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Meditazioni quotidiane per il 2015 mese per mese (2)

Ultimo Aggiornamento: 23/11/2015 00:32
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02/06/2015 00:09
 
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Chiusura Mese mariano. Comastri: la devozione alla Madonna è nel Vangelo




Tanti i fedeli che hanno partecipato alla chiusura del mese mariano in Vaticano - OSS_ROM





01/06/2015



E’ stato dedicato al Sinodo sulla famiglia, in programma il prossimo ottobre, la conclusione del mese mariano che si è svolta ieri sera nei Giardini Vaticani. La processione, a cui hanno preso parte numerosi fedeli, è partita dalla Chiesa di Santo Stefano degli Abissini per poi concludersi alla Grotta di Nostra Signora di Lourdes. C'era per noi Marina Tomarro:


Un cammino alla luce del tramonto per raggiungere la grotta che ricorda quella originale che si trova a Lourdes e dove c’è Lei, Maria, la donna vestita di sole. Erano tanti i fedeli che hanno voluto partecipare alla chiusura del mese di maggio in Vaticano. Il cardinale Angelo Comastri, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano che ha presieduto alla cerimonia:


R. - E’ importante il mese di maggio, perché è importante la Madonna. La Madonna è una scelta di Dio: è Dio che ha voluto la collaborazione di questa donna straordinaria, nell’opera di recupero, di ricostruzione, di salvezza dell’umanità, che è ancora in corso. Quindi è ancora necessaria la collaborazione di Maria. E la devozione alla Madonna è nel Vangelo: il primo devoto di Maria è l’Arcangelo Gabriele; la seconda devota è Elisabetta, e così fino ad oggi.


D. – Perché ci si rivolge sempre a Maria nei momenti difficili della vita?


R. – Dio ha voluto la collaborazione di Maria, perché la mamma esprime l’amore più vicino a quello di Dio, e di fronte ad una mamma tutti si commuovono, anche i cuori più duri. Per questo Dio ha voluto che ci fosse la collaborazione di questa Mamma.


D. – E per lei quanto è importante la figura della Madonna nella sua vita?


R. – Tantissimo, perché ho imparato ad amarla attraverso la mia mamma. Sono due mamme, quindi, che si sovrappongono. Quando prego la Madonna io ci sento ancora la mia mamma accanto a Lei, che mi ha insegnato l’Ave Maria.


E forti le emozioni dei partecipanti di fronte alla bella immagine della Vergine di Lourdes. Ascoltiamo i loro commenti:


R. – Veramente un momento emozionante, perché durante tutto questo mese, Maria, la Madonna, ci ha accompagnato. Allora la vogliamo ringraziare per la sua compagnia e la sua protezione di Madre.


D. – Quanto è importante la figura della Madonna nella sua vita?


R. – La Madonna è la mia Mamma del cielo, che mi accompagna sempre.


R. – Per noi il mese di maggio finisce, ma non finisce la devozione a Maria. E’ un punto di riferimento costante e illuminante nella nostra vita. Ci auguriamo di essere sempre sotto il suo manto, protetti per il resto della nostra vita, come lo siamo stati finora.


R. – La conclusione, alla fine di questo mese, è per me, assieme col popolo di Dio, l’offerta dell’intenzione del Santo Padre e della Chiesa intera, in questa giornata solenne per la Santa Trinità. Per me il convergere verso la Madonna è veramente una grazia.


D. – Lei quanto si affida alla Madonna nella sua vita quotidiana?


R. – Già da bambino avevo una devozione incredibile, e nei momenti di solitudine - specialmente perché non c’è più la mamma terrena - penso che il mio rifugio sia la Mamma del Cielo.


R. – Sempre, perché Maria è proprio la compagna più bella e più grande di questo affidamento al Signore.


D. – Il Papa, durante l’Angelus, ha invitato ad essere comunità accogliente come Maria. Cosa vuol dire?


R. – Chiedere un cuore umile, semplice, come il suo, che è la casa più accogliente, che ha ospitato proprio Gesù.


R. – Maria è la Madre e accoglie tutti. Anche noi cerchiamo nella nostra vita di avere il cuore aperto verso tutti quelli che bussano in qualche maniera alla nostra porta, per chiedere di conoscere Gesù.


   


e da oggi, Festa del Corpus Domini a domenica, pensiamo a Colui che per amore si cela dietro le apparenze del pane e del vino, amiamolo e ringraziamolo   




 


SANTA MESSA, PROCESSIONE A SANTA MARIA MAGGIORE E BENEDIZIONE EUCARISTICA
NELLA SOLENNITÀ DEL SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Piazza San Giovanni in Laterano
Giovedì, 4 giugno 2015

[Multimedia]





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Abbiamo ascoltato: nella [Ultima] Cena Gesù dona il suo Corpo e il suo Sangue mediante il pane e il vino, per lasciarci il memoriale del suo sacrificio di amore infinito. E con questo “viatico” ricolmo di grazia, i discepoli hanno tutto il necessario per il loro cammino lungo la storia, per estendere a tutti il regno di Dio. Luce e forza sarà per loro il dono che Gesù ha fatto di sé, immolandosi volontariamente sulla croce. E questo Pane di vita è giunto fino a noi! Non finisce mai lo stupore della Chiesa davanti a questa realtà. Uno stupore che alimenta sempre la contemplazione, l’adorazione e la memoria. Ce lo dimostra un testo molto bello della Liturgia di oggi, il Responsorio della seconda lettura dell’Ufficio delle Letture, che dice così: «Riconoscete in questo pane, colui che fu crocifisso; nel calice, il sangue sgorgato dal suo fianco. Prendete e mangiate il corpo di Cristo, bevete il suo sangue: poiché ora siete membra di Cristo. Per non disgregarvi, mangiate questo vincolo di comunione; per non svilirvi, bevete il prezzo del vostro riscatto».

C’è un pericolo, c’è una minaccia: disgregarci, svilirci. Cosa significa, oggi, questo “disgregarci” e “svilirci”?

Noi ci disgreghiamo quando non siamo docili alla Parola del Signore, quando non viviamo la fraternità tra di noi, quando gareggiamo per occupare i primi posti - gli arrampicatori -, quando non troviamo il coraggio di testimoniare la carità, quando non siamo capaci di offrire speranza. Così ci disgreghiamo. L’Eucaristia ci permette di non disgregarci, perché è vincolo di comunione, è compimento dell’Alleanza, segno vivente dell’amore di Cristo che si è umiliato e annientato perché noi rimanessimo uniti. Partecipando all’Eucaristia e nutrendoci di essa, noi siamo inseriti in un cammino che non ammette divisioni. Il Cristo presente in mezzo a noi, nel segno del pane e del vino, esige che la forza dell’amore superi ogni lacerazione, e al tempo stesso che diventi comunione anche con il più povero, sostegno per il debole, attenzione fraterna a quanti fanno fatica a sostenere il peso della vita quotidiana, e sono in pericolo di perdere la fede.

E poi, l’altra parola: che cosa significa oggi per noi “svilirci”, ossia annacquare la nostra dignità cristiana? Significa lasciarci intaccare dalle idolatrie del nostro tempo: l’apparire, il consumare, l’io al centro di tutto; ma anche l’essere competitivi, l’arroganza come atteggiamento vincente, il non dover mai ammettere di avere sbagliato o di avere bisogno. Tutto questo ci svilisce, ci rende cristiani mediocri, tiepidi, insipidi, pagani.

Gesù ha versato il suo Sangue come prezzo e come lavacro, perché fossimo purificati da tutti i peccati: per non svilirci, guardiamo a Lui, abbeveriamoci alla sua fonte, per essere preservati dal rischio della corruzione. E allora sperimenteremo la grazia di una trasformazione: noi rimarremo sempre poveri peccatori, ma il Sangue di Cristo ci libererà dai nostri peccati e ci restituirà la nostra dignità. Ci libererà dalla corruzione. Senza nostro merito, con sincera umiltà, potremo portare ai fratelli l’amore del nostro Signore e Salvatore. Saremo i suoi occhi che vanno in cerca di Zaccheo e della Maddalena; saremo la sua mano che soccorre i malati nel corpo e nello spirito; saremo il suo cuore che ama i bisognosi di riconciliazione, di misericordia e di comprensione.

Così l’Eucaristia attualizza l’Alleanza che ci santifica, ci purifica e ci unisce in comunione mirabile con Dio. Così impariamo che l’Eucaristia non è un premio per i buoni, ma è la forza per i deboli, per i peccatori. E’ il perdono, è il viatico che ci aiuta ad andare, a camminare.

Oggi, festa del Corpus Domini, abbiamo la gioia non solo di celebrare questo mistero, ma anche di lodarlo e cantarlo per le strade della nostra città. La processione che faremo al termine della Messa, possa esprimere la nostra riconoscenza per tutto il cammino che Dio ci ha fatto percorrere attraverso il deserto delle nostre povertà, per farci uscire dalla condizione servile, nutrendoci del suo Amore mediante il Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue.

Tra poco, mentre cammineremo lungo la strada, sentiamoci in comunione con tanti nostri fratelli e sorelle che non hanno la libertà di esprimere la loro fede nel Signore Gesù. Sentiamoci uniti a loro: cantiamo con loro, lodiamo con loro, adoriamo con loro. E veneriamo nel nostro cuore quei fratelli e sorelle ai quali è stato chiesto il sacrificio della vita per fedeltà a Cristo: il loro sangue, unito a quello del Signore, sia pegno di pace e di riconciliazione per il mondo intero.

E non dimentichiamo: «Per non disgregarvi, mangiate questo vincolo di comunione; per non svilirvi, bevete il prezzo del vostro riscatto».

   

 


[Modificato da Caterina63 05/06/2015 09:47]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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