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Quando e come un Papa favorisce l'eresia .....

Ultimo Aggiornamento: 14/12/2016 23:30
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17/10/2016 16:13
 
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Le risposte integrali di don Nicola nell'intervento pubblicato da "La Stampa"

Quest’oggi, il quotidiano La Stampa ha pubblicato, occupando ben due pagine del giornale, un articolo a firma dei dott.ri Giacomo Galeazzi ed Andrea Tornielli, dal titolo Quei cattolici contro Francesco che adorano Putin (vqui). Nello stesso era menzionato anche don Nicola Bux.Il dott. Galeazzi, in effetti, giorni fa, aveva posto a don Nicola cinque domande, di cui riportiamo la trascrizione delle risposte originali.

La prima concerneva le ragioni dell’opposizione, interna alla Chiesa cattolica, così vasta verso il Vescovo di Roma attualmente regnante; la seconda, in continuazione con la prima, riguardava i «singoli casi» contemplati dall’esortazione «Amoris laetitia» per l’accesso dei c.d. divorziati risposati alla Comunione; la terza il dialogo aperto da Francesco con i musulmani; la quarta la libertà di esprimere la propria posizione, anche dissenziente, all’interno della Chiesa; l’ultima, la funzione del papa nella Chiesa.Riteniamo, perciò, cosa utile, in nome del pluralismo ecclesiale e della libertà cristiana, riportare, in esclusiva, per intero la trascrizione delle risposte, volendo in tal modo fornire il contesto delle frasi pubblicate (evidenziate in neretto), al fine di favorire in tal modo anche una più completa comprensione dell’intero pensiero di don Nicola.

1. Un punto di debolezza del pontificato di Francesco mi sembra il venir meno dell’unità cattolica, se si considerano i recenti interventi individuali e collettivi di vescovi: gli argentini della zona di Buenos Aires e i canadesi della regione Alberta, che sull’ammissione dei divorziati risposati alla Comunione, hanno dato interpretazioni opposte. Ciò significa che è finita appunto l’unità cattolica? Il documento che ha provocato questo è l’«Amoris laetitia», l’Esortazione apostolica uscita dai Sinodi sulla famiglia, nei quali erano già emerse le contrapposizioni. Poiché stanno delineandosi prassi opposte, inevitabilmente si porrà la questione al Pontefice: se la morale sia una per tutta la Chiesa cattolica, o a ‘geometria variabile’ in Argentina, in Polonia, etc… Questo causerebbe gravi conseguenze per l’unità della Chiesa. Inoltre, da pastori e teologi autorevoli, è stato detto che parti consistenti dell’Esortazione apostolica, sono in contrasto con l’enciclica di Giovanni Paolo II, «Veritatis splendor», l’ultimo documento del magistero che si è pronunciato in modo sistematico sulla morale cattolica. Quindi, si approfondirà il divario tra chi sostiene la linea della continuità nel magistero e chi vuole voltare pagina fornendo una lettura relativistica della morale? L’«Amoris laetitia», presenta una teologia morale ‘in situazione’ - negli anni ‘70 ne era fautore il gesuita della Gregoriana, Joseph Fuchs - secondo cui l’etica oggettiva deve lasciarsi modulare a seconda delle latitudini e dei casi.

2. I singoli casi, la Chiesa li ha sempre considerati alla luce di una norma oggettiva. Invece adesso si vorrebbe fare il contrario: la norma morale oggettiva viene relativizzata, piegandosi alla mentalità che il mondo vuole oggi imporre alla Chiesa, come appunto per i divorziati risposati civilmente.

3. Il gesuita Samir Khalil Samir ha detto che il Papa è male informato sui cristiani che vengono perseguitati nei paesi a maggioranza islamica: è strano però, che con gli strumenti di informazione attuali, il Pontefice non debba sapere cosa stanno subendo i cristiani nel mondo. In Vaticano giungono ordinariamente i rapporti dalle Nunziature apostoliche.

4. Nella Chiesa cattolica c’è sempre stata la possibilità di esprimere la propria posizione rispettosamente dissenziente verso l’autorità ecclesiastica, anche se si trattasse del Papa. Il cardinale Carlo Maria Martini, notoriamente esprimeva frequentemente, anche per iscritto, il suo dissenso dal pontefice regnante, ma quegli non l’ha destituito da arcivescovo di Milano, o ritenuto un cospiratore.Eppure, per il  fatto che dicesse cose o lanciasse proposte "di rottura", i mass media lo definivano anti-Papa. Oggi, non pochi laici, sacerdoti e vescovi si chiedono: dove stiamo andando? C’è confusione nella Chiesa, che porta a domandarsi, come ha scritto paradossalmente Times lo scorso anno, se il Papa sia cattolico. Ora, specialmente i vescovi, non possono non interrogarsi in merito.

5. Il cattolico sa che il Papa non è un autocrate, ma esprime e conferma la fede della Chiesa fondata da Gesù Cristo: se così non fosse, non sarebbe più in comunione con essa. Insomma, egli deve tutelare la comunione ecclesiale e non favorire la divisione e la contrapposizione, magari mettendosi a capo dei ‘progressisti’ contro i ‘conservatori’; queste categorie politiche, non s’attagliano alla Chiesa: semmai la distinzione è quella tra i cattolici, che sostengono la fede di sempre, e i modernisti che ritengono che questa debba conformarsi alle mode del tempo. Se un pontefice sostenesse una dottrina eterodossa, potrebbe essere dichiarato - per esempio, dai cardinali presenti a Roma -  decaduto ipso iure dal suo ufficio. Ciò è previsto dalla dottrina canonica, ma, grazie a Dio, finora non è accaduto.

Perciò Benedetto XVI ha voluto tenere distinti dal magistero pontificio, i suoi interventi come ‘dottore privato’ - per esempio gli scritti su Gesù di Nazaret - per non impegnare l’assenso dei fedeli. Si deve auspicare dunque che il Papa operi per mantenere la comunione della Chiesa, preservando il deposito della fede, ascoltando, rispettando e valorizzando quanti sono preoccupati di ciò. Se si manifesta simpatia con chi è all’esterno della Chiesa, ancor prima bisogna farlo con i membri del Corpo mistico, come insegnano sant’Agostino e san Tommaso.





RIFLESSIONI DI 23 ANNI FA

e profeticamente pubblicate 

GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2013

 
Papa Benedetto XVI: parentesi obliterata della storia del Papato o strumento funzionale alla rivoluzione in atto?

leggete:

"E' in maniera che per certi versi ricorda - ed è agghiacciante - l'errore commesso da Giuda, che alcuni vescovi e prelati assieme ai loro assistenti hanno elevato se stessi ad anti-Chiesa all'interno della Chiesa. Essi non vogliono abbandonare la Chiesa. Non intendono separarsi. Non intendono scuotere l'unità della Chiesa. Non intendono obliterare la Chiesa, ma cambiarla in base ai loro piani; ed è ad oggi banale nelle loro teste che i loro piani siano inconciliabili con il piano di Dio rivelato fino ai giorni nostri dal successore di Pietro [Giovanni Paolo II] e dalla sua autorità magisteriale. [...] Essi sono convinti di poter riconciliare questa Chiesa e i suoi nemici attraverso un "decente compromesso", di essere i soli a capire cosa sta accadendo, e di essere i soli a poter assicurare il successo della Chiesa di Cristo compattandola con quella dei leaders mondiali. Ma nella loro devota creazione dell'anti-Chiesa dentro la Chiesa - a partire dal Vaticano fino al livello della vita parrocchiale - hanno alfine minato l'unità della Chiesa [...]." (p.662)
 
"Una indagine degli ultimi 50 anni della storia cattolica conduce alla conclusione che il più grande singolo misfatto nell'ambito dell'alto e del basso clero è stata la tolleranza e la propagazione della confusione sugli elementi chiave della fede cattolica fra tutti i cattolici; questa tollerata confusione è stata un diretto risultato della dissidenza tollerata di teologi e vescovi riguardo gli stessi elementi chiave. Perché tollerare la confusione significa propagare la confusione. Un dovere primario e fondamentale di ogni ufficio ecclesiastico e la responsabilità ecclesiale legata a tutti gli uffici nella Chiesa comprendono il chiarimento, l'inconfondibile insegnamento e l'applicazione delle regole basilari e delle credenze fondamentali che la Chiesa sostiene e dichiara esser necessarie alla salvezza. Se i cattolici hanno qualche diritto nella Chiesa, loro diritto primario è quello di ricevere tale insegnamento inequivocabile e di essere soggetti alla sua schietta e non esitante applicazione. E' d'altro canto relativamente facile identificare i quattro elementi chiave nelle quali ecclesiastici e membri ecclesiali hanno tollerato e propagato la malvagia confusione che colpisce i Cattolici oggi. Questi elementi sono: l'Eucaristia, l'unicità e la verità della Chiesa Cattolica Romana, l'Ufficio Petrino del Vescovo di Roma, e la moralità relativa all'attività riproduttiva umana.  [...]" (p.666-667).
 
"Incontrollato e non ostacolato lo sviluppo sarà il seguente: con il lento lievitare dei vescovi ovunque nello "spirito del Vaticano II", senza alcuna posizione di contrasto adottata dalla Roma papale, è inevitabile che quel che noi possiamo vedere ora chiaramente in un ristretto numero di cardinali ne permeerà un numero sempre maggiore. Ci sono davvero pochi dubbi nella mente di ognuno che cardinali come Bernardine di Chicago, Hume di Westminster, Danneels di Bruxelles, Arns di San Paolo ed Etchegaray siano partigiani dello "spirito del Vaticano II". 
Ci sono di certo cardinali vivi oggi che, assieme a molti altri che ne verranno creati, eleggeranno il successore di Giovanni Paolo. Tutto sarà messo in atto nel prossimo Conclave da una struttura ecclesiale nella quale hanno lavorato per almeno 25 anni e non hanno fatto nulla per piegare, combattere o solo correggere le aberrazioni dello "spirito del Vaticano II", ma lo hanno fomentato passivamente (non facendo nulla) o attivamente (perché sposavano lo stesso "spirito del Vaticano II"). Questi cardinali verranno da diocesi nelle quali la vasta maggioranza dei vescovi non conoscerà e non vorrà conoscere nulla di ciò che non gli sembrerà coerente con lo "spirito del Vaticano II". Le parrocchie e le diocesi dietro di loro saranno già completamente lievitate nello stesso "spirito". [...]" (p.683)
 
"La riduzione del Papa nel suo alto ufficio sarà il risultato della convinzione che l'originale Ufficio Petrino e Papale come praticato dai Papi Romani fino all'ultimo terzo del XX secolo non sia stato in realtà nient'altro che il risultato condizionato dal tempo di mode culturali che si estendono all'indietro per secoli; e che ora è tempo di degradarne l'importanza per poter liberare lo "spirito del Vaticano II" per modellare la Chiesa in una immagine che sia adeguata alla concezione progressista di un'epoca nuova e molto diversa da quella precedente. 
I Cattolici vedranno allora lo spettacolo di un Papa validamente eletto che separerà l'intero corpo della Chiesa, sciolto dalla sua unità tradizionale e la struttura apostolica orientata al papato che la Chiesa aveva finora creduto di istituzione divina. 
Il brivido che scuoterà il corpo della Chiesa Cattolica in quei giorni sarà il brivido della sua agonia. Perché le sue pene verranno dal suo interno, orchestrate dai suoi leaders e dai suoi membri. Nessun nemico esterno avrà portato a questa situazione. Molti accetteranno il nuovo regime. Molti resisteranno. Tutti saranno frammentati. Nessuno potrà più contenere insieme sulla terra i membri sparsi del visibile corpo della Chiesa Cattolica come fosse una compatta organizzazione vivente." (p.684)
 
Malachi Martin, The Keys of This Blood, Simon and Schuster, 1990. 
 




qui, attenzione, NON è Socci che parla   Socci non dice una parola.... ci sono solo PAPI AL CONFRONTO con l'uso di stessi termini e concetti.... tutti gli altri Papi non temono di condannare ciò che vi è da condannare, uno solo impone un cambiamento di rotta del pensiero cattolico...... non è un caso se San Paolo ci ammonisce a fare attenzione alle NOVITA' attraverso le quali, "stanchi della solita dottrina" avverrà l'apostasia 



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DA UNA PARTE BERGOGLIO; DALL’ALTRA PARTE TUTTI I PAPI DELLA CHIESA CATTOLICA, APOSTOLICA ROMANA

SCRITTO IL 

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Papa Francesco Gli altri Papi
È vero che le norme generali presentano un bene che non si deve mai disattendere né trascurare, ma nella loro formulazione non possono abbracciare assolutamente tutte le situazioni particolari.

 

Francesco, Amoris Laetia

Ci si chiederà come la legge morale , che è universale , può bastare , e nello stesso tempo essere vincolante in un caso singolare, il quale nella sua situazione concreta è sempre unico e di “ una volta” . Lo può e lo fa , perché giustamente a causa della sua universalità la legge morale comprende necessariamente ed “intenzionalmente”   tutti i casi particolari , all’interno dei quali si verificano i suoi concetti. E in questi casi numerosissimi lo fa con una logica così concludente , che la stessa coscienza del semplice fedele vede immediatamente e con piena certezza la decisione da prendere .. . Non c’è da esaminare. Qualunque sia la situazione individuale, non c’è altro esito che obbedire.

 

Pio XII , discorso 18 Aprile 1952

 

 

Papa Francesco Gli altri Papi
E – aldilà delle questioni dogmatiche ben definite dal Magistero della Chiesa – abbiamo visto anche che quanto sembra normale per un vescovo di un continente, può risultare strano, quasi come uno scandalo – quasi! – per il vescovo di un altro continente; ciò che viene considerato violazione di un diritto in una società, può essere precetto ovvio e intangibile in un’altra; ciò che per alcuni è libertà di coscienza, per altri può essere solo confusione. In realtà, le culture sono molto diverse tra loro e ogni principio generale – come ho detto, le questioni dogmatiche ben definite dal Magistero della Chiesa – ogni principio generale ha bisogno di essere inculturato, se vuole essere osservato e applicato.

 

(Discorso di chiusura del Sinodo sulla famiglia , 24 Ottobre 2015)

Così, riteniamo necessaria una parola circa la necessità di trovare una migliore espressione della fede, in corrispondenza con l’ambiente razziale, sociale, culturale. È questa, certo, un’esigenza necessaria all’autenticità e all’efficacia dell’evangelizzazione: tuttavia, sarebbe pericoloso parlare di teologie diversificate, secondo i continenti e le culture. Il contenuto della fede o è cattolico, o non è tale. Noi tutti, d’altra parte, abbiamo ricevuto la fede da una tradizione ininterrotta e costante: Pietro e Paolo non l’hanno travestita per adattarla all’antico mondo giudaico, greco o romano, ma hanno vegliato sulla sua autenticità, sulla verità dell’unito messaggio, presentato nella diversità dei linguaggi (Act. 2, 8).

 

Paolo VI Discorso di chiusura Sinodo 26 Ottobre 1974)

 

Papa Francesco Altri Papi
Il fondamentalismo è una malattia che c’è in tutte le religioni. Noi cattolici ne abbiamo alcuni, non alcuni, tanti, che credono di avere la verità assoluta e vanno avanti sporcando gli altri con la calunnia, con la diffamazione, e fanno male, fanno male .

 

(Intervista di ritorno dall’Africa 30 Novembre 2015)

Atteggiamento che non ci insuperbisce, come detentori fortunati ed esclusivi della verità, ma ci fa però forti e coraggiosi nel difenderla, amorosi nel diffonderla. Ancora. Sant’Agostino ce lo ricorda: «Sine superbia de veritate praesumite», senza superbia siate fieri della verità (Contra litteras Petiliani, 1, 29, 31. – P.L. 43, 259).

 

Paolo VI Udienza Generale 11 Agosto 1965

 

 

Papa Francesco Altri papi
Non ho mai compreso l’espressione valori non negoziabili. I valori sono valori e basta, non posso dire che tra le dita di una mano ve ne sia una meno utile di un’altra. Per cui non capisco in che senso vi possano esser valori negoziabili.

 

Intervista Corriere della Sera 5 Marzo 2014

Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, l’interesse principale dei suoi interventi nell’arena pubblica è la tutela e la promozione della dignità della persona e quindi essa richiama consapevolmente una particolare attenzione su principi che non sono negoziabili. Fra questi ultimi, oggi emergono particolarmente i seguenti:

 

– tutela della vita in tutte le sue fasi, dal primo momento del concepimento fino alla morte naturale;

– riconoscimento e promozione della struttura naturale della famiglia, quale unione fra un uomo e una donna basata sul matrimonio, e sua difesa dai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale;

– tutela del diritto dei genitori di educare i propri figli.

Benedetto XVI discorso ai partecipanti convegno promosso dal Partito Popolare Europeo 30 Marzo 2006

 

Papa Francesco Altri papi
Per evitare qualsiasi interpretazione deviata, ricordo che in nessun modo la Chiesa deve rinunciare a proporre l’ideale pieno del matrimonio, il progetto di Dio in tutta la sua grandezza: «I giovani battezzati vanno incoraggiati a non esitare dinanzi alla ricchezza che ai loro progetti di amore procura il sacramento del matrimonio, forti del sostegno che ricevono dalla grazia di Cristo e dalla possibilità di partecipare pienamente alla vita della Chiesa». La tiepidezza, qualsiasi forma di relativismo, o un eccessivo rispetto al momento di proporlo, sarebbero una mancanza di fedeltà al Vangelo e anche una mancanza di amore della Chiesa verso i giovani stessi. Comprendere le situazioni eccezionali non implica mai nascondere la luce dell’ideale più pieno né proporre meno di quanto Gesù offre all’essere umano.Oggi, più importante di una pastorale dei fallimenti è lo sforzo pastorale per consolidare i matrimoni e così prevenire le rotture.

 

Amoris Laetitia 307

Considerare l’indissolubilità non come una norma giuridica naturale, ma come un semplice ideale, svuota il senso dell’inequivocabile dichiarazione di Gesù Cristo, che ha rifiutato assolutamente il divorzio perché “da principio non fu così” (Mt 19,8).

 

San Giovanni Paolo II , discorso Rota Romana 28 Gennaio 2002

 

Una sinossi analoga si può fare per molti altri temi fondamentali, con gli stessi risultati





[Modificato da Caterina63 29/10/2016 19:42]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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