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La psicologia degli adolescenti spiegata alle mamme e ai papà - educazione cristiana

Ultimo Aggiornamento: 01/07/2013 11:03
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01/07/2013 10:47
 
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L'adolescente sente che la sua sensibilità si intensifica


L'età dell'infanzia era una età di immaginazione. Estremamente ricca verso i quattro, cinque anni, questa facoltà andrà svanendo con gli anni, o almeno prenderà una piega più realistica e più pratica.

Grazie alla sua vita immaginativa e alle infinite possibilità di attuazione che essa presenta, il bambino poteva compensare la sua fragilità estrema nei contrasti della vita reale. Quanto meno si può, tanto più si sogna: il sogno permette di compiere facilmente mille cose meravigliose mentre a quattro, cinque anni ci si sente terribilmente piccoli di fronte alla realtà. Ma bisogna anche dire che quanto più si può, tanto meno si sogna, perché si trovano nella costruzione reale della vita gioie più palpabili e più concrete di quelle del sogno.

In questo senso l'adolescenza non è più l'età della immaginazione. Indubbiamente l'adolescente sognerà ancora. I suoi sogni non saranno più popolati di fate, ma di ragazze, non d'avventure d'indiani e di cacciatori, ma di successi sociali o professionali. All'immaginazione dì fantasie o di sogni succede a poco a poco l'immaginazione di realtà e di creazioni. Evidentemente questa evoluzione non si compie in un giorno: non sopprime ogni sogno od ogni poesia: non comprende la totalità del sesso maschile: alcuni dal temperamento di artisti vedranno anche arricchirsi la loro immaginazione di tutto il loro nuovo bagaglio intellettuale: ma sarà l'evoluzione della maggior parte. Se però m molti quanto più avanza l'adolescenza c'è questa nuova saggezza e relativo imbrigliamento della immaginazione c'è anche, d'altra parte, un risveglio e una emancipazione della sensibilità, e, lo vedremo più avanti, del sentimento amoroso.

Senza dubbio molti bambini hanno dell'amor proprio, sono felici dei complimenti che vengono loro rivolti o addolorati dei rimproveri che ricevono. È chiaro che preferiscono i primi ai secondi. Ma l'impressione che ne risentono è di breve durata. Quando si tratta di un bambino piccolo tutti sappiamo quanto sia facile — stornando la attenzione su un altro oggetto — far seccare le sue lagrime. Certo se la causa di queste lagrime è duratura — la puntura di una spilla, un mal di denti violento, ecc, — esse continueranno o riprenderanno nonostante le suppliche o gli scongiuri. Ma quando manca una simile causa duratura è molto facile far passare il piccolo dalle lagrime al riso ed interessarlo a qualcos'altro. Dopo un istante non si ricorderà più perché piangeva. Questo perché la sua sensibilità è ancora tutta superficiale e le sue emozioni coscienti non giungono in profondità. Questo stato di cose resta fondamentalmente lo stesso durante la seconda e la terza infanzia: però durante questi periodi c'è un lento e progressivo perfezionamento della sensibilità in profondità.

Nella adolescenza, in diretta dipendenza dalla sua evoluzione fisica e dalla presa di coscienza di se stesso che sta acquistando, il ragazzo vede aumentare la sua sensibilità in intensità, in ampiezza e in interiorità.

Mille cose che ieri lo lasciavano indifferente oggi lo fanno reagire affettivamente nei loro confronti. Ne abbiamo già indicate molte: i suoi successi o insuccessi scolastici, i vantaggi o gli svantaggi della sua posizione sociale. Aggiungiamo le simpatie o le antipatie che trova o suscita, la stima o il disprezzo che gli viene manifestato, la sicurezza o la timidezza che prova in pubblico. Soprattutto un elemento servirà a rendere più viva questa sensibilità e cioè una specie di fenomeno di concentrazione o di interiorizzazione dei suoi sentimenti. Il bimbo di pochi anni o il ragazzo di dodici o tredici, manifesta immediatamente all'esterno i sentimenti più o meno superficiali che prova: gioia o tristezza, soddisfazione o collera, ardimento o timidità. Non ha ancora il pudore dei suoi sentimenti o ha soltanto un inizio di pudore. Non gli importa assolutamente niente di quello che si può dire.

L'adolescente invece ha acquistato la nozione precisa dell'ambiente dove cresce: sa i sentimenti che conviene esprimere, anche se non si provano e quelli che bisogna tacere o nascondere, la gelosia, per esempio, se la si prova. Il “ cosa si dirà ” lo costringe a fingere. Non sarà soltanto, come nel bambino, la paura di uno schiaffo che gli farà nascondere ciò che prova, ma un sentimento ben più profondo o ben più tirannico: la paura dell'opinione che si potrà avere di lui e del giudizio sul suo conto. Ma appunto un sentimento che si possa esprimere e al quale venga dato libero corso trova contemporaneamente, dal fatto stesso della sua manifestazione, un alimento al suo prolungamento, ma anche un abbassamento di tensione; una collera espressa in termini violenti e sfociata in una lotta a corpo a corpo trova in questo esercizio una gran distensione; al contrario un sentimento soffocato o domato continua a crescere di tensione, almeno per un certo tempo.

Questi diversi elementi, operando di concerto contribuiscono a dare all'adolescente una sensibilità molto più viva che al bambino. L'adolescenza con la giovinezza è senza dubbio l'età della sensibilità più intensa.

Più tardi la posizione di indipendenza di cui godrà in casa sua e forse nell'esercizio della sua professione, la padronanza di se stesso acquistata con gli anni permetteranno all'adulto di manifestare senza ritegno, o almeno con poco ritegno, i suoi diversi sentimenti.

La condizione di dipendenza dell'adolescente in casa ed a scuola l'obbliga a soffocare le emozioni provate senza conoscere con chiarezza il movente che ve lo costringe, ma per un imperativo piuttosto cieco della coscienza o del suo ambiente. Da ciò deriva il carattere vivace della sua sensibilità: il minimo rimprovero spesso lo vedrà battere i piedi da insubordinato, brontolone, pieno di rispostacce, insolente e volgare o, se la paura lo costringe a tacere, mordere il freno con i nervi tesi, scontento, demoralizzato, attento a prendersi la rivincita. D'altra parte una manifestazione di simpatia od un complimento lo faranno raggiante, entusiasta, esultante, pieno di riconoscenza o di gratitudine, presto attaccato a chi — pensa lui — lo comprende e lo stima.

La mamma avrà dunque tutto l'interesse a tenere conto dell'estrema sensibilità e della suscettibilità dell'adolescente. A quest'età più che in ogni altra bisogna stare in guardia dall'usare quelle ingiurie sferzanti o quei giudizi definitivi ai quali facilmente potrebbero essere portati i genitori dal malcontento od anche dalla esasperazione di fronte alla insubordinazione o ai capricci del carattere del loro adolescente. Quante volte abbiamo dovuto costatare che una parola a sproposito “ tu non sei buono a nulla ”, “ tu sei un idiota ” è stata l'origine in un adolescente di attitudini ostili, di rivolte, di pigrizie, di “ menefreghismo ”, di ripiegamento in se stesso durato per anni.

L'adolescenza facilmente è un'età insopportabile ed è difficile per i genitori agire con pazienza ed abilità con i loro ragazzi in questo periodo della loro vita. Almeno capiscano che questa è un'età di grande sensibilità, di una suscettibilità a fior di pelle, di una notevole impressionabilità, di un orgoglio che presto è ferito e presto si adombra.

Che ne tengano conto nel loro modo di agire, non per rinunciare al loro compito di educatori, ma per adempierlo con maggior abilità.



L'adolescente si apre al sentimento dell'amore

L'età dell'adolescenza è anche l'età della nascita del sentimento d'amore. Questo fenomeno si inizia in conseguenza degli ormoni erotizzanti che la pubertà immette nel sangue ed anche in conseguenza dell'ambiente sociale in genere che agisce nella stessa direzione.

Per la maggior parte degli altri tratti dell'adolescenza abbiamo potuto osservare che già si delineavano, in maniera incipiente, nell'età infantile.

L'inizio dell'amore invece è un sentimento del tutto nuovo. Il bambino aveva dei piccoli amici, dei compagni di scuola o gioco, ma nel complesso era incapace dì una amicizia propriamente detta. Del resto cosa poteva comunicare agli altri sui sentimenti piuttosto superficiali da lui provati, ma non analizzati, in mancanza d'una vita interiore? Sulla emozione che d'altronde gli sarebbe stato molto difficile esprimere in mancanza di un vocabolario sufficiente e adatto?

Che argomenti avrebbe potuto trovare per uno scambio di vedute quando la sua esperienza della vita sociale era ancora agli inizi, mentre era frammentaria la capacità di un ragionamento logico? Anche l'adolescente si troverà parzialmente alle prese con questa difficoltà della insufficienza del vocabolario, benché l'audizione ormai universale della radio e delle canzoni d'amore abbia molto allargato, da questo punto di vista, le sue possibilità di espressioni sentimentali.

I motivi fisiologici e sociali che abbiamo ricordato orientano infallibilmente l'individuo normale verso il risveglio del sentimento amoroso: esso provocherà delle manifestazioni di tipo diverso, ma fondamentalmente identiche.

Nell'adolescente il sorgere del sentimento amoroso avviene in due tappe, che possono, molte volte, essere simultanee od anche scambiarsi, ma che in genere si presentano come segue: evoluzione verso l'amore con una preparazione preliminare delle sue basi fisiche e poi con una aggiunta ulteriore dei suoi elementi sentimentali. Quanto più l'adolescente sarà privo di compagnia femminile tanto maggiore sarà la distinzione nella comparsa delle due fasi. Se invece in seno alla famiglia o nel suo ambiente di società potrà godere della loro compagnia vi sarà una tendenza tanto maggiore alla loro simultaneità. Per maggior chiarezza le studieremo separatamente.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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