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Ultimo Aggiornamento: 14/04/2016 10:03
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12/04/2016 20:48
 
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2. Sacramentalità


2.1. Simbolo reale e segno sacramentale


Gesù Cristo ha fatto riscoprire in modo profetico la realtà del matrimonio come era stata voluta da Dio fin dall’origine del genere umano (cf. Gn 1, 27; Mc 10, 6 e Mt 19, 4; Gn 2, 24; Mc 10, 7-8 e Mt 19, 5). L’ha ristabilita con la sua morte e risurrezione. Per questo il matrimonio cristiano si vive « nel Signore » (2 Cor 7, 39); ed è determinato dagli elementi dell’opera salvifica.


Già nell’antico Testamento, l’unione matrimoniale è una figura dell’alleanza tra Dio e il popolo d’Israele (cf. Os 2; Ger 3, 6-13; Ez 16, e 23; Is 54). Nel nuovo Testamento, il matrimonio cristiano assume una dignità maggiore, perché è la rappresentazione del mistero che unisce Cristo Gesù e la chiesa (of. Ef 5, 21-33). Questa analogia viene chiarita più profondamente attraverso l’interpretazione teologica: l’amore supremo e il dono del Signore fino alla morte, come pure il legame fedele e irrevocabile della chiesa sua sposa diventano modelli ed esempi per il matrimonio cristiano. Questa somiglianza è una relazione di autentica partecipazione all’alleanza di amore tra Cristo e la chiesa. E così, a modo di simbolo reale e di segno sacramentale, il matrimonio cristiano rappresenta concretamente la chiesa di Gesù Cristo nel mondo e, soprattutto nella struttura della famiglia, è chiamato giustamente una « chiesa domestica » (LG 11).


2.2. Sacramento in senso stretto


In questo modo il matrimonio cristiano è configurato secondo il mistero dell’unione tra Gesù Cristo e la chiesa. Il fatto che il matrimonio cristiano sia così assunto nell’economia della salvezza giustifica già la denominazione di « sacramento » nel senso più ampio. Ma insieme significa anche una realizzazione concreta e una attualizzazione reale di questo sacramento primordiale. Il matrimonio cristiano è quindi in se stesso realmente e propriamente un segno della salvezza che conferisce la grazia di Gesù Cristo. È proprio per questo che la chiesa cattolica lo elenca tra i sette sacramenti (cf. DS 1327, 1801).


Fra l’indissolubilità del matrimonio e la sua sacramentalità, esiste un rapporto particolare, cioè una reciproca relazione costitutiva. L’indissolubilità permette di cogliere più facilmente la sacramentalità del matrimonio cristiano; d’altro canto, dal punto di vista teologico, la sacramentalità costituisce il fondamento ultimo, sebbene non unico, della indissolubilità del matrimonio.


2.3. Battesimo, fede attuale, intenzione, matrimonio sacramentale


Anche il sacramento del matrimonio trasmette la grazia come gli altri sacramenti. La fonte ultima di questa grazia è l’impatto con l’opera compiuta da Gesù Cristo e non soltanto la fede dei soggetti del sacramento. Ciò non significa tuttavia che, nel sacramento del matrimonio, la grazia sia data al di fuori della fede o senza alcuna fede. Ne consegue, secondo i principi classici, che la fede è presupposta a titolo di « causa dispositiva » dell’effetto fruttuoso del sacramento. Ma d’altra parte la validità del sacramento non implica necessariamente che esso sia fruttuoso.


La realtà dei « battezzati non credenti » pone oggi un nuovo problema teologico e un grave dilemma pastorale, soprattutto se emerge chiaramente l’assenza o il rifiuto della fede. L’intenzione richiesta — l’intenzione di fare ciò che fanno Cristo e la Chiesa — è la condizione minima necessaria perché ci sia veramente un atto umano di impegno sul piano della realtà sacramentale. Certamente non bisogna confondere il problema dell’intenzione con quello relativo alla fede personale dei contraenti, ma non è neppure possibile separarli totalmente. In ultima analisi, la vera intenzione nasce e si nutre di una fede viva. Nel caso in cui non si avverta alcuna traccia della fede in quanto tale (nel senso del termine « credenza », disposizione a credere) né alcun desiderio della grazia e della salvezza, si pone il problema di sapere, in realtà, se l’intenzione generale e veramente sacramentale di cui abbiamo parlato, è presente o no, e se il matrimonio è contratto validamente o no. La fede personale dei contraenti non costituisce, come è stato notato, la sacramentalità del matrimonio, ma l’assenza della fede personale compromette la validità del sacramento.


Questo fatto origina nuovi interrogativi ai quali non sono state trovate finora risposte sufficienti; esso impone nuove responsabilità pastorali in materia di matrimonio cristiano. « Innanzitutto i pastori si sforzino di sviluppare e nutrire la fede dei fidanzati poiché il sacramento del matrimonio suppone e richiede la fede » (Ordo celebrandi matrimonium. Praenotanda, n. 7).


2.4. Una articolazione dinamica


Nella chiesa, il battesimo è il fondamento sociale e il sacramento della fede per cui gli uomini che credono diventano membri del corpo di Cristo. Anche da questo punto di vista, l’esistenza di « battezzati non credenti » implica problemi di grande importanza. Le necessità di ordine pastorale e pratico non troveranno una reale soluzione in cambiamenti che sovvertano il nucleo centrale della dottrina in materia sacramentale e di quella del matrimonio, ma in un rinnovamento radicale della spiritualità battesimale. Occorre ricomporre una visione integrale che collochi il battesimo nell’unità essenziale e nell’articolazione dinamica di tutti i suoi elementi e delle sue dimensioni: la fede, la preparazione al sacramento, il rito, la confessione della fede, l’incorporazione a Cristo e alla chiesa, le conseguenze etiche, la partecipazione attiva alla vita della chiesa. È necessario mettere in rilievo il rapporto intimo tra il battesimo, la fede e la chiesa. Soltanto in questo modo, diventa evidente che il matrimonio tra battezzati è un vero sacramento « in se stesso », cioè non in forza di una specie di « automatismo », ma per la sua intrinseca natura.





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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