obbligo di non fumare o di attraversare sempre sulle strisce pedonali…
A questo punto sono intervenuto: ”Scusate, ma con tutto questo Dio che cosa c’entra? Prima di parlare d’impegno verso la società forse, se siamo cattolici, bisognerebbe impegnarsi verso Dio, magari con le preghiere del catechismo…”. Mentre pronunciavo queste parole alcuni mi guardavano come se appartenessi a una specie in via d’estinzione. Solo i bambini mi dimostravano un certo interesse, tanto che avevano smesso di parlare tra di loro.

Approfittai di questa momentanea attenzione per rivolgermi ad uno di loro, con una domanda che mi sembrava innocente: “Reciti mai il Rosario?”.
Il bambino mi guarda stupito, come se parlassi un’altra lingua e intanto nella sala si diffondeva un mormorio.

Sinceramente non capivo cosa stesse succedendo. Visto il mio stupore, il parroco, con fare molto dialogante e amichevole, mi illustra pazientementeil lavoro che stavano portando avanti come comunità ecclesiale, alla luce di un non meglio identificato Vaticano II.
Dopo questi fumosi concetti aggiunge che in tutto ciò la preghiera ha un ruolo fondamentale, però come qualcosa di spontaneo, di autentico e non già definito da altri, come accadeva nelle vecchie preghiere.
Capivo solo adesso cosa poteva aver suscitato la mia domanda in merito al vecchio e sorpassato Rosario. Così, in maniera un po’ ironica, avanzai l’idea che un domani anche la Messa poteva essere “inventata” quotidianamente, sempre avendo come riferimento,
aggiunsi in modo ancor più sarcastico, “un percorso formativo per l’assemblea”.

Mi aspettavo una rispostaccia ed invece tutto questo era per lui auspicabile, ma i tempi non erano ancora maturi. Sono rimasto di stucco. “Ognuno di loro, ragazzi e adulti – prosegue con soddisfazione il parroco – è invitato ad inventare una libertà ed una spontaneità sempre più aperta all’- ascolto”. ”Ma all’ascolto di chi? ”, è stata la mia domanda rivolta al pubblico.
Mi ha risposto una signora dalla sala: “Ma della parola di Dio, è ovvio”.
“E mica tanto! – ho replicato -. Se voi parlate di libertà, di crescita interiore, di nessuna costrizione, di un mondo dove tutto è spontaneo, allora questo Dio chi è? Attenzione, perché non sempre si ascolta Dio. Spesso, proprio per la nostra natura, è il diavolo che ci parla, ed è solo grazie alla conoscenza della dottrina e alla fede che noi possiamo sapere con chi abbiamo realmente a che fare”.
Parole che non credevo potessero offendere qualcuno, ma il parroco e gli altri presenti non la pensano così.

Cominciano a non avere più un’aria tanto amichevole nei miei confronti, anzi sono abbastanza seccati. Ho creato, mi ammoniscono, solo problemi al “percorso di crescita evolutiva dei ragazzi, dando un immagine miope e sbagliata sul valore del cristianesimo”.
Inutile dire cosa mi passava per la testa.
Comunque, per non dilungarmi sulla serata, salto altri interventi sempre sull’impegno e sull’ascolto per dirvi che il clou è stato un altro mio intervento con dure rimostranze tra il pubblico, parroco compreso. Ma che cosa avevo detto di tanto terribile?
Mi sono permesso di ricordare, rispondendo ad alcune persone, che per ogni anima c’è alla fine il Giudizio di Dio il quale non è solo amore ed accoglienza ma è anche giustizia, e ciò pone inevitabilmente ogni cristiano nella grandezza del libero arbitrio e gli conferisce una grande responsabilità per ogni suo atto.
Si è levata dal pubblico una voce per dire: “E adesso ci parla pure del Paradiso e dell’Inferno voluti da una Chiesa oscurantista e classista”, mentre un’altra donna, qualificatasi come catechista, quasi strillando, mi dice con aria di sfida: “Dio è mio e lo gestisco
io”. Solo allora nella sala si è creato un po’ d’imbarazzo, nel ricordo di celebri slogan femministi degli anni ‘70…
In ogni modo, dopo quest’ultima “dotta” affermazione teologica, mi sono dovuto sorbire una lavata di testa da parte di due sacerdoti della parrocchia, ormai né dialoganti né amichevoli, che mi contestavano in tutto. A nulla è valso citare la dottrina della Chiesa, gli scritti di San Francesco di Sales, di San Bonaventura, di San Tommaso…

Nulla da fare, per loro ero solo un reazionario che voleva riportare sul trono, potendolo fare, niente di menoche il Papa Re, il tutto condito con altre amenità del genere.
Allontanandomi dalla sala, compresi che forse senza accorgermene ero stato ospite di qualche assemblea pseudosettaria cristiana e che, per la mia solita sbadataggine, non me ne ero accorto.
Questo pensiero ha ridato serenità al mio animo, ricordandomi che per fortuna la Chiesa, quella vera, è ben altra cosa.

A.Cannarozzo




[Modificato da Caterina63 20/11/2011 23:17]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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