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Beata Anna Maria Taigi sposa e madre, mistica e profeta festa il 9 giugno

Ultimo Aggiornamento: 20/06/2013 11:21
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20/06/2013 11:19
 
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LE AUTENTICHE DEVOZIONI POPOLARI E LA BATTAGLIA CONTRO IL DEMONIO 

Amante delle sincere devozioni, è oggi lei stessa oggetto di queste. Qui una preghiera spagnola che chiede l’intercessione della beata.

Un’altra delle caratteristiche di questa grande mistica e beata sta nella testimonianza dell’efficacia delle devozioni popolari. Intendiamo quelle autentiche, non certo di quelle alla “pro-loco” o intrise di superstizione popolare che finiscono spesso a tarallucci e vino nelle feste nostrane di paese.

A coloro che ricorrevano a lei per essere consigliati e consolati diceva: “Sperate in Dio, abbiate fiducia nel Sangue preziosissimo di Gesù e non temete nulla, ma preoccupatevi di passare ogni ora del vostro tempo libero alla pratica delle pie virtù, alla preghiera e alle opere di carità. Non perdete tempo perché tutto è vanità”. Ella stessa ne dava l’esempio e come la sera leggeva le vite dei santi in famiglia, ai propri figli, durante il giorno leggeva o si faceva leggere considerazioni sulla morte di Gesù in Croce perché, anche durante le ore di lavoro, la sua mente non pensasse ad altro che a Gesù.

Ogni venerdì, dopo aver preso parte alla Via Crucis organizzata nel Colosseo dalla Confraternita alla quale si era iscritta, recitava alle ore 21 la pratica dei Pater Noster in memoria dell’agonia di Gesù nell’Orto degli ulivi. Quando voleva ottenere grazie particolari era capace di recarsi per quaranta giorni di seguito a venerare il Crocifisso che si trovava esposto nel carcere Mamertino, oppure di salire in ginocchio i 124 gradini della scalinata di Santa Maria d’Aracoeli per trentatré sere consecutive. All’una pomeridiana di frequente si recava con la figlia al cimitero di Santo Spirito in Sassia per recitare, su ognuna delle 103 tombe, tre Requiem aeternam con un’orazione e in favore delle anime del Purgatorio, e non concludeva mai la giornata se non aveva prima detto il Rosario in famiglia con i figli.

Al termine di ogni devozione, Anna Maria Taigi otteneva le grazie richieste, ma caro le costava.

Tutti i giorni, all’una di notte, che trascorreva quasi sempre in preghiera, in attesa che il marito ritornasse dal lavoro, recitava il De profundis per le anime più abbandonate dei sacerdoti. Coloro che la conoscevano la chiamavano “baluardo della Chiesa” perché trascorreva la vita nell’espiare i peccati commessi dagli uomini del suo tempo. Furono incalcolabili i peccatori che la beata Taigi sottrasse dalle unghie del demonio con le preghiere e le penitenze. Tutto l’inferno ne fremeva. Difatti, prima che il marito ritornasse a casa, spesso i diavoli salivano le scale con strepitìo, entravano a frotte nella stanza in cui si trovava, e le facevano minacce o l’afferravano per la gola e la percuotevano selvaggiamente. Orribili erano le tentazioni che gli spiriti infernali suscitavano nella sua fantasia contro le principali verità della fede e la castità coniugale. Si attestò da testimoni provati di averla vista più volte piangere nel timore di soccombere alla violenza di quelle tentazioni.

ANCHE LEI VIVE IL MARTIRIO, A MODO SUO. E, NEL FRATTEMPO, GUARISCE I MALATI

Gesù guarisce i lebbrosi. Anche la beata Taigi aveva il carisma di guarigione.

Dopo la nascita dell’ultima figlia il suo fisico si aggravò ulteriormente, ma era molto cosciente e consapevole che i suoi malanni fisici non dipendessero da cause naturali, il Signore infatti le aveva predetto: “Ti ho eletta per metterti nel numero dei martiri. La tua vita, per la difesa della fede, sarà un martirio più lungo e più meritorio dell’altro, perché esso consisterà in sofferenze corporali e in terribili pene di spirito e molte umiliazioni, ma non sarai mai lasciata sola”.

Finché la salute glielo permise, per ordine del confessore, la Taigi si recava al capezzale dei malati non soltanto negli ospedali, ma anche nelle famiglie private, specialmente in quelle dei poveri. Afferma un testimone attendibile quale era il cardinale Pedicini che, nel nome della SS. Trinità di cui era devotissima, guariva molti sofferenti.

Diversi ne sanò con il semplice tocco delle mani; altri guarì ungendoli con l’olio della lampada che ardeva davanti al suo altarino, facendo loro baciare il quadro della SS. Vergine che portava con sé. Il popolo la chiamava per questo “la Santa” e la ricercava per tutte le necessità.

Bastava che desse un’occhiata al suo sole per capire la natura e il decorso del male, in tal modo ella poteva suggerire i rimedi e conoscere se i suoi assistiti sarebbero guariti oppure no. A volte veniva a conoscenza dei motivi e dava consigli anche di natura spirituale poiché c’erano quelli malati perché lontani da Dio o in stato di grave peccato mortale. Alcuni di questi, appena confessati e riconciliati con Dio, guarivano all’istante, raccomando ad essi di non trascurare più l’Eucaristia “farmaco di vita”.

Questo non deve meravigliarci.

Non è forse san Paolo che si dimostra amareggiato a motivo del fatto che i Corinzi, per le loro divisioni, per il comportamento scorretto e soprattutto per la mancanza di carità, per egoismo, profanano il loro “mangiare la cena del Signore”, profanano la Celebrazione Eucaristica? Sono quindi dure le parole di san Paolo: “Fratelli, non posso lodarvi per il fatto che le vostre riunioni non si svolgono per il meglio, ma per il peggio [...] Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo!” (1 Cor 11, 17-22), e ancora ammonisce con severità: “È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti.” (1 Cor 11, 30)

La preghiera con la Santa Messa (Confessione ed Eucaristia), la sana devozione, le virtù, la carità, una vita coerente al Vangelo, sono per Anna Maria Taigi la vera farmacia con tutti i medicinali necessari per la salute dell’uomo.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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