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La psicologia degli adolescenti spiegata alle mamme e ai papà - educazione cristiana

Ultimo Aggiornamento: 01/07/2013 11:03
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01/07/2013 10:42
 
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PARTE SECONDA

L'ADOLESCENZA E LE SUE EVOLUZIONI

CAPITOLO I

  [SM=g1740758]  LE TRASFORMAZIONI FISICHE DELL'ADOLESCENZA


È difficile determinare con precisione i termini di infanzia, preadolescenza, adolescenza e giovinezza. Gli autori sono di diverse opinioni a questo proposito. In quest'opera si considererà l'infanzia come avente termine fisicamente e psicologicamente verso i tredici anni, data dell'inizio della preadolescenza: l'adolescenza propriamente detta verrà fissata verso i quindici o sedici anni: la giovinezza comincerà due anni più tardi.

Tuttavia bisognerà notare che se, abitualmente, c'è una concomitanza tra l'adolescenza fisica e l'adolescenza psichica, con un piccolo ritardo di solito della seconda sulla prima, ci può essere anche il contrario, cioè la psicologia che matura prima del fisico. È una situazione di cui, in genere, si troverà la causa nell'ambiente sociale; un bambino che viva esclusivamente con adulti o che sia a contatto con un ambiente pervertito potrà evolversi spiritualmente più presto che fisicamente: nuova prova, se occorresse, della influenza di quanto ci attornia sul carattere. Nel nostro libro daremo uno schizzo della psicologia del ragazzo tra la fine dell'infanzia e l'inizio della giovinezza: la rappresenteremo nella preadolescenza e nella adolescenza.



Non si cerchi qui una esposizione scientifica completa della questione. Mantenendoci fedeli al proposito pratico che ci guida nel comporre quest'opera diremo appunto ciò che è indispensabile che le mamme conoscano.

L'adolescenza è contrassegnata essenzialmente dalla maturazione e dalla entrata in funzione delle ghiandole riproduttrici. Finora sembravano rimaste a dormire: ecco che si svegliano; i testicoli si mettono a produrre con regolarità lo sperma.

Contemporaneamente immettono nel sangue degli ormoni che, indipendentemente dagli effetti psichici, di cui parleremo nel capitolo seguente, provocano l'apparizione di molteplici caratteri secondari del sesso maschile: pelosità, pelurie lanose, poi peli alle labbra e al mento, mutamento di voce, acquisto di toni bassi del registro vocale. Tutti questi fenomeni secondari vanno affermandosi progressivamente, dopo i modesti inizi della preadolescenza. Nel loro complesso contribuiscono a differenziare l'aspetto fisico dell'adolescente da quello della adolescente e a poco a poco gli fanno acquistare l'aspetto da adulto.

La comparsa dello sperma segna il definitivo abbandono della preadolescenza e l'entrata nella adolescenza. Ormai l'organismo ne produrrà fino all'età avanzata. Lo fabbricherà in quantità notevole, con variazioni di intensità da individuo ad individuo.

Poiché non compie ancora la sua funzione, la natura ha provveduto ad un processo spontaneo di eliminazione di periodicità variabile: ogni due o tre giorni per qualcuno, ogni settimana circa per altri, meno spesso per certuni che in genere saranno i temperamenti meno robusti. C'è chi pensa che un processo di riassorbimento nell'organismo accompagni questo processo esterno di eliminazione. Questi fenomeni per lo più si verificano durante il sonno: talvolta destano il dormiente. Capita anche che si effettuino da svegli, sia spontaneamente poiché è il momento, sia più sovente, in conseguenza di una eccitazione esterna, imprevista o cercata. Spettacoli, pensieri, immaginazioni, letture, abbigliamenti femminili, contatti, lotte tra ragazzi e ragazze e molte altre cause psichiche o fisiche possono causare questo fenomeno. Allora esso è provato dall'adolescente con una sensazione breve, ma intensa, di piacere.

Nella sua essenza questo piacere è fondamentalmente della stessa natura di quello delle relazioni coniugali. Non è della stessa intensità; gli mancano tutte le gioie psicologiche della conquista progressiva. La presenza di un piacere è sufficiente da sola a spiegare quella differenza radicale nell'apprezzare gli elementi sensuali dell'amore che si osserva abitualmente durante la giovinezza, e spesso durante tutta la vita, tra l’uomo e la donna. Più avanti si vedrà quali notevoli ripercussioni psichiche porti con sé questo stato di cose. Basterà che le mamme si ricordino i loro sentimenti personali nell'adolescenza per comprendere che erano essenzialmente di altro genere.

Questo fenomeno di eliminazione dello sperma, indizio del definitivo stabilirsi dell'adolescenza, di solito si colloca tra i quindici e i sedici anni; occasionalmente la data è più precoce o più tardiva di un anno. Se dopo i diciassette anni non si fosse ancora prodotto sarà il caso di consultare un medico. Del resto, per principio, il ricorso periodico ad un medico è consigliabile tanto per il bambino quanto per l'adolescente.

Un certo numero di istituti scolastici ha introdotto opportunamente una o due volte all'anno l'esame medico delle scolaresche: spesso è una ottima occasione per individuare delle difettosità secondarie o dell'apparecchio visivo, uditivo, respiratorio, genitale o scheletrico.

Notiamo che pubertà non è totalmente sinonimo di nubilità: la pubertà indica una fondamentale possibilità di matrimonio e di paternità, ma agirebbe solo a danno della sua stabilizzazione fisica ed intellettuale l'adolescente che desse libero corso alle sue possibilità genitali. La prova è fornita da molti esemplari delle razze nere del Congo dove adolescenza significa di fatto vita genitale. La formazione fisica del negro da questo punto di vista si trova in svantaggio e la sua evoluzione intellettuale è parzialmente bloccata.

Certo la sola causa di questi danni non sembra essere l'esercizio precoce del matrimonio: ma parrebbe tuttavia innegabile che esso vi eserciti una parte importante. La nubilità non si stabilizza che due o tre anni più tardi od anche quattro o cinque, quando l'organismo ha potuto accumulare a poco a poco diverse riserve: allora vi sarà la possibilità concreta, e questa volta indenne da ogni inconveniente fisico e intellettuale, del matrimonio e della paternità.

Prima dell'inizio decisivo dell'adolescenza con il fenomeno che abbiamo ricordato, il ragazzetto può provare nella sfera genitale delle sensazioni che, pur non essendo dello stesso tipo di quelle che abbiamo descritto, tuttavia non sono meno di natura piacevole e sensuale.

Ma è il verificarsi della funzione spermatica ciò che segna una tappa decisiva nettamente tracciata nel fisico come nella psiche dell'adolescente.

Questa evoluzione psichica è quella che descriveremo adesso.




CAPITOLO II

LE TRASFORMAZIONI PSICOLOGICHE DELL'ADOLESCENZA


L'adolescenza è stata paragonata ad una seconda nascita. È un paragone che presenta un notevole fondo di verità. La nascita è in parte continuazione della vita fisica antecedente e tuttavia comporta modifiche importanti e soprattutto condizioni nuove di esercizio del sistema respiratorio, circolatorio e sensoriale in genere. Lo stesso si può dire dell'adolescenza.

Benché sia da certi punti la continuazione dell'infanzia, tuttavia comporta certi rivolgimenti fisici, in parte descritti, e ancor più notevoli evoluzioni psicologiche.



La personalità si afferma

Di solito si dice che il bambino raggiunge la età della ragione a sette anni. Non contraddiremo questa affermazione: però bisogna intenderla in senso ristretto: è l'età in cui il bambino può arrivare a capire la ragione, ma non a rendersi conto personalmente della fondatezza di un comportamento o di una azione.

Età della ragione corrisponde a età della comprensione ancora rudimentale, ma reale di un certo numero di precetti morali insegnati dal di fuori e di cui egli afferra non l'esatta portata, ma almeno il significato.

Il bambino accetta questi insegnamenti perché gli sono impartiti da una persona che egli ama e di cui si fida e nello stesso tempo da chi è forte e verso cui egli ha tutto l'interesse a mostrarsi docile. A questa età del resto il bambino è ancora estremamente credulo e senza scetticismo: ammetterà facilmente ciò che gli dice un adulto, soprattutto se questo adulto gli è ben noto ed è afflato da lui.

Il bambino accetta, ma non giudica, crede e non discute. Questo non significa che obbedisca sempre. La sua piccola personalità in formazione più di una volta cercherà, secondo il suo temperamento e gli stimoli che da esso riceve, di agire a modo suo. Ma questi inviti che vengono dall'interno egli non li discuterà più di quanto discute i comandi venuti dal di fuori. Li seguirà “ impulsivamente ” quando gli sembrerà che gli giovino a meno che una proibizione intimatagli, o la paura di essere colto in flagrante o di una punizione o di un dispiacere, non vengano in suo aiuto per saper resistere.

Il risveglio della personalità infantile, per quanto. reale, è però determinato quasi totalmente dalle inclinazioni istintive del carattere e dai risultati del sistema educativo. L'atteggiamento del bambino non è il risultato di una presa di coscienza di se stesso e di una decisione maturata dalla riflessione, ma deriva da impulsi del temperamento e da automatismi fisici, affettivi e morali acquistati dall'educazione precedente.

Le cose andranno ben diversamente nel progressivo sviluppo della preadolescenza e soprattutto dell'adolescenza. L'adolescente non accetta più come oro colato tutto ciò che gli si dice: l'età della critica ha preso il posto dell'età della credulità. Giudica, discute, se non sempre esternamente poiché la paura glielo può impedire, almeno in foro interno. Troverà obiezioni per fare quanto gli verrà imposto dal di fuori. Lo sviluppo della sua intelligenza, il suo aprirsi ad una esigenza di logica, la perdita della fede nell'infallibilità degli adulti, l'osservazione di qualche loro insuccesso sono le cause di questa evoluzione. Età dell'adolescenza è uguale a età della discussione.

Le verità non sono più ammesse perché sono affermate da un adulto nel quale si ha fiducia, ma perché dopo un esame, derivato da una ispirazione o da un giudizio spontaneo più che da un vero studio, esse sono apparse realmente come tali. Parimenti non si ubbidisce più né totalmente né sempre agli impulsi istintivi o alle forme di automatismo acquisiti dal sistema educativo infantili, ma, su certi punti e in certi settori più o meno larghi, alle conclusioni dei propri giudizi e alle esigenze ammesse e consentite dalla coscienza.

Dunque in realtà assistiamo al risveglio nettissimo di quello che potremmo chiamare la personalità della vita. Abbiamo qui un fatto psicologico di estrema importanza che fa veramente dell'adolescenza una età nuova della vita. È una rottura progressiva ma profonda nei confronti della condizione infantile, un decisivo accostamento alla psiche dell'adulto. L'adolescente ha smesso di essere bambino, sta diventando uomo. Abbandona i suoi interessi, le sue attitudini, i suoi giudizi infantili, entra nel mondo dei problemi dell'uomo fatto. Le mamme che si sentono spontaneamente piene di tenerezza per il bimbo fragile, completamente dipendente da loro, si difendono istintivamente contro questa evoluzione emancipatrice. L'accettano a malincuore e disilluse. Molte avranno la tendenza a voler conservare bambini il più lungamente possibile i loro preadolescenti e a continuare a trattarli come tali. È un grave errore pedagogico. Le mamme devono pur capire che l'approssimarsi e il sopravvenire delle attività genitali segnano la fine definitiva dell'età infantile e l'inizio di interessi ed emozioni dell'età adulta. L'adolescente, anche il preadolescente non devono più essere trattati da bambini, ma da persone fatte o in via di formazione. Studiarne più particolareggiatamente i molteplici indizi della nascita della personalità adulta nell'adolescente nei diversi campi in cui si manifesta, intellettuale, affettivo e morale.




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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