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Breve presentazione della nuova sezione Congregazione per la Dottrina della Fede

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2015 11:19
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(Muller quando venne nominato Vescovo)


Muller: “Sì al dialogo ma senza rinunciare alla verità”

GERHARD MULLER
Il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede è intervenuto ad Assisi in un convegno dei Frati minori
REDAZIONE
ROMA

Il dialogo interreligioso per un cristiano ha senso se assume il significato di ricerca della verità e non comporta la rinuncia alla propria fede. È quanto ha affermato, fra l’altro, monsignor Gerhard Muller prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, in un intervento tenuto stamane ad Assisi nel corso di un incontro promosso dai Frati minori per ricordare la giornata di preghiera per la pace tenutasi ventisei anni fa nella città umbra alla presenza di Giovanni Paolo II e quella convocata un anno fa da Benedetto XVI.

«Lo spirito di Assisi: pellegrini della verità, pellegrini della pace. La consegna del 27 ottobre” è il tema sul quale ha parlato il prefetto. Ampi stralci della relazione di Muller sono stati riportati dall’Osservatore romano». «Per un cristiano -ha detto il monsignore - il rispetto della religiosità altrui non significa, e non potrebbe significare, una rinuncia alla propria fede, alla propria identità e alla verità definitiva ricevuta, tramite la Chiesa, nella Rivelazione di Dio».

«Tale rispetto e il dialogo - ha detto ancora - non significano il dissolvimento del proprio credo in una religiosità generica, fondata sull’assioma della inconoscibilità di Dio, nè la riduzione della fede cristiana al livello di un’espressione generica, comune ad altre forme di religiosità».

«Anzi -ha aggiunto - la Chiesa può proporre un dialogo vero solo a partire della verità su se stessa. Sarebbe menzognero nascondere la fede autentica e abbandonare l’unicità della Rivelazione e della Incarnazione del Figlio di Dio, in nome di un dialogo politically correct». «È giustificato e corretto - ha proseguito il prefetto della dottrina della fede - solamente un dialogo condotto nella verità e nell’amore. Perciò la nostra fede, indirizzata verso Cristo, e la verità su noi stessi devono sempre avere un posto privilegiato in ogni occasione di dialogo dei cristiani con coloro che non lo sono».

«A tal proposito -ha quindi spiegato il Prefetto- la fede è diversa da una posizione ideologica, che cerca di imporre sè stessa agli altri con la forza, ed esige un atteggiamento di apertura verso il prossimo, simile all’apertura verso Dio, nella fede e nella carità». «La fede -ha precisato- è un dono di Dio, che esige una libera e personale adesione». In tal senso «l’insegnamento sul carattere personale della fede, che sottende una libera disposizione e collaborazione è una costante nell’insegnamento della Chiesa; dal concilio di Trento fino al concilio Vaticano II; e proprio qui trova il suo fondamento la libertà religiosa».

Così «per tal motivo, nella trasmissione della fede, nella evangelizzazione e nel dialogo interreligioso la Chiesa esclude ogni forma di proselitismo che si basi su manipolazioni e falsità, perché mancherebbe di rispetto all’altro e al suo cammino personale». Allo stesso tempo «è da respingere anche la posizione di coloro che negano a Dio il diritto di offrire il dono della fede secondo la sua divina generosità e rifiutano qualsiasi dialogo e collaborazione con i seguaci di religioni non-cristiane, come di coloro che -sul lato opposto- cadono nel relativismo religioso, oscurando la verità della Rivelazione cristiana e il ruolo unico di Cristo nei confronti delle altre religioni». [SM=g1740722]


[SM=g1740771]


[Modificato da Caterina63 07/12/2014 08:38]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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