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02/02/2013 11:16 | |
Conferenza Episcopale ItalianaCONSIGLIO PERMANENTERoma, 28 – 30 gennaio 2013COMUNICATO FINALEL’icona evangelica del Samaritano – emblema di prossimità e di condivisione, chetrova la sua realizzazione nel Signore Gesù – si presta a riassumere i tratti qualificantidella sessione invernale del Consiglio Episcopale Permanente, riunito a Roma dal 28 al30 gennaio sotto la guida del Card. Angelo Bagnasco.Nel Samaritano della parabola, infatti, i Vescovi hanno colto anche l’immagine dellaChiesa del nostro tempo, attenta a farsi carico delle necessità della gente.Di qui, tanto nella prolusione quanto nel confronto che l’ha seguita, la riflessioneaccorata sugli effetti della crisi economica in termini di disoccupazione, di precariato e diindigenza; la disponibilità della comunità cristiana a una risposta di carità connotata dareperibilità, amicizia e condivisione; l’appello, sul versante politico, a far sì che ora,“scongiurato il baratro”, i sacrifici affrontati aprano a un decisivo quantoimprocrastinabile rilancio.
I Vescovi non hanno rinunciato a impegnarsi e a impegnaresecondo una prospettiva più ampia: ecco il rilancio della proposta cristiana per unavisione antropologica e sociale, da cui la difesa di quel capitale impagabile che è lafamiglia; ecco il richiamo a un volto preciso di Stato, che non sia groviglio di interessi,ma rete di relazioni; ecco l’esortazione a un profilo più missionario delle parrocchie,nella convinzione che una fede pensata e vissuta genera cultura, condizione di futuro perla Chiesa come per l’intero Paese.Per questo i membri del Consiglio Permanente si sono soffermati sulla catechesi, viadi riscoperta dell’identità cristiana e della sequela personale del Signore nella comunitàecclesiale; hanno riflettuto sulla preparazione dei seminaristi e sulla formazionepermanente dei sacerdoti; hanno approvato una Nota sul valore e la missione deglioratori; hanno approfondito la responsabilità del Vescovo in merito al servizio dellacarità.Sullo sfondo degli orientamenti pastorali del decennio hanno, quindi, messo a fuoco iltema principale dell’Assemblea Generale di maggio e hanno iniziato a scandire il bienniodi preparazione al Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze 2015.I Vescovi hanno accolto un primo aggiornamento sulla presenza dei sacerdoti nonitaliani e, un secondo, sulle modifiche introdotte nell’ordinamento italiano circa il regimedell’IMU. Una comunicazione ha, inoltre, riguardato la missione e la finalità dellaCOMECE.Il Consiglio Permanente ha promosso un’iniziativa di sensibilizzazione a favore ditutta la scuola italiana e in nome della libertà educativa; ha aderito a una raccolta difirme, promossa dai Movimenti per la vita, a tutela dell’embrione umano.Infine, ha approvato la nuova denominazione dell’Ufficio Nazionale per la pastoraledella sanità e i nuovi parametri per l’edilizia di culto; ha dichiarato l’esaurimento deicompiti del Comitato per gli enti e i beni ecclesiastici e ha provveduto ad alcune nomine,fra le quali quella del Presidente del Comitato per il progetto culturale e quelle di alcunimembri di Commissioni Episcopali.
1. La voce profetica del Magistero
“Non finiremmo mai di parlare di Gesù. È Lui che noi vogliamo porgere, il Suo nome far risuonare. Non è vero che a noi interessa far politica, noi vogliamo dire Gesù”. Attorno alle parole della prolusione del Cardinale Presidente – relazione apprezzata per la capacità di interpretare questo tempo complesso – i Vescovi si sono sentiti coinvolti in prima persona, interpellati nel loro ministero e nella loro presenza tra la gente. Sentono di essere espressione di una Chiesa che, se da una parte è esposta ad attacchi intesi a indebolirla nel suo impegno a difesa dei valori irrinunciabili, dall’altra è colta in maniera diffusa come il buon Samaritano, che ascolta, educa e aiuta. In questi anni, infatti, avvertono come sia cresciuta la considerazione per il loro magistero, inteso quale voce profetica, che si leva in modo puntuale e convinto, anche a prezzo di derisioni; un magistero, inoltre, che non lesina critiche alla signoria dell’individualismo – “madre di tutte le crisi” – e argomenta attorno ai fondamentali dell’umano; un magistero, ancora, che, rispetto a visioni parcellizzate, propone una visione antropologica e sociale, che tocca lo Stato e anche l’Unione Europea, ricordando che il primo non può risolversi in un “groviglio di interessi”, né la seconda poggiare semplicemente sull’unità economica e politica.
La fonte di tale profezia – hanno rimarcato i Vescovi – non coincide con interessi di parte, ma rimanda all’incontro con Gesù Cristo, alla centralità del rapporto con Lui, al dovere e alla necessità di annunciarlo. Fra la gente respirano un profondo bisogno di spiritualità, a cui sanno che la Chiesa può rispondere a ragione, specie quando sa stabilire relazioni personali che consentono la comunicazione della vita di fede e della comunità. Di qui – oltre ogni rassegnazione destinata a svuotare la proposta – l’esortazione alle parrocchie ad assumere un profilo missionario, superando la diffusa ignoranza della dottrina cristiana per giungere a pensare la fede, rendendola capace di generare cultura e di dare forma all’azione.
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine) |