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A TE QUINDICENNE E AI TUOI GENITORI educazione cristianaalla purezza

Ultimo Aggiornamento: 22/03/2015 10:31
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01/07/2013 11:43
 
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4a ARMA: la preghiera

Credi tu al Vangelo?


Allora medita queste parole: «Questo genere di demoni non si può cacciare se non con la pre­ghiera e col digiuno». O anche queste altre: «Vegliate e pregate! affinché non cediate alla tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole! » (Marco 24, 36).

Anche se hai cacciato satana dal tuo cuore con una generosa confessione, non credere che egli si consideri vinto così presto. Anche qui abbiamo le parole del Maestro: «Quando lo spirito impuro è uscito da un uomo, va per luoghi aridi in cerca di riposo, e non ne trova. Allora dice: Ritornerò nella casa da dove sono uscito. E, ritornando, la trova vuota, netta e ornata. Allora va a prendere altri sette spiriti più cattivi di lui ...».

Non rimanere abbandonato alla tua propria forza, cioè alla tua propria debolezza!

A lato della tua fragilità metti il coefficiente del soccorso che viene dall'alto.

Fa' in modo che i tuoi deficit umani siano riparati dalla supplenza divina!

L'uomo non è altro che una canna. Ma prova­ti un po' a introdurre nel buco di questa canna una verga d'acciaio e vedrai come la canna parte­cipa subito alla resistenza dell'acciaio. Così devi mettere la tua debole natura sotto la custodia della potenza divina.

Inzuppa l'anima tua nella preghiera.

Gli antichi immaginavano che un uomo tuffa­to nel fiume Stige diventasse invulnerabile. Omero canta del giovane Achille reso appunto così invulnerabile in tutto il corpo, eccetto che nel tallone per il quale la madre l'aveva tenuto per tuffarlo.

Favola del paganesimo! Realtà del cristianesi­mo!

L'uomo tuffato nel fiume della preghiera, resisterà ai colpi del nemico.

Al contrario, chi resta ferito nella lotta per la virtù? l'imprudente che non s'è fortificato col soc­corso dell'alto, che ha trascurato a poco a poco la preghiera, simile al soldato che si disarmasse len­tamente, gettando via le sue armi, una a una.

E perchè il poverino non ha più pregato? Perché non ha compreso che l'uomo è veramen­te grande solo quando si mette in ginocchio!

Spesso le colpe d'impurità sono dovute a colpe d'orgoglio.

I filosofi orgogliosi, dice S. Paolo, si sono per­duti nei loro pensieri e si sono macchiati con ogni genere di brutture. Presunzione dello spirito, punita dalla devia­zione della carne.

Uno si crede un superuomo! e poi diventa un sotto-uomo, col mettersi al livello delle soddisfa­zioni animali.



Pregare durante la tentazione è come un man­tenersi in contatto con Dio; è come, durante la battaglia, restare in comunicazione con il coman­do centrale per ricevere i rinforzi necessari. Questi rinforzi, nella lingua dei teologi, si chiamano grazie attuali. Senti l'originale para­gone che fa Luca Miriam: «Mediante le grazie attuali Dio ci manda continuamente rinforzi di truppe». Pregare è come un agire sulla Causa prima (Dio!) dalla quale tutte le cause seconde ricevono la loro forza.

Pregare equivale a non restare isolati e mette­re al proprio fianco la più alta forza che esista. Durante la grande guerra, qual era la maggio­re preoccupazione delle Nazioni belligeranti? Non restare sole; farsi degli alleati. Opera nello stesso modo nella lotta per la purezza!

Non restare solo! «Vae soli!», «Guai a chi è solo!»

Fatti, con la preghiera, un incomparabile alleato: Dio!



Però, nota bene, la preghiera non ti dispense­rà affatto dalla lotta e dall'azione.

«Bisogna pregare, dice sant'Ignazio, come se tutto dipendesse da Dio, ma bisogna lavorare come se tutto dipendesse da noi! » Prega e lavora: «Ora et lavora».

Osserva il fenomeno fisico del vapore: il calo­re si converte in movimento. Così il tuo cuore riscaldato dall'orazione e provvisto di calorìe divine, passerà generosamente all'opera.

La nostra preghiera dev'essere seria. Non un semplice sbattere delle labbra, un gesto meccanico che fa passare il rosario, ma uno slancio dell'anima.

Le preghiere sacre che si trovano nei libri, convengono a tutti, solo perchè non convengono esattamente a nessuno; esse rassomigliano al vero sentimento del cuore, come un fiore di pla­stica rassomiglia a un fiore naturale.

Si può forse surrogare lo splendore e il profu­mo d'un fiore?

Se un amico, al primo di gennaio, o al giorno della mia festa, venisse a leggermi un complimen­to pescato in un «Manuale dei complimenti» io gli direi: «Amico, chiudi in fretta quel cattivo libro! dimmi invece qualche cosa che ti viene dal cuore!

Così Iddio preferisce qualche cosa di noi, anche un sentimento del cuore anzichè la recita delle più belle parole... composte dagli altri.

Però, se tu non riesci a pregare senza l'aiuto d'un testo preciso o d'una orazione vocale, biso­gna certamente ricorrere a questi mezzi. E una cosa meno perfetta in se stessa, ma è meglio que­sto che niente.

Scegli bene questo libro, questa formula. Non dimenticare che la preghiera più eccel­lente per il cristiano è la preghiera-tipo, cioè il Pater, poichè fu composta da Dio stesso. Quando gli fu chiesto: «Maestro, come bisogna pregare?» rispose: «Voi pregherete così...».

Quando lo reciti, o giovane, sottolinea con il cuore la finale: «e non lasciarci soccombere alla tentazione, ma liberaci dal male! ».



Psichari, il glorioso convertito nipote di Renan, aveva adottato questa preghiera molto corta: «Signore, che io sia logico, cioè coeren­te!». È tutto qui.

Quando uno è cattolico, quando uno ha com­preso ciò che è l'amore di Gesù Cristo, ciò che è il peccato mortale, quando uno crede all'Inferno e al Paradiso, il resto non è altro che un affare di pura logica, cioè di coerenza.

Non basta conoscere la verità, bisogna viverla intensamente!

Al giudizio finale, il Signore non ci domande­rà solo se abbiamo creduto, ma anche se siamo stati coerenti con la nostra fede. Egli ha detto: «Colui che ha creduto e ha fatto, quegli, e non altri, sarà salvo», e il suo apostolo san Giacomo ripete lo stesso insegnamento: «Sbarazzatevi d'ogni immondezza, e da ogni resto di malizia e ricevete con dolcezza la parola che può salvare le anime vostre» (1,21).

Ma mettetela in pratica questa parola; e non vi limitate ad ascoltarla!

Continua san Giacomo: «Che serve, fratelli miei, se uno dice d'aver la fede ma non ha le opere? Questa fede può salvarlo? La fede senza le opere è morta ... Tu credi che c'è un Dio solo? Fai bene, ma anche i demoni lo credono e tremano ... O uomo vano, la fede senza le opere non vale nulla ... L'uomo è giustificato in virtù delle opere, e non soltanto in virtù della fede... Come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta» (2,14-26). Concedetemi dunque, o Signore, d'essere non solo un credente, ma anche un praticante!



Sursum corda, in alto i cuori! Facciamo in modo che la preghiera c'innalzi sopra le volgari­tà umane. Noi abbiamo per innalzarci, due ali: la pre­ghiera e la purezza del cuore.

Sì, questo è l'ardito biplano, che con le due ali ci trasporta più in su delle stelle, tanto alto da toccare Dio!

Guglielmo Marconi inventò la telegrafia senza fili e la stessa radio. Con la preghiera, noi comunichiamo ancor più rapidamente e ancor più lontano: non solo da un punto all'altro del mondo, ma da questo mondo al Paradiso!

Le onde hertziane sono meno meravigliose del mirabile fluido che si chiama preghiera, la quale resta l'incomparabile filo che lega la terra al Cielo.



5a ARMA: la devozione a Maria San­tissima

Maria è la patrona titolata, cioè ufficiale, della purezza.

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Ella non è soltanto vergine: è la Santa Vergine, la Vergine delle Vergini, l'Immacolata. Le litanie, che ci enumerano i gioielli della mistica corona che sta in capo a Maria, usano una speciale insistenza nel far brillare, una per una, le perle della sua purezza: Madre purissima. Madre castissima. Madre senza macchia. Madre senza corruzione. Regina degli Angeli. Regina dei Vergini. Regina concepita senza peccato. Hai l'anima macchiata?

Dì alla Vergine: Stella del mattino, prega per noi! Salute degli infermi, prega per noi! Rifugio dei peccatori, prega per noi!

Quanti giovani furono salvati dalle brutture del vizio mediante la devozione a Maria!

Il Padre Van Volckxsom, nel Mese a Maria, porta questo esempio: «Un giovane di nobile famiglia andò a Roma dopo lunghi viaggi. Avendo udito una predica del Padre Zucchi, si presentò a lui e gli espose il miserabile stato dell'anima sua. Aveva contratto le più viziose abitudini e, quello che è più grave, dichiarò che, benchè sentisse il desiderio di cam­biar vita, non aveva il coraggio di spezzare i suoi legami. «Sarà l'opera della grazia, gli disse il sacerdote: promettetemi di tornare dopo le vo­stre cadute per quanto possano essere vergogno­se. Vi riceverò sempre con gioia».

Il giovane incoraggiato da quella bontà, ritor­nò molte volte, ricevette l'assoluzione e la comu­nione; ma l'emendamento non si notava affatto.

Un giorno finalmente, mentre il poverino accusava le stesse cadute, il Padre gli disse: «Figlio mio, per la salvezza dell'anima vostra vi voglio dare la Madonna come sovrana e come madre. Se l'accettate e vi mostrate suo servo e figlio, confido che vi darà i soccorsi necessari per sfuggire al demonio. Come segno io vi domando una cosa sola: al mattino, appena alzato, recitate una Ave Maria, in onore della sua verginità senza macchia, poi aggiungete: O mia Regina! O mia Madre io mi offro tutto a voi e per provarvi la mia devota sudditanza vi consacro oggi i miei occhi, le mie orecchie, la mia bocca, il mio cuore, tutto me stesso. Poichè vi appartengo, o mia buona madre, custoditemi, difendetemi, come un bene vostro e una proprietà vostra».

Ripeterete la stessa preghiera alla sera e bace­rete la terra tre volte. E se, durante il giorno o durante la notte, il demonio tenterà di portarvi al male, dite subito: «O mia Regina, o Madre mia! ricordatevi ch'io appartengo a voi, custoditemi, difendetemi, come un bene vostro e una proprie­tà vostra».

Il giovane, meravigliato di trovare un rimedio così facile, promise tutto al Padre e in quella stessa sera, compì la sua promessa.

Dopo qualche giorno, la sua famiglia dovette lasciare Roma, e il giovane fu costretto a seguir­la. Prima della partenza volle la benedizione del Padre, con cui rinnovò l'impegno assunto.

Quattro anni dopo tornò a Roma; corse a tro­vare il Padre Zucchi e si confessò. «Sembrava, diceva il Padre, il quale raccontò questo fatto, d'udire la confessione d'un santo! ». Meravigliato per un così profondo cambia­mento, gli domandai come fosse stato possibile tanto prodigio. «Padre mio, disse il giovane, devo la mia conversione alla piccola preghiera che mi avete insegnato. Non tralasciai di recitar­la ogni mattino e ogni sera; e quando si presen­tava la tentazione, chiamavo Maria in soccorso, secondo il vostro consiglio, e in grazia di Lei non sono mai caduto! ».

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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