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ATTENZIONE:RIPARAZIONI CONTRO LO SPETTACOLO BLASFEMO

Ultimo Aggiornamento: 17/02/2012 16:21
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19/01/2012 11:30
 
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"Lettera aperta alle Autorità religiose e civili della città di Milano" del direttore del teatro Parenti, Shammah

"Chiediamo alle Autorità religiose e civili della città di intervenire, in modo pacato, ma autorevole, per riportare serenità e pacatezza nell’acceso di battito che si è scatenato negli ultimi giorni attorno allo spettacolo “Sul concetto del volto del Figlio di Dio”, che dovrà approdare a Milano nelle prossime settimane. Il nostro teatro è da qualche settimana oggetto di lettere, comunicazioni, messaggi e-mail, che si schierano contro la messa in scena dello spettacolo, tacciandolo di blasfemia, sulla base di informazioni errate o male interpretate. Le dimensioni della protesta aumentano di giorno in giorno, anche in violenza espressiva e intimidazione, minacciando la sicurezza di questo luogo, di chi ci lavora, quasi ricercando l’offesa personale, e chi ne usufruisce come luogo della cultura. Questo atteggiamento ci disorienta.
Chiediamo un intervento deciso che riconduca il dibattito a toni e forme più consoni alla grande tradizione civile e culturale di Milano. Una città che ha sempre rappresentato il pensiero illuminato, la religiosità alta, il dialogo e l’apertura.
Il nostro Teatro non ha mai voluto essere offensivo. Non cerchiamo la polemica, semmai, sempre, il dialogo costruttivo, nel rispetto reciproco. Siamo territorio della cultura e dello scambio, non della violenza. Non ci spaventa il dibattito, il confronto anche animato, che è un elemento sano, naturale e prezioso di una civiltà che cresce. A condizione che non si sconfini nella minaccia, nell’ingiustificata aggressione. Chiediamo che chi guida questa città, nello spirito e nelle azioni, intervenga per allentare le inutili e pericolose tensioni e riportare la discussione nella dimensione più appropriata di quello che è uno spettacolo teatrale, che, semplicemente, può essere visto o non visto, piacere o non piacere, fare discutere o meno. In modo totalmente disarmato."

Andrée Ruth Shammah

[e sotto alla lettera è aggiunto il senguente comunciato, n.d.r.]

Ritroviamo le origini classiche della Socìetas nell'enorme ritratto di Gesù teso come fondale al centro della scena. Resta intatto il mistero doloroso della vita reso in scena da un perfetto cast di attori diretti da Romeo Castellucci.
"Io voglio stare di fronte al volto di Gesù". In questa intenzione di ‘frontalità’ dichiarata e quasi sfrontata dell’autore, Romeo Castellucci, risiede la ragione profonda dello spettacolo. "Sul concetto di Volto nel figlio di Dio" prosegue il percorso di ricerca, tracciato da tempo dalla Socìetas Raffaello Sanzio, intorno all’icona massima della cultura occidentale. Sulla scena, dominata dall’enorme volto del Cristo rinascimentale di Antonello da Messina, non si racconta Gesù come il figlio di Dio, oggetto di fede e di adorazione. Si restituisce piuttosto l’uomo, che guardiamo e dal quale siamo guardati. I due opposti - la mistica, la teologia così come la demistificazione - sgombrano il campo lasciando spazio al ritratto puro dell’ uomo. Così era nella pittura rinascimentale, quando per la prima volta l’occhio di Cristo incontra quello dell’osservatore o dello spettatore: gli sguardi si intrecciano, si interrogano ma soprattutto si rispecchiano l’uno nell’altro. Allo stesso modo è sulla scena della Socìetas: un uomo davanti ad altri uomini.





[SM=g1740733]  rispondiamo con fraternità

Volto di Cristo


Gentile Andrée Ruth Shammah,

penne più autorevoli della mia, come quella del teologo domenicano padre Giovanni Cavalcoli, le hanno risposto, assicurandole ogni solidarietà a riguardo delle possibili minacce ricevute o per espressioni di intolleranza, e su questa scia, ogni vero Cattolico, le è solidale e si dissocia.

Tuttavia ciò che a lei le sfugge è che qui non si sta intervenendo nè contro di lei, nè contro il teatro, nè contro Castellucci in quanto persone, o contro il teatro in quanto strumento di cultura, di nobile passatempo e di sana informazione....

Qui le sfugge che l'unico offeso è Nostro Signore Gesù Cristo che per noi non è una tela rappresentativa di un volto astratto o simbolico, per comprendere ciò dovrebbe ritornare alla questione dell'iconoclastia, quando nella difesa delle icone, venne chiarito il senso sacro che noi abbiamo e diamo al Volto di Cristo raffigurato dall'ingegno umano ed anche dalla sua espressività spesso ispirata.


Sarebbe interessante discutere quale artista vivente tacerebbe se una sua opera venisse presa a liquami in faccia.... così da farci pensare che ciò che vi siete permessi lo fate in base al fatto che l'artista è morto e non può rispondervi!

Ma, gentile Andrée Ruth Shammah.... ci dica, se al posto di quel Volto Santo ci fosse quella di un vostro figlio o genitore, se ci fosse stata la bandiera di uno Stato sovrano, o quella di un Presidente di uno Stato sovrano, cosa sarebbe accaduto?

Perchè con il Volto del Cristo tutto è permesso?

Il fatto che il Cristo stesso si presti Lui, in quanto Amore assoluto e Dio vivo e vero, a lasciarsi trattare da ogni uomo, non da alcun diritto alla strumentalizzazione di una fede privata che il Castellucci, in questo caso, vuole giustificare.... non c'è giustificazione che tenga!


Perchè parliamo di blasfemia?

Perchè il Cristo è Dio vivo e vero, non è una immagine, non è un simbolo, perchè non stiamo parlando di un morto, di un eroe del passato, Egli interagisce con gli uomini, ed è blasfemia trattarlo solo come un uomo, solo come una immagine, solo come un simbolo.

Egli è già stato il nostro capro espiatorio, quando Pilato ce lo presentò quale l'Ecce Homo, con il voltro sfigurato, piagato, grondante di sangue...

Gentile Andrée Ruth Shammah, prenderebbe lei forse l'immagine di Gesù Bambino  per farlo trattare come da copione della trama del Castellucci? Prenderebbe lei l'immagine di una persona piagata, sofferente facendola diventare oggetto di sfogo della sua non comprensione dei problemi della vita?


Vede, noi siamo obbligati, in nome dell'Amore, a volgere l'altra guancia, ma quando si tratta di Dio, siamo chiamati a dare la nostra vita senza imbracciare armi umane, ma armi divine: il santo Rosario, le ginocchia piegate, la santa Messa, il digiuno, la penitenza, ed anche subire falsi processi come quello che toccò a Nostro Signore....

Castellucci ri-processa Gesù Cristo, nostro Signore e nostro Dio, e invece di inchiodarlo sulla Croce lo fa oggetto di scherno, di sfogo, di lancio di liquame.... non c'è alcuna differenza tra ciò che fece Pilato ieri e ciò che fa Castellucci oggi.... ma con una differenza, che duemila anni fa gli Apostoli impauriti scapparono, restarono le pie Donne, l'apostolo Giovanni e la Madre di Gesù.... oggi non vogliamo scappare più, preferiamo affrontare Pilato, preferiamo scendere in piazza e smetterla di gridare che vogliamo Barabba...

Noi vogliamo libero Gesù, che è il nostro e suo Salvatore, non abbiamo nulla da barattare, e non lo vogliamo con la violenza, ma abbiamo il diritto di chiedere che il Suo Volto Santo non venga imbrigliato in una fede personale che ne fa oggetto di blasfemia, di violenza e distorsione dottrinale.

La prego e la supplico!

Amate e adorate questo Volto Santo! Pieghiamo insieme le nostre ginocchia davanti al Suo Volto, chiediamoGli di perdonarci, chiediamoGli di impetrarci i sentimenti della vera Pietà.... perchè il primo Prossimo da amare è proprio Lui!

Se Cristo, nostro primo Prossimo, e tutto vero Dio, da accogliere e amare viene trattato così, come tratteremo il prossimo umano?


Fraternamente

LDCaterina63

[SM=g1740738] 

 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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