È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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ATTENZIONE:RIPARAZIONI CONTRO LO SPETTACOLO BLASFEMO

Ultimo Aggiornamento: 17/02/2012 16:21
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Aggiornamenti della manifezione ed elenco dei gruppi/associazioni/movimenti aderenti

* ULTIMO AGGIORNAMENTO: giovedì 21 gennaio 2012 ore 12.00

CAMBIO DI PROGRAMMA
La Questura ha negato il permesso per la manifestazione davanti al teatro Parenti,
per motivi di "ordine pubblico". Quindi ci spostiamo nella vicina
piazza LIBIA

MANIFESTAZIONI DI PROTESTA (non violenta)
e
RECITA DEL SANTO ROSARIO

martedì 24 gennaio 2012, ore 19:30 - 22.30
per la "prima" dello spettacolo blasfemo

e sabato 28 gennaio 2012 dalle ore 19:00
(per il volantino si veda qui)

NON PIU' davanti al Teatro F. Parenti
MA IN PIAZZA LIBIA (vicino al teatro) a MILANO !
sempre agli stessi orari *


+++

domenica 15 gennaio 2012
NOVENA AL VOLTO SANTO DI N.S.G.C.
in riparazione alle offese al Suo Volto
Clarisse dell'Immacolata (cliccare qui)

SE QUALCHE SACERDOTE DI BUONA VOLONTA' di MILANO e NON
PREPARASSE DEI MOMENTI DI PREGHIERA DI RIPARAZIONE,
LO FACCIA SAPERE!

***
SANTE MESSE (IN FORMA EXTROARDINARIA) DI RIPARAZIONE
ALLO SPETTACOLO BLASFEMO DI CASTELLUCCI

CLICCA QUI

"Noi siamo sempre tenuti a perdonare le offese che sono rivolte a noi,
ma non quelle che colpiscono Dio o il prossimo."
S. Tommaso d'Aquino


Incoraggiati dalle parole del prof. de Mattei, aderendo all'iniziativa organizzata da Militia Christi (che per prima si è attivata in tal senso), da "Comitato San Carlo - Contro la Cristianofobia", e da "Italia Cristiana anche su Facebook (dove troverete anche la mappa), raccogliendo l'appello di "Riscossa Cristiana", anche noi di MiL ci facciamo parte attiva in questa battaglia lecita e che si spera veda molto concorso di fedeli, nonostante il giorno lavorativo (ma ... la programmazione del teatro vede la "prima" il 24 gennaio, un martedì).


INVITIAMO TUTTI AD INVITARE AMICI, CONDIVIDERE E DIVULGARE
QUESTO EVENTO.

***


PER LE INIZIATIVE NATE SU FACEBOOK E PER ADERIRE, si veda qui

***



* E' IMPORTANTISSIMO per chi intende partecipare:

1) la protesta sia pacifica: "Candidi come colombe ma astuti come serpenti"; Nessuna violenza! Nessuna irruzione in teatro! Si rischiano accuse e definizioni infondate e ingiuste (quali "tradizionalisti filonazisti", "cattolici vicini all'estremismo di destra" ecc).
2) sia organizzato un servizio d'ordine interno per bloccare gli "esagitati": faranno del male alla manifestazione; bisogna evitare la violenza: altrimenti sarà imputata a tutti i Cattolici, e saranno etichettati come fanatici, violenti, ecc.
3) evitare grida/cartelloni di protesta, ma solo impugnare il Santo Rosario e recitarlo, possibilmente guidati da un Sacerdote e inginocchiati se si puo'... spiazzera' decisamente gli organizzatori, che non sapranno cosa fare o cosa dire di fronte ad una folla che... prega per loro!
4) Il 24 e il 28 gennaio sia "Pax Augustea": tutte le le varie "anime" della Tradizione siano unite; ci sia poi unità e unione tra tutti i Cattolici (nella lotta contro il Nemico non ci sono "Tradizionalisti" e non Tradizionalisti"), e di questi con gli altri Cristiani (speriamo vengano fedeli di fede cristiana).
5) NESSUN VESSILLO POLITICO!
Già ci stanno definendo come "cattolici estremisti", "integralisti", "ultras" e "vicini all'estrame destra neofascista". Ovviamente con accezioni le peggiori possibili.
NON VOGLIAMO VIOLENZA NE' COINVOLGIMENTI POLITICII O PARAMILITARI. NON ABBIAMO NULLA A CHE FARE CON FANATICI O ESTREMISTI!
Non possiamo permetterci di sbagliare, e dobbiamo spiazzare gli operatori del male.
ringraziamo un nostro lettore, pratico della "buona lotta" in difesa della Tradizione, per i suggerimenti.

ASPETTIAMO L'ADESIONE DI MOLTI ALTRI MOVIMENTI, REALTA', ASSOCIAZIONI, GRUPPI, COMITATI, ORDINI, ecc.
UNIAMOCI IN UN SOL CORPO!
speriamo di poter inserire molti altri nomi e loghi oltre ai primi 55 di oggi.




____________
per contattarci e comunicare l'adesione, scrivere a:
info@militiachristi.it , info@riscossacristiana.it, info@italiacristiana.it,

comitatosancarlo@gmail.com, redazione@messainlatino.it

PROMOTORI E ORGANIZZATORI DELLA MANIFESTAZIONE del 24 e del 28:
- Comitato San Carlo,
- Militia Christi
,
- Italia Cristiana,

- Riscossa Cristiana,
- Comitato No194,
- Redazione MiL.

Gruppi, Movimenti, Associazioni che fino ad oggi hanno aderito:
- Gruppo Stabile "Beato Marco d'Aviano", Pescara
- Fondazione Lepanto , Roma,
- Ora et Labora in difesa della Vita,
- Inter Multiplices Una Vox,
- Associazione Centro Studi "Mons. Umberto Benigni", Novara,
- Cordialiter ,
- Tradizione Cattolica,
- Glora TV di padre Giovanni Cavalcoli O.P.,
- CulturaCattolica - con un bel articolo di G. Amato,
- Associatione Genitori Cattolici,
- Non Possumus blog
- Rivista Ordine Futuro
- Centro Culturale Nicolò Stenone, Verona
- Associazione Cultura Cristiana, Verona
- Comunità di San Patrignano
- Associazione Alessandro Maggiolini - Letture Cattoliche
- Associazione Famiglia e Civiltà, Verona
- Coordinamento Toscano "Benedetto XVI"
- Centro Aiuto alla Vita, Ravenna
- I Tre Sentieri
- Sodalizio "Pio XII", Pavia
- Centro Culturale P. Tomas Tyn, Rieti
- Comunione Tradizionale, Firenze
- ControRivoluzione, organo ufficiale dell'associazione anti89
- Le Discepole del Cenacolo
- Sì sì no no
- Casa Editrice Fede & Cultura , Verona
- Associazione "L'Opera della Mamma dell'Amore"
- Frati Francescani dell'Immacolata, Ferrara
- Circolo culturale triveneto "Christus Rex", Negrar (VR)
- Sodalitium, Milano
- Associazione Cattolici Vegetariani
- Associazione culturale S. Michele Arcangelo, Savona
- Frati Francescani dell'Immacoalta, Firenze
- Clarisse dell'Immacolata.
- Gruppo Laico Canossiano "Giuseppina Ghisi", Cremona
- Associazione "Santa Maddalena", Cremona
- Cenacolo della Santissima Trinità, Rimini
- Confraternita del Sacro Cuore di Gesù, Tolentino
- Frati Francescani dell'Immacolata, Benevento
- Suore Francescane dell'Immacolata, Pietrelcina
- sito cattolico "Alma Prex",
- Associazione Centro Studi "Romano Guardini", Verona
- Movimento "Con Cristo per la Vita"", Schio (VI)
- Centro Studi Jeanne d'Arc, Milano
- Edizioni Salpan
- Comitato Italiano Insieme per la Verità, Genova
- Storia Libera, http://www.storialibera.it/
- Parrocchia Spirito Santo, Modena
- Il Settimanale di Padre Pio dedicando diverse pagine + copertina del n.4/2012 + poster del Volto Santo).
- F.S.S.P.X
- Una Fides
- Alleanza Cattolica, Milano, e Messina
- Gruppo stabile per la Messa in latino, Verbania
- Congregazione degli Oratoriani, Napoli

[Modificato da Caterina63 21/01/2012 12:28]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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06/01/2012 21:03
 
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[SM=g1740722] Le chiare parole di condanna di de Mattei contro il blasfemo spettacolo di Castellucci. "Contro la blasfemia i cattolici hanno diritto a protestare"



tratto da CorrispondenzaRomana.it del 04.01.2012

Il Prof. de Mattei, parlando di Cristianofobia, parla chiaro contro la blasfemia di Castellucci:

"E' uno spettacolo blasfemo: è tratta di persecuzione! E' una bestemmia!"

"Castellucci merita di essere consegnato alla vergogna della Storia"

"Inzozzare il volto sublime di Cristo con la materia fecale (così è stato in Francia) è quanto di più blasfemo si possa pensare!"

" Non si può vilipendere il Presidente della Repubblica perchè si viola la Legge dello Stato; non si può insultare Maometto perchè si cade sotto la legge vendicatrice della shari'a. SOlo si può insultare il Dio dei Cattolici."

"Il tuo volto, Signore io cerco, dicono i Salmi, in cui si rispecchia la Chiesa e tutta la Creazione, è imprattato pubblicamente. Cosa c'è di più blasfemo di questo?"

" I Cattolici a Milano e in Italia, taceranno?"

"Sulla cattedra che fu di S.Ambrogio siede ora un nuovo Arcivescovo, Sua Em.za il Card. Angelo SCOLA. S. Ambrogio passò alla Storia per aver sfidato l'Imperatore Teodosio: perchè il Card. Scola non dovrebbe sfidare il nuovo impero: quello dei media, pronto a scatenarsi contro chiunque alzi la voce contro la blasfemia. E perchè il Card. BAGNASCO, presidente della CEI, non dovrebbe anch'egli alzare la sua voce? La missione della Chiesa non è forse qualle di opporsi ai potenti, di sfidare il mondo?"

" E non reagiranno i cattolici con le armi pacifiche della parola e dalla preghiera?"

"Che nessuno dica che la protesta equivarrebbe a pubblicizzare lo spettacolo blasfemo, perchè è già publico".

"E' necessaria la reazione pubblica dei cattolici".

"Anche noi cattolici abbiamo il diritto di essere indignati e di esprimere pubblicamente la nostra indignazione"

"Indignazione, Protesta, Riparazione, saranno comprese non solo dai cattolici".


youtu.be/CCZ35miAX24




[SM=g1740717] [SM=g1740720]



[SM=g1740717] [SM=g1740720] Santissimo Nome di Gesù

Carissimi Amici, vi offriamo l'ottima predica di Padre Konrad sul Santissimo Nome di Gesù, anche in video.
Quando prendiamo il Rosario e ripetiamo quell'Ave Maria nella quale è Benedetto il frutto del suo seno: Gesù, pensiamo bene a questo Nome e trattiamolo come si conviene.

www.gloria.tv/?media=245882


Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org


sansimonpiccolo.blogspot.com/

Predica del 1 Gennaio 2012 di padre Konrad
Santissimo Nome di Gesù

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.
Gli fu messo nome Gesù + come era stato chiamato dall'Angelo prima di essere concepito nel grembo della Madre.
San Tommaso da Villanova spiega che questo Nome fu chiamato dall'Angelo e non fissato da lui, non fu fissato neanche dalla Madonna, bensì dallo stesso Padre Celeste. Questo fatto viene profetizzato da Isaia quando dice: " Ti si chiamerà con un nome nuovo, che la bocca del Signore indicherà". Ora, il nome che Dio da ad una persona o ad una cosa esprime la sua natura o funzione, cosa significa, dunque, questo nome nuovo che è di Gesù + ?
Gesù, allora, significa Salvatore, come l'Arcangelo Gabriele aveva esposto a san Giuseppe con le parole: "Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati".
San Tommaso da Villanova, osserva che non lo chiamò giudice, né custode, né vindice, ma Salvatore, e questo perché lo scopo dell'Incarnazione è proprio la salvezza del genere umano.

Signore Gesù - prega il santo - questo Vostro Santo Nome mi da una fiducia sconfinata; Signore, sì, Voi siete proprio Gesù!
Riconoscete il Vostro Nome, quello che il Padre Vi ha imposto, siate Gesù per me! Io riconosco di essere prigioniero, irretito nei lacci dei miei peccati, incatenato dalla mia cattiveria, stretto nei ferri della mia malvagità, riconosco ciò che sono, anche Voi Gesù, riconoscete ciò che siete!
Di chi siete costituito il Salvatore se non degli uomini perduti, dei prigionieri? Se non vi sono dei miseri, dei condannati da liberare, di chi sarete il Salvatore?
Se io Vi ho rinnegato Voi però Signore, siete fedele, e non potete rinnegare Voi stesso. Siete la Verità, Signore, e non potete contraddire il Vostro Nome +, come Vi potreste chiamare il Salvatore se non Vi curaste di salvarci? Come Vi potremmo dire Misericordioso se a chi Vi chiede pietà Voi infliggeste una condanna?
In Dio non c'è finzione, non è possibile l'inganno! Il Vostro Nome Signore è la Vostra Identità, Vi chiamate Gesù, perché siete Gesù +


Abbiamo dunque fiducia, ed invochiamo con fiducia il Suo Santo Nome, perché il Signore stesso ci ha detto: "Se chiederete qualcosa al Padre nel mio Nome, Egli ve la darà. E se mi chiederete qualcosa nel Mio Nome, io ve la concederò", e san Pietro dice: chiunque invocherà il Nome del Signore, sarà salvato.
Ad una condizione, tuttavia, aggiunge san Tommaso da Villanova: che Lo invochiamo dal profondo di un cuore sincero.

In virtù del Santo Nome di Gesù san Pietro guarisce lo storpio presso la Porta Bella con le parole "nel Nome di Gesù Cristo + il Nazareno, cammina!" ed infatti, tutti i miracoli più grandi della Chiesa nel corso dei secoli sono stati operati in virtù del Suo Santo Nome +. Questo Nome guarisce gli ammalati, da la vista ai ciechi e la vita ai morti, mette in fuga i demoni e libera gli uomini dalle tentazioni più violente, questo Nome fa scendere l'infinita Misericordia di Dio sul mondo nella Santa Messa, ed è il garante eterno che la Preghiera della Chiesa sarà esaudita dal Padre.

Che invochiamo questo Nome, dunque, con cuore sincero e sempre con profondo rispetto e sacro timore, ed invochiamolo costantemente.
Che questo Nome, insieme al santo Nome della Madonna sia la nostra unica speranza nella vita intera e all'ora della nostra morte, pronunciamo con grande devozione la preghiera meditata da san Tommaso da Villanova e santificata nel corso dei secoli dalla Chiesa: Gesù, sii il mio Salvatore; Jesus, sis mihi Jesus. Amen

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.
Sia lodato Gesù Cristo +



[SM=g1740738]

[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

[Modificato da Caterina63 19/01/2012 12:00]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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08/01/2012 09:23
 
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Riscossa Cristiana: "Perchè è necessario protestare!" contro lo spettacolo blasfemo di Milano

di Paolo Deotto, direttore di Riscossa Cristiana, 07.01.2012

Sono passate poco più di ventiquattro ore dalla pubblicazione del nostro articolo “APPELLO CONTRO LO SPETTACOLO BLASFEMO “SUL CONCETTO DI VOLTO NEL FIGLIO DI DIO”, DI ROMEO CASTELLUCCI “ e già ci hanno scritto quasi cento lettori, indignati e pronti ad appoggiare ogni iniziativa di protesta, compreso il “presidio” di fronte al Teatro per la sera della “prima” (24 gennaio).
Ampio riscontro hanno avuto anche le analoghe iniziative apparse sui siti di Messainlatino, Comitato San Carlo e Italia Cristiana.

Non mancano però alcune voci, poche in verità, che esprimono dubbi sull'opportunità della manifestazione di presidio di protesta davanti al Teatro Franco Parenti di Milano e chiedono che si facciano solo preghiere di riparazione e che intervenga la Gerarchia ecclesiastica.

A tale proposito Vi ricordiamo che una petizione al Cardinale Scola è già in Rete (e tutti la possono sottoscrivere) [SM=g1740722] e che daremo prontamente notizia di ogni iniziativa di preghiere e Sante Messe di riparazione. Ma circa il progettato presidio al Teatro Parenti è utile un approfondimento.

Io credo che gli amici che hanno manifestato il loro dissenso non tengano nella dovuta considerazione alcuni fattori:
- l'eccezionalità dell'offesa recata al Sacro Volto di Gesù. A un evento eccezionale (in negativo) non si può dare una risposta "ordinaria".

- il chiaro intento dei nemici della Fede di schiacciare la presenza cristiana: le offese, tanto più quelle volgari e oscene, come in questo caso, sono uno strumento classico per “deprimere” l'avversario e per testarne le capacità di reazione. Vi siete mai chiesti perché in un campo di sterminio poche decine di SS riuscissero a tenere sotto controllo centinaia di prigionieri? Perché su di essi era già stato fatto un lavoro intenso e metodico di svilimento della dignità, sì da ridurli a uomini remissivi e rassegnati a tutto.

- Esiste certamente il rischio di essere in pochi a manifestare. Ma di certo sarebbe molto più grave se decidessimo a priori di “non esserci”. Nostro Signore ci ha detto che è sufficiente essere in pochi riuniti nel Suo nome. Se a priori rinunceremo a protestare, non faremo che indurre i nemici della Fede a fare il prossimo passo, e poi un altro e poi un altro ancora.

- Proprio oggi l'agenzia ANSA ci informa, in prima pagina, dell'uscita in Spagna del solito calendario con la solita attricetta che si cava le mutande per farsi conoscere. Fin qui, nulla di nuovo. Però c'è un fatto gravissimo e ripugnante: QUESTE FOTO PORNO SONO SCATTATE ALL'INTERNO DI UNA CHIESA! Andate a leggere su ansa.it/web/notizie/photostory/spettacolo/2012/01/07/visualizza_new.html_41397... . Quale sarà il prossimo oltraggio contro la Fede?

- Rendiamoci conto che nel “civile” mondo occidentale non si sterminano i cristiani a colpi di mitra, come si fa, con scarso interesse della stampa, in altre parti del mondo. No, noi siamo bravi e civili, abbiamo addirittura un Capo del governo che veste con eleganza il loden... Da noi si cancella la presenza cristiana, la si deride, si lavora giornalmente per rendere i cristiani timidi e silenti. Finiremo per abituarci, tanti si sono già abituati.

- È assolutamente improprio voler delegare solo alla Gerarchia la protesta per l'oltraggio. I laici hanno il preciso dovere di diffondere e difendere la Vera Fede. Una petizione al Cardinale Scola è già disponibile in Rete, e tutti la posso sottoscrivere, e sono in programma anche Messe e preghiere di riparazione. Ma qui siamo TUTTI CHIAMATI IN CAUSA. Se oggi taciamo, domani non potremo lamentarci, quando ci sarà chi vorrà farci tacere o vorrà prescriverci cosa dire.

Cari Amici, se si fosse ragionato così a Lepanto, o nell'assedio di Vienna, dove sarebbe ora la cristianità? In qualche catacomba, in attesa di tempi migliori?

Vi ricordate quando nel mese di aprile dello scorso anno fu lanciato il furibondo attacco contro il prof. Roberto de Mattei, colpevole di aver ricordato alcune verità della Fede cattolica in una trasmissione su Radio Maria? La nostra scelta di allora fu quella di fare il più chiasso possibile, e i fanfaroni prepotenti della UAAR (e simili congreghe) se ne tornarono a casa con le pive nel sacco.

Vi ricordate cosa successe a Desenzano l'anno scorso, per la precisione il 28 maggio? Ci furono centinaia di persone che manifestarono pubblicamente contro l'abominevole crimine dell'aborto. Anche la buona stampa conformista non poté ignorare l'avvenimento, anche se fece tutto il possibile per sottovalutarlo, né si può ignorare la testimonianza data direttamente alle persone che videro la manifestazione.
E potrei citare altri casi in cui la nostra scelta fu quella di far chiasso: ricordate ad esempio il caso del parroco di Ronta (FI) aggredito e picchiato? La scelta “ufficiale” era stata quella di stendere il velo di silenzio...

E quando ci fu chi tentò di far togliere i crocefissi dalle scuole per “non urtare” la sensibilità dei non cristiani? Dovevamo stare in silenzio e subire?

No, cari amici. Anche se non sono a noi abituali, la manifestazione di piazza e comunque il “far chiasso” sono strumenti a volte indispensabili.

Dobbiamo renderci conto che non stiamo vivendo tempi normali. Stiamo vivendo in guerra, e il nostro nemico cerca di annullare la presenza cristiana nella Società. In questi tempi di pusillanimi e di signorinette dal sesso imprecisato non si fa più la guerra con le armi, ma si fa quella più sottile e subdola della calunnia, della disinformazione, dell'insulto, fino ad arrivare, come ora, all'oltraggio diretto.
Ognuno di noi ha il dovere preciso di perdonare il proprio nemico e di pregare per lui. Ma h anche il dovere preciso di difendere i propri cari e di difendere la Chiesa e la Fede cattolica.

Ma il soldato che rinuncia a combattere o che delega il combattimento solo allo Stato Maggiore è già pronto per il campo di prigionia: senza alcuna garanzia, sia chiaro, di trattamento umanitario da parte del nemico...


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Spettacolo blasfemo a Milano: le ipotesi di reato



Il Volto imbrattato
di Avv. Gianfranco Amato, da CulturaCattolica.it del 9.1.2012



[SM=g1740771]

C’è davvero poco di artistico nell’opera intitolata Sul concetto di Volto nel figlio di Dio del regista e sceneggiatore Romeo Castellucci, che si terrà al Teatro Parenti di Milano dal 24 al 28 gennaio prossimo.
Disgustosa la scenografia, ma ancor più disgustoso il contenuto blasfemo della rappresentazione.

La scena si svolge in una stanza bianca e immacolata in cui un anziano incontinente guarda la televisione ad alto volume. Ad accudire quel vecchio ci pensa un altro personaggio, il figlio, il cui compito si traduce in una sorta di fatica di Sisifo. Infatti, ogni volta che si concludono le operazioni di pulizia del corpo del padre, una nuova scarica di dissenteria vanifica i gesti compiuti dal figlio, costringendolo a ricominciare da capo.
Si tratta di un’opera iperrealista destinata a colpire i sensi dello spettatore, non solo la vista e l’udito, ma anche l’olfatto, poiché ogni volta che l’anziano padre evacua, si spande per la sala un odore acre e fastidioso.

Su tutta la scena domina la riproduzione gigantesca di un quadro rinascimentale raffigurante il volto di Gesù – il celebre Salvator Mundi di Antonello da Messina –, volto che nel finale viene imbrattato di liquame, e si squarcia per lasciare in evidenza una frase che rappresenta la provocazione del regista: “You are not my shepherd” (Tu non sei il mio pastore).

Definire un’oscenità irriverente quest’opera non è semplice moralismo. E per essa non può valere l’idea, che va purtroppo diffondendosi anche in alcuni ambienti cattolici, per cui è meglio tacere per non pubblicizzare ulteriormente una rappresentazione blasfema.

In realtà il Volto di Cristo è ciò che di più caro ha la tradizione cristiana.
Per quel Volto uomini come il pakistano Shahbaz Batthi hanno rischiato la vita e subito il martirio.
Con quale coraggio, quindi, i cattolici italiani possono tacere di fronte ad una simile ingiuria. Con quale coraggio possono declamare in chiesa il salmo 28, «Il Tuo volto Signore io cerco», e poi restare inerti e silenziosi, per misere ragioni di opportunistica convenienza, dinnanzi al Suo oltraggio?
Se il volto di nostra madre, o della persona più cara che abbiamo, fosse insozzato con escrementi umani in un’opera teatrale, noi faremmo di tutto per impedirlo. E la legge sarebbe dalla nostra parte.

A proposito di legge, mi pare che il nostro ordinamento giuridico preveda ancora la fattispecie penale di cui all’art. 404, secondo comma.

Si tratta del reato di offese a una confessione religiosa mediante vilipendio o danneggiamento di cose, recentemente modificato dall’art. 8 della L. 24 febbraio 2006, n. 85, il quale prevede che «chiunque pubblicamente e intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibili o imbratta cose che formino oggetto di culto o siano consacrate al culto o siano destinate necessariamente all'esercizio del culto è punito con la reclusione fino a due anni».

Poiché non mi risulta sia stata ancora abrogata l’obbligatorietà dell’azione penale, sarebbe interessante verificare se qualche Procuratore della Repubblica avvertisse il dovere di intervenire sulla vicenda. Magari in via cautelativa, impedendo così la commissione di un reato.

Non si può neppure immaginare cosa sarebbe successo se al posto della gigantografia del Cristo di Antonello da Messina, ci fosse stata quella del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Probabilmente sarebbe già intervenuta l’Arma dei Carabinieri.

Ma Romeo Castellucci, che nel 2002 è stato nominato Chevalier des Arts et des Lettres dal Ministro della Cultura della Laica Repubblica Francese, conosce bene la differenza tra Stato e Chiesa, e sa altrettanto bene, quindi, chi può colpire impunemente. Vive la laïcité!

di Avv. Gianfranco Amato



Fraternamente CaterinaLD

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Il Corriere della Sera parla della mobilitazione dei Cattolici contro lo spettacolo blasfemo di Castellucci

Sul numero di ieri, La giornalista del quotidiano "Corriere della Sera", Paola D'Amico, parla dello spettacolo di Castellucci in programma a Milano e della massiccia mobilitazione in programma per la "prima" del 24 gennaio davanti al Teatro Parenti organizzata da Militia Christi, Italia Cristiana e Ora et Labora.
La D'Amico cita il prof. Roberto de Mattei e le sue parole del noto video (che a nostro avviso può rappresentare il manifesto della manifestazione dei cattolici) con le quali il professore auspica un intervento del Card. Scola «Sant' Ambrogio passò alla storia per aver sfidato l' Imperatore Teodosio, perché il cardinale Scola non dovrebbe sfidare il nuovo impero, quello dei media, pronto a scatenarsi contro chiunque alzi la voce contro la blasfemia».
Tra gli intervistati: il direttore del teatro, la regista Andrée Ruth Shammah, Don Pier Paolo Petrucci, prossimo Superiore del distretto italiano della Fraternità San Pio X, che è determinato: «Se al posto di Gesù ci fosse Maometto ci sarebbe un' insurrezione generale. Noi vorremmo cercare di suscitare la reazione di quel che resta dei cattolici in Italia. Non si può accettare passivamente che si insultino così i simboli della nostra fede sotto la scusa della cultura»

Teatro «eretico», la mobilitazione dei cattolici
di Paola D'Amico, da Corriere della Sera, 7.06.2012, pag. 55

MILANO - La protesta contro il «teatro blasfemo» del regista Romeo Castellucci corre sul web da giorni. La prima della pièce «Sul concetto di volto nel Figlio di Dio» è in cartellone al Teatro Franco Parenti il 24 gennaio. E per quel giorno si annuncia una mobilitazione massiccia di cattolici da tutta Italia. Gli stessi che da giorni inondano di lettere la regista Andrée Ruth Shammah, direttrice del Parenti, chiedendole di togliere dalla programmazione lo spettacolo, contro cui lo scorso autunno, a Parigi, si erano già mobilitati 8 mila cattolici. Ieri, una lettera appello è stata inviata al cardinale Angelo Scola.

Che viene chiamato in causa anche da Roberto de Mattei, il discusso storico del Concilio, spesso censurato per le sue idee e per la sua militanza cattolica, vincitore del prestigioso premio Acqui: «Sant' Ambrogio passò alla storia per aver sfidato l' Imperatore Teodosio, perché il cardinale Scola non dovrebbe sfidare il nuovo impero, quello dei media, pronto a scatenarsi contro chiunque alzi la voce contro la blasfemia». Non nasconde disagio la Shammah, attenta a non cadere nella trappola di chi vorrebbe da questo caso aprire un dibattito sulla libertà di espressione. «L' ultima delle mie intenzioni è nascondermi dietro la libertà di parola. Non voglio offendere nessuno - spiega -. Il Teatro Franco Parenti ha una storia di attenzione alle voci più tormentate e complesse della nostra cultura contemporanea: da Testori a Pasolini, fino a un prossimo lavoro su Giobbe, attualmente in preparazione. Ogni pensiero, ogni identità, ogni espressione viene trattata con il massimo rispetto, nella convinzione che la libertà di espressione non debba mai prevalere sulla inderogabile necessità di non ledere le sensibilità, le storie, le fedi. La diffusa preoccupazione potrebbe facilmente dipendere dalla circolazione di informazioni incomplete o non corrette. L' edizione di "Sul concetto del volto del Figlio di Dio", che sarà presentata a Milano - aggiunge la regista -, non può in alcun modo essere considerata blasfema.

La scena più discussa, nella quale bambini scagliano finte granate (erroneamente interpretate come escrementi) in direzione del ritratto di Cristo di Antonello da Messina, è stata tagliata, già due anni fa, in occasione degli accordi per l' adattamento legato all' ospitalità del teatro
.

Da Roma, però, si organizzano i cattolici di Militia Christi, i movimenti per la vita, Italia Cristiana, Ora et Labora, con veglie di preghiera, processioni, messe di riparazione «in forma straordinaria». Don Pier Paolo Petrucci, prossimo Superiore del distretto italiano della Fraternità San Pio X, è determinato: «Se al posto di Gesù ci fosse Maometto ci sarebbe un' insurrezione generale. Noi vorremmo cercare di suscitare la reazione di quel che resta dei cattolici in Italia. Non si può accettare passivamente che si insultino così i simboli della nostra fede sotto la scusa della cultura». Il dibattito nel mondo cattolico è già aperto: «Io ho visto lo spettacolo - scrive Caterina Spadaro -.
Castellucci qui non usa blasfemia del testo, né del gesto. Quel gesto teatrale di lancio contro il volto del dipinto di Antonello da Messina li turba? Sapessero quanto ne verrebbero toccati profondamente, li ispirerebbe». Ma dal fronte dei tradizionalisti la risposta non lascia aperture: «Le reazioni e le proteste contro lo spettacolo non venivano sempre da persone sprovvedute anche sul lato dottrinale e dogmatico - chiarisce Alessandro Galvanetti -. In Francia, tra le persone che hanno protestato si contano diversi vescovi».

Paola D' Amico pdamico@corriere.it


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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09/01/2012 13:10
 
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una macina da asino al collo  [SM=g1740730]

Se come si vede nella foto inserita nel volantino qui sotto a tirare le pietre contro il Sacro Volto di Nostro Signore Gesù Cristo sono chiamati dei bambini, lo scandalo e l'orrore sono raddoppiati, se possibile: è qualcosa di intollerabile, di intrinsecamente perverso e di satanico che merita solo la più ferma e totale condanna. Ma lo condanna non è solo nostra, ricordino bene questi fabbricatori d'odio e d'orrido: "Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato in mare" (Mc. 9, 37)


E per lo "s-peccato-lo" di Castellucci offriamo una  recensione autorevole e profetica. Quella del Papa Paolo VI che nel settembre 1964 scriveva:

 
"Innanzitutto voi non troverete più nel linguaggio della gente perbene di oggi, nei libri, nelle cose che parlano degli uomini, la tremenda parola che invece è tanto frequente nel mondo religioso, la parola 'peccato'. Gli uomini nei giudizi odierni, non sono più chiamati peccatori. Vengono catalogati come sani, malati, bravi, buoni, forti, deboli, ricchi, poveri, sapienti, ignoranti, ma la parola 'peccato' non si incontra mai. E non torna perché, distaccato l'intelletto umano dalla sapienza divina, si è perduto il concetto di peccato. Pio XII affermava: 'Il mondo moderno ha perduto il senso del peccato', che cosa sia, cioè, la rottura dei propri rapporti con Dio.
Il mondo non intende più soffermarsi su tali rapporti. Cosa dice a volte la nostra pedagogia: 'L'uomo è buono: sarà la società a renderlo cattivo.
Viene adottata, come norma, una indulgenza molto liberale, molto facile, che spiana le vie ad ogni esperienza, come se il male non esistesse.
Ma come a contraddire tutto questo, guardate se c'è un filo ottimista nella produzione moderna; guardate se nei premi letterari, c'è un solo libro presentabile, che dichiari essere l'uomo buono, che esistono ancora delle virtù.
Dilaga, al contrario, l'analisi del tanfo, della perversione umana, con la tacita, ma inesorabile sentenza che l'uomo è inguaribile. Ma Gesù vede e guarda a noi, che siamo povera gente, con tanti malanni, pronto a guarirci e ridarci quella veste del 'bambino' che è la vera grandezza nostra
".







Smile SCRIVETE NUMEROSI, MA CON SOMMA EDUCAZIONE E CON FIDUCIA ad alcune delle nostre massime autorità ecclesiali:  
 
 
cdf@cfaith.va,  
clero@cclergy.va,  
cultdiv@ccdds.va,  
eccdei@ecclsdei.va,  
presidente@chiesacattolica.it  (CEI)  
 
 
se avete altri indirizzi inseriteli... scrivete numerosi..... sollecitate con LA CORREZIONE FRATERNA, gentile ed educata....  
più saremo e meglio sarà...



[SM=g1740771]

Reverendissimi Padri,
i giorni incalzano e si avvicina ciò che definiamo una crudeltà ed una inaccettabile opera teatrale che vede come oggetto di scherno il Volto Santo di Nostro Signore Gesù Cristo.
Da Cultura Cattolica.it l'Avvocato Gianfranco Amato, spiega:

"Disgustosa la scenografia, ma ancor più disgustoso il contenuto blasfemo della rappresentazione.
La scena si svolge in una stanza bianca e immacolata in cui un anziano incontinente guarda la televisione ad alto volume. Ad accudire quel vecchio ci pensa un altro personaggio, il figlio, il cui compito si traduce in una sorta di fatica di Sisifo. Infatti, ogni volta che si concludono le operazioni di pulizia del corpo del padre, una nuova scarica di dissenteria vanifica i gesti compiuti dal figlio, costringendolo a ricominciare da capo.
Si tratta di un’opera iperrealista destinata a colpire i sensi dello spettatore, non solo la vista e l’udito, ma anche l’olfatto, poiché ogni volta che l’anziano padre evacua, si spande per la sala un odore acre e fastidioso.
Su tutta la scena domina la riproduzione gigantesca di un quadro rinascimentale raffigurante il volto di Gesù – il celebre Salvator Mundi di Antonello da Messina –, volto che nel finale viene imbrattato di liquame, e si squarcia per lasciare in evidenza una frase che rappresenta la provocazione del regista: “You are not my shepherd” (Tu non sei il mio pastore).
Definire un’oscenità irriverente quest’opera non è semplice moralismo".


e così ha preso piede una iniziativa di Fedeli Cattolici per una Manifestazione pacifica,
http://blog.messainlatino.it/2012/01/cattolici-accorrete-organizzata-la.html
 

con il Rosario, per scongiurare questa blasfemia, ma ci sentiamo "soli" Reverendi Padri, abbandonati dai Pastori, abbandonati da Voi, non riusciamo a comprendere perchè questo Vostro silenzio!
Ci tornano a mente le parole di Gesù: chi si vergognerà di me, anch'io mi vergognerò di lui...
Perchè tacere quando è il momento di intervenire con Preghiere di riparazione? Non chiediamo, infatti, un appoggio politico o rivendicativo, ma di Preghiera, di invito alla Preghiera e di Messe di riparazione, se non riusciamo ad ottenere questo da Voi, a chi altri dovremmo chiederlo?
Vi supplichiamo, in Nome di Cristo, siate a noi benevoli, sosteneteci in questo momento di prova, siate Voi a guidare queste iniziative, amiamo e veneriamo, adoriamo il Volto Santo di Cristo, Nostro Signore.

Con fiducia e con devoto filiale affetto,

[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

Embarassed qualcuno ha detto: l'aspetto più inquietante dell'odierna cultura, sia religiosa quanto laica, è quella di aver spento il senso della meraviglia e così se non ci si meraviglia più di una vita che sboccia nel seno materno,  non ci si meraviglia più del sole che sorge e tramonta, e così si finisce anche nel non meravigliarsi più di uno che muore, di una violenza inflitta, di una ingiustizia subita.... ci stiamo disumanizzando ed anche per questo non si è più capaci di riconoscere ciò che è un bene da ciò che è un male: il meravigliarsi, come lo scandalizzarsi, sono tra i sensi più importanti per uno sviluppo corretto di una sana umanizzazione....  
(cardinale Joseph Ratzinger) 



[SM=g1740720]
[Modificato da Caterina63 11/01/2012 23:41]
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Dal Breviario del sacerdote Giuseppe Riva Manuale di Filotea 1889  
alla pagina dedicata alla Via Crucis: La Veronica asciuga il Volto di Gesù, e riporto:  
 
- 'l vago è il tuo tormento, Bel Volto del mio bene,  
che quasi a Te diviene o amabile dolor.  
In cielo che farai, se in rozzo velo impresso, da tante pene oppresso, spiri sì dolce Amor?  
Adoramus te, Christe..... 

http://3.bp.blogspot.com/_2fxkMNkmH6c/SaHlMyaYx8I/AAAAAAAAAAo/GYYm-0de-ng/s400/Santo+Volto.jpg

- Vogliate considerare, fratelli carissimi, come in questa Stazione Gesù volle lasciare impressa l'immagine del Suo Divin Volto, nel candido lino offerto con pietà dalla Veronica la quale non ebbe paura di intrufolarsi fra le turbe soldatesche, per poter adorare e venerare quel santissimo Volto, tutto impregnato di sangue. O quanta mirabile compassione! La Veronica ci addita un forte esempio, quello di sprezzare tutti i rispetti umani, se vogliamo davvero avvicinarci a quel Volto Santo, è necessario intrufolarci fra le file di chi pur standosene in prima fila a veder passare quel Volto Santo, lo schernisce, si unisce alla soldatesca per inveire contro quel Volto il cui divin Sangue ne ha fatto una maschera. Non indugiamo fratelli! seguiamo la Veronica, andiamo ad asciugar quel Volto Santo ridotto a dolore per noi! 

- Amabilissimo Volto Santo, oh Gesù mio! la generosa pietà della Veronica nell'inoltrarsi senza indugio fra le turbe insolenti per asciugarVi la faccia, tutta grondante di sudore e Sangue prezioso, e per i meriti di questo atto di coraggio che Voi stesso apprezzaste, Vi imploro ad impetrarmi forza per vincere ogni rispetto umano, ogni lode umana che possa nuocere alla divina Pietà che devo al Vostro cospetto. Fate o Volto Santo, ch'io avanzi sempre più nel rispetto di Voi e del Vostro immenso Amore.  
un Pater, un Ave e un Gloria.... 

Miserere nostri, Domine; miserere nostri!  
 
Embarassed

Preghiera al Santo Volto di Gesù dei ragazzi di San Patrignano

Gli amici di San Patrignano, che parteciperanno al S. Rosario previsto davanti al Teatro Parenti il 28 gennaio 2012, ci hanno inviato questa "loro" bella preghiera al Volto Santo di Gesù.
Ve la proponiamo con non poca commozione.

Un grande grazie che ci nasce dal cuore, e un caro saluto a tutti i ragazzi del SanPa!


Noi vi adoriamo, Divino Volto del nostro Signor Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dai nostri peccati e per il Cuore Immacolato di Maria, vostra madre, e per San Giuseppe, suo Sposo, vi domandiamo la grazia di poter perseverare fino alla fine e di potervi difendere anche a costo della nostra vita. Amen
Eterno Padre, noi vi offriamo il Volto adorabile di Gesù, vostro amato Figlio, per l’onore del vostro Santo Nome, per il trionfo della Chiesa, per la salvezza della nostra Patria e del mondo intero.
O mio Gesù, guardateci con misericordia, volgete il Vostro volto a ciascuno di noi, come già lo volgeste alla Veronica, non perché lo vediamo con gli occhi del corpo, noi non lo meritiamo, ma fate che lo veda il cuore affinché, ricordandovi, ci sia dato di sempre attingere a questa sorgente di forza il vigore necessario ai combattimenti che ci si preparano. Cosi sia

Volto Santo di Gesù - che io ti ami sempre più
Volto Santo del Signore – resta impresso nel mio cuore
Mostrateci, o Signore, il vostro Volto e saremo salvi!

[SM=g1740717] [SM=g1740720]

P. Giovanni Caalcoli (O.P., Docente emerito di Teologia) scrive a Castellucci, regista dello spettacolo blasfemo a Milano  [SM=g1740721]

Oltre al Rev.do Sac. padre Serafino dei Frati F. I., anche un altro religioso, noto al mondo tradizionalista e non, -ci aveva anche scritto un anno fa-, si è sollecitamente impegnato nella difesa della Fede e Religione Cattolica.
Dal sito di Riscossa Cristiana, leggiamo la lettera a firma del Rev.do padre Giovanni Cavalcoli O.P., docente emerito di Teologia Sistematica alla Facoltà Teologica di Bologna. Il professore analizza da un punto di vista teologico e pastorale le scene incriminate, il titolo ("espressione
ancora più precisa, direi teologica"), e cerca di interpretare gli antefatti, prospettando al Regista alcune interpretazioni, spiegazioni (che forse Castellucci ignorava) al suo atteggiamento ostile e astioso nei confronti del Volto di Gesù, suggerendo altresì anche spunti e incoraggiamenti per una sincera conversione.

"Caro Castellucci,
chi Le scrive è un romagnolo come Lei. Sono di Ravenna. Conosco bene pertanto il “sangue romagnolo”, capace di eccessi ma anche di audacie, unisce la spavalda empietà con la passione per la giustizia, abituati come siamo da un secolo e mezzo a convivere con anarchici, massoni, anticlericali, sovversivi, garibaldini e rivoluzionari. Abituato dunque sin da piccolo a dialogare in questo clima, spero che anche questa volta con Lei mi vada bene, benchè apparteniamo a sponde opposte: io prete, Lei “libero pensatore”.

Entro dunque in argomento. Lei esprime una ribellione, una ripugnanza per non dire un odio e un rancore contro Gesù Cristo, contro il “volto del Figlio di Dio”, secondo l’esatta espressione che Lei usa come titolo del suo spettacolo, espressione in se stessa conforme al linguaggio della fede di noi cattolici.
Anzi, Lei parla di un “concetto del volto del Figlio di Dio”, espressione ancora più precisa, direi teologica, che mostra come la fede cristiana si esprime in concetti: non si tratta solo di vedere fisicamente il volto del Figlio di Dio, come in una raffigurazione pittorica (per esempio quella di Antonello da Messina), ma di “concepire” con l’intelletto l’essenza di questo volto, domandarci: come va concepito questo volto? Che atteggiamento prendere nei suoi confronti? Come questo volto si rapporta ed è presente nella vita di noi uomini? E’ l’opera della teologia.
Lei ha voluto svolgere questo tema in un’opera teatrale. In linea di principio l’impresa non è facile e può essere utile, col fascino dell’arte, in affiancamento con la teologia, per far luce sull’essenza e la maestà del volto di Cristo, chiedendoci come dobbiamo concepire questo volto.

A questo punto, però, sorge una questione molto seria. Lei non può negare che nella sua rappresentazione il volto di Cristo viene insultato, sporcato ed imbrattato. E non può negare il significato di un gesto del genere: anche un ragazzo capisce che esprime odio, derisione e disprezzo, come avvenne nel corso della Passione di Cristo e come è avvenuto un’infinità di volte nella storia del cristianesimo da parte dei nemici di Cristo. O forse anche da parte di qualche amico in un momento di rabbia o di disperazione, sollecitato da un impulso alla disobbedienza e alla ribellione, salvo poi ad intervenire subito il rimprovero da parte della coscienza.

Come negare, secondo le parole del Cardinale Martini, che anche noi cattolici possiamo sentire nel nostro intimo la voce di un non-credente, che ci dice in riferimento a Cristo: non voglio servirti, non sei il mio pastore, voglio fare la mia volontà e non la tua.
Forse che a volte anche noi non sentiamo Cristo, come ci suggerisce Satana, non come un benefattore o un salvatore, ma al contrario un nemico e un oppressore? Non vorremmo forse ucciderlo, toglierlo dalla nostra vista, farlo scomparire, secondo quanto ha descritto così bene Nietzsche? Non vedere questo volto?
Ma inoltre non è forse la stessa Bibbia, non è forse il Vangelo stesso a descriverci con racconti e constatazioni quella che è la nostra ribellione di peccatori a Cristo, alla Parola di Dio? E S.Giovanni non ha forse detto: “venne tra i suoi e i suoi non lo hanno accolto”? E gli indemoniati non gli dicono forse: “Che c’è tra me e te, Figlio di Dio”?
Quante volte noi sacerdoti in confessionale sentiamo delle persone che dichiarano di aver provato rancore e ribellione nei confronti di Cristo, di essere esasperate per il suo comportamento che ha permesso il seguito di una disgrazia dietro all’altra, che proibisce loro di fare certe cose che vorrebbero fare, che hanno la convinzione di non essere amate ma odiate da Cristo.

Ma Lei, caro Castellucci, che cosa ha voluto fare esattamente con la sua rappresentazione? Non è assolutamente chiaro. Ha voluto esprimere anche Lei questo odio o, come sembra voler dire nella sua dichiarazione esplicativa, ha inteso mostrare la sublimità e maestà del volto di Cristo, che campeggia e domina la scena nonostante e al di là delle offese che subisce e che guarda con occhio divino il “martirio dell’uomo”?
Che cosa ha voluto fare: prendersela col volto di Cristo, forse anche Lei esasperato da qualche delusione o turbato da qualche crisi di coscienza o denunciare i peccati che gli uomini compiono contro Cristo, il cui volto comunque campeggia e permane nel destino degli uomini?
Se Lei ha peccato, si penta sinceramente e non troverà più un volto odioso, ma amabile ed adorabile. Non sentirà più il desiderio di imbrattarlo, ma di contemplarlo come amico e fratello, “il più bello tra i figli degli uomini”, secondo la splendida, millenaria ed impareggiabile tradizione iconografica soprattutto della nostra Italia. Avrà pietà del volto sfigurato dai suoi uccisori e vedendo in ciò le conseguenze dei peccati di tutti noi, che Egli ha preso su di Sé per redimerci, chiederà perdono ed otterrà misericordia. Così troverà veramente la pace. [SM=g1740722]


Le dico francamente il mio parere: mi sembra e non solo a me, ma anche a moltissime altre persone, non solo cattolici, ma anche non credenti o semplici amanti della libertà religiosa o della convivenza civile o del buon costume o del rispetto per i fanciulli, che Lei in realtà vuole esprimere un forte rancore contro Cristo, per motivi che non conosco, ma che posso comprendere o immaginare, data la mia lunga esperienza di guida delle anime.

Il mio parere pertanto è che Lei ha mascherato questo suo stato d’animo sotto la facciata di una non convincente denuncia dell’odio contro Cristo, quasi a coprire la sua interna inquietudine col prendersi gioco di noi tutti cattolici. Un rancore anche verso di noi?
Non credo che una cosa del genere Le convenga assolutamente. Certamente non Le dà pace, quella pace che Lei certamente cerca. Che cosa infatti Lei costruisce in questo modo? In nome di quali valori? La “libertà dell’arte”? Ma ne vale proprio la pena? E’ vera arte quella che esprime empietà, odio e rancore? Non sarà forse arte demoniaca?
Lei dice d’aver subito violenza. Ma si chieda se non è stato Lei per primo a farla. E come dice Cristo? “Chi di spada ferisce, di spada perisce”. Non giustifico chi Le ha fatto violenza, dico solo che doveva aspettarsela. Ma crede così di fare il martire? Martire di Cristo o di chi? Martire di se stesso? Allora Lei vale più di Cristo?

I cristiani, sul modello di Cristo stesso che si è lasciato mettere in croce, non sono come i musulmani, inesorabili vendicatori di chi insulta Maometto, però si ricordi che offendere Dio non è senza conseguenze, già da questa vita e soprattutto nell’altra. Inoltre offendere Dio non è solo offendere una religione, ma è offendere la libertà religiosa, il diritto degli altri e lo stesso buon costume giuridicamente protetto dalle leggi dello Stato.

E’ vero, ormai “la frittata è fatta”, ma Lei potrà avere sempre un ripensamento e Cristo è pronto a riaccoglierLa. Lei fa’ bene a perdonare i suoi nemici, ma si ricordi che è innanzitutto Lei che ha bisogno di essere perdonato. Non li giudichi degli “ignoranti”: semmai è Lei che non si è spiegato e forse non ha voluto spiegarsi." [SM=g1740721]

Padre Giovanni Cavalcoli,O.P.
Docente emerito della Facoltà Teologica di Bologna

CONVENTO PATRIARCALE S. DOMENICO 40124 BOLOGNA - Piazza S. Domenico 13
Tel. 051/64.00.411 - Fax 051/64.00.431
http://www.studiodomenicano.com/, http://www.arpato.org/, http://arpatoblog.wordpress.com/

fonte: Riscossa Cristiana


[SM=g1740722]


[SM=g1740717] [SM=g1740720]

Sacerdote (dei F.F.I) scrive una lettara al Card. Scola sullo spettacolo blasfemo a Milano

"Eminenza Reverendissima,

purtroppo nella Sua città di Milano sarà inscenata una rappresentazione davvero blasfema contro il Volto e quindi la Persona di Nostro Signore Gesù Cristo.
La preghiamo caldamente di intervenire, levando la Sua voce a nome di tutti i cattolici milanesi e italiani, perché Gesù Cristo sia rispettato da tutti, come noi rispettiamo gli altri.
A nulla vale camuffare il proprio dileggio per l'altrui fede, trincerandosi dietro i contorni evanescenti dell'arte contemporanea, il cui vero intento sarebbe noto solo all'artista, rimanendo ad altri (profani) sfuggevole e sempre al di là. No, si tratta di buon senso e, anche, di rispetto per le persone credenti in Gesù Cristo.
La libertà religiosa, come ci insegna Santa Madre Chiesa, è anzitutto un'esigenza del rispetto del diritto alla libertà religiosa e di conseguenza di tutto ciò che è contenuto sacro di una fede religiosa.
Eminenza, confidiamo pertanto in un Suo intervento saggio e prudente, perché cessi davvero questo clima di cristianofobia che sempre più si alimenta. I nostri fratelli cristiani in altre parti del mondo vengono uccisi perché sono di Cristo. Uniamo la nostra voce al loro sangue e difendiamo la nostra identità.
L'occasione mi è anche gradita per formularLe sinceri e cordiali auguri di un Santo Anno nuovo."

Firenze, 9 gennaio 2012


p. Serafino M. Lanzetta,
Francescani dell'Immacolata,
parroco di Ognissanti-Firenze

Questa lettera è stata inviata, per conoscenza, anche alla direzione del Teatro Parenti e al Sindaco di Milano

[SM=g1740738]


[Modificato da Caterina63 11/01/2012 17:18]
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12/01/2012 09:22
 
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Anche RaiVaticano si schiera insieme ai cattolici contro Castellucci: "Il dovere di non tacere"


Finalmente un giornalista (per di più vaticanista!) che con parole chiare parole condanna lo spettacolo blsfemo in programma a Milano, e propone lo stesso interrogativo che accomuna quanti, cattolici e non, si sono indignati per l'impunità dei responsabili e il silenzio dei più: "e se invece del Volto di Cristo ci fosse stato quello di Mahometto o di Allah?"
Cannarozzo raccontano, tra l'altro, anche le vicissitudini dei poveri ragazzi francesi che hanno protestato in Francia ("poveri" sono quelli che hanno interrotto lo spettacolo, salendo sul palco, mettendosi a pregare, non quelli che hanno commesso violenze, fuori del teatro, bien sûr!).


Il dovere di non tacere

di Antonello Cannarozzo, da Rai Vaticano IlBlog, del 4 Gennaio 2012

Volevo porre agli amici del blog una domanda: se durante uno spettacolo a teatro fossero rivolte dagli attori oltraggi ad una gigantografia di Gesù sulla scena e, a conclusione della performance, venissero gettati anche degli escrementi su quell’immagine, un cattolico avrebbe il diritto di sentirsi offeso e perciò di reagire, oppure dovrebbe accettare tutto questo come arte?

Se tale domanda può sembrare teorica, debbo dire che purtroppo essa rispecchia quanto è successo - nell’assordante silenzio della nostra laica e democratica stampa - lo scorso dicembre in un teatro della “civilissima” Parigi. La trama della commedia, se così ancora vogliamo chiamarla, dal titolo “Sul concetto di volto nel Figlio di Dio”, scritta e diretta da un certo Romeo Castellucci, autore d’avanguardia, denuncia la solitudine e la degradazione dell’uomo di fronte alla vecchiaia, alla malattia e all’abbandono di Dio stesso.
Ed ecco, allora, il colpo di genio dell’autore. Nella seconda parte della rappresentazione, il palcoscenico viene letteralmente cosparso da escrementi (degna immagine di quest’opera, ndr) per mostrare l’estrema degradazione umana. Poi, senza dire una parola, in scena salgono dei ragazzi che si chinano raccogliere queste feci per poi lanciarle, come si fa in un tiro a segno, sul volto di Gesù, illustrato dallo splendido capolavoro di Antonello da Messina. Alla fine di questa azione, sull’immagine, ormai completamente imbrattata, cala un velo nero con la scritta: “You are not my shepherd” (“Tu non sei il mio pastore”).

Davanti a tanta blasfemia non tutti i cristiani hanno voluto porgere l’altra guancia. Sono stati presentati decine di ricorsi giudiziari, esposti, petizioni con migliaia di firme un po’ in tutta la Francia per la cancellazione dello spettacolo, ma tutto è stato vano.
Non vogliamo neanche pensare a che cosa sarebbe successo se, al posto del Volto di Cristo, ci fosse stato un simbolo islamico o ebraico, oppure il volto di un omosessuale. Si sarebbe gridato alla scandalo, al razzismo, al fascismo e via discorrendo; ma per offendere Cristo ci si appella all’arte e alla libertà d’espressione sapendo, con il coraggio dei vili, che a differenza di altre confessioni religiose, non c’è alcun pericolo di ritorsione, anzi solo tanta pubblicità.

Davanti al silenzio delle autorità parigine e, purtroppo, a quanto risulta, anche della Chiesa ufficiale, alcuni cattolici, tutti giovanissimi, hanno protestato cercando, dopo aver comprato regolarmente il biglietto, di interrompere più volte la rappresentazione, salendo sul palco e mettendosi a pregare, tra insulti e bestemmie degli altri spettatori, fino all’arrivo della polizia che li ha arrestati e messi in galera.
Si dirà che, nonostante lo scandalo per un tale spettacolo, la risposta dei ragazzi è stata di certo troppo violenta, degna della Chiesa ottusa ed oscurantista di un tempo, nel tentativo di voler proibire ad altri di godere di tale rappresentazione. Insomma si dirà che si trattava di gente poco dialogante.

Tutto vero; ma quando allora un cristiano deve intervenire per difendere i diritti di Dio e la dignità della propria fede? Forse, come vorrebbero molti, nel silenzio delle catacombe? Intanto i ragazzi arrestati sono passibili di pene che vanno da uno a tre anni di carcere
, come per gli spacciatori di droga o gli sfruttatori della prostituzione, con multe da 15.000 a 45.000 euro.
Quasi tutti gli arrestati sono molto giovani e non hanno certo i mezzi finanziari per difendersi dalle tante cause intentate per la loro azione di disturbo, ma non è ancora finita. Alcuni hanno già perso il lavoro ed altri lo stanno perdendo come un giovane, con famiglia a carico, che ha ricevuto un ultimatum dalla sua azienda e rischia di essere licenziato.

Tutto questo mentre chi offende Dio, grazie alla macchina della propaganda, si può erigere a martire della libertà. Giornali come Le Monde, Libération, l’Humanité, Rue89, il Nouvel Observateur, Télérama hanno messo alla gogna mediatica questi “ribelli” e, lo dico con tristezza, anche il cattolico la Croix.
Ma questa è la giustizia del mondo, come sanno bene tutti i veri cristiani. ”Se hanno perseguitato me – dice Gesù agli apostoli – perseguiteranno anche voi” (Gv 15, 17 18 20) e così, purtroppo, sarà fino alla fine dei tempi. Ma questo non significa che si debba per forza tacere fino a quella data.

di Antonello Cannarozzo

[SM=g1740722]

Il Vescovo di Vigevano (Pv), Mons. Di Mauro è contro lo "squallido spettacolo" di Milano.Sul sito ufficiale della Diocesi "E' una perversa bestemmia"

Un nostro lettore, che ringraziamo, ci segnala che sul sito ufficiale della Diocesi di Vigevano (suffraganea dell'Arcidiocesi di Milano) è stato pubblicato un commento ufficiale, che illustra, con poche ma esplicite parole, "la squallida opera teatrale", definisce il regista Castellucci un "guitto", e condanna la "inaccettabile oltraggio" e la "perversa bestemmia".
Complimenti per la coraggiosa (attesa e consolante) ed esplicita presa di posizione di condanna!
Nel silenzio assordante e vergognoso, questo comunicato lascia intravdere un germoglio di speranza (e di credibilità nell'episcopato italiano).
Speriamo che avendo Mons. Di Mauro rotto gli indugi e dato l'esempio, sia imitato nel coraggio e nella fermezza da molti altri suoi confratelli di buona volontà e
cum firma fide.
Il sottolineato è nostro.

"SUL CONCETTO DI VOLTO NEL FIGLIO DI DIO", DEL GUITTO ROMEO CASTELLUCCI
Gentili Amici,

lo spettacolo teatrale "Sul concetto di Volto nel Figlio di Dio", che ha già suscitato scandalo e disgusto in Francia, tra poco approderà anche in Italia. E' infatti in programmazione al Teatro Franco Parenti di Milano, per le serate dal 24 al 28 gennaio.
In questa squallida opera teatrale viene consumato un inaccettabile oltraggio: il Volto di Cristo, che campeggia sullo sfondo, viene imbrattato con escrementi. Questa perversa bestemmia viene contrabbandata come "arte" dall'autore e regista Romeo Castellucci."


Poco sotto viene riportato l'appello ai Cattolici comparso su Riscossa Cristiana e ad ascoltare le parole del Prof. de Mattei

"I CATTOLICI FRANCESI HANNO PROTESTATO E CONTESTATO IL VERGOGNOSO SPETTACOLO. POSSIAMO NOI TACERE? POSSIAMO ACCETTARE SUPINAMENTE, CLERO E LAICI, CHE SI CONSUMI L'ENNESIMO ATTACCO ALLA FEDE CATTOLICA E L'ENNESIMA OFFESA A DIO?
E' tempo di mobilitazione. Il chiaro intento laicista è di cancellare la presenza cristiana dalla Società. E' nostro preciso dovere, anche per carità verso chi ormai affoga nella perversione morale e intellettuale, riaffermare con forza la nostra Fede cattolica, unico fondamento della civiltà italiana e europea, unica base su cui costruire una Società umana.
Vi invitiamo perciò:
- A VISIONARE E DIFFONDERE IL VIDEOINTERVENTO DEL PROF. ROBERTO DE MATTEI, CARICATO SU YOUTUBE E SU CORRISPONDENZA ROMANA. Nelle parole di Roberto de Mattei troviamo le chiare linee di analisi e di guida.
- A LEGGERE IL NOSTRO "APPELLO CONTRO LO SPETTACOLO BLASFEMO", PUBBLICATO SU RISCOSSA CRISTIANA, nel quale troverete le indicazioni per le primissime iniziative che proponiamo, riservandoci nei prossimi giorni di inviarvi ulteriori comunicazioni e di dare ampio spazio a ogni voce che abbia concrete proposte da trasmetterci.
Ricordiamoci che il silenzio, di fronte alla gravità eccezionale di quanto sta accadendo, si tradurrebbe in colpevole e pusillanime complicità.
Grazie a tutti per l'attenzione e per la partecipazione che, ne siamo certi, dimostrerà la vitalità e la decisione dei cattolici italiani."

E viene addirittura pubblicato il link al volantino
del Comitato SanCarlo, per la manifestazione per il S. Rosario in programma il 28 gennaio

fonte: diocesi di Vigevano


[SM=g1740722]
Questa notizia è una di quelle luci che unite alle altre incoraggiano e ci aiutano a camminare verso la luce lasciandoci dietro le tenebre dell'ignoranza e della cattiveria....  
 
Grazie Eccellenza, mons. Di Mauro,  
ci vuole davvero poco per ritrovare la strada dell'unità in Cristo!  
Dio la benedica!




[Modificato da Caterina63 12/01/2012 12:50]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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12/01/2012 19:13
 
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[SM=g1740733]

All’indietro, progressivamente

Forse lo avrete già sentito nominare, ma se ancora non lo sapete c’è uno spettacolo teatrale, in giro, dove il volto di Cristo viene fatto oggetto di lancio di escrementi, o almeno supposti tali.
Naturalmente c’è chi ha tentato di fermare lo show. Prima di tacciare di intolleranza pensate se al posto dell’immagine di Gesù ci fosse quello del vostro politico preferito, o quello di vostra madre. Non vi muovereste?

Lo farei anch’io, se pensassi che potrebbe servire a qualcosa. Se non sapessi che in fondo proprio queste reazioni è ciò che ci si aspetta, ciò che si vuole ottenere. Quanta pubblicità per un’opera che non meriterebbe neanche un minuto.

Vorrei portare alla vostra attenzione alcuni altri fatti.

Il primo di questi è l’istituzione, a Roma, di un cimitero per i bimbi non nati. Sì, i resti sanguinolenti di quegli aborti che altrimenti vengono smaltiti senza tanti complimenti, insieme ai cateteri usati. Anche qui c’è chi si è indignato. Non piace che venga richiamato alla mente che quei corpicini sono esseri umani.
Un secondo fatto è la soppressione delle feste patronali, allo scopo di ottenere una maggiore efficienza produttiva.
E poi la liberalizzazione degli orari dei negozi, con il medesimo motivo.

Cosa hanno in comune tutte queste notizie?
E’ semplice: sarebbero impossibili in una società cattolica.

In una società cristiana si dà più valore alla persona che al denaro. Il riposo è parte integrante dell’uomo. Perfino Dio si è riposato. Il riposo è il momento in cui ci si trova con la famiglia e finalmente ci si parla, si fanno assieme le cose che le necessità gli altri giorni negano. Nel corso dei secoli il riposo settimanale è stato garantito anche ai più umili a discapito dei potenti padroni proprio dalla Chiesa.
Nella tradizione cattolica i santi patroni sono il legame tra lassù e quaggiù, il ricordare che non siamo soli ma facciamo parte di una comunità, una storia, e che l’unità di questa storia non è garantita dagli uomini ma dal cielo. Il fermarsi a ricordarlo dà dignità, rafforza questa verità. Non c’è da sperare nei prìncipi
I cristiani, fin dai primi secoli, si distinguevano perché proteggevano i bambini, compresi quelli non nati. E’ indicativo che quei cadaverini oggi ci possano essere.

Qualcuno potrebbe dire che la scristianizzazione della società è una conquista. Che si prosegue la strada che è già stata percorsa con il matrimonio civile, con l’abolizione del diritto d’asilo.
Io ricordo sommessamente che in realtà è una ri-conquista. Che è esistito un tempo in cui non c’erano santi patroni, che si lavorava ogni giorno della settimana, in cui ci si sbarazzava di nati ingombranti semplicemente sbattendoli in un fiume. Che queste stesse “conquiste” si possono trovare in altre società, presso altri popoli, che normalmente passano per meno civilizzati.

C’è da domandarsi perché, noi che siamo così orgogliosi della riuscita del nostro “modello occidentale” (chiamarlo così è un modo per dimenticare che si tratta in gran parte di “modello cristiano”), desideriamo così tanto disfarcene, pezzo a pezzo.

Così il prendersela con un volto a cui si vuole fare pagare tutte le sofferenze umane in fondo è il ritorno a quel momento della storia in cui il modello, l’originale fu preso a sputi e schiaffi e sì, si caricò proprio di tutte le sofferenze umane.
Oltrepassato quello, si avanzerà ancora all’indietro, dimenticando progressivamente quello che generazioni e generazioni hanno costruito. Ma che senza la sua pietra angolare non può che crollare.

Non avremo più niente di sacro, tranne soldi, potere e sesso. E, guardando stupiti lo sfacelo del nostro mondo, ci domanderemo come siamo arrivati fin qui.
Destiamoci. Non è tardi, non è difficile da capire, non è difficile da vedere. Chi cammina all’indietro senza guardare finisce per cadere.


[SM=g1740722] 

 

 

Signore dolce Volto, o Volto pien di luce, o nostro Salvator

Un lettore sacerdote, a cui siamo grati, ci ha segnalato questa bel canto-preghiera, che si recita (o si esegue) nel periodo di Passione (è indicato anche nel Rito del Venerdì Santo N.O.), reso celebre dalla "Passione secondo Matteo" di J.S. Bach.
La seconda e la terza strofa sono di una bellezza teologica che strazia il cuore! Ancor di più a sapere che il 24 gennaio.. quel "
Sacro Volto colpito per amor" per noi tutti, in quel Santissimo Venerdì a Gerusalemme in cui si compì la sostra Salvezza mediante il più sublime perfetto dei Sacrifici, verrà questa volta colpito per odio a Milano, per il semplice e irriverente gusto blasfemo di provocare, oltraggiare, profanare (e forse anche divertire ).


O capo insanguinato del dolce mio Signor,
di spine incoronato, straziato dal dolor:
perché son sì spietati gli uomini con Te?
Ma sono i miei peccati! Gesù, pietà di me.

O Volto sfigurato da immani crudeltà,
le piaghe han oscurato l’augusta Tua beltà:
infondi in me una stilla di sangue redentor,
accendi una scintilla d’amore nel mio cuor.

Signore, dolce Volto di pena e di dolor,
o Volto pien di luce, colpito per amor.
Avvolto nella morte, perduto sei per noi.
Accogli il nostro pianto, o nostro Salvator.

Nell’ombra della morte resistere non puoi.
O Verbo nostro Dio, in croce sei per noi.
Nell’ora del dolore ci rivolgiamo a Te.
Accogli il nostro pianto, o nostro Salvator.

 

 

[SM=g1740717] [SM=g1740720] 


O Capo Insanguinato  

M. Johann Sebastian Bach 1729  

 

1.  

O capo insanguinato, trafitto dal dolor.  

Di spine incoronato, offeso nell’onor.  

Tu doni a noi l’esempio d’immensa carità;  

l’affronto tristo ed empio più caro al cuor ti fa.

2.  


O vittima immolata, l’amore ti spiro.

In croce fosti alzata e il mondo ti sdegnò.  

Tu incolpi chi indurito nel mal s’ostinerà;  

e salvi chi pentito,gli errori piangerà!  



3.

Le mani tu allargasti, il mondo ad abbracciar. 

Morente c’insegnasti il prossimo ad amar.  
Col sangue tuo cancelli le nostre iniquità:  
commossa si affratelli in te l'umanità.

 

[SM=g1740738]

 

il giorno 24 è martedì e siamo soliti meditare i Misteri Dolorosi del santo Rosario..... soffermiamoci sul Volto Santo dell'Ecce Homo: chi volete Barabba o Gesù?    
ed oggi: chi volete, lo spettacolo blasfemo della nuova cultura dell'Ecce Homo o il Suo Volto martoriato per colpa dei nostri peccati, da adorare e meditare?    
la storia si ripete....  ancora una volta siamo chiamati a scegliere da che parte stare....  
Signore, abbi pietà di noi!

[SM=g1740750] [SM=g1740752] 


PAOLO VI E L'ARTE BLASFEMA: I VESCOVI DI OGGI HANNO SOLO DA IMPARARE


"E' stata diffusa la notizia che sarà quanto prima promosso in Danimarca (Paese celebre e caro per ben altri titoli), e prodotto e diffuso in altri Paesi, un turpe film erotico su Gesù Cristo. Se ne è già parlato molto, e vi sono già state critiche anticipate e proteste pubbliche e private, piene di disgusto e di deplorazione.

Non possiamo noi stessi tacere la nostra pena personale per l’ignobile e blasfemo oltraggio, in cui si intende deformare la figura intangibile del nostro Salvatore, supremo oggetto della nostra fede e del nostro amore. Ne rimarrà offesa tutta la religione cristiana. Anche molti Protestanti hanno già apertamente reagito.

Non può essere invocata, a noi pare, nel caso presente, la libertà dell’arte, della storia, della cultura, e nemmeno di certe tendenze mistiche filocristiane di alcuni gruppi di gioventù moderna, per giustificare un simile vilipendio, a quanto si dice, di ciò che il mondo ha di più sacro, e il popolo credente ha di più caro.

Cristo è fatto zimbello di sacrileghe ed immonde falsità: questa è la realtà. Dov’è la nostra comune coscienza morale e civile? Possiamo ammettere che si degradi a tal punto la nostra convivenza sociale?"




Lettera di p. Giovanni Cavalcoli O.P. al Papa sullo spettacolo blasfemo di Milano

Bologna, 11 gennaio 2012



Beatissimo Padre,

siamo un gruppo di fedeli che vuole esprimere a Vostra Santità solidarietà e rinnovata fedeltà come risposta all’indegno e blasfemo spettacolo teatrale “Il concetto del volto del Figlio di Dio” di Romeo Castellucci, programmato a Milano per la fine del corrente mese.

Si tratta infatti, come Ella avrà già saputo, di un’opera, già rappresentata in Francia, gravemente offensiva della Persona del Nostro Divin Salvatore Gesù Cristo, con evidente ripercussione ai danni della libertà religiosa, dell’ordine sociale, dei minori, della dignità dell’arte e del buon costume, valori sanciti e promossi dalla Costituzione della Repubblica Italiana, un gesto che pertanto sembra configurare gli estremi di un reato passibile di sanzione penale a norma delle leggi dello Stato.

Ci addolora inoltre in modo particolare la consapevolezza che questo inqualificabile atto di empietà colpisca pure, benchè indirettamente, la venerabile e da noi amata Persona di Vostra Santità, Primate d’Italia, Rappresentante dell’intero mondo cattolico, Successore di Pietro, Vescovo di Roma, Vicario di Cristo, anzi, come si esprimeva la Santa Senese, “dolce Cristo in terra”.

Ci pare evidente, altresì, venerato Padre, a proposito di tale incresciosissimo avvenimento, che non si tratta di un fenomeno casuale, isolato e senza radici, ma bensì di una crescente ostilità nei confronti del
Episodi come quelli del Castellucci sono resi possibili non solo dagli attacchi della cosiddetta “cristianofobia”, ma anche da gravi vuoti e carenze dottrinali ed educative non dovutamente eliminati da parte di chi di dovere. Pensiamo in modo particolare allo scandalo subito dai bambini, nei confronti del quale il Signore ha parole di estrema severità.

Il caso Castellucci è un ulteriore campanello d’allarme, se ce ne fosse bisogno, che invita tutti, compreso ogni uomo di buona volontà, a stringerci attorno al Successore di Pietro e all’intero Collegio Episcopale unito al Papa, al quale Cristo ha affidato la guida del suo Gregge.

Noi, grazie alla guida illuminata di Vostra Santità e dei buoni Vescovi, sappiamo riconoscere i lupi travestiti da agnelli. Siamo tuttavia preoccupati per coloro che, come il Castellucci, cercano di trarre vantaggio da una situazione nella quale si fa desiderare una maggiore vigilanza da parte delle autorità civili ed ecclesiastiche. Temiamo inoltre per lo scandalo dei pusilli non sufficientemente protetti e messi in guardia.

Da parte nostra, pertanto, ci confermiamo senza alcuna esitazione, certi così di seguire Cristo, nella fedeltà a Vostra Santità, ricordandoLa nelle nostre preghiere a Maria Madre della Chiesa e Sede della Sapienza, mentre invochiamo su di noi e sui nostri cari il prezioso beneficio dell’Apostolica Benedizione.

P.Giovanni Cavalcoli, OP
Teologo di Bologna

___________________________

A Sua Santità

Il Sommo Pontefice Benedetto XVI

CITTA’ DEL VATICANO

[SM=g1740733] 

 



[Modificato da Caterina63 14/01/2012 12:56]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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14/01/2012 10:10
 
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Ottimi e saggi consigli di Agnoli ai giovani che parteciperanno al S. Rosario a Milano, contro lo spettacolo blasfemo

Riportiamo commossi questo testo di Francesco Agnoli, che dà anche saggi, paterni e accorati consigli ai giovani che prenderanno parte alla recita del S. Rosario in progamma a Milano per riparare allo spettacolo blasfemo in programma al Teatro Parenti.
Il sottolienato è nostro


Manifestare è sacrosanto
di Francesco Agnoli, da LaBussolaQuotidiana, del 13-01-2012


Ricordo ancora le vignette contro Maometto pubblicate alcuni anni orsono in Norvegia. L’effetto di quella trovata, e di analoghe successive, fu l’uccisione di alcuni cristiani. Ma anche a prescindere da quella reazione maledetta, personalmente mi indignai anche contro quell’ottuso giornalista occidentale che aveva voluto prendersi gioco, in quel modo, di una religione (che pure è, per un cattolico, falsa ed erronea). Penso che non si possa mai affrontare un dibattito, con qualsiasi avversario, ingiuriandolo in ciò che ha di più caro. Sputando sopra ciò in cui crede. Con un islamico, un buddista o quello che si vuole, si può discutere, argomentare, ma sempre usando la ragione e il rispetto.

Invece la cultura laicista, questo, non lo capisce. Perché è profondamente intollerante, per natura. Non sopporta che vi sia nulla di sacro, di elevato, di metafisico.

La cultura laicista è quella che permette ad un Romeo Castellucci qualsiasi, in nome di una libertà di opinione che è in verità diritto all’insulto, di mettere in scena Gesù Cristo, una immagine del suo santo volto, del suo dolce sguardo d’amore, per renderla bersaglio di odio, di lancio di escrementi, di volgarità. Sul volto di Cristo sputavano già, duemila anni fa, i suoi persecutori. Per un credente è quasi una legge della fede: Cristo continua ad essere oggetto di odio dei malvagi, come aveva predetto.
Che Egli sia vittima, ostia per noi, non significa, però, che si possa stare sempre a guardare. E’ giunta l’ora, per i cattolici, di far sentire la propria voce. I motivi sono tanti: il primo, ovviamente, è che Gesù Cristo è il Salvatore e che una ingiuria nei suoi confronti non può non ferirci profondamente, ben più che fosse rivolta a noi.

Il secondo è che tutti hanno diritto ad una voce che si alzi, finalmente, contro la continua desacralizzazione in corso nella nostra civiltà, sempre più decadente e in decomposizione. Ogni giorno assistiamo a pseudo-artisti che, incapaci di bellezza, inventano presepi, crocifissi, dipinti blasfemi; di continuo vediamo derisi e svillaneggiati la famiglia, la vita, la paternità, la maternità…tutto ciò che vi è di più prezioso e di più sacro.
Molti assistono instupiditi a questo spettacolo. Forse, se qualcuno alzasse la mano, per ribellarsi, non pochi prenderebbero coraggio, seguirebbero, e lascerebbero crescere in loro un urlo liberatorio: “Basta! Non ne possiamo più”.

Sì, la manifestazione del 28 gennaio, così come altre manifestazioni del genere, è profondamente giusta e doverosa. Plaudo a coloro che l'hanno convocata, sull’onda, forse, di quanto è già successo in Francia. Dove un gruppo di giovani è sceso in strada, ed ha espresso pubblicamente il proprio sdegno.

 Vedendo quei ragazzi dal volto pulito, che non rivendicavano né aborto libero gratuito, né spinello per tutti, ho pensato: che sia finito il 1968? Che stia cambiando qualcosa? Che quei giovani siano la speranza di domani? Non urlano, non spintonano, non odiano, non difendono i propri capricci o i propri interessi. Difendono il Volto stesso della Bontà, della Bellezza, della Verità. A costo di essere considerati dei reazionari, dei pazzi, degli intolleranti. Sì, perché la cultura laicista, intollerante, cari ragazzi che manifesterete, cercherà di far passare voi, i derisi, i vilipesi, per gli intolleranti, i nemici della libera espressione. Menzogne.

Certo, i pericoli ci sono. Se posso permettermi un consiglio, usate la massima prudenza, moderazione. Pregate, con lo stile composto dei cristiani; non urlate; non lasciatevi provocare da quei giornalisti alla ricerca di una frase un po’ forte, ad effetto. Cercheranno di impiccarvi ad un calzino spaiato, ad un rosario del colore sbagliato; ad una testa calva spacciata per altro… Tenete lontano qualsiasi movimento o partito politico, qualsiasi persona voglia fare approfittarne per fare il protagonista. Chiedete a chi viene con voi di portare con sé una sola bandiera, quella del battesimo; oppure, in mancanza di essa, un solo desiderio: quello di rivendicare il diritto al rispetto. Poi, poco importa se ci saranno cattolici più tradizionali o più progressisti (sarà il più sano degli ecumenismi); se ci sarà o meno l’appoggio di questo o di quel vescovo, di questo o di quel sacerdote…

C’è sempre bisogno di qualcuno che si fa forza e apre la strada… Magari, dopo di voi, sull’onda del vostro coraggio, della vostra compostezza, della vostra nobiltà di gesti e di azioni, del vostro contegno signorile, qualcuno avrà il coraggio di dire al suo edicolante di nascondere la pornografia esposta in bella vista; un altro oserà, in autobus, dire al vicino di non bestemmiare, “per favore”; qualcuno prenderà il coraggio di ricordare agli amici che quando l’umanità perde la capacità di porsi un limite, di riconoscere ciò che è sacro, finisce per ridurre ad escrementi non solo il cartellone di Castellucci, con il volto impresso di Cristo, ma anche la famiglia, la scuola, le strade, la vita di tutti i giorni.

Auguri ragazzi, e siate, come voleva Cristo, serpenti e colombe; accorti e puri.


[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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16/01/2012 00:02
 
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Un brutto spettacolo, in tutti i sensi
di Massimo Introvigne, da LaBussolaQuotidiana del 13-01-2012

Sta per arrivare a Milano, il 24 gennaio, lo spettacolo «Sul concetto di volto nel Figlio di Dio» del regista Romeo Castellucci, che in Francia è stato contestato da vigorose proteste di ambienti cattolici, le quali peraltro hanno diviso gli stessi vescovi francesi. Alcuni hanno appoggiato le proteste, altri le hanno condannate. La stessa Radio Vaticana l'8 novembre scorso ha dato atto di «difficoltà» dei vescovi a trovare una linea comune. Non è improbabile che le stesse «difficoltà» si ripresentino in Italia, a fronte di manifestazioni organizzate per contestare la rappresentazione dello spettacolo al Teatro Parenti di Milano. Un brutto spettacolo, in tutti i sensi.

Consapevole che tra i cattolici - e certo anche fra i lettori - ci sono posizioni legittimamente diverse su quale sia l'atteggiamento più opportuno da assumere, vorrei riassumere i dati essenziali del dibattito, alcuni dei quali rischiano di sfuggire a molti.

Primo: di che cosa stiamo parlando esattamente? Lo spettacolo di Castellucci ha come tema la decadenza del corpo umano, messa in scena attraverso l'incontinenza di un padre che non riesce a trattenere le proprie feci, di cui la scena si riempie continuamente, accudito con pazienza da un figlio. Sullo sfondo, un grande volto di Cristo tratto dal noto dipinto di Antonello da Messina (1429 o 1430-1479). Nella versione dello spettacolo presentata al Festival di Avignone dei personaggi, fra cui alcuni ragazzini, lanciano granate contro il dipinto: ma sembra che questa scena sarà esclusa dalla versione di Milano. Alla fine, il volto di Cristo è invaso anch'esso da liquami che danno al pubblico l'impressione - ampliata in alcune rappresentazioni da effetti olfattivi - degli escrementi, mentre appare la scritta in inglese «You are my shepherd» (Tu sei il mio pastore), con un «not» in caratteri più scuri che è insieme presente e assente, così che in ogni momento la scritta può anche essere letta come «Tu non sei il mio pastore».

Il regista Castellucci ha più volte dichiarato che il suo spettacolo non è affatto blasfemo. Non vuole incitare al disprezzo del volto di Cristo - e in questo senso si differenzierebbe da altri spettacoli esplicitamente anticristiani o anticlericali - ma sottolineare l'estrema «kenosis» o abbassamento del Figlio di Dio, che ha voluto coinvolgersi nella condizione umana fino al disfacimento e agli escrementi. Insieme, afferma Castellucci, lo spettacolo - senza prendere posizione - vorrebbe mettere in scena tutta la gamma delle reazioni contemporanee al volto di Cristo, dal rifiuto totale - le granate lanciate contro il dipinto - fino alla sofferta accettazione, coinvolgendo gli stessi spettatori. Ciascuno, sembra dire Castellucci, deve scegliere qual è la sua reazione al volto di Cristo, sfigurato dagli uomini e segno di contraddizione. Il regista non impone una reazione particolare ma invita ogni spettatore a scegliere.

Le giustificazioni di Castellucci - anche prendendole per buone, benché rimanga forte il sospetto che oggi la provocazione serva soprattutto a «vendere» uno spettacolo e ad attirare l'attenzione - richiamano però equivoci tipici della produzione artistica moderna. Il primo è che il brutto, il ripugnante, lo schifoso abbiano un effetto catartico e possano suscitare reazioni liberatorie o risposte positive: una posizione teorizzata dal filosofo francese Georges Bataille (1897-1962) proprio con riferimento agli escrementi. Ma questa posizione è falsa, e si lega in Bataille a un primato della morte e del disfacimento sulla vita che sembra emergere anche nell'opera di Castellucci. Come insegna anche il Magistero della Chiesa, l'uomo aspira al bello - che è una porta per accedere al vero e al buono - e la sua normale reazione al brutto e al ripugnante non ha nulla di positivo. Incntrando gli artisti, il 21 novembre 2009, Benedetto XVI ha messo in guardia dagli effetti profondamente negativi di produzioni artistiche che assumono «i volti dell’oscenità, della trasgressione o della provocazione fine a se stessa».

Questa citazione del Papa richiama il secondo equivoco: l'idea che tutto possa essere rappresentato, purché l'artista offra una giustificazione credibile e politicamente corretta. Non è così. L'oscenità e la trasgressione, per usare le parole del Papa, sono dati oggettivi. Non dipendono dalle intenzioni dell'artista. Se qualcuno - è successo - mette in scena uno stupro di gruppo con tutte le sue caratteristiche più oscene e ripugnanti, e poi afferma che il suo scopo è denunciare la violenza contro le donne, il presunto fine condivisibile del regista non giustifica il mezzo, che rimane oggettivamente pornografico. Il fine non giustifica i mezzi, neanche in campo artistico: una verità difficile da accettare per una società immersa nel relativismo, per cui non esistono valori oggettivi o azioni intrinsecamente cattive, ma ogni azione va valutata caso per caso con esclusivo riferimento alle intenzioni di chi la compie.

Dunque noi non possiamo giudicare le intenzioni di Castellucci, né sapere veramente se le sue giustificazioni sono sincere oppure difensive, strumentali e pubblicitarie. Ma possiamo e dobbiamo affermare che le intenzioni non sono il criterio ultimo ed esclusivo per giudicare quello che vediamo. Lo spettacolo nella sua sequenza finale - gli escrementi sul dipinto - mette in scena qualche cosa che è brutto, ripugnante e - in quanto si accosta a Gesù Cristo senza il rispetto dovuto a Colui che è veramente il Figlio di Dio - anche offensivo per i credenti, i quali non sono obbligati a tollerarlo in nome di una concezione relativista, dominante ma sbagliata, secondo cui spetterebbe solo all'artista dire qual è il senso e il significato delle sue opere.
Se le cose stanno così, perché i vescovi e i cattolici si sono divisi in Francia, ed è probabile che questo avvenga anche in Italia? Per due ragioni, una soggettiva e una oggettiva. Non bisogna nascondere la ragione soggettiva, senza la quale si rischia di non capire tutta la controversia. Benché sia vero che in Francia alla protesta abbiano partecipato personalità e gruppi molto diversi fra loro, l'impressione che si è avuta è che la contestazione contro Castellucci sia stata egemonizzata da realtà che rifiutano il Concilio Ecumenico Vaticano II e sono in frequente conflitto con la gerarchia cattolica, con una presenza costante e visibile di sacerdoti della Fraternità Sacerdotale San Pio X fondata da monsignor Marcel Lefebvre (1905-1991). Senza generalizzare, ci sono segnali che qualche cosa di simile possa avvenire anche in Italia. È evidente che molti vescovi non si sentano di legittimare, in qualsiasi modo, una dirigenza che contesta la loro autorità e il Magistero della Chiesa sul Concilio. E che talora si esprime anche con modi perentori e arroganti, quasi che volesse insegnare ai vescovi a fare il loro mestiere.

La seconda ragione di perplessità attiene alla modalità delle proteste. In qualche modo, modalità e richieste sono collegate. Una modalità particolarmente clamorosa e rumorosa si lega alla richiesta perentoria che lo spettacolo non sia messo in scena. Ma questo solleva degli interrogativi. La richiesta di resipiscenza a Castellucci o alla direzione dei teatri che lo ospitano è del tutto legittima. Ma, se costoro non cambiano idea, che cosa chiede esattamene la protesta? Che intervenga la magistratura? Che, se le leggi sui cosiddetti crimini di odio che offendono intere comunità non sono adeguate, si rafforzino le leggi? In questo caso, non ho timore di dire che sono molto perplesso. Un anno di lavoro all'OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), tra l'altro proprio nel settore dei crimini di odio, ha rafforzato queste mie perplessità. Piaccia o no - e a me personalmente non piace - abbiamo a che fare con uno Stato tipicamente moderno, per non parlare delle istituzioni europee sovranazionali che sempre di più lo controllano, che non fa sostanzialmente differenze fra le varie comunità oggetto di offese collettive: i cattolici o i musulmani, chi ha sensibilità per i valori della famiglia o gli omosessuali. Se si amplia la categoria e si danno ai giudici armi più incisive per colpire i crimini di odio, sperando che le usino contro le offese ai cristiani, si creano strumenti - nella situazione attuale, che non è affatto ideale ma è quella con cui abbiamo a che fare - che saranno usati, molto più facilmente e molto prima, per colpire offese vere o presunte ai musulmani o agli omosessuali. Davvero vogliamo che sia la procura di Milano a decidere - al di là dei casi più macroscopici ed evidenti già previsti dalle leggi attuali - quali spettacoli, e domani quali libri, articoli o trasmissioni radiofoniche percepiti come offensivi da questo o quel gruppo vanno bene e quali no? Non è facile prevedere che in questo caso certi giudici verranno a prendersela a vario titolo con noi molto prima che con i vari Castellucci?

Domande complesse, me ne rendo conto, su cui è normale che anche tra i buoni cattolici ci siano risposte diverse. Ma che invitano, almeno, a non aggiungere al brutto spettacolo di Castellucci quello, a diverso titolo sgradevole, di volere a tutti i costi tirare per la veste episcopale i vescovi, anche italiani, che dovessero comportarsi in modo diverso dalle aspettative dei contestatori.


******************
breve riflessione

[SM=g1740733] Introvigne scrive:  
 
Benché sia vero che in Francia alla protesta abbiano partecipato personalità e gruppi molto diversi fra loro, l'impressione che si è avuta è che la contestazione contro Castellucci sia stata egemonizzata da realtà che rifiutano il Concilio Ecumenico Vaticano II e sono in frequente conflitto con la gerarchia cattolica, con una presenza costante e visibile di sacerdoti della Fraternità Sacerdotale San Pio X fondata da monsignor Marcel Lefebvre (1905-1991). Senza generalizzare, ci sono segnali che qualche cosa di simile possa avvenire anche in Italia. È evidente che molti vescovi non si sentano di legittimare, in qualsiasi modo, una dirigenza che contesta la loro autorità e il Magistero della Chiesa sul Concilio. E che talora si esprime anche con modi perentori e arroganti, quasi che volesse insegnare ai vescovi a fare il loro mestiere.  
 
 
****  
 
comprendo queste riflessioni, ma non posso condividerle.. cioè, non posso accettarle come un effetto giusto.. Embarassed  
 
semplicemente perchè san Paolo stesso mi insegna che "TUTTO ciò che è BUONO viene da Dio" e san Tommaso d'Aquino ne ha fatto anche una lezione teorica e pratica... se per fermare  tale spettacolo fossero intervenuti un gruppo di musulmani, i vescovi francesi non si sarebbero associati con loro? allora dobbiamo pensare che solo preventivamente, tutto ciò che fa la FSSPX, anche fosse una cosa BUONA, verrebbe scartata dai vescovi solo per un problema di AUTORITA' verso di loro? ...quasi che volesse insegnare ai vescovi a fare il loro mestiere... Surprised ma come, non ci sono già molti vescovi che invece di insegnare la dottrina vanno a prendere lezioni da un certo laico di nome Enzo Bianchi, da un certo K.Rahner - anche se morto - ecc..ecc... evito il resto della lista ?? 

Perdonatemi, ma dove sono più i Vescovi che magistralmente INSEGNANO?  
Per l'amor di Dio, anch'io non voglio generalizzare, ma ci sono già dei segnali e da molti anni che ci mettono davanti alla triste evidenza che sono i Laici spesso a poter e a dover dare ragione di quella speranza che è in noi, in termini ECCLESIALI, dogmatici, dottrinali e supplicare dai vescovi una certa PRESENZA divenuta latitante per molti aspetti, primo fra tutti, non dimentichiamolo, l'interpretazione e l'applicazione del Summorum Pontificum per il quale però, nessuno RICHIAMA I vescovi, o taluni tali, al rispetto, all'obbedienza al Pontefice,  o se non per la Messa antica, almeno per l'applicazione DECENTE  della Messa NOM nelle Parrocchie con il ripristino del Crocefisso sull'Altare e il ritorno dell'inginocchiatoio, ancora latitante, e dei canti Sacri....ecc..ecc..ecc... Cry 

Non sono forse anche queste NEGAZIONI espressioni e modi perentori e arroganti attraverso i quali si impone a non pochi fedeli la personale opinione di un Vescovo anche se disobbediente alle richieste del Pontefice?  
 
Lo spettacolo teatrale in questione è solo la punta di un ice-berg che senza dubbio esige da noi e da chi vuol manifestare la contrarietà, la massima PRUDENZA, carità.... ci ritroviamo come 2000 anni fa quando Nostro Signore veniva esibito come l'ECCE HOMO, coronato di spine, messo magistralmente nelle diapositive di The Passion... la folla gridava vogliamo libero Barabba! mentre quei cristiani, pochi ma non tanto pochi, che gridavano Vogliamo libero Gesù! venivano presi a spintonate e a pugni in faccia e allo stomaco.... non importa se a gridare fossero dei battezzati o meno, non importa da dove provenisse quel grido straziato ed inutile, ma quel giorno queste persone c'erano e non dovevano chiedere il permesso ai vescovi, non chiedevano il sostegno degli Apostoli i quali si erano infatti dileguati, tranne Giovanni che con la Madre di Lui seguivano con le donne i tristi eventi.... 

Questo devono fare i Vescovi: sollecitare anche i non credenti, anche i non cattolici, anche chi ha idee contrarie alle loro opinioni che abbiamo UN BENE IN COMUNE PER CUI VALE LA PENA DI SCENDERE IN PIAZZA e pregare, in ginocchio, pronti a ricevere le pietre se necessario, ma uniti nel Volto Santo di Cristo!  
Smettiamola di mettere sempre in mezzo i "tradizionalisti", se non fosse stato per loro, noi non avremmo avuta alcuna informazione di questo evento e come la Chiesa francese non si è mossa a livello gerarchico, così non si sarebbe mossa la Chiesa in Italia, cosa che invece sta avvenendo!  
Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità, non si può sempre trovare una giustificazione per tutto!

P.S.  
Era questa l'occasione per manifestare CON I TRADIZIONALISTI e tutte le persone di BUONA VOLONTA'... ma il silenzio dei Movimenti modernisti non lo ha notato nessuno? si scende in piazza perchè si offende il Papa ed esibire i propri cartelloni, e non si scende in piazza quando si offende il Volto di Cristo? ma che stiamo pazziando? due milioni di persone per la beatificazione di un Papa e noi stiamo a discutere, a litigare, a giustificare.... sui partecipanti ad una manifestazione pacifica contro un atto blasfemo verso Dio? ma questa è follia! questa è IDOLATRIA..... stiamo perdendo il senso di ciò che è bene e di ciò che è male   [SM=g1740730]
 
se lo spettacolo è un male, ci si riunisce, si prega e ci si dissocia pubblicamente con i cattolici e non... con chiunque abbia un pò di sale in testa e RAGIONA e sa capire ciò che è un bene e ciò che è un male....  
se lo spettacolo non è un male, allora pace! ma si abbia il coraggio di assumersi le proprie responsabilità senza cercare continuamente un capro espiatorio....  
Amen!

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Comunicato ufficiale dell'Arcidiocesi di Milano. Finalmente le attese parole del Card. Scola

Certo, si sarebbe potuto insistere un po' di più e più esplicitamente sulla dimensione religiosa, sulla sconveniente e deplorevole offesa a Dio, come aveva detto il Vescovo di Vigevano, piu che sull'aspetto sociale e sulla mancanza di "sensibilità verso i credenti".
Ma meglio del silenzio di molti altri vescovi!
In definitiva il comunicato è abbastanza chiaro e ne condividiamo lo spirito e gli intenti!
Dallo stile "diplomatico" emerge senz'altro una tirata d'orecchie alla direzione del Teatro e al regista, e un duro giudizio di condanna per lo spettacolo (e per la scelta di programmarlo).
Quindi, tirando un sospiro di sollievo per le parole pur caute dell'Arcivescovo, diciamo: "GRAZIE EMINENZA! Meglio tardi che mai!"
E le assicuriamo che da parte nostra e degli altri organizzatori, davanti al Teatro Parenti durante la manifestazione di protesta, ci saranno solo momenti di preghiera!

Redazione MiL


"Raccogliendo le parole della regista e direttrice del teatro Parenti di Milano Andrée Ruth Shammah, apparse ieri su un quotidiano, a nostra volta domandiamo che sia riconosciuta e rispettata la sensibilità di quanti cittadini milanesi, e non sono certo pochi, vedono nel Volto di Cristo l’Incarnazione di Dio, la pienezza dell’umano e la ragione della propria esistenza.
Proprio perché Milano è una “città che ha sempre rappresentato il pensiero illuminato, la religiosità alta, il dialogo e l`apertura”, invitiamo a considerare che la libertà di espressione, come ogni libertà, possiede sempre, oltre a quella personale, una imprescindibile valenza sociale. Questa deve essere tenuta particolarmente in conto da parte di chi dirige istituzioni di rilevanza pubblica, per evitare che un’esaltazione unilaterale della dimensione individuale della libertà di espressione conduca ad “tutti contro tutti” ideologico che divenga poi difficilmente governabile. Di questa dimensione sociale della libertà di espressione avrebbe pertanto potuto farsi carico più attentamente al momento della programmazione la direzione del Teatro.
La preghiera per manifestare il proprio dissenso non può accompagnarsi a eccessi di qualunque tipo, anche solo verbali."




[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]



Le parole chiare di Mons. Negri, contro lo spettacolo blasfemo... e il silenzio della Chiesa

Sulla vicenda della rappresentazione teatrale “Sul concetto di volto del Figlio di Dio”, in programma a Milano dal 24 al 28 gennaio, che tanto fa discutere per il suo contenuto blasfemo e per le manifestazioni annunciate da diversi gruppi cattolici che propongono messe e preghiere di riparazione, abbiamo sentito il vescovo di San Marino-Montefeltro, monsignor Luigi Negri.




Quando la Chiesa non può tacere
di Luigi Negri*, da
LaBussolaQuotidiana, del 16-01-2012




Intervengo sulla base delle notizie lette e ascoltate in questo periodo. Notizie che sono a volte confuse e contraddittorie sui dettagli, ma chiare quanto alla sostanza,


provengono da fonti diverse e certamente perciò non sono ideologicamente condizionate.
Mi pare che innanzitutto ci sia da dire che questo è un episodio miserevole dal punto di vista della espressione, non dico artistica, ma dell’espressione umana. Ed è certamente la conferma di quello che ho già detto immediatamente dopo gli scontri di Roma del 15 ottobre scorso, in ordine alla distruzione della statua della Madonna: il filo conduttore, che unisce espressioni che apparentemente sembrano divergere moltissimo, è l’anticristianesimo.
Ormai l’ideologia dominante è quella anticristiana, quella che tende all’abolizione sistematica della presenza e dell’annunzio cristiano, sentito come una anomalia che mette in crisi questa omologazione universale operata dalla mentalità laicista, consumista, istintivista.
Quindi da questo punto di vista il giudizio non può che essere inappellabilmente negativo: è un’espressione meschina di una volontà di eliminare la tradizione cristiana, in questo caso colpendo il contenuto fondamentale della fede. Colpendo l’immagine e la figura di Gesù Cristo nei confronti del quale nella scritta finale – credo che apparirà ancora malgrado tutte le modificazioni a cui in qualche modo sono stati costretti – apparirà il rifiuto di essere figli di Dio. E quindi si manifesta la volontà di sostituire alla figliolanza divina la proclamazione della propria autonomia e autosufficienza, che è stato il delirio della modernità.
C’è poi il problema della reazione. Su questo io mi devo avventurare con molta circospezione perché non intendo prestare il fianco a nessuna critica nei confronti di altre Chiese o di altri confratelli. Sono stato molto lieto nell’apprendere che - in situazione analoga - la Chiesa francese e in particolare il capo della Conferenza episcopale francese, il cardinale di Parigi, ha proposto un gesto rigorosamente penitenziale in ordine a questa blasfemia implicando la struttura fondamentale della Chiesa.
Io mi chiedo questo, e su questa domanda mi fermo: una Chiesa particolare - o una connessione di Chiese particolari che aderiscono alle Conferenze episcopali nazionali - che non reagisca in termini assolutamente essenziali e pubblici a questo attacco violento alla tradizione cattolica, io mi chiedo: se non interviene su questo punto, su che cosa interviene?
Che cosa mette più in crisi la possibilità di una comunicazione obiettiva della fede di questa serie di iniziative tese a screditare, a criminalizzare, a corrompere la nostra tradizione? Certo che se le Chiese cosiddette ufficiali – ma il termine mi è assolutamente ostico perché la Chiesa è una sola, non è né quella ufficiale né quella carismatica, la Chiesa è il mistero del popolo di Dio nato dal mistero di Cristo morto e risorto e dall’effusione dello Spirito, quindi c’è una Chiesa sola –; se la Chiesa non reagisce adeguatamente in modo certamente non rancoroso, non livido, assumendo in senso uguale e contrario l’atteggiamento demenziale di questi parauomini di cultura; se non reagisce la Chiesa, allora necessariamente possono intervenire in maniera protagonistica gente o gruppi che nella Chiesa non hanno a cuore soltanto la difesa della Chiesa ma hanno a cuore l’espressione legittima delle loro convinzioni.
Allora poi non si dica che la protesta è dei tradizionalisti; la protesta è dei tradizionalisti perché la Chiesa come tale non prende una posizione, che a me sembrerebbe assolutamente necessaria.
Nella mia diocesi non è previsto lo spettacolo, fortunatamente. Questo è il vantaggio delle piccole comunità diocesane, ai margini del grande impero massmediatico. Ma nel caso che nella diocesi di MIlano questo spettacolo si verificasse effettivamente, io devo considerare che sono ancora immanente alla Chiesa di Milano e vi sarò finché campo. Sono capo, sono padre della Chiesa di San Marino-Montefeltro, ma sono figlio della Chiesa di Sant’Ambrogio e di San Carlo, nella quale ho ricevuto il battesimo e tutti i sacramenti fino all’ordinazione episcopale. Non potrò quindi non considerare una presa di posizione discreta, misurata, che dica il dissenso di un vescovo di origine ambrosiana nei confronti di quello che accade nell’ambito della società milanese.

Luigi Negri

* Vescovo di San Marino-Montefeltro



[SM=g1740722]
Grazie Eccellenza!!!  
ci vuole davvero così poco per aiutare i Fedeli alla comunione e all'unità.... grazie di tutto cuore!

[SM=g1740720] [SM=g1740738]


[Modificato da Caterina63 16/01/2012 14:40]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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16/01/2012 16:32
 
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Minacce antisemite e di violenze INACCETTABILI! NOI CI DISSOCIAMO RECISAMENTE! "Noi della manifestazione" non siamo "oltranzisti" nè "estremisti"

Purtroppo su La Repubblica è comparso un articolo che, in spregio all'onesta intellettuale, e molto subdolamente e ingiustamente, fa di tutta un erba un fascio ed etichetta indistintamente tutti cattolici che hanno organizzato la manifestazione e quelli che vi parteciperanno, alla stregua di quei pochi e esecrabili fanatici e estremisti infiltrati!
L'uso di alcuni aggettivi usati per definire noi cattolici seri, ci ha infastidito moltissimo, perchè ingiusti, infondati e usati ad arte per infangare la nostra manifestazione di preghiera, che con tanta fatica e insieme con Riscossa Cristiana, il Comitato San Carlo, Italia Cristiana, Militia Christi, Due minuti per la Vita, no194 (quest'ultimi due impegnati nella lotta per la vita e contro l'aborto, come fanno a essere definiti estremisti?) ecc, abbiamo organizzato, quando ancora i c.d. "estremisti" non si erano mossi affatto!

PER ORA NOI RISPONDIAMO COME SEGUE:

LA MANIFESTAZIONE DAVANTI AL TEATRO PARENTI DI MILANO E' STATA ORGANIZZATA DA "NORMALI" CATTOLICI INDIGNATI DALLO SPETTACOLO BLASFEMO.

NON SIAMO "LEFEBVRIANI" (non lo siamo per scelta e convinzione, ma tanto meno nel senso dispregiativo del termine con cui l'hanno voluto usare nell'articolo di LaRepubblica. La nostra solidarietà e il nostro sostegno ai veri lefebvriani, e le nostre preghiere in un momento delicato come quelloche stanno vivendo per le note relazioni con la S. Sede).

NON SIAMO E NON VOGLIAMO ESSERE ESSERE NON DEFINITI NE' "OLTRANZISTI" NE' "ESTREMISTI", SOLO PERCHE' ALCUNE MELE MARCE SI SPACCIANO PER CATTOLICI E HANNO DICHIARATO DI PARTECIPARE ANCH'ESSE ALLA NOSTRA MANIFESTAZIONE E SI SON PERMESSI DI INVIARE MINACCE DI VIOLENZA O ANTISEMITE!

LA MANIFESTAZIONE E' NATA GRAZIE A GRUPPI DI CATTOLICI SERI, PACIFICI, E "PER BENE", CHE INTENDONO MANIFESTARE CON IL ROSARIO IN MANO, VOLTO SCOPERTO E IN MANIERA CIVILE E PACIFICA.

OGNI ALTRA DEFINIZIONE CHE SUBDOLAMENTE VIENE ATTRIBUITA DA GIORNALI INFINGARDI AGLI ORGANIZZATORI E AI PARTECIPANTI E' INFONDATA E INGIUSTA!

SE MAI CI SARANNO PRESENZE DI ESTREMISTI, QUELLE SARANNO INFILTRATI E SARANNO IN NETTA MINORANZA E SI SONO AGGIUNTE AL NOSTRO GRUPPO

NON VOGLIAMO PER COLPA DI QUESTI POCHI INDIVIDUI FANATICI -CHE CI SONO ESTRANEI- ESSERE ACCUSATI DELLE LORO COLPE E ESSERE INFANGATI DELLA LORO TRISTE FAMA.

SARA' NOSTRA PREMURA EVITARE OGNI DEGENERAZIONE E ISOLEREMO QUESTI ESTREMISTI INDEGNI, CERCANDO DI DISINNESCARE OGNI TENTATIVO DI AZIONI VIOLENTE.

Chi ha inviato le minacce antisemite e/o di violenze alla direttrice del Teatro Parenti di Milano, al regista o a chicchesia, NON VENGA DEFINITO CATTOLICO!
E comunque sia, NON FA ASSOLUTAMENTE parte dei Cattolici indignati che per il 24 e il 28 gennaio hanno organizzato la manifestazione pacifica davanti al Teatro Parenti, e LO RIPETIAMO, basata sulla recita del Santo Rosario!!!

Noi ci dissociamo fermamente e recisamente da qualunque, ridotto e fanatico, gruppo estremista e condanniamo qualsiasi tipo di minaccia, in qualsiasi forma o modalità formulata.

Noi, insieme ad altri gruppi e associazioni cattoliche seri, il 24 e il 28 saremo davanti al Teatro Parenti SOLO per manifestare pacificamente e soprattutto per pregare!

Ogni altra iniziativa violenta, e ogni minaccia ci è estranea e non vogliamo ci sia attribuita, per analogia.
Sicuramente siamo certi di poter parlare anche per i vari Gruppi che hanno aderito alla nostra manifestazione!!

Redazione MiL

ps. Scriviamo a "laRepubblica" per chiarire, e mettere bene i puntini sulle 'i' e fare gli opportuni distinguo: sapranno fare gli esercizi di "insiemistica"? Se in un gruppo di cattolici, uno è ultras violento, non vuol dire che tutti gli altri cattolici del gruppo siano ultras violenti.

O sapranno la logica dei sillogismi? Se uno è cattolico, e un cattolico è estremista, non è detto che tutti i cattolici siano estremisti!

Per scrivere al direttore di Repubblica.it - Vittorio Zucconi v.zucconi@gmail.com
Per scrivere alla redazione di Repubblica larepubblica@repubblica.it
Per scrivere alla rubrica delle lettere rubrica.lettere@repubblica.it

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La mia piccola risposta:

Spettabile Direzione di Repubblica.it,  
è davvero triste constatare la fine della serietà professionale.  
Lefebvriani? e da quando in qua sono diventati così temibili e delinquenti tanto da usare tal termine in modo così dispregiativo? Ma li avete conosciuti davvero, oppure vi rifate alle solite voci del sentito dire? Quanto è avvenuto in Francia, attenzione, fu davvero un dramma nel dramma, il volto di Cristo venne fatto oggetto di escrementi lanciati, e lanciati perfino da dei bambini.... è altrettanto normale che qualche gruppo più fondamentalista avrebbe reagito, ed hanno reagito anche alcuni vescovi francesi che con la FSSPX non hanno nulla....  
Ad ogni modo qui oggi la situazione è diversa, saputo per tempo ci siamo solo avvicendati per una difesa fatta di Preghiere, il gruppo che interviene su MIL (Blog Messainlatino.it) che ha sostenuto altri Gruppi come Riscossa Cristiana nel quale scrive per altro il noto teologo padre Giovanni Cavalcoli O.P. assolutamente estraneo ad  altri ambienti a voi non graditi, o altro come è il Comitato san Carlo Borromeo, è legato semmai alla cosìddetta Riforma benedettiana, siamo solleciti nel divulgare le indicazioni liturgiche che stanno a cuore del Santo Padre e della Chiesa stessa, ed è veramente poco professionale che un gruppo editoriale come il vostro, abbia confuso un pò il tutto ed abbia contribuito a seminar zizzania anzichè usare il vostro talento professionale, giornalistico, semplicemente per dire i fatti come stanno.  
Scrivere che Militia Christi e niente meno che i Movimenti per la vita sarebbero estremisti, è davvero cattiva fede, è una truffa per i lettori, è dire falsa testimonianza, è scadere dalla professionalità, è fare del giornalismo becero!  
Il clima di tensione chi l'ha creato?  
Come avrebbe reagito il giornale di repubblica.it se al posto della foto del Cristo ci fosse stata l'immagine di un leader non cattolico o persino del Presidente della Repubblica? Non sarebbe forse scattata la denuncia di reato? Perchè per l'immagine del Cristo tutto è concesso e si pretende la tolleranza?  
Anche noi attendevamo una parola del cardinale Arcivescovo di Milano, pensate forse che sia sufficiente aver tolto solo parte del lancio degli escrementi?  
Avete idea nella mente dei bambini, invitati a compiere il gesto, cosa potrebbe in loro maturare?  
Ma come, siete preoccupati dell'intolleranza verso uno spettacolo che genera l'intolleranza contro il Volto di Cristo, e non vi fermate a ragionare del sarcasmo che tale spettacolo genera nei confronti della religione cristiana.  
Come funziona la vostra tolleranza, a senso unico? La pretendete ma non accettate e non tollerate che esistano cristiani pronti a fare una manifestazione con il Rosario in mano per scongiurare una più ampia partecipazione di curiosi?  
Dove comincia e dove finisce il vostro concetto di tolleranza? Tolleranza per l'uomo, di parte, ed intolleranza verso Dio?  
Perchè non vi impegnate, piuttosto, a difendere quel Volto Santo che morì in Croce per noi e per voi?  
Perchè non vi impegnate a divulgare quei tratti segnati dalla dura Passione che subì per noi?  
Perchè non vi impegnate a farlo amare?  
Se la cosa non vi interessa allora siate coerenti fino alla fine, cioè, non divulgate notizie a metà, non corrette, mancanti di verità....  
se invece la notizia vi interessa per davvero, dite semplicemente la verità, senza interpretarla a modo vostro, ma dicendola integralmente e vi accorgerete che non c'è alcun estremismo dietro questa difesa, e se minacce sono giunte è palese che queste non provengono dai veri Cattolici, ormai dovreste saperlo! Che guadagno ne avremmo?  
Siete ancora in tempo per redigire un nuovo articolo che chiarisca questi aspetti poco chiari e non confacenti alla verità dei fatti.  
Dimostrate davvero di essere professionali!  
Pur astenendoci da certe e-mail minacciose è invece palese che una organizzazione seria, PACIFICA e a suon di Messe e Rosari, si sta preparando per fare soprattutto un atto di riparazione contro ciò che è una vera blasfemia, un vero atto crudele verso il Volto Santo di Dio, quel Volto che parlò a san Padre Pio e che spinse Madre Teresa di Calcutta a fare ciò che ha fatto e che voi giornalisti avete sempre rincorso in ogni dove per divulgarne le notizie sull'operato....  
Siate conseguenziali: amate quel Volto Santo e difendetelo!  
Cordialmente e fraternamente

[SM=g1740722]

[SM=g1740733] l'eccellente risposta di Padre Giovanni Cavalcoli [SM=g1740721]

Padre Cavalcoli O.P. replica al fazioso articolo uscito su LaRepubblica sulla "rivolta" dei cattolici

Bologna, 16 gennaio 2012

"Gentile Signor Brambilla,

vorrei fare alcune osservazioni al suo articolo su Repubblica sul programmato spettacolo di Castellucci a Milano. Propongo questa mia missiva anche come lettera aperta al Sito “Riscossa Cristiana”.
La violenza non è mai una cosa giusta; tuttavia Lei, che denuncia gesti di violenza nei confronti degli organizzatori dello spettacolo, e fa bene, avrebbe dovuto però anche chiedersi da che cosa è stata occasionata questa violenza e chi in realtà ha subito violenza per primo. Esiste un proverbio molto vero, che abbiamo imparato sin da bambini: “chi la fa, l’aspetti”, per non scomodare le famose parole di Gesù Cristo nei confronti di Pietro che, in reazione alla violenza subìta da Cristo, estrae la spada per difenderlo: “Chi di spada ferisce, di spada perisce”.
Perché Lei non si domanda se i primi a fare violenza nei confronti non dico solo dei cattolici, ma dei cittadini di uno Stato democratico, sono stati proprio Castellucci insieme con i suoi collaboratori? Certo davanti alla violenza non si deve rispondere con la violenza, ma col rigore della legge. E Castellucci, come sta venendo alla luce per esempio grazie all’intervento dell’Avvocato Pietro Guerini, ha violato il Codice italiano che proibisce il vilipendio alla religione.
Il fatto che Castellucci sia già noto e apprezzato in Europa non significa nulla, se non che altri Paesi sono arretrati rispetto all’Italia per quanto riguarda il rispetto della religione oppure che finora Castellucci è riuscito a farla franca. Sappiamo bene per altri numerosi casi come il mancato intervento della giustizia non toglie l’esistenza e la punibilità di certi reati, che appunto restano impuniti, ma non mancano di restare reati.
Comunque non vorrei metterla su questo piano. Io spero che Castellucci, non tanto perché pressato dalle reazioni, ma per un serio ripensamento da uomo di cultura e da artista quale egli è, esamini liberamente e convintamente la possibilità di ritirare lo spettacolo e di utilizzare la sua arte per opere che siano veramente costruttrici di civiltà e non rigurgiti di barbarie.
Quanto poi alle qualifiche di “oltranzisti”, “lefevriani”, “estremisti” e “integralisti” date da Lei ai Cattolici che in vario modo hanno reagito o protestato nei confronti del programmato spettacolo, mi pare un discorso troppo sommario e quindi ingiusto. Ella dovrebbe distinguere tra cattolici normali e cattolici intemperanti, se veramente ci sono. Oppure chi ci impedisce di sospettare che si tratti di facinorosi appositamente infiltratisi per attizzare il fuoco? Solo a questi ultimi si possono assegnare i suddetti appellativi. Il cattolico normale, e questo dovrebbe essere evidente, non può che protestare, nei limiti dell’urbanità, davanti ad uno spettacolo evidentemente offensivo della libertà religiosa senza che ci sia il diritto da parte di nessuno di accusarlo di faziosità.
Il fatto che si siano tolte le scene più provocatorie non è sufficiente a liberare lo spettacolo dal suo senso complessivo sostanzialmente blasfemo, in quanto è evidente l’intento di fare l’apologia di una vera e propria ribellione a Dio (Cristo è apertamente riconosciuto Figlio di Dio). Come dunque stupirsi della protesta dei cattolici? Non si tratta dunque di “oltranzisti” o “lefevriani”, ma dei cattolici in quanto tali, anzi, vorrei dire, delle persone civili, anche se non cattoliche.
Comprendo il proposito della Curia di “non lasciarsi coinvolgere in polemiche”; tuttavia Castellucci solleva una questione molto grave per non dire angosciosa, oggi assai dibattuta, e cioè l’impressione che molti hanno di un Dio che nella sua invadente maestà (vedi l’enorme grandezza dell’immagine) guardi indifferente senza intervenire il succedersi esasperante delle frustrazioni e delle sofferenze umane.
Dovrebbe essere evidente la sfida che il Castellucci rivolge al Cristianesimo. Sarebbe bene dunque, e mi rivolgo a teologi e pastori, che si raccogliesse questa sfida e si desse ad essa una risposta cristiana convincente, che sia l’alternativa efficace alla bestemmia di Castellucci.
Quanto allora al solito argomento sfornato per simili circostanze: “non parliamone per non fare della pubblicità all’autore”, esso non vale nulla e finisce per favorire veramente Castellucci. Sarebbe infatti come se, davanti ad un malvivente minaccioso io potessi far finta di nulla ed evitassi di chiamare la polizia per il timore che questo malvivente si faccia della pubblicità. C’è inoltre da considerare, e la storia insegna, vedi per esempio le vicende del nazismo, che a mostrarsi deboli nei confronti dell’avversario, facilmente questi ne approfitta e diventa più arrogante.
Davanti all’episodio Castellucci si ha veramente l’impressione di un’escalation di quella persecuzione contro il Cristianesimo che attualmente si sta diffondendo nel mondo. Ma, in una situazione del genere, c’è da temere anche per le sorti della civiltà, poiché è un dato storicamente incontrovertibile che il Cristianesimo è stato ed è il più grande promotore di civiltà nella storia dell’uomo.

Distinti saluti."

P.Giovanni Cavalcoli, OP
Docente emerito di Cristologia nella facoltà Teologica di Bologna

Laughing quanto me gusta essere domenicana!!!! Oggi ne sono particolarmente orgogliosa!!! Oggi il Signore mi ha concesso una perla, una goccia di rugiada, un raggio di sole, una amorevole carezza....  
Grazie padre Giovanni, prendiamo la Corona del Rosario e andiamo avanti!!  
 
O lumen Ecclesiae, / Doctor veritatis, / Rosa patientiae, / Ebur castitatis, / Aquam sapientiae / propinasti gratis, / Praedicator gratiae / nos junge beatis.  
Luminare della Chiesa, / dottore di verità, / miracolo di pazienza, / splendore di castità, / gratuitamente hai effuso ovunque / la luce della sapienza: / predicatore della grazia, / ricongiungi anche noi ai santi del cielo.  
V. Prega per noi, San Domenico.  
R. E saremo degni delle promesse di Cristo.  
Preghiamo.  
Per intercessione di S. Domenico, nostro Padre e Protettore, ti supplichiamo, Dio Onnipotente, di sollevarci dal peso dei nostri peccati. Per Cristo nostro Signore.  
Amen. 


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Risposta della S. Sede alla lettera di p. Cavalcoli O.P. "I Cristiani reagiscano -con fermezza e compostezza- guidati dai loro Pastori"

Sul sito di Riscossa Cristiana è pubblicata la lettera che la S. Sede ha inviato a padre G. Cavalcoli O.P., in risposta a quella che il professore domenicano aveva inviato al Santo Padre in merito alla blasfema rappresentazione teatrale di Castellucci, in programma a Milano dal 24 al 28 gennaio 2012.
Dal testo che riproponiamo di seguito (sopra, foto della lettera della Segreteria di Stato), emergerebbe una chiara e esplicita 'legittimazione' e autorizzazione implicita alla reazione dei Cristiani contro la "
mancanza di rispetto verso ... i simboli religiosi", purchè questa reazione, sia "ferma e composta", e "illuminata e guidata dai Pastori".
Complimenti per la risposta, moderata ma coerente con la Fede Cattolica, che non istiga (nè si presta a interpretazioni "istigatorie") a manifestazioni violente o scomposte, ma al contrario, ammonisce alla fermezza e alla compostezza:
Allo stesso tempo la Segreteria di Stato esprime un giudizio severo e autorevole su ogni offesa a Dio. Le parole a firma dell'Asssessore, Mons. Wells, sono sapienti, rispettose dei responsabili dello spettacolo, e di paterno sostegno per quanti si sentono indignati dallo stesso.
Sembrerebbe infatti che il Papa quasi quasi si aspetti (nella lettera si dice "Sua Santità auspica" una reazione composta ma ferma da parte dei Cristiani (e non solo quindi dei soli Cattolici: stupenda saggezza "ecumenica" del Papa, di fronte ad un'offesa "nei confronti di N.S.G.C."!) in difesa dei comuni simboli religiosi cristiani: e cosa c'è di più composto ed efficace della recita del S. Rosario?
Il Santo Padre però, si aspetta una presa di posizione (sia di condanna all'offesa e all'oltraggio verso il simbolo religioso-Volto di Cristo- sia di sostegno alla manifestazione dei Cristiani) anche e soprattutto da parte di Vescovi! Questi ultimi, invece di tacere (salvo pochi ma esemplari interventi) come stanno codardemente facendo, dovrebbero illuminare e guidare la manifestazione organizzata dai fedeli di buona e pacifica volontà!
Qui habet aures audiendi ....

***

Segreteria di Stato
Prima Sezione - Affari Generali

Dal Vaticano, 26 gennaio 2012

Reverendo Padre,

con stimata lettera dell' 8 gennaio corrente, Ella ha voluto esprimere sentimenti di devozione al Sommo Pontefice, segnalando un'opera teatrale attualmente rappresentata in Italia che risulta offensiva nei confronti del Signore Nostro Gesù Cristo e dei cristiani.
Sua Santità ringrazia vivamente per questo segno di spirituale vicinanza e, mentre auspica che ogni mancanza di rispetto verso Dio, i Santi e i simboli religiosi riscontri la reazione ferma e composta della Comunità cristiana, illuminata e guidata dai suoi Pastori, Le augura ogni bene per il ministero e invia di cuore l'implorata Benedizione Apostolica.
Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinta stima

dev.mo nel Signore
Mons. Peter B. Wells, Assessore

____________
Reverendo Signore
p. Giovanni Cavalcoli, O.P.
Convento San Domenico
Piazza San Domenico, 13
40124 BOLOGNA


[SM=g1740733]

si legga anche qui

Mons. Sanna risponde a p. Cavalcoli e spiega "Mi hanno frainteso! E condanno senza se e senza ma l'opera che oltraggia Gesù"

Lettera di Mons. Sanna, Vescovo di Oristano, (che avevamo detto -riferendo- aver "citato", lodandolo, lo spettacolo blasfemo di Milano, si veda qui) in risposta ad una lettera inviatagli da p. Cavalcoli (qui, sul sito di Riscossa Cristiana, il testo della lettera del teologo domenicano).

[SM=g1740733]



[Modificato da Caterina63 20/01/2012 22:16]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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"Lettera aperta alle Autorità religiose e civili della città di Milano" del direttore del teatro Parenti, Shammah

"Chiediamo alle Autorità religiose e civili della città di intervenire, in modo pacato, ma autorevole, per riportare serenità e pacatezza nell’acceso di battito che si è scatenato negli ultimi giorni attorno allo spettacolo “Sul concetto del volto del Figlio di Dio”, che dovrà approdare a Milano nelle prossime settimane. Il nostro teatro è da qualche settimana oggetto di lettere, comunicazioni, messaggi e-mail, che si schierano contro la messa in scena dello spettacolo, tacciandolo di blasfemia, sulla base di informazioni errate o male interpretate. Le dimensioni della protesta aumentano di giorno in giorno, anche in violenza espressiva e intimidazione, minacciando la sicurezza di questo luogo, di chi ci lavora, quasi ricercando l’offesa personale, e chi ne usufruisce come luogo della cultura. Questo atteggiamento ci disorienta.
Chiediamo un intervento deciso che riconduca il dibattito a toni e forme più consoni alla grande tradizione civile e culturale di Milano. Una città che ha sempre rappresentato il pensiero illuminato, la religiosità alta, il dialogo e l’apertura.
Il nostro Teatro non ha mai voluto essere offensivo. Non cerchiamo la polemica, semmai, sempre, il dialogo costruttivo, nel rispetto reciproco. Siamo territorio della cultura e dello scambio, non della violenza. Non ci spaventa il dibattito, il confronto anche animato, che è un elemento sano, naturale e prezioso di una civiltà che cresce. A condizione che non si sconfini nella minaccia, nell’ingiustificata aggressione. Chiediamo che chi guida questa città, nello spirito e nelle azioni, intervenga per allentare le inutili e pericolose tensioni e riportare la discussione nella dimensione più appropriata di quello che è uno spettacolo teatrale, che, semplicemente, può essere visto o non visto, piacere o non piacere, fare discutere o meno. In modo totalmente disarmato."

Andrée Ruth Shammah

[e sotto alla lettera è aggiunto il senguente comunciato, n.d.r.]

Ritroviamo le origini classiche della Socìetas nell'enorme ritratto di Gesù teso come fondale al centro della scena. Resta intatto il mistero doloroso della vita reso in scena da un perfetto cast di attori diretti da Romeo Castellucci.
"Io voglio stare di fronte al volto di Gesù". In questa intenzione di ‘frontalità’ dichiarata e quasi sfrontata dell’autore, Romeo Castellucci, risiede la ragione profonda dello spettacolo. "Sul concetto di Volto nel figlio di Dio" prosegue il percorso di ricerca, tracciato da tempo dalla Socìetas Raffaello Sanzio, intorno all’icona massima della cultura occidentale. Sulla scena, dominata dall’enorme volto del Cristo rinascimentale di Antonello da Messina, non si racconta Gesù come il figlio di Dio, oggetto di fede e di adorazione. Si restituisce piuttosto l’uomo, che guardiamo e dal quale siamo guardati. I due opposti - la mistica, la teologia così come la demistificazione - sgombrano il campo lasciando spazio al ritratto puro dell’ uomo. Così era nella pittura rinascimentale, quando per la prima volta l’occhio di Cristo incontra quello dell’osservatore o dello spettatore: gli sguardi si intrecciano, si interrogano ma soprattutto si rispecchiano l’uno nell’altro. Allo stesso modo è sulla scena della Socìetas: un uomo davanti ad altri uomini.





[SM=g1740733]  rispondiamo con fraternità

Volto di Cristo


Gentile Andrée Ruth Shammah,

penne più autorevoli della mia, come quella del teologo domenicano padre Giovanni Cavalcoli, le hanno risposto, assicurandole ogni solidarietà a riguardo delle possibili minacce ricevute o per espressioni di intolleranza, e su questa scia, ogni vero Cattolico, le è solidale e si dissocia.

Tuttavia ciò che a lei le sfugge è che qui non si sta intervenendo nè contro di lei, nè contro il teatro, nè contro Castellucci in quanto persone, o contro il teatro in quanto strumento di cultura, di nobile passatempo e di sana informazione....

Qui le sfugge che l'unico offeso è Nostro Signore Gesù Cristo che per noi non è una tela rappresentativa di un volto astratto o simbolico, per comprendere ciò dovrebbe ritornare alla questione dell'iconoclastia, quando nella difesa delle icone, venne chiarito il senso sacro che noi abbiamo e diamo al Volto di Cristo raffigurato dall'ingegno umano ed anche dalla sua espressività spesso ispirata.


Sarebbe interessante discutere quale artista vivente tacerebbe se una sua opera venisse presa a liquami in faccia.... così da farci pensare che ciò che vi siete permessi lo fate in base al fatto che l'artista è morto e non può rispondervi!

Ma, gentile Andrée Ruth Shammah.... ci dica, se al posto di quel Volto Santo ci fosse quella di un vostro figlio o genitore, se ci fosse stata la bandiera di uno Stato sovrano, o quella di un Presidente di uno Stato sovrano, cosa sarebbe accaduto?

Perchè con il Volto del Cristo tutto è permesso?

Il fatto che il Cristo stesso si presti Lui, in quanto Amore assoluto e Dio vivo e vero, a lasciarsi trattare da ogni uomo, non da alcun diritto alla strumentalizzazione di una fede privata che il Castellucci, in questo caso, vuole giustificare.... non c'è giustificazione che tenga!


Perchè parliamo di blasfemia?

Perchè il Cristo è Dio vivo e vero, non è una immagine, non è un simbolo, perchè non stiamo parlando di un morto, di un eroe del passato, Egli interagisce con gli uomini, ed è blasfemia trattarlo solo come un uomo, solo come una immagine, solo come un simbolo.

Egli è già stato il nostro capro espiatorio, quando Pilato ce lo presentò quale l'Ecce Homo, con il voltro sfigurato, piagato, grondante di sangue...

Gentile Andrée Ruth Shammah, prenderebbe lei forse l'immagine di Gesù Bambino  per farlo trattare come da copione della trama del Castellucci? Prenderebbe lei l'immagine di una persona piagata, sofferente facendola diventare oggetto di sfogo della sua non comprensione dei problemi della vita?


Vede, noi siamo obbligati, in nome dell'Amore, a volgere l'altra guancia, ma quando si tratta di Dio, siamo chiamati a dare la nostra vita senza imbracciare armi umane, ma armi divine: il santo Rosario, le ginocchia piegate, la santa Messa, il digiuno, la penitenza, ed anche subire falsi processi come quello che toccò a Nostro Signore....

Castellucci ri-processa Gesù Cristo, nostro Signore e nostro Dio, e invece di inchiodarlo sulla Croce lo fa oggetto di scherno, di sfogo, di lancio di liquame.... non c'è alcuna differenza tra ciò che fece Pilato ieri e ciò che fa Castellucci oggi.... ma con una differenza, che duemila anni fa gli Apostoli impauriti scapparono, restarono le pie Donne, l'apostolo Giovanni e la Madre di Gesù.... oggi non vogliamo scappare più, preferiamo affrontare Pilato, preferiamo scendere in piazza e smetterla di gridare che vogliamo Barabba...

Noi vogliamo libero Gesù, che è il nostro e suo Salvatore, non abbiamo nulla da barattare, e non lo vogliamo con la violenza, ma abbiamo il diritto di chiedere che il Suo Volto Santo non venga imbrigliato in una fede personale che ne fa oggetto di blasfemia, di violenza e distorsione dottrinale.

La prego e la supplico!

Amate e adorate questo Volto Santo! Pieghiamo insieme le nostre ginocchia davanti al Suo Volto, chiediamoGli di perdonarci, chiediamoGli di impetrarci i sentimenti della vera Pietà.... perchè il primo Prossimo da amare è proprio Lui!

Se Cristo, nostro primo Prossimo, e tutto vero Dio, da accogliere e amare viene trattato così, come tratteremo il prossimo umano?


Fraternamente

LDCaterina63

[SM=g1740738] 

 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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22/01/2012 00:36
 
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Romeo Castellucci

secondo il Catechismo

di Fabrizio Cannone

Secondo il Catechismo della Chiesa cattolica, “La bestemmia si oppone direttamente al secondo comandamento [Non nominare il nome di Dio invano]. Consiste nel proferire contro Dio interiormente o esteriormente – parole di odio, di rimprovero, di sfida, nel parlare male di Dio, nel mancare di rispetto verso di lui, nell’abusare del nome di Dio […]. La proibizione della bestemmia si estende alle parole contro la Chiesa di Cristo, i santi, le cose sacre […]. La bestemmia è contraria al rispetto dovuto a Dio e al suo santo nome. Per sua natura è un peccato grave” (n. 2148).

Evidentemente il Catechismo non intende escludere altre forme di bestemmia che non siano quella vocale, perciò si dice, più genericamente, che bestemmiare è “mancare di rispetto” verso Dio, cosa che può avvenire nei più vari modi che l’empietà umana riesce a moltiplicare all’infinito.

Se il peccato mortale volontario merita l’inferno (cf. Catechismo, n. 1037), basterebbe questo squallido spettacolo per meritare l’eterna separazione da Dio, a coloro che l’hanno ideato, progettato, realizzato, promosso, pubblicizzato, e infine a coloro che l’hanno difeso contro il sano risentimento popolare e cristiano.
“Lo scandalo, sempre secondo il Catechismo, è l’atteggiamento o il comportamento che induce gli altri a compiere il male. Chi scandalizza si fa tentatore del suo prossimo. Attenta alla virtù e alla rettitudine; può trascinare il proprio fratello alla morte spirituale. Lo scandalo costituisce una colpa grave se chi lo provoca con azione o omissione induce deliberatamente altri in una grave mancanza” (n. 2284).
Evidentemente un’opera “teatrale” come quella di Romeo Castellucci che ha per tema predominante quello dell’incontinenza di un anziano padre, il quale sul palcoscenico espleterà platealmente i suoi bisogni fisiologici, è un’offesa singolare alla decenza, alla virtù, alla prudenza, al decoro, al buon senso, e uno scandalo vero e proprio (a prescindere dall’offesa vile al Sacro Volto). Il male infatti può essere rappresentato solo per essere moralmente condannato, e in nessun caso deve parere suadente, coinvolgente o allettante.

Qui il “male” della vecchiaia e della malattia in effetti è reso fin troppo ripugnante… ma soltanto per dar la colpa a Dio e allontanare da Lui le anime degli spettatori. Ciò che si vuole creare nel pubblico è uno stato di eccitazione morbosa per veicolarla, attraverso il maleodore presente sul palco e il senso di disgusto creato ad arte, contro la causa (presunta) di tutti i mali, incontinenza senile inclusa, ovvero la Causa Prima! Castellucci si è dichiarato più volte “cristiano” dopo che in Francia migliaia di cattolici hanno protestato davanti alle sue sozze bestemmie pseudo-artistiche.
Ma proprio questa dichiarazione aggrava la colpa del regista, e non l’attenua punto. E’ più grave infatti il peccato nel cristiano che nel pagano, specie se il peccato è di offesa a quel Dio che il pagano giustamente può dire di non conoscere appieno. D’altra parte si capisce bene dove si vuole andare a parare con queste dichiarazioni sibilline: con la scusa del “cristiano”, si vuole sedurre il credente meno accorto e trascinarlo, come dice il Catechismo, “alla morte spirituale”.

Certo, “è inevitabile che avvengano degli scandali, ma guai a coloro per cui avvengono” (Lc 17,1).
La pornografia non abbisogna di teologiche definizioni, ma ciò che importa sapere è che il Catechismo ne ricorda la gravità e ne chiede espressamente la censura: “E’ una colpa grave. Le autorità civili devono impedire la produzione e la diffusione di materiali pornografici” (n. 2354). Lo “spettacolo” di Castellucci potrebbe sembrare del tutto alieno dalla dimensione pornografica, ma in verità l’essenza della pornografia, anche secondo l’etimo, è l’oscenità in quanto tale, più che la sessualità libertina e sfacciata.
La pornografia infatti è la “descrizione e rappresentazione in opere letterarie, artistiche, cinematografiche e simili [tipo teatrali] di cose oscene” (Nicola Zingarelli, Vocabolario della lingua italiana, 1994, p. 1380). Osceno poi, secondo l’autorevole dizionario, è ciò che “offende il pudore” e anche ciò che è “ripugnante per la sua bruttezza” (ibid., p. 1225).

L’opera “artistica” e “teatrale” di Castellucci è oscena e ripugnante? Lo si valuti a partire da quanto visto finora. E’ un’opera che ha al centro escrementi ed è concepita in modo scatologico dalla A alla Z: tutto in essa, a partire dall’idea ispiratrice, ha a che fare con il WC. E’ una parodia satura di violenza, ambiguità, morbosità, immoralità, irreligiosità e indecenza: è infondo un’opera d’arte al contrario, cioè concepita per promuovere il brutto, il laido, l’impuro, il profano, l’arte contemporanea, l’ateismo, il nudismo, la società laica e commerciale, e il profitto (immenso per il suo autore) che da tutto ciò se ne può trarre.

Fin da ora diciamo il nostro GRAZIE a quei cattolici che a Parigi e a Milano, a Roma manifestano, pregano, offrono SS. Messe di riparazione contro uno scempio sacrilego di immane bassezza.
Lode dunque a tutti i buoni cattolici, a partire da mons. Negri e il cardinal Martino. Onta a quei “cattolici senza Cristo”, che in un modo o nell’altro, hanno difeso la bestemmia in compagnia dell’armata laica: Repubblica (sempre in prima linea), Il Corriere (con Battista), La Stampa, L’Unità, etc.

Se i nostri figli si abitueranno al male, alla violenza, alla droga, all’immoralità, agli spettacoli di Castellucci, la società degenererà rapidamente e la crisi culturale sociale ed economica diverrà mortale. Se al contrario i nostri figli sapranno reagire e lottare contro chi vuole gustare l’ebbrezza infernale già qui prima del tempo stabilito, allora la speranza dell’alba resterà intatta e il futuro sarà un futuro di pace per tutti.

tratto da: http://www.corrispondenzaromana.it/romeo-castellucci-secondo-il-catechismo/
[Modificato da Caterina63 25/01/2012 19:54]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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22/01/2012 18:34
 
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il tuo Volto Signore, io cerco

Il tuo Volto, Signore, io cerco


Nell’Antico Testamento si parla del “Volto di Dio” a più riprese. Si tratta, evidentemente di un antropomorfismo, dal momento che Dio è “purissimo Spirito” e che quindi non ha un volto, delle mani o dei piedi. Ma l’uomo ha bisogno di simili immagini concrete.

Il “Volto di Dio” è Dio stesso, poiché il volto esprime e fa conoscere la persona, “chi è” che ho davanti. A contrario: nell’antichità, per esempio nel teatro greco, gli attori portavano una maschera, cioè un altro volto che esprime un’altra persona: ad esempio la maschera del filosofo, o quella del medico, ecc. Questo fa l’attore: porta in scena una faccia che non è la sua. Ma al di fuori della scena, il volto di una persona esprime - normalmente - chi è quella persona, me la fa conoscere.

In quest’ottica bisogna leggere le numerose espressioni della Sacra Scrittura in cui si parla di “Volto di Dio”:
«Propiziatevi il Volto di Dio, affinché abbia pietà di voi» (Malachia 1, 9). Quando una persona mi è propizia mi guarda in modo tale che io lo capisco.

Viceversa: «Non rivolgere il tuo Volto da me [o Signore]; non schivare sdegnato il tuo servo» (Salmo 26, 9). Voltare la faccia, guardare dall’altra parte è segno di sdegno, di collera e, peggio, di abbandono.
Ancora: «All’equità guarda il suo Volto» (Salmo 19, 8). Dio guarda alle opere buone, giuste compiute dagli uomini. Questo sguardo di Dio, cioè il suo Volto, è la forza dei giusti, di coloro che vogliono servirlo fedelmente: «La luce del tuo Volto, o Signore, e spiegata su di noi come un vessillo» (Salmo 4, 7).
«Gli occhi del Signore vedono tutta la terra e danno la forza a quelli che credono in Lui» (2 Paralipomeni 16, 9).
«I giusti camminano alla luce del tuo Volto e nel tuo nome esultano tutto il giorno» (Salmo 88, 16).
Tutto ciò è espresso nell’Antico Testamento parlando in modo metaforico.
Ma dopo l’Incarnazione, Dio ha in tutta verità un volto: è il Volto di Gesù, «Il più bello dei figli degli uomini». Contemplando quel Volto, contemplo il Volto di Dio, perché Gesù è Dio fatto Uomo e nessuna altro volto manifesta meglio la Persona di Dio, “chi è Dio”.

Il Volto di Gesù è il Volto Santo per eccellenza, reso visibile ai suoi contemporanei.
Quel Volto che Pietro, Giacomo e Giovanni videro trasfigurato «…più splendente del sole» (Matteo, 17), e dalla cui vista furono come inebriati, non desiderando altro che restare lassù sul monte Tabor a contemplarlo.
Ma anche al di là di quegli istanti di gloria, quel Volto doveva avere qualcosa di grande, di “magnetico” che attirava i cuori degli uomini. «Mostra il tuo volto e saremo salvi» (Salmo 79, 4): quel Volto è il Volto del Salvatore, «venuto a salvare ciò che era perduto» (Matteo 18, 11). Se la frangia del suo mantello poté guarire la povera donna emoroissa (Luca 8, 44), quanto più il suo sguardo doveva penetrare nel più profondo delle anime per guarirle. Che cos’è stato lo sguardo di Gesù per l’anima di quella povera Samaritana, invischiata nei suoi peccati? (Giovanni 4). Che cos’è stato lo sguardo di Gesù per Zaccheo, il Pubblicano, cioè il peccatore per antonomasia? (Luca 19, 5). Gesù alzò lo sguardo verso di lui e Zaccheo fu convertito! Ancora: pensiamo allo sguardo di Gesù su Pietro che, nel cortile del Pretorio, lo ha appena rinnegato. «Il Signore si volse a guardare Pietro» (Luca 22, 61).

Il Volto di Gesù guarda ancora a noi, dopo duemila anni, attraverso l’immagine della Santa Sindone. “Guarda” anche attraverso le palpebre abbassate nel rigore della morte, poiché quel Volto sembra leggere nell’anima: non sono gli occhi di un morto, ma di «Colui che vive nei secoli dei secoli» (Apocalisse 1, 18).
Possiamo rimanere indifferenti davanti all’offesa blasfema contro quel Volto Santo?

Davanti all’offesa di uno spettacolo che dall’inizio alla fine si svolge sotto gli occhi del bellissimo Volto di Gesù dipinto da Antonello da Messina; ritratto che viene fatto oggetto di un oltraggio irripetibile, si può, dico tacere? Non si dica che il cristiano deve “porgere l’altra guancia”, perché tale dovere è sacrosanto quando si tratta di una offesa personale, mentre sarebbe una inutile “foglia di fico” per nascondere la propria viltà, quando si tratta dell’onore di Dio conculcato. Certo, Dio è capace di difendersi da solo: sia gli autori dello spettacolo, sia chi lo difende riflettano sulle parole terribili delle Sacra Scrittura: «La tua destra raggiunga tutti quelli che ti odiano. Li ridurrai come in una fornace di fuoco, allorché mostrerai la tua Faccia» (Salmo 20, 9). Quel Volto così dolce per chi lo ama sarà terribile per chi lo odia e lo oltraggia vergognosamente. «Non illudetevi: di Dio non ci si prende gioco», ammonisce san Paolo (Galati 6, 7).

Dio sa difendersi, ma è attento ai gesti di pietà verso di Lui. La tradizione ci mostra il gesto pietoso della Veronica che, sulla via del Calvario, asciuga il Volto di Gesù; il Vangelo ci riporta il gesto dell’anonimo soldato di guardia sotto la croce che dissetò Gesù morente. Se anche un bicchier d’acqua, dato per amore ad una creatura, non rimane senza ricompensa, che sarà di un gesto di riparazione nei confronti di Gesù stesso?

Davanti a quel Volto oltraggiato facciamo nostro il grido di guerra e di amore del profeta Elia: «Viva il Signore degli eserciti davanti al Volto del quale io sto!» (3 Libro dei Re 18, 15).
Davanti a quel Volto, la nostra preghiera, la nostra penitenza riparatrice siano il nostro “velo pietoso” che compatisce e che consola; siano il nostro grido delle labbra e del cuore:
«A te parla il mio cuore […] il tuo Volto Signore, io cerco» (Salmo 26, 8).
«Fai risplendere su noi il tuo Volto ed abbi pietà di noi» (Salmo 66, 1).
Don Luigi Moncalero
Sacerdote FSSPX
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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23/01/2012 00:10
 
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Il regale splendore del Santo Volto


Dalla Milano dei Padri della Chiesa e del Cardinale Schuster
alla Milano di Castellucci

Se qualcuno mettesse, al posto dell’amabile Volto di Gesù Cristo Nostro Signore, la fotografia di Romeo Castellucci oppure quella della direttrice artistica del teatro Parenti di Milano, Andrée Ruth Shammah, scatterebbero le denunce. In questo esecrabile spettacolo ad emergere è soltanto la bruttura in tutti i sensi che bene evidenzia, però, l’abisso nel quale è giunta la cultura di quell’Occidente nato dal Cristianesimo cattolico e dalla sua insuperata capacità di sublimare le grandezze classiche (filosofia greca e diritto romano). L’ “opera” arriva in Italia e precisamente a Milano, la città di sant’Ambrogio (339/340-397), di sant’Agostino (354-430), di san Carlo Borromeo (1538-1584), del Cardinale Schuster (1880-1954)) … la città che contribuì, con le sue maestose chiese, con la sua Fede, con i suoi Padri della Chiesa a convertire il geniale John Henry Newman (1801-1890). Il Cardinale, beatificato da Benedetto XVI nel 2010, scrisse nell’autunno del 1846:

    «Nella città di sant’Ambrogio uno comprende la Chiesa di Dio più che non nella maggior parte degli altri luoghi, ed è indotto a pensare a tutti quelli che sono sue membra. E inoltre non si tratta di una pura immaginazione, come potrebbe essere trovandosi in una città di ruderi o in un luogo desolato, dove una volta dimoravano i Santi – c’è invece qui una ventina di chiese aperte a chi vi passi davanti, e in ciascuna di esse si trovano le loro reliquie, e il SS. Sacramento preparato per l’adoratore, anche prima che vi entri. Non v’è nulla che mi abbia mostrato in maniera così forte l’unità della Chiesa come la Presenza del suo Divin Fondatore e della sua Vita dovunque io vada – tutti i posti sono, per così dire, un unico posto. […]. Io non sono mai stato in una città che mi abbia così incantato: stare davanti alle tombe di grandi santi come san’Ambrogio e san Carlo e vedere i luoghi dove sant’Ambrogio ha respinto gli ariani, dove santa Monica montò la guardia per una notte con la “pia plebs”, come la chiama sant’Agostino, e dove lo stesso sant’Agostino venne battezzato. Le nostre vecchie chiese in Inghilterra non sono nulla quanto ad antichità rispetto a quelle di qui, e a quel tempo le ceneri dei santi sono state gettate ai quattro venti. È cosa così grande essere dove i “primordia”, la culla, per così dire, del cristianesimo…» (1).

    Ci sono tanti cattolici che sono ancora «adoratori», come li definisce il Beato Newman, adoratori del Santissimo Sacramento, adoratori, anche, del Santo Volto. Due milioni di persone sono andate in pellegrinaggio a Torino nell’ultima Ostensione della Santa Sindone. Fra qualche giorno in Italia, culla di Milano, culla di Roma, culla dei «primordia», avverrà l’oltraggio; ma in risposta ci saranno Sante Messe di riparazione, suppliche, Rosari, funzioni religiose… per lenire il dolore e consolare i Sacri Cuori di Gesù e di Maria Immacolata. «Gesù mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’Inferno e portate in Cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della Vostra misericordia» così, per la recita del Santo Rosario, insegnò Nostra Signora di Fatima.

    Il Santuario del Santo Volto in Bassano Romano (VT) e il Monastero del Santo Volto in Giulianova (TE) sono retti dai monaci Benedettini Silvestrini. Una bellissima icona del Santo Volto, che ricorda perfettamente il Volto della Santa Sindone, è venerata nella chiesa di Santo Stefano Protomartire degli stessi Padri Benedettini Silvestrini a Roma. Proprio al Santo Volto è legata la vicenda di due religiosi candidati all’onore degli altari: la serva di Dio Madre Pierina De Micheli (1890-1945), che nel silenzio e nell’umiltà più profonda, fu martire d’amore per riparare le offese recate al Signore Gesù e il servo di Dio Ildebrando Gregori (1894-1985), monaco benedettino silvestrino, che fu per un ventennio abate generale della sua congregazione e fondò le Suore Benedettine Riparatrici del Santo Volto di Nostro Signore Gesù Cristo. Nella notte del 31 maggio 1938, Madre Pierina De Micheli, suora delle Figlie dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires, si trovava nella cappella della sua congregazione nell’Istituto di Milano, in via Elba 18. Mentre era immersa, in profonda adorazione dinanzi al Tabernacolo, le apparve in una luce sfolgorante, una Signora di celestiale bellezza. Teneva in mano, come un dono, una medaglia, da una parte era impressa l’immagine del Santo Volto di Gesù, con questa dicitura: «Illumina, Domine, vultum tuum super nos» («Fa’ splendere su di noi, Signore, la luce del tuo volto») e nell’altra era impressa un’Ostia con l’invocazione «Mane nobiscum, Domine» («Resta con noi Signore»).
    La Madonna si rivolse a Madre Pierina con queste parole: «Ascolta bene e riferisci al padre confessore che questa medaglia è un'ARMA di difesa, uno SCUDO di fortezza e un PEGNO di misericordia che Gesù vuol dare al mondo in questi tempi di sensualità e di odio contro Dio e la Chiesa. Si tendono reti diaboliche per strappare la fede dai cuori, il male dilaga. I veri apostoli sono pochi: è necessario un rimedio divino, e questo rimedio è il Volto Santo di Gesù. Tutti quelli che porteranno questa medaglia e faranno, potendo, ogni martedì una visita al Santissimo Sacramento per riparare gli oltraggi che ricevette il Volto del mio Figlio Gesù durante la Passione e che riceve ogni giorno nel Sacramento dell’Eucaristia:
    - saranno fortificati nella Fede;
    - saranno pronti a difenderla;
    - avranno le grazie per superare le difficoltà spirituali interne ed esterne;
    - saranno aiutati nei pericoli dell'anima e del corpo;
    - avranno una morte serena sotto lo sguardo sorridente del mio Divin Figlio».
    Il 21 maggio 1932 Gesù aveva detto alla serva di Dio: «Contemplando il mio Volto, le anime parteciperanno alle mie sofferenze, sentiranno il bisogno di amare e di riparare. Non è forse questa la vera devozione al mio Cuore?». Il primo martedì del 1937 Gesù le aveva ancora dichiarato che il culto del Suo Volto completava e aumentava la devozione al Suo Cuore.
    Il culto della medaglia del Santo Volto ottenne l’approvazione ecclesiastica il 9 agosto 1940 con la benedizione, proprio a Milano, del Beato Cardinale Ildefonso Schuster, monaco benedettino, devotissimo del Santo Volto di Gesù, allora Arcivescovo della diocesi ambrosiana. Grande apostolo della medaglia del Santo Volto di Gesù fu anche l’Abate Ildebrando Gregori, dal 1940 padre spirituale di Madre Pierina De Micheli, il quale fece conoscere la medaglia in Italia, in America, in Asia e in Australia. 

    Al regale splendore del Santo Volto si rivolse, con versi di straordinaria bellezza, il Cardinale Newman, che preannunciò, con angoscia e tremore, quella «trappola mortale» dentro la quale stiamo vivendo, ovvero nel liberalismo e nel relativismo totalizzanti, così nemici della Verità rivelata da Nostro Signore da apparire in tutta la loro blasfemia. Ecco l’orante poeta Newman:

    «Il volto del Dio incarnato
    ti colpirà con dolore tagliente e sottile […]
    La vista di Lui ti accenderà nel cuore
    pensieri di tenerezza, di riconoscenza, di riverenza.
    Sarai malato d’amore, e ti struggerai per Lui,
    per Lui dolce a tal punto nella sua perenne
    abnegazione da restare vilmente
    ferito da un vile come te.
    C’è una supplica nei suoi occhi tristi
    che ti toccherà nel vivo, e ti turberà.
    E odierai e detesterai te stesso: se pure
    senza peccato ora, tu sentirai d’aver peccato,
    come mai prima avevi sentito; e desidererai
    scivolare via, e nasconderti alla Sua vista
    e tuttavia avrai un’ardente brama di rimanere
    dinnanzi alla bellezza del Suo volto.
    E queste due pene, così in contrasto e così forti
    - l’ardere per Lui, quando Lo vedi,
    la vergogna di te al pensiero di vederLo -
    saranno il tuo più vero, più aspro purgatorio» (2).

    Ha affermato il Vescovo Monsignor Luigi Negri, che si è pronunciato contro l’immondo spettacolo: «Ormai l’ideologia dominante è quella anticristiana, quella che tende all’abolizione sistematica della presenza e dell’annunzio cristiano, sentito come una anomalia che mette in crisi questa omologazione universale operata dalla mentalità laicista, consumista, istintivista […]. Sono stato molto lieto nell’apprendere che – in situazione analoga – la Chiesa francese e in particolare il capo della Conferenza episcopale francese, il cardinale di Parigi, ha proposto un gesto rigorosamente penitenziale in ordine a questa blasfemia implicando la struttura fondamentale della Chiesa.
    […] Certo che […] se la Chiesa non reagisce adeguatamente in modo certamente non rancoroso, non livido, assumendo in senso uguale e contrario l’atteggiamento demenziale di questi parauomini di cultura; se non reagisce la Chiesa, allora necessariamente possono intervenire in maniera protagonistica gente o gruppi che nella Chiesa non hanno a cuore soltanto la difesa della Chiesa, ma hanno a cuore l’espressione legittima delle loro convinzioni. Allora poi non si dica che la protesta è dei tradizionalisti; la protesta è dei tradizionalisti perché la Chiesa come tale non prende una posizione, che a me sembrerebbe assolutamente necessaria».

    Spontanea sgorga implorante la supplica del salmista:
    «Rialzaci, Dio degli eserciti,
    fa’ risplendere il tuo volto e noi saremo salvi» (3).

    Cristina Siccardi
    
NOTE
(1) I. Biffi, Newman, ossia: "I padri mi fecero cattolico". Un profilo, Jaka Book, Milano 2009, pp. 82; 86-87.
(2) J.H. Newman, Il sogno di Geronzio, Mondadori, Milano 1998, p. 89.
(3) Salmo 80, 8.

Volto santo di Dio



[Modificato da Caterina63 23/01/2012 17:24]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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25/01/2012 10:26
 
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[SM=g1740733]Intanto....per chi la vuole capire: stamani FORTE SCOSSA DI TERREMOTO A MILANO.... in sè la scossa era di magnitudo 4.9 qualcuno riferisce di magnitudo 5.0 ma ciò che è interessante per noi è la CASUALITA' DEL MOMENTO e la città, una zona NON sismisca e, a seconda degli esperti, non si avvertiva così forte da secoli, non si ha memoria....
Grazie a Dio nessun danno perchè "Dio non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e creda!" dice la Bibbia....e noi non crediamo al caso, crediamo piuttosto che Dio governa il mondo e che le tenebre che lo avvolgono non ci permettono di crederlo, di vederlo...noi crediamo che Gesù ha il potere di sedare le tempeste, come ci dimostra nel Vangelo....noi crediamo che il Caso (C maiuscola) esista nell'ordine in cui Dio vuole comunicarci qualcosa....nella Bibbia leggiamo che la voce di Dio somiglia per certi versi AD UN TUONO...., lo Spirito Santo, leggiamo negli Atti, giunse a Pentecoste "COME ROMBO DI TUONO".... no! non esiste il caso, TUTTO E' GOVERNATO MAGISTRALMENTE DA DIO....il detto "non si muove foglia che Dio non voglia" è una realtà che invitiamo tutti a meditare.....
[SM=g1740733]


Cosa è una S. Messa di riparazione. di P. Damian

Il Volto, la Riparazione
di Pietro Damian, da LaBussolaQuotidiana del 23-01-2012

Di fronte allo spettacolo blasfemo di Romeo Castellucci occorre regaire. Ci permettiamo di indicare una modalità, a Milano, perché a questa aderisce anche la redazione de La Bussola Quotidiana: domani, martedì 24 alle ore 21, nella chiesa di San Pio X (Piazza Leonardo da Vinci, Città Studi), il parroco don Marco Barbetta celebrerà una Messa di riparazione, a cui invitiamo tutti i nostri lettori che potranno.
Immaginiamo di imbatterci in una situazione dove una persona viene offesa gratuitamente, in modo assolutamente immeritato. Anche se quella persona ci è estranea, se in noi c’è un minimo di dignità, ci facciamo avanti prendendone le difese e, dopo, confortandola con qualche parola buona; magari dicendole - e mostrandole - che non tutti nel mondo sono così cattivi e insensibili.

Mettiamo il caso che la persona offesa è un nostro amico o un parente, oppure addirittura la nostra mamma (anche offendendone la sola memoria… ): stento a credere che vi sia qualcuno che rimanga insensibile a un fatto simile. Viene naturale, volendo bene a questa persona, mostrarle la nostra vicinanza, il nostro affetto; e se la cosa è particolarmente grave, dedicandole più tempo e attenzione, quasi a voler compensare in qualche modo il male ricevuto con un sovrappiù d’amore. Ammettiamo che questa persona non sia una persona qualunque, ma la Persona (con la “p” maiuscola): Colui che sostiene l’universo e a tutto ha dato origine; Colui che gli angeli e i santi adorano eternamente acclamandolo tre volte santo; Colui che per nostro amore si è incarnato e ha subìto i più grandi tormenti per salvarci; Colui che più di tutti merita il nostro amore e la nostra eterna riconoscenza; Colui che siamo chiamati ad amare «con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze» (Deuteronomio 6,5); Colui il cui Volto ci è più caro di qualunque volto perché è il volto di Dio stesso, a noi manifestato nella persona di Gesù Cristo…

Ebbene che sentimenti sorgerebbero nel nostro cuore al vedere questo Santissimo Volto imbrattato di escrementi? Anche se tale gesto si ammantasse della scusa dell’arte (ma l’arte, quella autentica, non era legata al Bello? Dove sta la bellezza in tale gesto?), il nostro cuore di credenti in Gesù Cristo sarebbe trafitto di dolore di fronte a una così terribile scena.Pur non dovendo assistere a un atto infame di questa portata, al solo pensiero che queste cose accadono nel mondo, se abbiamo fede, restiamo male, molto male.
Ma poi, non potendo impedire un simile fatto (e sarei tentato di dire, e lo dico, non appartenendo ad altre religioni che ricorrerebbero a ben altri gesti), che cosa possiamo fare per “riparare” a questo male? Che cosa possiamo fare per controbilanciare, per così dire, l’offesa che viene fatta a Nostro Signore Gesù Cristo?
La risposta a questa domanda, nella storia della spiritualità cristiana è molteplice, ma si potrebbe compendiare in una parola: riparazione. Anzitutto il miglior atto riparatorio nei confronti di Dio è la conversione personale, nostra.

Di fronte al male che ci aggredisce dobbiamo anzitutto rispondere con un sussulto di vita cristiana, sul piano cultuale e culturale (approfondire il Catechismo della Chiesa Cattolica, leggere qualche libro di buona apologetica, chiarire anzitutto a noi stessi alcuni aspetti più combattuti della nostra fede).
Ma, tornando all’aspetto cultuale, il miglior modo per “riparare” alle offese ricevute da Dio è proprio quello di offrire al Padre la migliore “riparazione” per i nostri peccati, cioè l’offerta di Suo Figlio Gesù Cristo sulla Croce, che si ri-presenta a noi in ogni santa Messa.
A questo scopo, vengono organizzate in vari luoghi “Messe di riparazione”.

Che cos’è una Messa di riparazione? Di per sé ogni santa Messa contiene l’aspetto riparatorio che è intrinseco al sacrificio eucaristico. Però, così come vengono celebrate Messe in occasioni particolari, belle e meno belle della vita, così anche in questo caso è giustificata una santa Messa fatta con un’intenzione speciale. È sempre la santa Messa, però con un’intenzione e con una consapevolezza diverse. Il rito è sempre lo stesso, ma il motivo con cui si è presenti a “quella” Messa, magari in “quel” luogo particolare è un altro.
Ciò che cambia è anche l’omelia del sacerdote che verterà su quel tema specifico; magari anche le letture cambiano, così come sicuramente le intenzioni nella preghiera universale, e così via.
È importante anche manifestare come Popolo di Dio, non solo a livello personale, intimo, la ferita ricevuta e la riparazione pubblica che si vuol fare in occasione di Messe di riparazione; una dimensione pubblica della fede, questa, che oggi sentiamo come urgente da ricuperare.

Quella di riparazione è poi anche una Messa in cui ci ricordiamo di pregare proprio per coloro che con i loro atti sono stati la causa di questo “moto riparatore”.
«Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva» (Ez 33, 11), dice la Scrittura. La conversione del peccatore è infatti la più grande riparazione che si possa e si debba desiderare. «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34): anche noi cristiani dobbiamo avere nel cuore queste parole di Cristo morente in Croce!

Fra pochi giorni, il 25 gennaio, celebreremo la Festa della Conversione di san Paolo. Se lui, da persecutore di cristiani è diventato uno dei più grandi apostoli, perché non può ripetersi anche oggi questo miracolo?Santa Teresa di Gesù Bambino, nell’imminenza dell’esecuzione della condanna a morte di un criminale del suo tempo, pregò per quell’uomo di cui lesse nei giornali che rifiutava qualunque discorso religioso , e quell’uomo miracolosamente si convertì chiedendo di confessarsi poco prima di morire. Se la preghiera e i sacrifici di una santa hanno ottenuto da Dio questo miracolo, non lo potranno forse ottenere anche la preghiera e il sacrificio del Figlio di Dio in Croce?

Per questo è importante offrire una santa Messa di riparazione e parteciparvi.

****

«In quanto sacrificio, l’Eucaristia viene anche offerta in riparazione dei peccati dei vivi e dei defunti, e al fine di ottenere da Dio benefici spirituali o temporali» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1414)«Sebbene la copiosa redenzione di Cristo, con sovrabbondanza "ci condonò tutti i peccati", tuttavia, per quella mirabile disposizione della divina Sapienza secondo la quale nel nostro corpo si deve compiere quello che manca dei patimenti di Cristo a favore del corpo di Lui, che è la Chiesa, noi possiamo, anzi dobbiamo aggiungere alle lodi e soddisfazioni "che Cristo in nome dei peccatori tributò a Dio", anche le nostre lodi e soddisfazioni. Ma conviene sempre ricordare che tutto il valore espiatorio dipende unicamente dal cruento sacrificio di Cristo, il quale si rinnova, senza interruzione, sui nostri altari in modo incruento, poiché "una stessa è la Vittima, uno medesimo è ora l’oblatore mediante il ministero dei sacerdoti, quello stesso che si offrì sulla croce, mutata solamente la maniera dell’oblazione". Per tale motivo con questo augusto sacrificio Eucaristico si deve congiungere l’immolazione dei ministri e degli altri fedeli, affinché anche essi si offrano quali "vittime vive, sante, gradevoli a Dio"»
(Pio XI, Enciclica Miserentissimus Redemptor, 8 maggio 1928).

«Si aggiunga che la passione espiatrice di Cristo si rinnova e in certo qual modo continua nel suo corpo mistico, la Chiesa. Infatti, per servirci nuovamente delle parole di Sant’Agostino: "Cristo patì tutto ciò che doveva patire; né al numero dei patimenti nulla più manca. Dunque i patimenti sono compiuti, ma nel capo; rimanevano tuttora le sofferenze di Cristo da compiersi nel corpo". Ciò Gesù stesso dichiarò, quando a Saulo, "spirante ancora minacce e stragi contro i discepoli", disse: "Io sono Gesù che tu perseguiti", chiaramente significando che le persecuzioni mosse alla Chiesa, vanno a colpire gravemente lo stesso suo Capo divino. A buon diritto, dunque, Cristo sofferente ancora nel suo corpo mistico desidera averci compagni della sua espiazione; così richiede pure la nostra unione con lui; infatti, essendo noi «il corpo di Cristo e membra congiunte», quanto soffre il capo, tanto devono con esso soffrire anche le membra»
(Pio XI, ibidem)


**********

Cronaca della manifestazione a Milano dei Cattolici "indignati" per lo spettacolo blasfemo. [SM=g1740733]

Tratto da RiscossaCristiana, a firma del Direttore, Paolo Deotto, e che noi, se ci è permesso, sottoscriviamo in toto.
Sottolineato nostro.


"Cari amici e lettori,
prima di andarmene a dormire Vi scrivo questi brevi appunti sulla serata appena trascorsa, in cui si è svolta l'annunciata manifestazione di protesta contro lo spettacolo blasfemo di Andrea Castellucci, messo in scena al Teatro Franco Parenti di Milano.
Non so cosa racconteranno domani i giornali, e francamente non mi interessa. In questi ultimi giorni siamo stati sommersi da stucchevoli articoli, tutti in fotocopia l'uno dell'altro, nei quali si denunciava il clima intimidatorio creato dai cattolici “integralisti”, “ultrà”, eccetera. Domani, con ogni probabilità, la stessa buona stampa, Repubblica e Corrierone in testa, parlerà della manifestazione degli integralisti e ultrà. Chi se ne frega?
Io, poiché non sono a libro paga di nessuno, mi limito a raccontarvi ciò che è successo e ho visto coi miei occhi.
Arrivando in zona ho parcheggiato vicino al Teatro Franco Parenti e qui ho visto un nutrito schieramento di Polizia e Carabinieri. L'accesso all'ultimo tratto della via Pier Lombardo, dove si trova l'ingresso del Teatro era vietato. Tutto l'insieme faceva pensare a serie gravi minacce incombenti. Poi, due passi in là, in piazzale Libia, erano parcheggiati altri furgoni delle forze dell'ordine. Direi che all'incirca erano impegnati duecento uomini, tra Agenti di Polizia e militari dell'Arma.
Le persone che si erano raccolte in piazzale Libia erano circa duecento e, con grave delusione dei pennivendoli che nei giorni scorsi hanno parlato di ultrà e integralisti, di clima di censura e intolleranza, queste persone hanno, per prima cosa, recitato il Rosario, un'attività questa che generalmente non rappresenta una minaccia per l'ordine pubblico.
Inizialmente era stato concesso a una piccola rappresentanza di recarsi davanti al Teatro Parenti, ma poi questo spostamento è stato vietato dai responsabili dell'ordine, con la motivazione che i “Centri sociali” si stavano organizzando per contro-manifestare. Il divieto a recarsi davanti al Teatro era quindi imposto anche per la nostra sicurezza.
Su questa faccenda è bene essere molto chiari: la volontà politica era quella di non farci avvicinare al Teatro, punto e basta. Ho fatto due ampi giri in zona (il Teatro dista al massimo duecento metri da piazzale Libia) e non ho visto traccia di contro-manifestanti. Ripeto: volontà politica; del resto, sappiamo bene chi ci governa attualmente. Non voglio fare alcun addebito alle forze dell'ordine, che ricevono degli ordini e li devono eseguire.
Comunque la serata (un paio d'ore circa) si è svolta tra recita del S. Rosario, la celebrazione di una Messa (di cui parliamo più vanti), alcuni interventi, qualche slogan, e si è chiusa, poco dopo le 21.30, ancora con la recita del S. Rosario.
Erano presenti, come dicevo, circa duecento persone, e molte di queste provenivano da Verona, Brescia, Bergamo, Roma, e altre città. Una fatica non piccola e davvero da apprezzare. Anche se non freddissima, una serata di inverno milanese in genere non invoglia a passare ore in strada. Ma c'è stato chi ha affrontato ore di viaggio per venire a testimoniare la sua fedeltà a Nostro Signore Gesù Cristo. A questi amici voglio esprimere di cuore tutta la mia gratitudine.
Su un altro lato della piazza era presente anche un gruppo di persone della Lega, con le bandiere del loro partito. Poiché era stato chiesto di non portare emblemi di partiti politici, mi pare che sia stata corretta la scelta dei leghisti, che hanno deciso di manifestare, ma hanno voluto tenersi distinti dalla nostra manifestazione.
Duecento persone sono poche? Forse. Ma consideriamo che non c'era un'organizzazione ricca, che avesse predisposto pullman e treni speciali, che avesse precettato da giorni manifestanti professionisti. Ogni persona che era in piazzale Libia, c'era a proprie spese e perché la sua coscienza l'aveva spinta a protestare pubblicamente contro l'offesa a Cristo che si stava consumando lì vicino, sotto il protettivo ombrello della “rappresentazione artistica”, finanziata coi nostri soldi di contribuenti.
Penso che saranno rimasti delusi i pennivendoli alla ricerca di incidenti. Di sicuro c'erano anche giornalisti onesti e corretti (grazia al Cielo, esistono), e vedremo domani cosa dirà la stampa.
Forse, dicevo, duecento persone sono poche. Comunque sono state duecento testimonianze di Fede, e questo non può che giovare.
La manifestazione si è sciolta poco dopo le 21.30, e un po' di milanesi hanno visto che i cattolici, quando è il caso, sono in grado di protestare, e sono in grado di farlo con civiltà e compostezza. Nessun fastidio al traffico, perché i manifestanti erano nei giardini al centro del piazzale, nessun disturbo alle persone, perché la manifestazione, data l'ora di conclusione, non ha turbato le ore di riposo.

Grazie
quindi a tutti, e soprattutto agli amici che hanno viaggiato a lungo e sfidato più degli altri il freddo. Grazie ai poliziotti e carabinieri, che con noi hanno condiviso il freddo. Il prossimo appuntamento è per sabato 28, per la recita del S. Rosario, organizzata dal Comitato San Carlo Borromeo.

Devo togliermi solo due sassolini dalla scarpa, e un sasso grosso dallo stomaco.
Devo fare delle scuse per piccoli episodi; ma mi sento in dovere di porgere delle scuse, perché sono stato personalmente uno dei primi promotori di questa serata, e quindi credo di avere comunque una responsabilità morale.
La prima scusa è agli Agenti e Carabinieri in servizio in zona. Mi risulta che un “esuberante” (chiamiamolo così per gentilezza...ma meriterebbe aggettivi ben più pesanti), appreso il divieto di recarsi davanti al Teatro, abbia insultato alcuni uomini delle forze dell'ordine. L'insulto non è mai accettabile e in questo caso è stato anche stupido, perché quegli uomini erano in piazza a eseguire degli ordini. È giusto, doveroso direi, protestare contro l'autorità politica che ci ha trattato come dei pericolosi sovversivi, dimostrando in ciò anche una totale mancanza di senso del ridicolo. È invece assolutamente ingiusto rivolgersi con pesanti parole al personale delle forze dell'ordine. Questi uomini, ripeto, devono eseguire gli ordini che ricevono; ma soprattutto non scordiamoci che poliziotti e carabinieri sono quotidianamente schierati a difesa della sicurezza di tutti, che affrontano sacrifici e rischi, non di rado mortali, per il bene di tutti. Dobbiamo a loro gratitudine, e ripeto le mie scuse per le intemperanze di una persona infantile, mentre ringrazio l'avvocato Pietro Guerini, che si è adoperato per calmare l'esagitato.

Chiedo scusa anche per quella ventina di persone che hanno voluto fare i “Pierini”, cercando di recarsi al Teatro nonostante il divieto
. Sono stati impacchettati dalle forze dell'ordine, che li hanno ricondotti in piazzale Libia. Una sciocchezza gratuita e inutile, puro esibizionismo.

Invece c'è un grosso sasso sullo stomaco, e qui voglio togliermelo.
Un sacerdote ha celebrato una S. Messa in piazza, un po' defilato dal resto dei manifestanti. Questo sacerdote, di cui non mi interessa diffondere il nome, durante l'omelia ha usato delle espressioni irrispettose verso il Santo Padre Benedetto XVI: questo è una cosa assolutamente inaccettabile, che non trova alcuna giustificazione e che ha creato anche scandalo e turbamento: un gruppo di manifestanti provenienti da fuori Milano ha deciso di tornarsene subito a casa, dopo aver sentito le parole di questo prete.
Sia chiaro: la devozione, il filiale affetto e l'assoluto rispetto per il Papa NON SI METTONO IN DISCUSSIONE. Se per caso questo prete e altri che lo hanno seguito in questa bella impresa, fossero iscritti alla nostra rubrica, chiedo loro di provvedere subito a chiedere la cancellazione. Su Riscossa Cristiana non c'è e non ci sarà MAI spazio per chi manca di rispetto al Vicario di Cristo.

E qui chiudo questa breve cronaca. Vi ho raccontato le cose liete e le pochissime non liete, che peraltro hanno interessato un numero assolutamente esiguo di persone. Vi ho raccontato quello che ho visto, dall'inizio alla fine. Una serata, una manifestazione, zero incidenti.
Saranno rimasti delusi i cupi profeti di sciagure
. Al di là di quanto potranno domani raccontare sui loro giornali, resta, a edificazione di tutti, una pubblica testimonianza di Fede cattolica.

Paolo Deotto
direttore di Riscossa Cristiana

[SM=g1740722] Ringrazio Paolo Deotto e mi unisco alle sue scuse per chi ha usato parole amare contro le forze dell'ordine e mi unisco a quel magone causato da quel sacerdote che ha perso l'occasione di fare una meravigliosa Catechesi sul Volto Santo di Dio....  
 
Sursum corda, andiamo avanti!  
questa è la vera immagine della serata:


http://js-kit.com/blob/1U47nLhcRJsq0jTeakiphJ.jpg




Consiglio la lettura anche :
«Cari figli,(..) Ricordatevi, quando l’arte non sa stare con la preghiera, non sa pregare, è un brutto segno, è segno che, forse, non è nemmeno arte; ma puro inganno o di sé o degli altri o di sé e degli altri insieme. Ma oggi, più che altro, il pericolo è costituito piuttosto da coloro che, non sapendo raggiungere in arte la bellezza, vogliono emergere con la mostruosità, con la stranezza, emula della caricatura e dell’arte dei primitivi con lo scempio delle cose e delle persone sante».


Cardinale Alfredo Ottaviani (1890-1979)


[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

[Modificato da Caterina63 26/01/2012 14:29]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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28/01/2012 17:01
 
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Santa Messa di riparazione a Sant'Andrea delle Fratte di Roma


SANTA VERONICA FECE LA SUA PARTE...

"Noi siamo sempre tenuti a perdonare le offese che sono rivolte a noi,
ma non quelle che colpiscono Dio o il prossimo" (san Tommaso d'Aquino)

Nel ricordare la MANIFESTAZIONE DI PROTESTA (non violenta)
e la RECITA DEL SANTO ROSARIO
IN PIAZZALE LIBIA, vicino al teatro Parenti di MILANO
di oggi sabato 28 gennaio 2012 dalle ore 19:00,

diamo notizia che il 24 gennaio u.s., nella Chiesa di Sant’Andrea della Fratte di Roma, si è celebrata una Santa Messa di riparazione per lo spettacolo blasfemo “Sul concetto di volto nel Figlio di Dio” di Romeo Castellucci. La Messa, promossa dalla Fondazione Lepanto, è stata celebrata secondo il Rito Romano antico da don Giuseppe Vallauri presso l’altare della Madonna del Miracolo, dove il 20 gennaio 1842, sul mezzogiorno, la Madonna apparve all’ebreo Ratisbonne, convertendolo alla Fede Cattolica. Il rito eucaristico si è concluso con il canto del Salve Regina da parte di oltre duecento presenti, che hanno assistito alla Messa in un clima di profondo raccoglimento.

Così testimoniò, nella deposizione giurata al Vicariato di Roma, il ventisettenne Alfonso Ratisbonne di Strasburgo:
"Vidi come un velo davanti a me. La chiesa mi sembrava tutta oscura, eccetto una cappella, quasi che tutta la luce della chiesa si fosse concentrata in quella. Alzai gli occhi verso la cappella raggiante di tanta luce, e vidi sull'altare della medesima, in piedi, viva, grande, maestosa, bellissima, misericordiosa, la Santissima Vergine Maria, simile nell'atto e nella forma, all'immagine che si vede nella Medaglia Miracolosa dell'Immacolata. Mi fece cenno con la mano di inginocchiarmi. Una forza irresistibile mi spinse verso di Lei, che parve dicesse: Basta così. Non lo disse ma capii.
"A tal vista caddi in ginocchio nel luogo dove mi trovavo; cercai, quindi, varie volte di alzare gli occhi verso la Santissima Vergine, ma la riverenza e lo splendore me li faceva abbassare, ciò che, però, non impediva l'evidenza di quell'apparizione.
"Fissai le di Lei mani, e vidi in esse l'espressione del perdono e della misericordia. Alla presenza della Santissima Vergine, benché Ella non mi dicesse parola, compresi l'orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della Religione Cattolica, in una parola compresi tutto [...]".

Oggi si compirà nuovamente la blasfemia, ma la Chiesa ci insegna gli antidoti da utilizzare: Sante Messe, preghiere, Santi Rosari e rinunce. Santa Veronica fece la sua parte, ad ogni cattolico tocca la propria: O Signore fa che come la Veronica Vi asciugò il Santo Volto sulla Via Crucis, possiamo avere anche noi quell'onore e quell'amore che lei ebbe da Voi e per Voi.

Cristina Siccardi


[SM=g1740717]

[SM=g1740750] [SM=g1740752]

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29/01/2012 19:27
 
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C'erano le preghiere, c'era tanta gente, ma dov'erano i giornalisti?


Lo spettacolo blasfemo di Castellucci
La serata di preghiera del 28 gennaio

di Paolo Deotto

Che ne dite? Cosa spinge trecento persone, di tutte le età, a passare una serata – quasi tre ore, dalle 19 fin oltre le 21.30 – a prender freddo e pioggia in piazzale Libia a Milano? E tanti di loro ne hanno fatta di strada: chi viene da Bergamo, da Lecco, altri da Vicenza, o da Rimini, da Terni, e da altre città ancora. Tutti lì, in mezzo al piazzale, molti con una candelina accesa in mano, a recitare il Rosario, guidati da alcuni sacerdoti.
Stasera gli agenti di Polizia e i Carabinieri sono pochi in confronto alla serata di martedì scorso. Nel piazzale saranno una quarantina, altrettanti vicino al Teatro. È una serata diversa anche per loro, abituati a controllare facinorosi, o a ricevere dagli stessi sputi e sassate, e a poterli contrastare o meno, a seconda della collocazione politica dei facinorosi. No, stasera sono lì a controllare centinaia di fedeli che pregano.
È una serata diversa per tutti, anche per un uomo triste e superbo, che pretende di contrabbandare per arte l'oltraggio a Nostro Signore Gesù Cristo, che si è fatto inchiodare in croce anche per lui. Ma quell'uomo triste e superbo non lo ricorda, almeno per ora. Si prega anche per lui, perché scenda dal suo piedistallo di sabbia e inizi a usare realmente la ragione.
Ma si prega soprattutto per riparazione a quell'offesa che, qualunque possa essere la ragione più o meno recondita che l'ha causata (e ammesso che quella ragione esista) resta sempre un'offesa inaccettabile, una bestemmia, l'oltraggio inconcepibile al Verbo incarnato, all'Amore infinito che ha salvato l'umanità dall'angoscia in cui l'umanità stessa sembra voler di continuo ricadere.
Cosa spinge trecento persone a prendere freddo e pioggia in una piazza milanese? Le spinge l'insopportabilità dell'oltraggio a quanto di più caro abbiamo nella vita, quel Volto dolcissimo in cui leggiamo la speranza della redenzione dell'uomo, quel Volto dolcissimo che da un senso alla vita, anche al dolore, alla malattia, che darebbe un senso anche al dolore del personaggio immaginato da quell'autore e regista triste e superbo, che invece riserva al suo personaggio solo l'annichilimento nella disperazione. Inevitabile, del resto, perché come ci si salva se si rifiuta il Salvatore?
Freddo e pioggerella insistenti, ma la preghiera prosegue, e i passanti si fermano, qualcuno chiede spiegazioni, nessuno disturba, eccettuato un cretino isolato che passando di lì si sente in dovere di urlare “andate a casa”. Nessuno gli bada.
Dove sono i giornalisti che nella manifestazione di martedì scorso restarono delusi perché non accadde alcun incidente? Forse ce ne sono, ma di sicuro si nascondono bene. Cosa scriveranno domani? Chissà, magari non scriveranno proprio nulla, oppure come pappagalli diranno ancora le paroline magiche: “integralisti”, “ultrà”. Domattina, ci toglieremo la curiosità. Dove sono i professoroni e gli “intellettuali”, gli “opinionisti” che hanno dato rari esempi di onanismo mentale elucubrando su escrementi e “messaggi”, o parlando di qualche “vecchietta” che pregava? Forse ce ne sono, ma anche loro si nascondono bene.
Peccato. Avrebbe fatto bene anche a loro questa serata. Avrebbe fatto bene pregare, fa sempre bene, e avrebbero avuto giovamento anche salutando alla fine un po' dei partecipanti. Si sarebbero accorti di un fatto insolito, in questa società di immusoniti conformisti: che c'erano visi lieti, occhi vispi, sorrisi.
Mi rivolgo a due suore, molto giovani, una è negra. “Da dove venite?”. “Da Terni”. Ovvero, 425 chilometri da Milano. Quando saranno di nuovo nel loro convento, la mezzanotte sarà passata da un pezzo. Altri sono venuti da Rimini, ovvero 340 chilometri da Milano, e ora ripartono. Sorridono, con gli occhi sereni di chi sa di non esser solo.
Poco più in là, sì e no duecento metri, il messaggio della disperazione, del degrado, dell'impossibilità di trarre l'uomo dalla sua miseria, viene venduto al botteghino e finanziato con quegli stessi soldi pubblici con cui si potrebbe far del bene. Ma tant'è, ci hanno detto che questa è “cultura”, e, si sa, la cultura è merce preziosa, che fa progredire l'umanità. Per arrivare dove?
Questo è stato davvero il modo migliore per concludere tutta la vergognosa vicenda dello spettacolo teatrale di Romeo Castellucci. Stasera in piazzale Libia si è contrapposta la speranza e la serenità al degrado e alla disperazione. Si è contrapposta la Vita alla morte. Lo si è fatto nell'unico modo possibile, nell'unico modo realmente razionale: invocando Colui che ha dato la Vita, che ha dato la speranza, che ha insegnato l'Amore infinito, e invocando la Madonna, Madre dolcissima, esempio della vera unica genialità, quel “sì” incondizionato alla volontà di Dio, che ha salvato l'umanità.
Cosa scriveranno domani i pennivendoli e gli intellettuali a tassametro? Ma chi se ne frega!
Questa sera in piazzale Libia, trecento persone, in comunione con altre centinaia di fedeli che facevano la stessa cosa in tante Chiese in tante città italiane, hanno dato la più forte risposta alla bestemmia e alla disperazione, invocando il nome dolcissimo della Mamma di Gesù.
Faceva freddo e pioveva, ma questo non ha tolto a nessuno il calore del sorriso. Ringraziamo il Signore per questa serata, perché ci ha aiutato a fare del bene. A tutti, a noi, poveri peccatori, a quanti (troppi) sono stati alla finestra, e anche a teatranti tristi e superbi ai quali forse, Dio lo voglia, è arrivata un'eco di un Ave Maria, e ha accarezzato anche il loro cuore.
Viviamo in un'epoca sciagurata, ma questa sera abbiamo potuto toccare con mano, se per caso l'avessimo scordato, che la Salvezza esiste.

Fonte:

 http://www.riscossacristiana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1305:lo-spettacolo-blasfemo-di-castellucci-la-serata-di-preghiera-del-28-gennaio-di-paolo-deotto&catid=54:societa-civile-e-politica&Itemid=123


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[SM=g1740717] arrivederci ragazzi


Comunicato stampa - Manifestazione del 28 gennaio a Milano

Comitato San Carlo Borromeo«Eran trecento, eran giovani e forti...»
Fortunatamente, le analogie con la poesia di Luigi Mercantini finiscono qui: i partecipanti alla manifestazione organizzata dal Comitato san Carlo Borromeo erano trecento, erano giovani (chi più chi meno, ma questo è il bello della Tradizione), forti e determinati a far valere i diritti di Nostro Signore. Dobbiamo però scusarci, dati i tempi che corrono: non volevamo essere trecento, come gli Spartani di Leonida, e abbiamo fatto il possibile per diventare trecentouno o duecentonovantanove, ma proprio non ce l'abbiamo fatta (questo nel caso in cui qualche giornalista avesse scritto che, essendo trecento come gli Spartani, il nostro sarebbe stato un tentativo di rievocare un mondo reazionario-fascista-negazionista-e-chi-più-ne-ha-più-ne-metta).

«...'l tacere è bello» (Dante, Inferno IV, v. 104)

Questa mattina, come ormai facciamo da un mese a questa parte, cerchiamo su Google: “Castellucci” e “Comitato san Carlo Borromeo”, per vedere cosa si dice di noi e come i media raccontano la manifestazione di ieri. Risultato? Solo un articolo de La stampa, uno – davvero onesto e sincero – di Paolo Deotto (che ringraziamo) su Riscossa cristiana e poco altro. Perché? La risposta la troviamo nelle parole di un giornalista – della fazione esattamente opposta alla nostra – che ieri sera ci ha detto: “si vede che qui c'è qualcosa di diverso rispetto alla manifestazione del 24 gennaio...” E cos'è questo qualcosa di diverso? L'ordine e la disciplina che caratterizzano i fedeli: nessun protagonismo e nessun fanatismo. Solo amore sincero nei confronti di Colui che è morto sulla Croce per salvarci. Colui che ha versato per molti, anche per Castellucci, quel Sangue, «di cui una sola goccia può salvare il mondo intero da ogni peccato».
Una Croce al centro e gli stendardi raffiguranti Maria Santissima e Nostro Signore, per ricordare a tutti che noi siamo semplicemente cattolici: rifiutiamo qualsiasi altra etichetta, perché la nostra unica bandiera è la Croce.
Perché, quindi, la stampa tace? Perché si è svelata davvero la Chiesa. Come è o, meglio, come dovrebbe essere: fatta di persone ricche di Fede, di Speranza e di Carità. Non i soliti “musoni”, che la stampa presenta, ma un popolo felice. Ricco di quella felicità che si può avere solo quando si assaggia ogni giorno un pezzettino di Paradiso con la preghiera, con il Rosario e i Sacramenti. Aveva ragione Bernanos a scrivere, ne Il diario di un curato di campagna, che «il contrario di un popolo cristiano è un popolo triste».
È stata scardinata l'immagine che il mondo aveva della Chiesa e dei cattolici. Per questo oggi è calato il silenzio.

«Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede» (San Paolo)
Che dire, allora, come conclusione di questo mese di telefonate, di mail ricevute e spedite con ritmo esponenziale? Che, innanzitutto, l'amicizia in Cristo dà dei frutti che l'uomo non può nemmeno immaginare. Dà la capacità di discutere, di scontrarsi e di crescere assieme. Tutto per la maggior Gloria di Dio. Dà la possibilità di capire che le azioni, se non sono sorrette dalla preghiera e dalla meditazione, non portano da nessuna parte. Dà l'occasione di ringraziare quei sacerdoti che ci hanno aiutati e che, ogni domenica, ci offrono la possibilità – attraverso la Santa Messa – di ricevere «il pane degli Angeli, il Re dei re, il Signore dei dominanti» (San Tommaso).
Ringraziamenti
Ringraziamo le circa quaranta unità delle forze dell'ordine, che ci hanno tenuto compagnia per tutta la serata: forse si saranno annoiate a sentire centocinquanta “Ave, Maria” e tanti canti cattolici. Forse avrebbero voluto una serata più movimentata, ma – come abbiamo testimoniato – non è nel nostro “stile”.
Infine, un grazie di cuore a tutti i cattolici accorsi: che Dio ve ne renda merito! Da lassù saprà ricompensare il vostro sacrificio!
Ad majora

Comitato "San Carlo Borromeo"





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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17/02/2012 12:58
 
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[SM=g1740733] ATTENZIONE: AGGIORNAMENTO SULLO SPETTACOLO APPRODATO IN EMILIA-ROMAGNA.... LA REAZIONE DEL CARDINALE CAFFARRA




....con Messe e preghiere di riparazione... contro lo spettacolo blasfemo del Volto di Cristo, approdato nella sua Diocesi.... [SM=g1740722]


www.gloria.tv/?media=258106



12PORTE - 16 febbraio 2012: L'Ufficio Stampa dell'Arcidiocesi ha reso noto in mattinata il testo di un comunicato del Cardinale Arcivescovo, in relazione allo spettacolo "Sul concetto di volto nel figlio di Dio", offensivo della Persona del Cristo e del sentimento religioso dei fedeli cattolici.
Siamo sdegnati e addolorati, si legge, come cittadini nel vedere che l'esercizio della libertà espressiva non conosce più neppure i limiti del rispetto dell'altro; come credenti nel vedere inserito il Volto Santo in uno spettacolo indegno, offensivo, e obiettivamente blasfemo e sacrilego. Sacrilegio è anche trattare indegnamente i simboli sacri, così come la bestemmia si estende anche alle sante immagini.
Sono sicuro -- si legge ancora nelle parole del Cardinale -- che i buoni fedeli di Casalecchio in unione coi loro pastori sapranno reagire in modo fermo e composto. Nelle parrocchie di Casalecchio, alle messe feriali di venerdì e sabato, si reciteranno preghiere di riparazione. "Che Dio abbia pietà di noi": così termina l'accorato messaggio del nostro pastore diocesano.

Il Cardinale Carlo Caffarra contro lo spettacolo blasfemo di Castellucci


Dichiarazione dell'Arcivescovo di Bologna

In relazione allo spettacolo blasfemo “Sul concetto di volto nel figlio di Dio”, offensivo nei confronti di Cristo e del sentimento religioso dei fedeli cattolici, di prossima programmazione a Casalecchio di Reno (BO), il Cardinale Arcivescovo ha comunicato:

«Dall’insulto alla sua Madre, rivoltole nella nostra città alcuni anni or sono, si passerà ora ad una rappresentazione teatrale obiettivamente blasfema nei confronti di Gesù e del suo Volto Santo. Siamo sdegnati e addolorati, come cittadini e come credenti. Come cittadini nel vedere che l’esercizio della libertà espressiva non conosce più neppure i limiti del rispetto dell’altro. Come credenti nel vedere inserito il Volto Santo – il quale gli angeli desiderano guardare – in uno spettacolo indegno, offensivo, e obiettivamente blasfemo e sacrilego.
Sacrilegio è anche trattare indegnamente i simboli sacri, così come la bestemmia si estende anche alle sante immagini. Vengono a mente le parole della Scrittura: «poiché hanno odiato la sapienza e non hanno amato il timore del Signore […] mangeranno il frutto della loro condotta e si sazieranno dei risultati delle loro decisioni» [Pr 1,29.31].
Dio continui ad usarci misericordia, anche quando giungiamo perfino al disprezzo del dono più grande che ci ha fatto: il suo Figlio unigenito. «Uomo dei dolori, davanti a cui ci si copre la faccia» [Is 53,3]. Cristo è sceso nelle più amare pieghe dell’umana angoscia; Dio ha voluto sperimentare il nostro duro mestiere di vivere. Ma per donarci speranza, per riportarci alla nostra primigenia verità e splendore. Vederlo disprezzato in questa sua sofferta bellezza, è spegnere ogni speranza. “Volto santo di Cristo, luce che rischiara le tenebre del dubbio e della tristezza, vita che ha sconfitto per sempre il potere del male e della morte … rendici pellegrini di Dio in questo mondo, assetati di infinito” [Benedetto XVI]. Sono sicuro che i buoni fedeli di Casalecchio in unione coi loro pastori sapranno reagire in modo fermo e composto. Chiedo ai parroci di Casalecchio di fare, dopo la celebrazione delle sante Messe feriali di venerdì e sabato, una preghiera di riparazione, nella forma e modo che riterranno più opportuno. Non escludano eventualmente la celebrazione della S. Messa «per la remissione dei peccati». E che Dio abbia pietà di noi!».

Fonte:
corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2012/16-febbraio-2012/caffarra-contro-castellucci-testo-integrale-19033080459...




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[Modificato da Caterina63 17/02/2012 16:21]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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