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23 settembre dedicato a San Padre Pio da Pietrelcina

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2016 22:54
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12/02/2016 15:16
 
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  COSÌ MORÌ PADRE PIO DA PIETRELCINA

Nella "Cronistoria del convento di San Giovanni Rotondo" leggiamo:

«22 Settembre – Convegno “Gruppi di Preghiera”

Nella storia del convento di San Giovanni Rotondo poche giornate possono essere paragonate a quella che oggi è stata vissuta e che rimarrà storica nel ricordo di tutti. È stata una giornata più unica che rara, densa di emozioni, piena di attività, che si è svolta nel seguente ordine:

Ore 5 – Messa solenne di Padre Pio.
Padre Pio desiderava celebrare la messa piana come tutte le mattine; ma il padre guardiano gli ha dovuto fare dolce violenza per fargli celebrare la messa solenne in canto, per i Gruppi di preghiera radunati a convegno. Padre Pio ha ubbidito. Quando è stata aperta la chiesa, una marea di gente ha letteralmente invaso le tre navate inferiori ed anche i matronei: non vi era un solo angoletto libero, anzi moltissima gente è rimasta fuori sul sagrato.
Padre Pio, con passo stanco e pesante, assistito da padre Pellegrino da Sant’Elia a Pianisi, è sceso in sacrestia e, dopo la consueta preparazione, ha indossato i paramenti sacri: indi, accompagnato dal padre Onorato da San Giovanni Rotondo e dal padre Valentino da San Giovanni Rotondo (diacono e suddiacono), si è avviato all’altare per la celebrazione della S. Messa.

La folla sembrava delirare per la gioia di vederlo e di festeggiarlo, e si è dovuto penare non poco per ottenere silenzio e ordine. La schola cantorum femminile, sotto la direzione del padre guardiano, ha eseguito la “Missa Jucunda” di F. Vittadini, a tre voci, con altri brani di scelta musica liturgica.La Messa si è svolta con la consueta solennità e devozione; alla fine scroscianti ed interminabili applausi con grida sincere "Viva Padre Pio! Auguri, Padre!" hanno salutato il Padre prima che rientrasse in sacrestia.
Però, nell’alzarsi dalla poltrona e prima di scendere i gradini dell’altare rivolto al popolo, Padre Pio ha barcollato e si è ripiegato su se stesso, quasi per cadere. Gli assistenti e soprattutto fra Guglielmo Bill, accorso prontamente, lo hanno sostenuto di peso e lo hanno adagiato sulla sedia a rotelle, riaccompagnandolo in sacrestia.

Il Padre, pallido e sbiancato in viso, come assente e smarrito, ha benedetto la folla accalcatasi alla balaustra laterale, ripetendo affettuosamente ed affannosamente: "Figli miei, figli miei". Dopo il ringraziamento, si è avviato per le confessioni delle donne, passando tra la folla degli uomini e dei sacerdoti in sacrestia, ma è dovuto tornare indietro, risalendo in camera con l’ascensore. Padre Pio non sembrava più lui: bianco nel viso, tremante e stremato di forze, con le mani fredde, fissava tutti con lo sguardo quasi assente e lontano da tutto quello che gli avveniva intorno. E così ha continuato per tutta la giornata…».
Passando a descrivere la morte di Padre Pio, il cronista trascrive la testimonianza del padre Pellegrino Funicelli, la quale dice così: «Poco dopo le ore 21 del giorno 22 settembre 1968, quando il padre Mariano si era allontanato dalla cella n. 4 ed io vi ero entrato, Padre Pio per mezzo del citofono mi chiamò nella sua stanza: era a letto, coricato sul fianco destro. Mi domandò soltanto l’ora segnata dalla sveglia posta sul suo comodino. Dai suoi occhi arrossati asciugai qualche piccola lacrima e ritornai nella stanza n. 4 per mettermi in ascolto presso il citofono sempre acceso.

Il Padre mi chiamò ancora per altre cinque sei volte fino alla mezzanotte: ed aveva sempre gli occhi rossi di pianto, ma di un pianto dolce, sereno. A mezzanotte, come un bambino pauroso mi supplicò: ”Resta con me, figlio mio” e cominciò a chiedermi con molta frequenza l’orario. Mi guardava con occhi pieni di implorazione, stringendomi fortemente le mani. Poi, come se si fosse dimenticato dell’orario richiestomi in continuazione, mi domandò: “Uagliò, a’ ditte a messe?”. Risposi sorridendo: “Padre spirituale, è troppo presto adesso per la messa”. Ed Egli replicò: “Beh, stamattina la dirai per me”. Ed io: “Ma ogni mattina la dico secondo le sue intenzioni”.
Successivamente volle confessarsi e, terminata la sua sacramentale confessione, disse: “Figlio mio, se oggi il Signore mi chiama, chiedi perdono per me ai confratelli di tutti i fastidi che ho dato; e chiedi ai confratelli e ai figli spirituali una preghiera per l’anima mia”.
Risposi: “Padre spirituale, io sono sicuro che il Signore la farà vivere ancora a lungo; ma, se dovesse aver ragione lei, posso chiederle un’ultima benedizione per i confratelli, per tutti i suoi figli spirituali e i suoi ammalati?”. E lui: “Sì che benedico tutti; chiedi anzi al superiore che dia lui per me questa ultima benedizione”. “E a Pio, Ettoruccio e famiglia e a Suor Pia cosa dico?”. “Essi sanno quanto li ho amati”, mi ha risposto scoppiando in lacrime, “li benedico tutti, li benedico tutti”. Infine mi ha chiesto di rinnovare l’atto della professione religiosa…

Era l’una quando mi ha chiesto: “Senti, figlio mio, io qui a letto non respiro bene. Lasciami alzare. Sulla sedia respirerò meglio”. L’una, le due, le tre erano di solito gli orari in cui soleva alzarsi per prepararsi alla Santa Messa, e prima di sedersi sulla poltrona, soleva fare quattro passi nel corridoio. Quella notte notai, con mia grande meraviglia, che camminava diritto e spedito come un giovane, tanto che non vi era bisogno di sostenerlo.
Giunto sull’uscio della sua cella disse: “Andiamo un po’ sul terrazzino”. Lo seguii, tenendogli la mano sotto il braccio; egli stesso accese la luce e, arrivato vicino alla poltrona, si sedette e guardò in giro per il terrazzino curiosando: sembrava che con gli occhi cercasse qualcosa. Dopo cinque minuti volle tornare nella cella. Cercai di sollevarlo, ma mi disse: “Non ce la faccio”. Infatti si era appesantito. “Padre spirituale, non si preoccupi”, gli dissi incoraggiandolo e prendendo subito la sedia a rotelle che era a due passi. Per le ascelle lo sollevai dalla poltrona e lo posi a sedere sulla sedia. Egli stesso sollevò i piedi da terra e li poggiò sul predellino.

Nella cella, quando l’ebbi adagiato sulla poltrona, egli, indicandomi con la mano sinistra e con lo sguardo la sedia a rotelle, mi disse: “Portala fuori”. Rientrato nella cella, notai che il Padre incominciava a impallidire. Sulla fronte aveva un sudore freddo: mi spaventai, però, quando vidi che le sue labbra cominciavano a diventare livide e ripeteva continuamente: “Gesù, Maria”, con voce sempre più debole. Mi mossi per andare a chiamare un confratello, ma egli mi fermò dicendo: “Non svegliare nessuno”. Io mi avviai ugualmente e correndo mi ero allontanato di pochi passi dalla sua cella, quando mi richiamò ancora. Ed io, pensando che mi richiamasse per dirmi la stessa cosa, tornai indietro. Ma quando mi sentii ripetere: “Non svegliare nessuno” gli risposi con atto di implorazione: “Padre spirituale, adesso mi lasci fare”. E di corsa mi avviai verso la cella di padre Mariano; ma, vedendo aperto l’uscio di fra Giuglielmo, entrai, accesi la luce e lo scossi: “Padre Pio sta male”.

In un momento fra Guglielmo raggiunse la cella del Padre ed io corsi a telefonare al dottor Sala. Questi giunse dopo dieci minuti circa ed appena vide il Padre preparò l’occorrente per fargli un’iniezione. Quando tutto fu pronto, fra Guglielmo ed io cercammo di sollevarlo, ma, non riuscendovi, dovemmo adagiarlo sul letto. Il dottore fece la iniezione e poi ci aiutò a adagiarlo sulla poltrona, mentre il Padre ripeteva con voce sempre più fievole e con il movimento delle labbra sempre più impercettibile: “Gesù, Maria”.

Chiamati da me, sono arrivati subito il padre guardiano, il padre Mariano ed altri confratelli; mentre, chiamati telefonicamente dal dottor Sala, cominciavano ad arrivare l’uno dopo l’altro Mario Pennelli, nipote di Padre Pio, il direttore sanitario della Casa Sollievo dottor Gusso e il dottor Giovanni Scarale.

Mentre i medici davano l’ossigeno prima con la cannula e poi con la maschera, il padre Paolo da San Giovanni Rotondo amministrava al Padre spirituale il sacramento degli infermi e gli altri confratelli, inginocchiati all’intorno, pregavano. Alle 2, 30 circa… dolcemente chinò la testa sul petto: era spirato.
In fede
San Giovanni Rotondo, 29.9.1968
f.to Padre Pellegrino».

[P. Gerardo Di Flumeri, "La morte di S. Francesco e la morte di Padre Pio" (1/2), in «Voce di Padre Pio» 10/11 (2008)]





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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