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20/06/2013 11:17 | |
“E si farà buio per 3 giorni su tutta la terra”. Indagine sul vaticinio della beata Anna Maria TaigiCarismi di guarigione, la profezia dei tre giorni di buio e le penitenze della beataAnna Maria Taigi Una donna da riscoprire, Anna Maria Taigi. Una chiamata particolare la sua, abbracciata con grande trasporto e sincera voglia di fare sempre di più e di meglio per servire Cristo negli altri. Tanti doni straordinari, una vita fatta di penitenze, di amore per il prossimo, in particolare per i poveri, e un autentico amore per il Crocifisso. Un sole che ha illuminato la vita degli altri, risplendente come un altro Sole, di origine soprannaturale, che ha brillato di fronte a lei per tutta la vita. Anna Maria Taigi, inoltre, è una di quei santi e beati che profetizzò i tre giorni di buio, un momento di grande tribolazione ma anche di conversione.
Se Santa Teresina del Bambin Gesù, per descrivere in quale modo sentiva di poter servire la Chiesa dall’interno di una clausura, coniò quel bellissimo pensiero: “Nel cuore della Chiesa, mia madre, sarò l’amore”, a buona ragione la beata Taigi poteva dire molti anni prima che, dall’interno del focolare domestico dove il Signore l’aveva posta, sarebbe stata “Quell’Amore per il prossimo che il Signore aveva sigillato con il proprio Sangue prezioso”. Le vie del Signore sono davvero sconfinate e imprevedibili, in ogni tempo e in ogni luogo.La sua beatificazione, avvenuta nel 1920 con Papa Benedetto XV, non aveva certo come motivazione le profezie, per le quali è forse più conosciuta. Ella fu beatificata perché “Sposa esemplare, madre premurosa e testimone dell’amore alla Santissima Trinità”.“Ardeva talmente d’amor di Dio da esser costretta a moderarlo; benché la sua vita fosse così soprannaturale e nascosta in Cristo, tuttavia non fu estranea al suo tempo, ma giovò al prossimo e all’intera comunità cittadina. Era povera, eppure cercava sempre di aiutare altri indigenti; anzi in varie calamità pubbliche e private, ispirata dall’alto, si offrì come vittima della divina giustizia e col suo pregare senza fine si adoperò ad allontanare i castighi da chi li aveva meritati.” (Papa Benedetto XV, Breve di beatificazione)-UNA CONVERSIONE ANNUNCIATA
Un dipinto che raffigura la beata Anna Maria Taigi. E’ importante sottolineare l’appartenenza al Terz’Ordine dei Trinitari da parte della futura beata e come ci arrivò. Per compiacere il marito, la Beata per tre anni si lasciò andare alle vanità femminili e ai divertimenti mondani. Udendo un giorno sua madre leggere una considerazione sul giudizio universale, ne rimase talmente scossa che decise di spogliarsi di ogni vanagloria. Sentendo crescere il disagio interno, andò a confessarsi in San Marcello. La Provvidenza volle che s’imbattesse in p. Angelo Verardi, servita, il quale le disse: “Ah, siete finalmente venuta! Da molto tempo vi aspettavo”. E, pur essendo per lui una sconosciuta, si sentì di raccontarle come un giorno, passandole accanto nei pressi della basilica di San Pietro, aveva inteso una voce misteriosa che gli diceva interiormente: “Osserva bene quella donna. Un giorno ti capiterà dinanzi; la devi confessare e convertire, si farà santa perché l’ho destinata a diventarlo”.Il cilicio: la santità ha spesso fatto uso di questo e di altri strumenti per sedare le passioni della carne. Quella confessione generale segnò una svolta decisiva nella vita della Taigi. Cominciò difatti a provare un così grande orrore di sé che non avrebbe mai cessato dall’umiliarsi e dal macerare il proprio corpo per sconfiggere quei difetti che la conducevano al peccato. In casa, quand’era sola, si prostrava davanti al Crocifisso, si flagellava e sbatteva il viso per terra con tanta violenza da farne uscire sangue, mentre esclamava: “Rendi soddisfazione, o immondo corpo, al tuo Dio, tu che hai osato ornarti con tanti vanitosi abbigliamenti”. Padre Angelo però, le raccomandò la discrezione e la moderazione e le permise soltanto i digiuni, il cilicio e la disciplina di cui poteva fare uso, ma senza dispiacere mai al marito e, soprattutto, cercando di non coinvolgerlo visto il carattere burbero che aveva.Non dobbiamo giudicare male l’uso di questi strumenti di penitenza, impossibile comprenderli con la mentalità moderna di oggi. Tutti i più grandi santi ne fecero uso per alimentare la mortificazione della carne ed ottenere dalle loro suppliche benefici per il prossimo che incontravano o che la Provvidenza portava sulle loro strade: anime da salvare.Persino Giovanni Paolo II ha fatto uso del cilicio e passava spesso la notte sdraiato con il viso sul pavimento a braccia aperte in croce (informazioni scaturite dal processo di beatificazione). ricordiamo anche la beata Caterina Emmerich che troverete quiFraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine) |