È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Canonizzazioni dei Sommi Pontefici Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2014 20:24
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
21/04/2014 23:40
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota








  seguiremo qui l'evento Ecclesiale.... e, a seguito di dispute e discussioni sul concetto di infallibilità petrina a riguardo delle Canonizzazioni, rispondiamo condividendo il contributo offertoci da Don Raimondo Mameli (che profondamente ringraziamo)

Don Raimondo Mameli C’è in questi giorni un gran parlare intorno al tema dell’infallibilità delle canonizzazioni.
È dato acquisito dalla teologia cattolica (Billot…) che mentre le beatificazioni sono un atto transeunte, reformabile, all’interno del processo di accertament
o delle virtù del servo di Dio, le canonizzazioni, invece, come sentenza definitiva del Romano Pontefice che vincola tutta la Chiesa, sono irreformabili, e godono di infallibilità.

Il papa non erra nel dichiarare che il santo canonizzato abbia meritato, esercitando le virtù eroiche, d’essere nella gloria del paradiso; né erra la liturgia (lex orandi, lex credendi…), nella quale si rende culto al nuovo santo.

Cosa insegna il Dottore Angelico in proposito? 

1. Quodlibet IX, q. 8 s. c. 1: «In Ecclesia non potest esse error damnabilis. Sed hic esset error damnabilis, si veneraretur tamquam sanctus qui fuit peccator, quia aliqui scientes peccata eius, crederent hoc esse falsum; et si ita contigerit, possent ad errorem perduci. ERGO ECCLESIA IN TALIBUS ERRARE NON POTEST».

2. Quodlibet IX, q. 8 s. c. 2: «Praeterea, Augustinus dicit in epistola ad Hieronymum, quod si in Scriptura canonica aliquod mendacium admittatur, nutabit fides nostra, quae ex Scriptura canonica dependet. Sed sicut tenemur credere illud quod est in sacra Scriptura, ita illud quod est communiter per Ecclesiam determinatum: unde haereticus iudicatur qui sentit contra determinationem Conciliorum. Ergo COMMUNE IUDICIUM ECCLESIAE ERRONEUM ESSE NON POTEST; et sic idem quod prius».

3. Quodlibet IX, q. 8 co.: «Dicendum, quod aliquid potest iudicari possibile secundum se consideratum, quod relatum ad aliquid extrinsecum, impossibile invenitur. Dico ergo, quod iudicium eorum qui praesunt Ecclesiae, potest errare in quibuslibet, si personae eorum tantum respiciantur. Si vero consideretur divina providentia, quae Ecclesiam suam spiritu sancto dirigit ut non erret, sicut ipse promisit, Ioann. X, quod spiritus adveniens doceret omnem veritatem, de necessariis scilicet ad salutem; CERTUM EST QUOD IUDICIUM ECCLESIAE UNIVERSALIS ERRARE IN HIS QUAE AD FIDEM PERTINENT, IMPOSSIBILE EST. […].QUIA TAMEN HONOR QUEM SANCTIS EXHIBEMUS, QUAEDAM PROFESSIO FIDEI EST, QUA SANCTORUM GLORIAM CREDIMUS, PIE CREDENDUM EST, QUOD NEC ETIAM IN HIS IUDICIUM ECCLESIAE ERRARE POSSIT».
Sic stantibus rebus, chi nega tale infallibilità – benché essa non sia un dogma di fede - è in errore, dà scandalo nella Chiesa e reca offesa al santo (Benedetto XIV).



 


San Tommaso spiega, in sostanza,  che nella Chiesa non può esistere un errore che possa causare danno ai fedeli.
1.Sarebbe un errore del genere, se venisse venerato come santo chi fu invece un peccatore, poiché chi fosse edotto intorno ai peccati di tale peccatore sare
bbe indotto a credere nella falsità della sua canonizzazione.
2. La Chiesa non può errare nelle canonizzazioni dei santi, secondo san Tommaso.
Poi aggiunge, citando sant’Agostino, che se nella Sacra Scrittura si ammettesse la presenza di errori, sarebbe compromessa la nostra fede che promana dalla pagina rivelata. E come bisogna credere all’inerranza della Scrittura, occorre credere a ciò che la Chiesa ha unanimemente stabilito, essendo eretico, per esempio, chi giudicasse contro i decreti conciliari.
3. L’unanime sentenza della Chiesa non può errare. Nel respondeo, distingue tra la possibilità di errare relativa a chi guida la Chiesa, se lo si considera in quanto tale, prescindendo teoricamente dall’azione della Grazia; se si considera la Divina Provvidenza, questa fa sì, attraverso l’azione dello Spirito Santo, che la Chiesa non erri, secondo la promessa di Cristo circa l’invio dello Spirito Santo perché mostri la verità tutta circa le cose necessarie alla salvezza.
È certa l’impossibilità che il giudizio della Chiesa universale in materia di fede possa errare. Poiché l’onore reso ai santi è a guisa di una professione di fede, attraverso la quale crediamo nella Gloria dei santi, si deve credere piamente che il giudizio della Chiesa non possa errare in materia di canonizzazioni.






[Modificato da Caterina63 27/04/2014 14:40]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
27/04/2014 10:41
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota






















http://d2.yimg.com/sr/img/1/b2f3ddd1-c25e-3dfe-8328-8efb52a5ab48


http://d4.yimg.com/sr/img/1/25092fa5-ae27-305d-9d86-01d62e592d0d

http://d4.yimg.com/sr/img/1/3ed1dde5-c48d-3f99-ad2d-c069f4f3f217


http://d3.yimg.com/sr/img/1/77a9d990-5e61-32ab-b33f-12bb294d606d

http://d4.yimg.com/sr/img/1/76acae1e-4edb-3125-90d9-63b39b54cbdd















[Modificato da Caterina63 27/04/2014 12:51]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
27/04/2014 13:37
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota


 SANTA MESSA E CANONIZZAZIONE DEI BEATI GIOVANNI XXIII EGIOVANNI PAOLO II

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Piazza San Pietro
II Domenica di Pasqua (o della Divina Misericordia), 27 aprile 2014

Video





http://d3.yimg.com/sr/img/1/8e3f0598-1102-3ec8-8039-c2969f7a9042




http://d1.yimg.com/sr/img/1/81c567ff-1239-3b6e-89ba-5beaf93f96b9

 

 

Al centro di questa domenica che conclude l’Ottava di Pasqua, e che san Giovanni Paolo II ha voluto intitolare alla Divina Misericordia, ci sono le piaghe gloriose di Gesù risorto.

Egli le mostrò già la prima volta in cui apparve agli Apostoli, la sera stessa del giorno dopo il sabato, il giorno della Risurrezione. Ma quella sera, come abbiamo sentito, non c’era Tommaso; e quando gli altri gli dissero che avevano visto il Signore, lui rispose che se non avesse visto e toccato quelle ferite, non avrebbe creduto. Otto giorni dopo, Gesù apparve di nuovo nel cenacolo, in mezzo ai discepoli: c’era anche Tommaso; si rivolse a lui e lo invitò a toccare le sue piaghe. E allora quell’uomo sincero, quell’uomo abituato a verificare di persona, si inginocchiò davanti a Gesù e disse: «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20,28).

Le piaghe di Gesù sono scandalo per la fede, ma sono anche la verifica della fede. Per questo nel corpo di Cristo risorto le piaghe non scompaiono, rimangono, perché quelle piaghe sono il segno permanente dell’amore di Dio per noi, e sono indispensabili per credere in Dio. Non per credere che Dio esiste, ma per credere che Dio è amore, misericordia, fedeltà. San Pietro, riprendendo Isaia, scrive ai cristiani: «Dalle sue piaghe siete stati guariti» (1 Pt 2,24; cfr Is 53,5).

San Giovanni XXIII e san Giovanni Paolo IIhanno avuto il coraggio di guardare le ferite di Gesù, di toccare le sue mani piagate e il suo costato trafitto. Non hanno avuto vergogna della carne di Cristo, non si sono scandalizzati di Lui, della sua croce; non hanno avuto vergogna della carne del fratello (cfr Is 58,7), perché in ogni persona sofferente vedevano Gesù. Sono stati due uomini coraggiosi, pieni della parresia dello Spirito Santo, e hanno dato testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio, della sua misericordia.

Sono stati sacerdoti, e vescovi e papi del XX secolo. Ne hanno conosciuto le tragedie, ma non ne sono stati sopraffatti. Più forte, in loro, era Dio; più forte era la fede in Gesù Cristo Redentore dell’uomo e Signore della storia; più forte in loro era la misericordia di Dio che si manifesta in queste cinque piaghe; più forte era la vicinanza materna di Maria.

In questi due uomini contemplativi delle piaghe di Cristo e testimoni della sua misericordia dimorava «una speranza viva», insieme con una «gioia indicibile e gloriosa» (1 Pt 1,3.8). La speranza e la gioia che Cristo risorto dà ai suoi discepoli, e delle quali nulla e nessuno può privarli. La speranza e la gioia pasquali, passate attraverso il crogiolo della spogliazione, dello svuotamento, della vicinanza ai peccatori fino all’estremo, fino alla nausea per l’amarezza di quel calice. Queste sono la speranza e la gioia che i due santi Papi hanno ricevuto in dono dal Signore risorto e a loro volta hanno donato in abbondanza al Popolo di Dio, ricevendone eterna riconoscenza.

Questa speranza e questa gioia si respiravano nella prima comunità dei credenti, a Gerusalemme, di cui parlano gli Atti degli Apostoli (cfr 2,42-47), che abbiamo ascoltato nella seconda Lettura. E’ una comunità in cui si vive l’essenziale del Vangelo, vale a dire l’amore, la misericordia, in semplicità e fraternità.

E questa è l’immagine di Chiesa che il Concilio Vaticano II ha tenuto davanti a sé.Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II hanno collaborato con lo Spirito Santo per ripristinare e aggiornare la Chiesa secondo la sua fisionomia originaria, la fisionomia che le hanno dato i santi nel corso dei secoli. Non dimentichiamo che sono proprio i santi che mandano avanti e fanno crescere la Chiesa. Nella convocazione del Concilio san Giovanni XXIII ha dimostrato una delicata docilità allo Spirito Santo, si è lasciato condurre ed è stato per la Chiesa un pastore, una guida-guidata, guidata dallo Spirito. Questo è stato il suo grande servizio alla Chiesa; per questo a me piace pensarlo come il Papa della docilità allo Spirito Santo.

In questo servizio al Popolo di Dio, san Giovanni Paolo II è stato il Papa della famiglia. Così lui stesso, una volta, disse che avrebbe voluto essere ricordato, come il Papa della famiglia. Mi piace sottolinearlo mentre stiamo vivendo un cammino sinodale sulla famiglia e con le famiglie, un cammino che sicuramente dal Cielo lui accompagna e sostiene.

Che entrambi questi nuovi santi Pastori del Popolo di Dio intercedano per la Chiesa affinché, durante questi due anni di cammino sinodale, sia docile allo Spirito Santo nel servizio pastorale alla famiglia. Che entrambi ci insegnino a non scandalizzarci delle piaghe di Cristo, ad addentrarci nel mistero della misericordia divina che sempre spera, sempre perdona, perché sempre ama.

 




REGINA COELI

Piazza San Pietro
Domenica della Divina Misericordia, 27 aprile 2014

Video

 

Cari fratelli e sorelle,

prima di concludere questa festa della fede, desidero salutare e ringraziare tutti voi!

Ringrazio i fratelli Cardinali e i numerosissimi Vescovi e sacerdoti di ogni parte del mondo.

La mia riconoscenza va alle Delegazioni ufficiali di tanti Paesi, venute per rendere omaggio a due Pontefici che hanno contribuito in maniera indelebile alla causa dello sviluppo dei popoli e della pace. Uno speciale ringraziamento va alle Autorità italiane per la preziosa collaborazione.

Con grande affetto saluto i pellegrini delle Diocesi di Bergamo e di Cracovia! Carissimi, onorate la memoria dei due santi Papi seguendo fedelmente i loro insegnamenti.

 Grazie a tutti!

Il mio saluto va a tutti i pellegrini - qui in Piazza San Pietro, nelle strade adiacenti e in altri luoghi di Roma -; come pure a quanti sono uniti a noi mediante la radio e la televisione; e grazie ai dirigenti e agli operatori dei media, che hanno dato a tante persone la possibilità di partecipare. Ai malati e agli anziani, verso i quali i nuovi Santi erano particolarmente vicini, giunga uno speciale saluto.

Ed ora ci rivolgiamo in preghiera alla Vergine Maria, che sanGiovanni XXIII e san Giovanni Paolo II hanno amato come suoi veri figli.

Regina caeli…



















[Modificato da Caterina63 28/04/2014 13:23]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
28/04/2014 23:57
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

omaggio a Benedetto XVI e a Giovanni Paolo II













[Modificato da Caterina63 28/04/2014 23:58]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
06/05/2014 11:17
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

  breve riflessione.....

Un esempio di DEFORMAZIONE della visione della santità:
una volta si sarebbe costruita grande l'immagine della Madonna con al suo cuore, semmai l'immagine del santo 
Oggi la situazione è stata capovolta: non è il santo che risplende in Maria, ma è Maria che si conforma SI MODELLA - come si vede nella statua - A SECONDA DEL SANTO.....
La statua può apparire bella artisticamente, i gusti son gusti, ma la grandezza della Madre di Dio non sta in rapporto alla grandezza del santo, semmai è esattamente il contrario ...











Viva i Santi si ma per convertirci a Cristo e non per il culto della persona



Laudato si', mi' Signore, 

per sora nostra morte corporale
da la quale nullo homo vivente po' skappare.
Guai a quelli ke morranno ne le peccata mortali; 
beati quelli ke trovarà
ne le sue sanctissime volutati,
ka la morte secunda nol farrà male.

(San Francesco d'Assisi)

 

Il 7 maggio 2014 Radio Vaticana si è "vantata" di questa notizia (1) :

Pakistan: leader musulmani ricordano ed apprezzano San Giovanni Paolo II

Importanti leader musulmani del Pakistan hanno visitato una mostra allestita a Lahore per ricordare Giovanni Paolo II, apprezzandone la sua figura. Come riferisce l'agenzia Fides, dopo aver visto le foto di San Giovanni Paolo II, Syed Abdul Khabeer Azad, imam della moschea reale di Lahore, la più grande del Pakistan, ha detto: “San Giovanni Paolo II ha lavorato per il benessere di tutta l'umanità, senza alcuna discriminazione. Il suo nome resterà vivo nella storia del mondo come un uomo che si è impegnato per la costruzione della pace e la promozione del dialogo interreligioso”.

Oltre a una grande affluenza di fedeli e leader cristiani, alla mostra, organizzata dal Consiglio per il Dialogo interreligioso, avviato dal frate cappuccino padre Francis Nadeem, si sono recati leader musulmani e indù, personaggi della società civile, studiosi, autorità politiche. La mostra, intitolata “Giovanni Paolo II e il Pakistan” commemorava la storica visita di Giovanni Paolo II in Pakistan, il 16 febbraio 1981, e conteneva oltre 100 foto e immagini.

Un altro leder musulmano intervenuto, Pir Shafaat Rasool, presidente del Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha detto. “La gente ricorda quanti lavorano per il benessere e il progresso dell'umanità e non per la guerra e la distruzione. Papa Giovanni Paolo II vive nei nostri cuori perché ha continuato a lottare per il miglioramento dei popoli del mondo. Ci congratuliamo con tutta la comunità cristiana per la proclamazione della sua santità”. (R.P.)

 

****

 

In parte ci congratuliamo anche noi, dal lato umano infatti è importante che nel famoso dialogo di apertura, interreligioso (da non confondersi con l'ecumenismo) ci siano questi riconoscimenti, ma dal punto di vista del Vangelo stesso c'è poco da gloriarsi o vantarsi se, questi riconoscimenti, non conducono al Cristo e si fermano, appunto, al culto della persona.

Quando leggiamo: "“San Giovanni Paolo II ha lavorato per il benessere di tutta l'umanità... - e quando dice anche: vive nei nostri cuori perché ha continuato a lottare per il miglioramento dei popoli del mondo ", possiamo essere d'accordo su questo con chi non è battezzato, ma diventa inaccettabile che questa possa essere la motivazione della sua canonizzazione, e che non vi sia un commento correttivo da parte di Radio Vaticana.

"per il benessere di tutta l'umanità;  per aver fatto una lotta per il miglioramento dei popoli nel mondo"? ma una volta si facevano santi coloro che avevano lavorato per il bene delle anime al quale, naturalmente, seguiva anche un benessere materiale come ci insegna la storia europea e tutti i Paesi che grazie al Cristianesimo sono progrediti nella cultura, nella conoscenza, nell'economia, ecc... Infatti la più grave crisi del nostro tempo non è semplicemente l'economia, ma l'abbandono delle Leggi di Dio, è da questo abbandono di Dio che stiamo naufragando: aborto, divorzio, eutanasia e quant'altro, non sono altro che le vere motivazioni della crisi economica e quindi l'aumento della povertà, ma anche di certe forme di violenza, di depressione, di atti di suicidio e così via...

Oggi le parti si sono invertite: prima viene il benessere dell'umanità, poi quello del Regno di Dio, eppure Gesù disse: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in più” (Mt.6,33), un discorso sviluppato poi da San Paolo ai Colossesi laddove dice:

"Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo... pensate alle cose di lassù e non a quelle della terra... (..) Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti." (Col 3,1-11).

 

Viene subito da pensare che se non guardiamo alle "cose di lassù dove si trova Cristo", noi restiamo ancorati quaggiù, schiavi del mondo, e dove il Cristo non si trova affatto. Gesù non ci attende belli satolli su questa terra, ma ci attende "lassù" (cfr Mt.18,8-9): non diciamo perciò menzogne gli uni agli altri!

 

Se siamo rivestiti dell'uomo nuovo, in Cristo, è il Cristo il primo dono, l'unico vero benessere che dobbiamo portare e che Giovanni Paolo II ha di fatto portato in giro per il mondo. Se i grandi anche fra i Musulmani hanno questa idea errata di Giovanni Paolo II, occorreva una parola in più, di spiegazione, da parte di Radio Vaticana.

Il Cielo è la Patria del credente (Ebr. 11,13/16). L’apostolo Paolo confrontandolo con questo mondo, dice che è molto meglio (Filip. 1,23) attendere a questo Cielo. Per forza che deve essere così, il cielo è la dimora di Dio (Mt. 6,9), è la Patria vera, è dove troveremo il vero benessere, quel benessere predicato da Giovanni Paolo II per cui è stato fatto Santo.

 

 Radio Vaticana riportando solo la notizia (senza aggiungere alcun chiarimento), comportandosi come una comune stazione mediatica, non è stata altro che quel monito di cui si perde troppo spesso l'essenza: «Ogni pianta che non è stata piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata. Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!». (Mt. 15,13-14).

 

Insomma: San Giovanni Paolo II è stato senza dubbio un difensore dei deboli, ma lo ha fatto in nome di Cristo e non dell'umanità, ha lavorato per il benessere dei corpi, ma per portare ad essi il vero benessere che è Cristo, ha lavorato certamente contro l'ultimo regime totalitario rimasto, quello comunista, ma non certo per ritrovarci oggi ad essere dominati da altri padroni che in nome della libertà stanno cacciando Dio e le Sue Leggi e stanno imponendo agli uomini nuove schiavitù. Questo doveva specificare una radio che si definisce portavoce del Vaticano.

 

 

"Il Papa rappresenta Gesù Cristo in terra, è il Suo Vicario; e Gesù Cristo non è soggetto a indici di gradimento. Anzi: tanto più un Pontefice "piace", tanto meno rischia di essere icona autentica di Cristo"....


- Marco 13,13 Voi sarete odiati da tutti a causa del mio nome, ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.
- Matteo 24,9 Allora vi consegneranno ai supplizi e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome.
- Matteo 10,22 E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato.
- Luca 21,17 sarete odiati da tutti per causa del mio nome.

 

Si noti a questo particolare: non a causa del malessere dell'umanità da convertire in benessere, ma tutte le beatitudini sono "a causa del suo nome" del nome Santo di Gesù.

 

E infine il mondo insegna:
- Beati voi quando vi applaudiranno, quando parleranno bene di voi e diventerete persone famose ed importanti, anche se questo dovesse costarvi qualche compromesso con la vostra coscienza e il tradimento della verità. 

 

Gesù invece insegna:
- Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia (Mt.5,11) (2)

 

Tanto per concludere e dare una prova tangibile di questo dissesto dottrinale riportiamo la Cronaca del colloquio fra il Sultano e San Francesco d'Assisi, vale la pena riflettere sull’insieme del dialogo avvenuto fra i due:

FF. 2690-2691

IL SULTANO: "II vostro Signore insegna nei Vangeli che voi non dovete rendere male per male, e non dovete rifiutare neppure il mantello a chi vuol togliervi la tonaca, dunque voi cristiani non dovreste imbracciare armi e combattere i vostri nemici."

FRANCESCO: "Mi sembra che voi non abbiate letto tutto il Vangelo. Il perdono di cui Cristo parla non è un perdono folle, cieco, incondizionato, ma un perdono meritato.

Gesù infatti ha detto: “Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle ai porci, perché non le calpestino e, rivoltandosi, vi sbranino”. Infatti il Signore ha voluto dirci che la misericordia va dispensata a tutti, anche a chi non la merita, ma che almeno sia capace di comprenderla e farne frutto, e non a chi è disposto ad errare con la stessa tenacia e convinzione di prima.

Altrove, oltretutto, è detto: “Se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo lontano da te”. E, con questo, Gesù ha voluto insegnarci che, se anche un uomo ci fosse amico o parente, o perfino fosse a noi caro come la pupilla dell’occhio, dovremmo essere disposti ad allontanarlo, a sradicarlo da noi, se tentasse di allontanarci dalla fede e dall’amore del nostro Dio. Proprio per questo, i cristiani agiscono secondo massima giustizia quando vi combattono, perché voi avete invaso delle terre cristiane e conquistato Gerusalemme, progettate di invadere l’Europa intera, oltraggiate il Santo Sepolcro, distruggete chiese, uccidete tutti i cristiani che vi capitano tra le mani, bestemmiate il nome di Cristo e vi adoperate ad allontanare dalla sua religione quanti uomini potete.

Se invece voi voleste conoscere, confessare, adorare, o magari solo rispettare il Creatore e Redentore del mondo e lasciare in pace i cristiani, allora essi vi amerebbero come se stessi."

 

Notare che san Francesco pone una condizione all’essere amati: "se voi voleste conoscere, confessare, adorare … il Redentore, allora i cristiani vi amerebbero come se stessi": ossia, l’amore Cristiano è solo quello che si vive attraverso il Cristo, tutto il resto non è amore, non è amare, ma illusione, ipocrisia, mediocrità, non è la radicalità chiesta dal vangelo e vissuta da Francesco!

 

E ancora, passiamo anche al racconto del dialogo tra san Francesco e il Sultano. La fonte di tutto rispetto è la Leggenda Maggiore di san Bonaventura da Bagnoregio (3):

"Partì, dunque, prendendo con sé un compagno, che si chiamava Illuminato ed era davvero illuminato e virtuoso.

Appena si furono avviati, incontrarono due pecorelle, il Santo si rallegrò e disse al compagno: «Abbi fiducia nel Signore (Sir 11,22), fratello, perché si sta realizzando in noi quella parola del Vangelo: “Ecco, vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”».

Avanzarono ancora e si imbatterono nelle sentinelle saracene, che, slanciandosi come lupi contro le pecore, catturarono i servi di Dio e, minacciandoli di morte, crudelmente e sprezzantemente li maltrattarono, li coprirono d’ingiurie e di percosse e li incatenarono. Finalmente, dopo averli malmenati in mille modi e calpestati, per disposizione della divina provvidenza, li portarono dal Sultano, come l’uomo di Dio voleva. Quel principe incominciò a indagare da chi, e a quale scopo e a quale titolo erano stati inviati e in che modo erano giunti fin là.

Francesco, il servo di Dio, con cuore intrepido rispose che egli era stato inviato non da uomini, ma da Dio Altissimo, per mostrare a lui e al suo popolo la via della salvezza e annunciare il Vangelo della verità.

E predicò al Soldano il Dio uno e trino e il Salvatore di tutti, Gesù Cristo, con tanto coraggio, con tanta forza e tanto fervore di spirito, da far vedere luminosamente che si stava realizzando con piena verità la promessa del Vangelo: «Io vi darò un linguaggio e una sapienza a cui nessuno dei vostri avversari potrà resistere o contraddire» (Lc 21,15).

Anche il Soldano, infatti, vedendo l’ammirevole fervore di spirito e la virtù dell’uomo di Dio, lo ascoltò volentieri e lo pregava vivamente di restare presso di lui.

Ma il servo di Cristo, illuminato da un oracolo del cielo, gli disse: «Se, tu col tuo popolo, vuoi convertirti a Cristo, io resterò molto volentieri con voi. Se, invece, esiti ad abbandonare la legge di Maometto per la fede di Cristo, dà ordine di accendere un fuoco il più grande possibile: io, con i tuoi sacerdoti, entrerò nel fuoco e così, almeno, potrai conoscere quale fede, a ragion veduta, si deve ritenere più certa e più santa».

Ma il Soldano, a lui: «Non credo che qualcuno dei miei sacerdoti abbia voglia di esporsi al fuoco o di affrontare la tortura per difendere la sua fede» (egli si era visto, infatti, scomparire immediatamente sotto gli occhi, uno dei suoi sacerdoti, famoso e d’età avanzata, appena udite le parole della sfida).

E il Santo a lui: «Se mi vuoi promettere, a nome tuo e a nome del tuo popolo, che passerete alla religione di Cristo, qualora io esca illeso dal fuoco, entrerò nel fuoco da solo. Se verrò bruciato, ciò venga imputato ai miei peccati; se, invece, la potenza divina mi farà uscire sano e salvo, riconoscerete Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio, come il vero Dio e signore, salvatore di tutti» (1Cor 1,24; Gv 17,3 e 4,42).

Ma il Soldano gli rispose che non osava accettare questa sfida, per timore di una sedizione popolare. Tuttavia gli offrì molti doni preziosi; ma l’uomo di Dio, avido non di cose mondane ma della salvezza delle anime, li disprezzò tutti come fango.

Vedendo quanto perfettamente il Santo disprezzasse le cose del mondo, il Soldano ne fu ammirato e concepì verso di lui devozione ancora maggiore. E, benché non volesse passare alla fede cristiana, o forse non osasse, pure pregò devotamente il servo di Cristo di accettare quei doni per distribuirli ai cristiani poveri e alle chiese, a salvezza dell’anima sua. Ma il Santo, poiché voleva restare libero dal peso del denaro e poiché non vedeva nell’animo del Soldano la radice della vera pietà, non volle assolutamente accondiscendere.

Vedendo, inoltre, che non faceva progressi nella conversione di quella gente e che non poteva realizzare il suo sogno, preammonito da una rivelazione divina, ritornò nei paesi cristiani..."

 

Sia lodato Gesù Cristo.

Sempre sia lodato.

 

Note

1)  dal sito Radio Vaticana

2)  riferimento a: Quello che Gesù avrebbe dovuto dire...

3) nell’edizione “Fonti Francescane”  - Messaggero, Padova 1990

   

[Modificato da Caterina63 08/05/2014 20:24]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:46. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com