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Sinodo dei Vescovi Lineamenta 2014 per il Sinodo 2015 sulla Famiglia

Ultimo Aggiornamento: 16/09/2015 09:38
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17/12/2014 15:16
 
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UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 17 dicembre 2014

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La Famiglia - 1. Nazaret

Cari fratelli e sorelle buongiorno!

Il Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia, appena celebrato, è stato la prima tappa di un cammino, che si concluderà nell’ottobre prossimo con la celebrazione di un’altra Assemblea sul tema “Vocazione e missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo”. La preghiera e la riflessione che devono accompagnare questo cammino coinvolgono tutto il Popolo di Dio. Vorrei che anche le consuete meditazioni delle udienze del mercoledì si inserissero in questo cammino comune. Ho deciso perciò di riflettere con voi, in questo anno, proprio sulla famiglia, su questo grande dono che il Signore ha fatto al mondo fin dal principio, quando conferì ad Adamo ed Eva la missione di moltiplicarsi e di riempire la terra (cfr Gen 1,28). Quel dono che Gesù ha confermato e sigillato nel suo vangelo.

La vicinanza del Natale accende su questo mistero una grande luce. L’incarnazione del Figlio di Dio apre un nuovo inizio nella storia universale dell’uomo e della donna. E questo nuovo inizio accade in seno ad una famiglia, a Nazaret. Gesù nacque in una famiglia. Lui poteva venire spettacolarmente, o come un guerriero, un imperatore… No, no: viene come un figlio di famiglia, in una famiglia. Questo è importante: guardare nel presepio questa scena tanto bella.

Dio ha scelto di nascere in una famiglia umana, che ha formato Lui stesso. L’ha formata in uno sperduto villaggio della periferia dell’Impero Romano. Non a Roma, che era la capitale dell’Impero, non in una grande città, ma in una periferia quasi invisibile, anzi, piuttosto malfamata. Lo ricordano anche i Vangeli, quasi come un modo di dire: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?» (Gv 1,46). Forse, in molte parti del mondo, noi stessi parliamo ancora così, quando sentiamo il nome di qualche  luogo periferico di una grande città. Ebbene, proprio da lì, da quella periferia del grande Impero, è iniziata la storia più santa e più buona, quella di Gesù tra gli uomini! E lì si trovava questa famiglia.

Gesù è rimasto in quella periferia per trent’anni. L’evangelista Luca riassume questo periodo così: Gesù «era loro sottomesso [cioè a Maria e Giuseppe]. E uno potrebbe dire: “Ma questo Dio che viene a salvarci, ha perso trent’anni lì, in quella periferia malfamata?” Ha perso trent’anni! Lui ha voluto questo. Il cammino di Gesù era in quella famiglia. « La madre custodiva nel suo cuore tutte queste cose, e Gesù cresceva in sapienza, in età e in grazia davanti a Dio e davanti agli uomini» (2,51-52). Non si parla di miracoli o guarigioni, di predicazioni - non ne ha fatta nessuna in quel tempo - di folle che accorrono; a Nazaret tutto sembra accadere “normalmente”, secondo le consuetudini di una pia e operosa famiglia israelita: si lavorava, la mamma cucinava, faceva tutte le cose della casa, stirava le camice… tutte le cose da mamma. Il papà, falegname, lavorava, insegnava al figlio a lavorare. Trent’anni. “Ma che spreco, Padre!”. Le vie di Dio sono misteriose. Ma ciò che era importante lì era la famiglia! E questo non era uno spreco! Erano grandi santi: Maria, la donna più santa, immacolata, e Giuseppe, l’uomo più giusto… La famiglia.

Saremmo certamente inteneriti dal racconto di come Gesù adolescente affrontava gli appuntamenti della comunità religiosa e i doveri della vita sociale; nel conoscere come, da giovane operaio, lavorava con Giuseppe; e poi il suo modo di partecipare all’ascolto delle Scritture, alla preghiera dei salmi e in tante altre consuetudini della vita quotidiana. I Vangeli, nella loro sobrietà, non riferiscono nulla circa l’adolescenza di Gesù e lasciano questo compito alla nostra affettuosa meditazione. L’arte, la letteratura, la musica hanno percorso questa via dell’immaginazione. Di certo, non ci è difficile immaginare quanto le mamme potrebbero apprendere dalle premure di Maria per quel Figlio! E quanto i papà potrebbero ricavare dall’esempio di Giuseppe, uomo giusto, che dedicò la sua vita a sostenere e a difendere il bambino e la sposa – la sua famiglia – nei passaggi difficili! Per non dire di quanto i ragazzi potrebbero essere incoraggiati da Gesù adolescente a comprendere la necessità e la bellezza di coltivare la loro vocazione più profonda, e di sognare in grande! E Gesù ha coltivato in quei trent’anni la sua vocazione per la quale il Padre lo ha inviato. E Gesù mai, in quel tempo, si è scoraggiato, ma è cresciuto in coraggio per andare avanti con la sua missione.

Ciascuna famiglia cristiana – come fecero Maria e Giuseppe – può anzitutto accogliere Gesù, ascoltarlo, parlare con Lui, custodirlo, proteggerlo, crescere con Lui; e così migliorare il mondo. Facciamo spazio nel nostro cuore e nelle nostre giornate al Signore. Così fecero anche Maria e Giuseppe, e non fu facile: quante difficoltà dovettero superare! Non era una famiglia finta, non era una famiglia irreale. La famiglia di Nazaret ci impegna a riscoprire la vocazione e la missione della famiglia, di ogni famiglia. E, come accadde in quei trent’anni a Nazaret, così può accadere anche per noi: far diventare normale l’amore e non l’odio, far diventare comune l’aiuto vicendevole, non l’indifferenza o l’inimicizia. Non è un caso, allora, che “Nazaret” significhi “Colei che custodisce”, come Maria, che – dice il Vangelo – «custodiva nel suo cuore tutte queste cose» (cfr Lc 2,19.51).
Da allora, ogni volta che c’è una famiglia che custodisce questo mistero, fosse anche alla periferia del mondo, il mistero del Figlio di Dio, il mistero di Gesù che viene a salvarci, è all’opera. E viene per salvare il mondo. E questa è la grande missione della famiglia: fare posto a Gesù che viene, accogliere Gesù nella famiglia, nella persona dei figli, del marito, della moglie, dei nonni… Gesù è lì. Accoglierlo lì, perché cresca spiritualmente in quella famiglia. Che il Signore ci dia questa grazia in questi ultimi giorni prima del Natale. Grazie.


Saluti:

Je suis heureux de vous saluer chers amis francophones, particulièrement les jeunes venant de France. À quelques jours de la célébration de la Nativité du Seigneur, je vous invite à lui demander d’aider toutes les familles à redécouvrir leur vocation et leur mission dans l’Église et dans le monde. A tous, je souhaite de bonnes fêtes de Noël et du Nouvel An !

[Sono lieto di salutare i cari amici di lingua francese, particolarmente i giovani venuti dalla Francia. A pochi giorni dalla celebrazione della Natività del Signore, vi invito a chiederGli di aiutare tutte le famiglie a riscoprire la loro vocazione e la loro missione nella Chiesa e nel mondo. A tutti auguro buone Feste di Natale e del Nuovo Anno.]

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, including the various student groups from the United States of America. As the holy season of Christmas draws near, I invoke upon you and your families joy and peace in the Lord Jesus. God bless you all!

[Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente i vari gruppi di studenti provenienti dagli Stati Uniti d’America. Nell’imminenza del Santo Natale, invoco su voi e sulle vostre famiglie la gioia e la pace nel Signore Gesù. Dio vi benedica!]

Einen herzlichen Gruß richte ich an die Pilger und Besucher deutscher Sprache. Ich wünsche euch ein gesegnetes und frohes Weihnachtsfest. Betrachtet die heilige Familie als Heim, als lebendigen und geistigen Raum für den heranwachsenden Jesus. Öffnet ihm eure Herzen und eure Häuser und gebt die Gaben seiner Liebe der Welt weiter. Gott segne eure Familien!

[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini e visitatori di lingua tedesca. Vi auguro una santa e serena festa di Natale. Contemplate la Sacra Famiglia come focolare di vita e spirito per la crescita di Gesù. ApriteGli i vostri cuori e le vostre case, dispensando i doni del suo amore nel mondo. Dio benedica le vostre famiglie!]

Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, Argentina, México, y otros países latinoamericanos. También, cuando hice el recorrido, había varios grupos de tangueros. Les deseo que hoy puedan hacer buen espectáculo, y que sople un poco de viento pampero aquí.  Que la proximidad del nacimiento de Jesús avive en todas nuestras familias el deseo de recibirlo con un corazón puro y agradecido. Muchas gracias y que Dios los bendiga.

Queridos peregrinos de língua portuguesa, sede bem-vindos! De coração vos saúdo a todos, confiando ao bom Deus a vossa vida e a dos vossos familiares. Muito obrigado pelos votos formulados pelo meu aniversário e para as próximas Festas Natalícias, que retribuo desejando-vos um Santo Natal e um Ano Novo repleto das bênçãos do Deus Menino.

[Carissimi pellegrini di lingua portoghese, benvenuti! Di cuore vi saluto tutti e affido al buon Dio la vostra vita e quella dei vostri familiari. Grazie mille dei vostri auguri per il mio compleanno e per le prossime festività natalizie, che ricambio augurandovi un Santo Natale e un buon Anno Nuovo pieno delle benedizioni del Bambino Divino.]

أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربيّةِ، وخاصةً بالقادمينَ منالشّرقِ الأوسط. أيُّها الأعزّاءُ، في الميلادِ يتواضعُ اللهُ وينزلُ إلى الأرضِ صغيرًا وفقيرًا ويدعونا للتّشبُهِ به. لتُساعدْنا العذراءُ مريمُ أمُّ يسوعَ وأمُّنا لنتعرّفَ في وجهِ قريبنا، وخصوصًا في الأشخاصِ الأشدَّ ضعفًا والمُهمَّشين، إلى صورةِ ابنِ اللهِ الذي صارَ إنسانًا. ميلادًا مجيدًا!

[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Carissimi, a Natale Dio si abbassa, discende sulla terra, piccolo e povero, e ci invita ad essere simili a Lui. La Vergine Maria Madre di Gesù e nostra, ci aiuti a riconoscere nel volto del nostro prossimo, specialmente delle persone più deboli ed emarginate, l’immagine del Figlio di Dio fatto uomo. Buon Natale!]

Na ostatniej w tym roku audiencji, w atmosferze adwentowego czuwania, witam i pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków. Życzę, by święta Bożego Narodzenia i Nowego Roku były dla was czasem radości, dobra i pokoju. Niech przychodzący na ziemię Emmanuel, Książę Pokoju opromieni swoim światłem, nadzieją i miłością wasze rodziny, bliskich, każdego z was. Wszystkim, którzy pragną spotkać Jezusa w tajemnicy betlejemskiej nocy z serca błogosławię.

[In quest’ultima udienza dell’anno, mentre ancora siamo nell’Avvento, saluto cordialmente tutti i polacchi. Auguro che il Santo Natale e il Capodanno siano per voi un tempo di gioia, di bontà e di pace. L’Emmanuele, Principe della Pace, che viene sulla terra, faccia risplendere della sua luce, della speranza e del suo amore le vostre famiglie, i vostri cari e ognuno di voi. Benedico di cuore voi e tutti coloro che desiderano incontrare Gesù nel mistero della notte di Betlemme.]


APPELLO - PREGHIERA

Ora, un momento di silenzio e poi, con il Padre Nostro, vorrei pregare insieme con voi per le vittime dei disumani atti terroristici compiuti nei giorni scorsi in Australia, in Pakistan e nello Yemen. Il Signore accolga nella sua pace i defunti, conforti i familiari, e converta i cuori dei violenti che non si fermano neppure davanti ai bambini. Cantiamo il Padre Nostro chiedendo questa grazia.

* * *

Nel clima di serena attesa, caratteristico di questi giorni prossimi al Natale, mi è gradito salutare con affetto i fedeli di lingua italiana. Saluto gli studenti del Pontificio Ateneo Regina Apostolorum e la Comunità dei Legionari di Cristo con i sacerdoti novelli;Tutti esorto a rendere più intenso in questi giorni l’impegno nella preghiera e con le opere buone, affinché la nascita di Gesù riempia i cuori della gioia vera che solo Lui può donare.

Un saluto speciale rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Affidiamoci a Maria, madre della speranza e modello di perfetta credente. Cari giovani, accogliete il mistero di Betlemme con la stessa fede con cui Maria ha accolto l’annunzio dell’angelo Gabriele. Cari ammalati, attingete da Lei quella gioia e quell'intima pace che Gesù viene a portare nel mondo. Cari sposi novelli, imitate l’esempio della Madre di Gesù con la preghiera e le virtù.


si legga anche questo: STRAVOLGONO PIO XI PER AVANZARE CON IL FALSO....

L'obiettivo chiaro è giustificare la comunione ai divorziati risposati in vista del prossimo Sinodo sulla famiglia. Come fare? Dimostrando che anche nel recente passato la dottrina è "evoluta" così che quello che prima era proibito poi è stato ammesso. Ed ecco che il sedicente teologo Gianni Gennari - che su Avvenirequotidianamente fa il guardiano dell'ortodossia e su altri giornali fa "l'innovatore" - sostiene (clicca qui) che l'enciclica "Casti Connubii" del 1931 vieti assolutamente quei metodi naturali che verranno invece promossi da Pio XII ed esaltati da Paolo VI. Peccato che sia una palese menzogna.

- PIO XI CONDANNO' I METODI NATURALI? FALSO
   di Giorgio Carbone
Un articolo di Vatican Insider attribuisce all'enciclica Casti Connubii ciò che neanche poteva essere scritto: nel 1931 i metodi naturali non erano ancora stati messi a punto. E in ogni caso Paolo VI e Giovanni Paolo II sono perfettamente in linea con quanto sancito da Pio XI.

- SULLA CONTRACCEZIONE NESSUN CAMBIAMENTO
di Renzo Puccetti
Sostenere che Pio XII abbia cambiato la dottrina stabilita da Pio XI in fatto di metodi naturali per la regolazione della fertilità è una menzogna. La tesi sostenuta dal sedicente teologo Gianni Gennari è la stessa di chi si è da sempre opposto alla Humanae Vitae, e che oggi si rispolvera per cercare di giustificare eventuali cambiamenti dottrinali.



[Modificato da Caterina63 18/12/2014 18:36]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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