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Interessante disamina dell'Enciclica Mirari Vos di Papa Gregorio XVI

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2012 15:41
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Sesso: Femminile
27/11/2011 21:20
 
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Dalla "Storia Ecclesiastica" di san Giovanni Boscohttp://altocasertano.files.wordpress.com/2011/01/don-bosco3-705223.jpg?w=305&h=400, il santo medesimo riporta un fatto con queste parole:

" Durante la persecuzione alla Chiesa russa, Gregorio XVI non risparmiò sollecitudine per opporre a sì gran male il rimedio che poteva.
Scrisse ai buoni per incoraggiarli; rimproverò i Vescovi del loro tradimento, mandò larghi sussidi a quelli ch'erano stati spogliati. Con apposita allocuzione biasimò la crudeltà e l'ingiustizia di quel governo e dello stesso Zar Nicola.
Quest'Imperatore, avendo fatto un viaggio in Italia, volle per due volte far visita a quest'Uomo, che sebbene inerme, tuttavia col suo sguardo e colla sua parola faceva tremare i più potenti monarchi della terra. Il degno Vicario di Gesù Cristo accolse col dovuto riguardo il formidabile sovrano.
Parlarono a lungo di cose spettanti alla religione. Nocolò ammirò la sapienza e la virtù del Pontefice, ma voleva scusarsi adducendo, che motivi politici, lo avevano spinto alle gravi deliberazioni contro ai cattolici.
Il Pontefice con aria di maestà disse:
- Principe, la politica è fatta pel tempo, la religione per l'eternità!
Verrà il giorno in cui entrambi ci presenteremo a Dio per renderGli conto delle nostro opere. Io, perchè assai più innanzi negli anni, sarò certamente il primo; ma non oserei sostenere gli sguardi del mio Giudice se non pigliassi oggi la difesda della religione che mi venne confidata e che voi opprimete.
Principe, Dio ha creato i re perchè siano i padri, e non i tiranni dei popoli che loro obbediscono.
A menar troppo sul popolo, si finisce per perdere regno e corona! -

All'udir queste parole, esse suonarono tremende all'orecchio e al cuore di Nicola. Se ne partì dalla presenza del Pontefice, turbato, ma pur commosso fino alle lagrime. Promise di accordare la libertà ai cattolici, di far loro professare la propria religione, e di mantenere le relazioni di amicizia con la Santa Sede. Fece di più, iniziò un Concordato con Roma, per mezzo del quale erano ristabiliti parecchi vescovadi con libera giurisdizione.
La morte di Papa Gregorio XVI, avvenuta nel 1° giugno 1846, interruppe quelle trattative che vennero poi condotte a felice compimento dal regnante Pio IX.
Ma in breve si riaccese l'odio che la Russia ha sempre nutrito contro la Fede Cattolica".

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Vi meraviglierete VI – Del tutto indifferente?


Potrà meravigliarvi, ma non tutte le religioni sono uguali.
C’è una teoria filosofica che afferma invece proprio questo. Che tutte le religioni sono vere, ovvero nessuna è vera. Che Dio guarda solo alla sincerità delle intenzioni e che tutti possono servirlo rimanendo nella religione in cui sono stati educati o cambiandola a piacimento con qualsiasi altra (così, ad esempio, sostiene Rousseau nel suo Émile).
Questa teoria si chiama indifferentismo, ed è il nonno del relativismo, il relativismo per chi ancora pensa che Dio ci sia.

Se non c’è certezza su cosa Dio voglia realmente, se non ce lo dice esplicitamente che ne sappiamo noi? E quindi tanto vale prendere il primo metodo che ci capita. O quello che ci sembra meglio: tanto, se Dio non si scomoda, perché dovremmo noi?

Così, in prima battuta, potrebbe sembrare ragionevole. Ma poi, pensandoci meglio…
A Dio fa ugualmente piacere il buddista che nega la sua esistenza e il maya che estrae il cuore a diecimila schiavi? Se sacrifico una vittima a Kali o Wotan sono altrettanto in grazia che se contemplo il sacramento in una Chiesa cattolica? Un pochetto questo pare strano. Perché se fosse vero vorrebbe dire che qualsiasi comportamento, compreso quello che ci sembra più ripugnante, è indifferente. Se ne deduce che uno potrebbe fare da sé la propria religione, secondo quello che ritiene più opportuno. Perché seguire quelle barbe di preti, santoni, sacerdoti?

In definitiva l’indifferentismo è dire: faccio quello che voglio, il mio dio lo faccio da me.

Le religioni sono il tentativo umano di trovare la strada verso Dio. I loro fondatori hanno, spesso sinceramente, cercato con le loro forze di trovare una soluzione a questo infinito che percepiamo fuori di noi. Una sola volta, però, c’è stato un uomo che ha detto non “fate questo e arriverete a Dio”, ma “Io sono Dio”. “Io sono la via, la verità e la vita”.
Se quell’uomo-Dio ha detto il vero allora non esiste più indifferentismo, perché Dio ha parlato, ha indicato lui la vera strada. E’ per questo che Gregorio nella “Mirari Vos” condanna l’indifferentismo, perché le altre strade, quando quella giusta è indicata, sono tutte false piste che portano nel buio.

E se pensate che a Dio faccia comunque piacere essere adorato secondo modi così differenti, pensate a questo: se vostro figlio vi regalasse un collage, fatto da lui con amore, e poi vi accorgeste che per costruirlo ha ritagliato i vostri documenti, le insostituibili foto di famiglia e i quadri d’autore che avevate alle pareti, cosa fareste?

 

 



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Vi Meraviglierete VII – La potenza della parola

Vi siete meravigliati di quello che abbiamo detto finora? Qualcuno potrà anche essersi stufato di questa serie di post: non è immediato capire cosa possa avere a che fare con la nostra vita di oggi, con tutti i problemi e i drammi che ci assillano ogni giorno una discussione su una enciclica nota a pochi, risalente a quasi duecento anni fa, redatta con un linguaggio che ci appare ostico e duro.

Eppure il suo contenuto è decisivo ancora oggi. Anzi, forse oggi più di allora. Quando è stata scritta molto di quello che sosteneva erano ammonimenti sulle conseguenze di prendere certe strade. Oggi possiamo vedere cosa è successo quando quelle strade si sono prese, percorrendole fino alla loro destinazione.

Il caso, ad esempio, della libertà di stampa. La Mirari Vos ammonisce che, come è sbagliato asserire che la menzogna abbia lo stesso diritto di cittadinanza della verità, così anche affermare che possa essere pubblicata ogni menzogna, ogni errore e non possa esserci su questo nessun limite è sbagliato e dannoso.

Ah, la libertà di stampa. Negli anni in cui Gregorio scrive l’Italia è letteralmente inondata di opuscoli da parte di “società bibliche” inglesi ed americane. Chi voglia farsi un’idea dell’incredibile quantità e numero può provare a consultare le biblioteche. E’ la prosecuzione di quella tecnica di cui l’Inghilterra elisabettiana è stata l’ideatrice e la prima realizzatrice, e ci ha “donato” la Leggenda Nera: l’insieme di tutte quelle palle anticattoliche che ancora adesso troviamo persino sui libri di testo.
Inondare di libelli il “nemico”; mettere in dubbio, diffamare, ideare e diffondere ogni sorta di menzogna che possa indebolire l’avversario. Queste sono le tecniche.

Probabilmente la Rivoluzione Francese non sarebbe mai avvenuta senza i pamphlet che hanno creato di Luigi e Maria Antonietta un’immagine negativa molto oltre i loro effettivi demeriti; e senza la straripante editoria del regno sabaudo e dei suoi alleati liberali anche l’immagine che abbiamo del Risorgimento sarebbe alquanto diversa e forse più vicina alla realtà.

Non è un caso se al gaudente e annoiato “spurcaciùn” Massimo D’Azeglio, arruolato dalla massoneria per “fare” l’Italia, per prima cosa viene chiesta pubblicistica contro lo Stato della Chiesa. E costui, che nel 1844 sosteneva essere la penisola il paese più libero del mondo, dove “qual è l’opinione, l’idea, il pensiero che non si possa dire o stampare oggi in Italia, e sul quale non si possa discutere e deliberare? (..) basta andare d’accordo con il codice civile e criminale; del resto potete a piacimento radunarvi, mettere fuori teorie politiche, teologiche, sociali, artistiche, letterarie (…); chi vi dice niente?” – costui, dicevamo, comincia a sfornare libelli diffusi capillarmente in decine di migliaia di copie sull’oscurantismo dello Stato della Chiesa…

Oggi appare impensabile qualsiasi tentativo di limitare questa “libertà di stampa”. Con la comunicazione digitale un testo può essere diffuso e copiato istantaneamente. Ma siamo veramente più liberi? Se possiamo scegliere tra mille versioni errate, ma ci manca quella giusta, cosa serve questa nostra libertà? Come facciamo a separare chi ci mente con malizia da chi cerca solo il bene? Come proteggiamo chi è troppo debole per farlo da solo?

Potreste anche dire: non con il proibire. E va bene: ma non sarebbe una risposta. Non sarebbe una risposta.

Pubblicato in Vi meraviglierete


[Modificato da Caterina63 04/01/2012 15:41]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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