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La psicologia degli adolescenti spiegata alle mamme e ai papà - educazione cristiana

Ultimo Aggiornamento: 01/07/2013 11:03
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01/07/2013 10:17
 
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La adolescente è chiusa

L'adolescenza è l'epoca della maggiore segretezza; la adolescente fa molta fatica a confidarsi con gli adulti; e questo per vari motivi. Uno dei principali è la difficoltà ad esprimere ciò che prova dentro di sé: ha a sua disposizione un vocabolario molto ridotto, l'espressione dei sentimenti delicati richiede sfumature, e non è cosa facile. Inoltre le sue sono spesso impressioni contraddittorie, vaghe, difficilmente analizzabili, imprecise. E poi non osa rivelarsi interamente ai suoi genitori o insegnanti; prova sentimenti di ogni genere: alcuni che sa buoni e lodevoli, altri meno nobili: invidie, gelosie, ecc. Gli adulti le predicano sempre un ideale nobilissimo! La adolescente si sente molto lontana da un simile ideale e teme, se confida i suoi veri sentimenti agli adulti, una predica o rimproveri o disprezzo. Una causa notevole del carattere chiuso della ragazza è appunto la diffidenza che è in grado di costatare tra la morale perfetta che le predichiamo e il suo comportamento. Una buona pedagogia deve suggerire alla mamma di far comprendere alla figliola che conosce anche lei la fragilità umana: è un compito molto delicato questo di equilibrare la predicazione dell'ideale con la indulgenza per la debolezza umana.

La bambina dice ingenuamente quello che pensa: i suoi sentimenti e pensieri le si leggono nel volto. La adolescente sa che vi sono sentimenti buoni e cattivi: figlia di Eva, ne prova di ambo le sorti; e siccome non ama essere corretta, rimproverata o giudicata male, preferisce tenerli per sé. La mamma la giudica chiusa e segreta. Quanto alla adolescente spesso ha l'impressione di una grande solitudine: pensa di non potersi confidare con nessuno con tutta sincerità, teme di trovare attorno a sé solo dei giudici severi, dei biasimi, di perdere una buona parte della sua reputazione.

Di frequente la ragazza si pone dei quesiti circa il mistero della vita: è l'età in cui necessariamente affiorano questi problemi con più o meno curiosità. Anche se la mamma — unico atteggiamento intelligente — ha già precedentemente risposto agli interrogativi posti, non è rara una certa timidezza che impedisce alla figliola di sottoporle i suoi nuovi dubbi o domande. A maggior ragione, se la mamma non le ha mai parlato di queste cose, la ragazza tiene per sé quei problemi: ha paura di parlarne. E poi a volte gli adulti stessi contribuiscono a creare questo falso pudore: se la bambina fa delle domande, le si rimprovera una simile curiosità.

Con le compagne invece tutte le incertezze che le impedivano di parlare con gli adulti, cadono: sono ragazzine come lei, non hanno maggiore ricchezza di vocabolario o maggiore capacità di analizzarsi; con loro può parlare alla buona, senza temere di stupire o di essere rimproverata; da loro può sperare comprensione e simpatia e anche una compagnia sufficiente perché sia liberata da quella orrenda impressione di solitudine.

La mamma che sogna di diventare, almeno in parte, la confidente della propria figliola, deve comprenderla e trattarla con molta bontà. Pur additandole l'ideale, se è buona educatrice avrà cura di mostrarsi sempre molto comprensiva delle debolezze umane. Se poi ha sufficiente memoria per ricordare la sua adolescenza e sufficiente umiltà per rivelare alla figliola qualche sentimento da lei provato allora, si attirerà la fiducia della adolescente e l'aiuterà in tal modo a confidare ciò che non osa e potrà intuire e affrontare i problemi che la ragazza non osa sottoporre. Tale metodo non è facile: e le mamme devono rassegnarsi in partenza a non conoscere mai interamente l'anima delle loro adolescenti!



La adolescente si pone in maniera personale il problema religioso

L'adolescenza, l'abbiamo ripetuto già molte volte, è innanzi tutto l'età dei contrasti: c'è una oscillazione perpetua in tutti i campi: quello religioso non sfugge a questa legge. La adolescente passa dai due estremi, dal fervore al dubbio: sono rare quelle che non passano per queste alternative. E non dobbiamo meravigliarcene: la adolescente è una personalità in formazione in tutti i campi: se è credente, nel suo sforzo costruttivo entrerà pure la religione.

Fino a questa età la bambina ha una pietà spontanea, docile agli esempi della casa o della scuola, nessun problema la tormenta, non medita sulle basi della fede: l'infanzia è l'epoca del giuoco, non del ragionamento. Non si analizza, non prova tutte le crisi del sentimento descritte ed esaminate in queste pagine: scoraggiamento, dubbio di sé, senso di inferiorità, bisogno di trovare un appoggio, di manifestare le ricchezze che sente in sé. Con l'adolescenza sorge nella maggior parte la riflessione razionale e una vita interiore e affettiva intensa; problemi di fede si pongono a quelle che vivono in ambienti in cui la fede è discussa e non praticata da tutti coloro che la circondano; problemi di vita spirituale, del futuro, di vocazione sorgono in quelle che vivono in una fervida atmosfera religiosa.

Inizi di crisi religiosa sono frequenti là dove famiglia e scuola non sono sul medesimo piano spirituale. La bambina che ieri ammetteva e credeva tutto quello che le si diceva, ora adolescente, vuoi sapere e capire il “ perché ” ed il fondamento di quel che le si insegna: è questa una evoluzione fatale, pericolosa sotto certi aspetti, provvidenziale sotto altri, è la tappa necessaria, il passaggio dalla fede passiva alla fede personale. Perché sia superato facilmente e felicemente questo periodo, è necessario completare l'insegnamento e la formazione dati nella fanciullezza con risposte chiare e convincenti alle domande e ai dubbi religiosi della adolescente.

Non è sempre una cosa facile: molte volte i problemi che la agitano non si formulano in termini chiari e precisi neppure a lei stessa e non vertono su un punto determinato: creano solo una “ impressione ” generale di dubbio e di incertezza. La adolescente, l'abbiamo visto, è molto soggetta alle proprie impressioni, e le segue senza analizzarle o discuterle: si può quindi comprendere quali ripercussioni abbiano sul suo spirito e sulla sua condotta questi stati d'animo di disagio religioso.

L'educatrice deve aiutare la adolescente a precisare le proprie difficoltà, aiutarla a risolverle e soprattutto invitarla a non tenere in troppa considerazione le impressioni ingiustificate. È sempre utile in simili occasioni ricordare le grandi verità religiose e razionali che sono a fondamento della fede.

Per le adolescenti che vivono in un ambiente familiare e sociale credente, il problema religioso assume altri aspetti: le eventuali crisi non verteranno sulla fede ma sulla pietà: fervore entusiasta, esaltazione, misticismo, si alterneranno con periodi di aridità, freddezza. Cause di questi mutamenti non sono soltanto gli incidenti della vita fisiologica della adolescente, ma soprattutto quelli della sua vita affettiva e sentimentale: nei giorni sereni proverà un fervore quasi sensibile, nei momenti di sconforto o di delusioni proverà i sentimenti opposti: avrà l'impressione di un cielo vuoto e muto, in cui nessuno ascolta la sua invocazione e risponde alla sua preghiera.

Frequentemente in questi giorni di gioia o di prova penserà di entrare più tardi nella vita religiosa: gli esempi che ha sotto gli occhi, la gioia che prova nella preghiera nei momenti di fervore, il bisogno di conforto, la volontà di consacrare la vita ad un compito nobile, possono suscitare in lei un tale desiderio. Solo l'avvenire potrà dire se si tratta di vera vocazione con una solida base. Non si deve dare un valore definitivo a ciò che può essere una semplice emozione religiosa passeggera; non si deve però neppure negarle qualsiasi serio fondamento.

Attraverso tutti questi sbalzi si forma e si costruisce la personalità religiosa. L'adolescenza è l'età in cui incomincia a porsi il problema del valore dei grandi sentimenti umani: il sentimento religioso non può sfuggire all'indagine, in ispecie presso quelle che hanno una certa profondità e che cominciano a riflettere.

Non neghiamo che alla base della pietà della adolescente non ci sia l'insegnamento ricevuto in casa, che la pratica non subisca degli alti e bassi dovuti alla sensibilità vivissima di questa età. In un certo numero però non c'è solo docilità a una educazione o continuazione di abitudini prese nell'infanzia o ancora dipendenza di successivi stati di animo, che spiegano i problemi religiosi della fanciulla ed il suo atteggiamento verso di essi, c'è qualcosa di più, è il risveglio di una personalità e la intuizione del rapporto tra l'essere umano limitato e fragile e Dio, Su questa base di sentimento, di ragione e di fede, si può creare una religione personale, necessariamente affettiva, trattandosi di una donna, ma fondata solidamente su di una chiara visione e una intuizione della condizione dell'uomo dinanzi a Dio.

La pietà della adolescente subirà molto l'influsso dei suoi umori: quando prova gioia, conforto a pregare, è generosa, fa dei fioretti, dei servigi, ha la convinzione di amare molto Iddio. Ma quando, e non sa neppure lei il perché, non prova nessun gusto a pregare, nessun entusiasmo religioso, il più piccolo sacrificio le pesa, il più piccolo sforzo le costa moltissimo: tutti i suoi generosi progetti per il futuro sfumano; si sente fiacca, triste, scoraggiata, cattiva; si paragona alle altre che giudica " migliori ", ha l'impressione di non sapere più amare.

Sarà difficile farle capire - ed è opportuno ripeterglielo spesso - che lo stato d'animo non ha importanza nella vita spirituale; non si ama Iddio perché si " sente " il suo amore, ma quando Gli diamo prova del nostro amore, anche senza sentire niente, facendo fedelmente il nostro dovere. Occorrerà molto tempo perché si persuada che amare non è tanto opera del sentimento, bensì della volontà e dono concreto di sé: tanto meglio poi se il sentimento si unisce alla volontà, la riscalda, la rende pronta e gaudiosa: il nostro cuore umano, fragile, ha bisogno di provare ogni tanto questa gioia. Ma l'essenziale non è qui; è nel compimento fedele del proprio dovere in " spirito " d'amore, di docilità alla volontà di Dio.

La mamma deve sforzarsi di far comprendere alla propria figliola la vera pietà, deve aiutarla a liberarsi dagli influssi deprimenti o esaltanti degli stati d'animo o delle impressioni passeggere, e a fondarsi sulla solida roccia della fede e del dono volontario di sé.



Riepilogo

Riassumiamo le prime scoperte fatte nel nostro sforzo di comprendere l'anima della adolescente.

Nell'adolescenza il corpo della bambina sta acquistando progressivamente il suo aspetto definitivo. Lo stesso avviene nell'anima. Caratteristiche di questa età sono la presa di coscienza di una personalità in formazione, la sensazione profonda e viva di avere risorse nuove e la volontà di usarle e di affermarsi. Donde il non ammettere di essere trattata come una bambina, l'indocilità, il desiderio di una maggiore libertà, la rivendicazione del diritto di avere idee personali, dei gusti personali, delle attività personali.

Ma la adolescente ha una personalità ancora incompleta, caotica, in formazione; la sua intelligenza ha appena cominciato a prendere coscienza del mondo; il suo cuore (lo vedremo nel prossimo capitolo) si sta aprendo al sentimento profondo e sbalorditivo della tenerezza e dell'amore; la sua volontà è ancora incapace di esercitare un dominio di sé. Queste le cause delle analisi, delle introspezioni per cercare di conoscersi, della timidezza da un Iato e la ostinazione nei giudizi, lo scoraggiamento, gli sbalzi di umore, l'instabilità generale della personalità e della sensibilità, dall'altro. È essenzialmente un'età di transizione; è l'addio della fanciullezza, l'epoca in cui la personalità è in costante metamorfosi e in continua costruzione come le linee del volto; è l'ingresso nel mondo degli adulti, mondo attraente, seducente, misterioso, temibile; è l'alba di un giorno incerto di cui non si riesce a capire come sarà il tempo.

La bambina in questa età ci appare con le sue speranze e i suoi timori, con i suoi entusiasmi e i suoi scoraggiamenti, sicurezza di sé e timidezza, bisogno di indipendenza e di appoggio, età in cui si prepara il destino, età difficile da comprendersi dagli adulti. Età però in cui i genitori, se sono abili, potranno aiutare molto le loro figliole a impostare la loro vita di donne e metterle in guardia dai grandi pericoli.

Quel che distingue maggiormente la donna dall'uomo, quello che la caratterizza nella vita sociale è soprattutto l'intensità della sua vita affettiva. Studieremo ora questo aspetto dell'anima femminile, aspetto in cui è racchiuso non esclusivamente, ma principalmente, il segreto della sua personalità. È infatti impossibile descrivere e capire l'anima femminile senza dare una estrema importanza al cuore.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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