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Meditazioni dal mese di maggio 2016 (2)

Ultimo Aggiornamento: 23/09/2016 15:37
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27/04/2016 15:29
 
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  pubblichiamo l'Orazione XI, nel giorno dell'Annunciazione




Caterina da Siena, Maestra di preghiera


O Maria, Maria, tempio della Trinità!1- O Maria, portatrice del fuoco! 2- Maria, porgitrice di misericordia, 3 -Maria germinatrice 4- del frutto 5- Maria ricomperatrice 6 -dell'umana generazione, perché sostenendo la carne tua nel Verbo fu ricomprato il mondo: Cristo lo ricomprò con la sua passione e tu col dolore del corpo e della mente. 7 - 0 Maria mare pacifico, Maria donatrice di pace, Maria terra fruttifera. 8-Tu, Maria, sei quella pianta novella della quale abbiamo il fiore odorifero del Verbo unigenito Figliuolo di Dio, perché in te, terra fruttifera, fu seminato questo Verbo. 9- Tu sei la terra e sei la pianta di fuoco, tu portasti il fuoco nascosto e velato sotto la cenere della tua umanità. 10- 0 Maria vasello d'umiltà, nel quale vasello sta e arde il lume del vero conoscimento, col quale tu levasti te sopra di te, e perciò piacesti al Padre eterno, onde egli ti rapì e trasse a sé amandoti di singolare amore. 

Con questo lume e fuoco della tua carità e con l'olio della tua umiltà traesti tu e inchinasti la divinità sua a venire in te, benché prima fu tratto l'ardentissimo fuoco della sua inestimabile carità a venire a noi. 11- O Maria, perché tu avesti questo lume, non fosti stolta ma prudente e con prudenza volesti investigare dall'angelo come fosse possibile quello che t'annunciava. 12- Tu, o Maria, sei fatta libro 13 nel quale oggi è scritta la regola nostra. In te oggi è scritta la sapienza del Padre eterno, in te si manifesta oggi la fortezza e libertà dell'uomo. Dico che si mostra la dignità dell'uomo 14 -perché se io raguardo in te, Maria, vedo che la mano dello Spirito Santo ha scritta in te la Trinità, formando in te il Verbo incarnato, unigenito Figliuolo di Dio: ci scrisse la sapienza del Padre, cioè lo stesso Verbo; ci ha scritto la potenza, perché fu potente a fare questo grande mistero; e ci ha scritto la clemenza dello Spirito santo, perché solo per grazia e clemenza divina fu ordinato e compito tanto mistero. 15 -
Se io considero il grande Consiglio tuo, Trinità eterna, vedo che nel lume tuo vedesti la dignità e nobiltà dell'umana generazione; quindi, cosi come l'amore ti costrinse a trarre l'uomo di te, così quel medesimo amore ti costrinse a ricomprarlo, essendo perduto. Ben dimostrasti che tu amasti l'uomo prima che egli fosse, quando tu volesti trarlo di te solo per amore; ma maggiore amore gli mostrasti i dando te medesimo, rinchiudendoti oggi nel vile saccuccio della sua umanità. E che più gli potevi dare, che dare te medesimo? 16 - Onde veramente tu gli puoi dire: "Che t' ho io dovuto o potuto fare che io non l'abbia fatto?

"O Maria, io vedo questo Verbo dato a te essere in te, e non di meno non è separato dal Padre, così come la parola , che l'uomo ha nella mente che, benché ella sia proferita di fuori comunicata ad altri, non si parte però né è separata dal cuore. 17 - In queste cose si dimostra la dignità dell'uomo, per cui Dio ha operate tante e così grandi cose. 18 -In te ancora, o Maria, si dimostra oggi la fortezza e libertà dell'uomo perché dopo la deliberazione di tanto e così grande consiglio è mandato a te l'Angelo ad annunciarti il mistero del consiglio divino e cercare la volontà tua, e non discese nel ventre tuo il Figliuolo di Dio prima che tu lo consentissi con la volontà tua. 19 - Aspettava alla porta della tua volontà che tu gli aprissi, perché voleva venire in te; e giammai non vi sarebbe entrato se tu non gli avessi aperto dicendo: "Ecco l'ancella del Signore, sia fatto a me secondo la parola tua". 


20-Picchiava, o Maria, alla porta tua la Deità eterna, ma se tu non avessi aperto l'uscio della volontà tua non sarebbe Dio incarnato in te. Vergognati, anima mia, vedendo che Dio oggi ha fatto parentado con te in Maria. Oggi t'è mostrato che benché tu sia fatta senza te non sarai salvata senza te; quindi, come detto è, oggi bussa Dio alla porta della volontà di Maria e aspetta che ella gli apra. 21- O Maria, dolcissimo amore mio, in te è scritto il Verbo dal quale noi abbiamo la dottrina della vita; tu sei la tavola che ci porgi quella dottrina. Io vedo questo Verbo, non appena egli è scritto in te, non essere senza la Croce del santo desiderio, ma appena egli fu concepito in te gli fu innestato ed annesso il desiderio di morire per la salute dell'uomo, per la quale egli si era incarnato; e perciò grande croce gli fu portare tanto tempo quel desiderio che egli avrebbe voluto subito si fosse adempito.

A te ricorro, Maria, e a te offro la petizione mia per la dolce sposa di Cristo dolcissimo tuo figliuolo e per il vicario suo in terra: che gli sia dato lume si che con discrezione tenga il modo debito, efficace per la restaurazione della Chiesa. Uniscasi ancora il popolo insieme, e si conformi il cuore del popolo col suo, sì che mai non si levi contro il capo suo. Pare a me che tu, Dio, eterno, abbia fatto di lui una incudine, ché ognuno lo percuote con la lingua e con le opere quanto può. 22- Ancora ti prego per quelli che tu hai messi nel desiderio mio con singolare amore: che tu arda i cuori loro sì che siano carboni non spenti ma accesi ed infocati nella carità tua e del prossimo, sì che nel tempo del bisogno essi abbiano le navicelle loro ben fornite per loro e per gli altri. 23- Io ti prego per quelli che tu m'hai dati, benché io non sia loro cagione di alcun bene, ma sempre di male, perché io sono loro, non specchio di virtù ma di molta ignoranza e di negligenza. 24- Ma oggi io domando arditamente perché questo è il dì delle grazie e so che a te, Maria, nessuna cosa è negata. Maria, oggi la terra tua ha germinato a noi il Salvatore. 25 -Peccavi Domino tutto il tempo della vita mia, peccavi Domino; miserere mei, dolcissimo ed inestimabile amore. 


0 Maria, benedetta sia tu tra tutte le femmine in seculum seculi, perché oggi tu ci hai dato della farina tua. Oggi la deità unita ed impastata con l'umanità nostra sì fortemente che mai non si poté separare, né per morte né per nostra ingratitudine, questa unione; anzi, sempre fu unita la deità e col corpo nel sepolcro e con l'anima nel limbo e insieme con l'anima e con il corpo in Cristo. Per sì fatto modo fu contratto e congiunto, questo parentato, che così come mai non fu diviso, cosi in perpetuo mai non si discioglierà. 26 - Amen

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Note

1 La dignità più grande di Maria Santissima, ma anche di ogni battezzato, è di essere "tempio della Trinità". Santa Caterina va subito all'essenziale della dignità della persona e ci indica in tal modo anche la nostra prima missione nella storia: essere per tutti e per tutta la creazione il tempio di Dio, cioè il luogo dove Egli ama mettere la sua tenda tra gli uomini. 
Per meglio comprendere dovremmo cercare il significato delle parole di S. Paolo: Voi siete tempio di Dio. Cercare ancora il significato del Tempio nell'Antico e Nuovo Testamento.

2 Dello Spirito Santo: è per opera dello Spirito Santo, che è Amore e clemenza, che la Vergine, la nuova Eva, diviene la Madre del Verbo.

3 Del Padre che, commosso nella sua infinita ed eterna tenerezza, non distrugge il creato, non ripudia la creatura, ma la ricrea nel seno della sua Misericordia. La parabola del figlio prodigo sarà il commento più bello perché è lo stesso Gesù, tutto Dio e tutto Uomo, Verbo incarnato a svelarci la realtà dell'Amore Trinitario: Lui solo, vero Dio, seconda Persona della Santissima Trinità, perché nel segreto eterno della Misericordia del Padre e della clemenza dello Spirito Santo, poteva rivelarci questi indicibili segreti. Non vi chiamerò più servitori, ma amici.

4 Che fai nascere il frutto

5 Del dolce Verbo incarnato: come dall'albero fu colto il frutto della superbia, della rivolta che portò l'uomo lontano da Dio e continua a portarci da Lui lontano ogni qualvolta anche noi lo cogliamo, così dall'Albero della Croce noi possiamo cogliere il Frutto dell'amore che per amore a noi si dona nella dolcissima Eucaristia. Egli per noi si è fatto cibo e per noi versa il suo Sangue sparto con fuoco d'amore. Chi tende la mano alla Croce troverà una Madre che lo aiuterà a cogliere e a mangiare di quel frutto che a volte è amaro per il dolore e la morte al nostro io, ma subito diviene dolce perché l'Agnello immacolato per noi per primo lo ha mangiato e per noi si offre ogni giorno: ecco che il Golgota diviene il luogo concreto e preciso dove noi troviamo l'Albero della vita. Sempre e soltanto una cosa ci è richiesta: fidarci di Dio, fidarci con umiltà di quell'Amore di cui abbiamo tanta nostalgia e che solo può darci la vera conoscenza della vita. Il giardino dove si trova il Frutto è la Chiesa.

6 Ricompri, riscatti.

7 Questa affermazione ci dice la profonda e reale unione tra Gesù e la Madre sua. Vero Uomo e vero Dio, Egli vive tutto anche in Maria, che davvero è la Théotokos. La potenza di intercessione di Maria si fonda pertanto nella realtà ontologica della su maternità verginale del Verbo: la redenzione di tutta la creazione inizia nel giorni dell'Annunciazione, nel giorno del sì di Maria Vergine. 
Et incarnatus est. Ma sappiamo dall'insegnamento dei Padri della Chiesa che la Vergine Madre è anche immagine della Chiesa chiamata a completare nella sua carne e nella sua mente, cioè nel suo cuore di Madre, ciò che, misteriosamente, manca alla Passione del Cristo suo Sposo. 

8 Il cuore di Caterina è estasiato dinnanzi alla bellezza eterna e immacolata di Maria: è armonia che infonde pace, calda luce che conforta, specchio della dignità dell'uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio Uno e Trino. Come non pensare alle bellissime rappresentazioni dell'arte senese che Caterina contemplava. La Vergine Madre è davvero la creazione nuova: chi La contempla altro non desidera che lasciarsi da Lei insegnare, abbracciare e condurre al Figlio suo Gesù.

9 Questa immagine ci riporta immediatamente alla creazione nuova, alla redenzione: dopo l'albero del Paradiso terrestre dove Adamo ed Eva si rivoltarono contro Dio occorreva una nuova creazione, un nuova pianta che generasse un nuovo virgulto: è nascosta in questa immagine tutto il mistero dell'Incarnazione che per il misterioso volere della Santissima Trinità, passa attraverso la pianta novella che la Vergine di Nazareth. Bisogna accettare con tutto il cuore, cioè con tutta la nostra vita. 

10 Tutti questi titoli richiamano alla realtà della creazione, quindi ci rimandano al Creatore: in questo modo Santa Caterina ci insegna a contemplare, cioè ad osservare le cose con l'intelligenza del cuore, riferendole al loro Creatore. 
Vedere, osservare , contemplare sono come tra scalini che ci fanno penetrare umilmente e con tanto rispetto nel segreto della realtà è questo come un bell'esercizio che dà pace e serenità: è una via di conoscenza che ci fa comprendere come nulla sia senza significato perché il granellino di terra porta in sé il mistero dell'amore di Dio Creatore come il fiore più nobile e complesso.... 
Solo in questa ottica possiamo capire il modo di pregare di S. Caterina e perché possa paragonare per analogia la Vergine e Madre Maria a queste luminose realtà campestri.

11 Il vero conoscimento che attira l'amore del Padre è il riconoscersi sua creatura. Va ben capito: non perché Dio sia un despote che vuole a tutti i costi essere onorato, riverito: il padre-padrone di Hegel che vede il cristianesimo concluso nell'ira sfogatasi sul Figlio del venerdì santo. No, tutto il contrario. Soltanto quando la creatura riconosce di ricevere l'essere, la sua vita, che sono un dono eterno (il tempo infatti scorre, il nostro vivere, la nostra persona è fatta per l'eternità) entra nell'umiltà, riesce ad aprire le porte all'Amore e incontra Dio come Padre che tanto la ama da dare per lei il suo unico Figlio. Scaturisce allora dal suo cuore un canto di riconoscenza e come Maria e con Maria canta il Magnificat. E l'Amore attira l'Amore, come l'acqua di un fresco ruscello che scorre verso il mare: come non pensare alla meditazione conclusiva del Dialogo, dove la Trinità è questo Mare nel quale assetata l'anima si immerge e finalmente trova la beatitudine, la pace, la gioia... 

12 Della carità che illumina l'intelligenza dell'uomo facendogli amare ciò che Dio ama ed odiare ciò che Dio odia. Ancora una volta va sottolineato che ciò che Dio ama e sempre a beneficio eterno di ogni sua creatura: chi è l'uomo che ti curi di lui? Chi è l'uomo perché Tu te ne dia pensiero? (Salmo 8) La vera prudenza è un saper discernere, scegliere e decidere, legato all'Amore, che sgorga dalla SS.ma Trinità e che è riversato nei nostri cuori con il Battesimo, alimentato con la SS.ma Eucaristia e vivificato con il Sacramento della Confessione, della Riconciliazione. 

13 Anche del Crocifisso, Caterina parla come di un Libro: S. Caterina ci insegna ancora una volta a pregare. Spesso divaghiamo,siamo distratti: soffermiamoci ad osservare, per poi contemplare una ella immagine della Vergine e pensiamo alla sua vita, ritroviamo con la memoria il suo agire nei Vangeli. Sarà come un Libro che si apre e ci svela i segreti semplici e profondi della santità, dell'abbandono della nostra volontà propria per entrare con amore e per amore nella volontà forte e dolce di Dio. Maria come Libro si fa via che ci introduce alla vera sapienza: in Lei ritroviamo i tratti del Volto del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. 

14 In Maria ritroviamo anche i nostri tratti, così come siamo stati pensati e voluti in seno alla Trinità Santissima. Brilla dunque in Lei la nostra vera fisionomia non deturpata dal peccato. Ma ci è anche ricordato che la rivolta non ha cancellato i tratti trinitari dell'essere dell'uomo. Per questo cerchiamo Dio, desideriamo la pura Bellezza e possiamo vivere solo di amore: siamo arbori d'amore, fatti per amore. Non c'è peccato che possa cancellare questa somiglianza con Dio Amore. Ma perché non ci sbagliassimo ancora ci è stato donato il Figlio dolce Verbo incarnato, Agnello svenato per noi in Croce. Lui sarà il Libro dove possiamo imparare nuovamente la Verità dell'Amore.

15 Queste parole ci ricordano che la vita è un dono gratuito di purissimo amore da parte di Dio nostro Creatore. Quando poi meditiamo su quanto è affermato poco prima il cuore può solo cantare Deo gratis. Non solo Dio ci dà di esistere eternamente, ma ci ha ornato della sua stessa Bellezza creandoci ad immagine e somiglianza sua. Santa Caterina ci insegna in questo modo a pregare con in un modo da uscire dal nostro piccolo io con i suoi piccoli o grandi problemi: si fa maestra di preghiera per noi insegnandoci a contemplare prima di ogni cosa Dio e le sue opere. E' questa una attitudine molto necessaria oggi e guaritrice di tanta tristezza e di dilagante sconforto: infatti sapersi dono costante ci rassicura di due cose fondamentali per vivere con serena forza anche in mezzo alle più aspre difficoltà. Prima di tutto abbiamo la certezza che non c'è un solo istante della nostra vita in cui non siamo amati: creati per amore siamo ogni istante mantenuti nell'essere, in vita. Questo per l'eternità: Dio non ci "cancellerà" mai dal suo cuore, anzi a Lui, sempre più ci attira con la forza della Potenza del Padre, con la Sapienza che ci guida nei nostri giorni, del Figlio, con l'unzione dolce e vigorosa dello Spirito Santo. Da ciò scaturisce che possiamo comprendere il senso della nostra vita: abbiamo uno scopo per vivere, anzi lo scopo fondamentale è la realizzazione di quella profonda nostalgia che ci portiamo più o meno consapevolmente in cuore: vedere Dio, vivere con Lui, essere totalmente immersi nel mistero della SS.ma Trinità. Dobbiamo ringraziare il Signore di donarci dei Santi come Caterina che ci insegnano a pregare, cioè ad entrare in comunione con Dio, ad incamminarci cioè sulla strada della vera conoscenza interiore delle cose, della vita: conoscenza che ci fa trovate l'unità del nostro essere. Questa unità che l'uomo moderno ha perso, perché ha voluto credere alla triste bugia della "morte di Dio".

16 Ma non solo Dio non può morire, ma nemmeno l'uomo: possiamo smarrirci, ma in risposta al nostro errare lontano da Lui, Dio dona se stesso: Et incarnatus est. Il tono colmo di tenerezza paterna di queste parole ci ricorda le Lamentazioni del giorno della Passione di Cristo: Popolo mio che cosa ti ho fatto? Siamo quindi spinti a meditare sulla nostra indifferenza, sulla nostra ingratitudine. Ora l'ingratitudine è fonte di tante sofferenze prima sia per noi medesimi perché ci chiude al buono, al bello che ci circonda, sia per i nostri vicini, amici, collaboratori perché non si sentono amati. Senza amore noi moriamo e facciamo morire, perché siamo fatti d'amore e per amore. Giustamente il Papa nel suo insegnamento tante volte insiste sul dono di sé come vera realizzazione della nostra persona. L'amore che sgorga dalla Passione di Gesù vero uomo e vero Dio è fin d'ora vita eterna che salva e dona luce. E' il mistero sacro e indicibile della Chiesa.

17 L'amore non si separa dall'amato e non separa gli amati da noi. La nostra somiglianza con Dio si rivela proprio nel modo di amare cui siamo chiamati. Siamo nella beatitudine solo quando amiamo secondo la "nostra" vera natura: quella di figli di Dio. La gelosia, la possessività sono frutti del peccato che portano all'odio, alla morte. La magnanimità, la generosità, la gioia che chi amo da altri sia amato e anche con altri trovi la sua gioia sono frutti dello Spirito Santo. 
Basti leggere quanto scrive S. Paolo nella lettera ai Galati capitolo 5, 16 - 26: Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge. Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è legge. 
Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri.

18 Con La vergine Santissima cantiamo anche noi il Magnificat e impariamo ad amare ciò che Dio ama.

19 Maria è lodata anche con il titolo di Vergine dell'ascolto. L'ascolto suppone il silenzio, che non solo mancanza di rumore, ma liberazione della nostra volontà propria che strepita e non ci fa intendere la Parola di Dio nella nostra vita. La Vergine Madre ha saputo accogliere l'Angelo come un messaggero di Dio perché il suo cuore desiderava Dio e la sua volontà più di ogni cosa.
Lo ha ascoltato e nelle sue parole ha riconosciuto la voce dell'Altissimo perché Ella nutriva sempre la sua mente e il suo cuore della Parola della Sacra scrittura. Quando noi conosciamo, e bene, un artista, riconosciamo subito le sue opere anche se mescolate a molte altre. 

20 Dio è paziente; anche i suoi santi lo sono. Ma pazienza non è indifferenza, lasciar fare: la divina e sacra pazienza sgorga dalla carità che solo vuole e desidera ardentemente il vero bene dell'altro: la vita eterna.

21 Maria Santissima ha aperto con la consapevolezza cristallina del suo cuore immacolato e innamorato di Dio. Maria "umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio" ha sempre conservato intatto nel suo Cuore immacolato quel momento atteso da tutte le generazioni. Abitata dalla più pura carità, questa Madre eterna desidera per ognuno solo il nostro vero bene, la nostra santificazione, che cioè che noi poniamo come obbietto della nostra vita solo Cristo dolce Gesù, Figlio suo. La strada più sicura è pertanto quella di mettere i nostri passi sulle sue orme. Fare atto di affidamento, di consacrazione a Lei significa rimettere tutta la nostra vita, senza riservarci nessun angolino privato, nelle sue mani affinché Ella ci aiuti a pronunciate sempre il nostro Fiat con Lei. E' permettere alla Vergine Madre di realizzare in noi il suo desiderio più caro che già una volta espresse a Cana di Galilea: "fate tutto quello che Egli vi dirà".Perché affidarsi in modo così totale Maria? Perché ci è Madre, perché ci è stata donata da Cristo crocifisso. Perché è fare la volontà del Padre che per primo, se così si può dire, ha affidato a Maria il suo stesso Figlio: donarsi a Maria è il modo più bello e sicuro di imitare lo stesso Figlio di Dio fatto Uomo per noi. Questo atto di consacrazione, quindi, non è tanto un atto morale che rettifica il nostro operare, quanto un nuovo modo di essere: ci aiuta a diventare la creatura nuova ricreata dal Sangue di Gesù. E' un atto che tocca il nostro essere profondo, che ci mette in reale contatto con il Verbo per quale tutto esiste, ha perciò valore ontologico, eterno. E' per ogni anima molto consolante pensare che nel tempo può agire con scelte eterne: ma tutto ciò è possibile certo grazie all'Incarnazione del Verbo,ma anche, per i motivi ben espressi in questa orazione, grazie anche al Sì libero e amante di Maria Vergine. Allora posso essere infedele, non volerne più sapere, dimenticarlo a causa della mia incostanza e superficialità, ma non posso cancellarlo dalla memoria eterna di Dio, non posso pensare che Maria non ci pensi più. Una Madre vera non dimentica mai il proprio figlio. Questo pensiero forse ora mi preoccupa, perché mi fa cogliere solo la responsabilità di un tale gesto, ma nel momento della nostra morte sarà la nostra consolazione e speranza, il nostro baluardo contro il Nemico: con il suo mantello Maria avvolgerà ogni suo figlio che con consapevolezza e amore ha voluto a Lei un giorno totalmente affidarsi. Per capire un poco tutto questo basti pensare alla vera amicizia: della persona amata ricordiamo con infinita tenerezza nei momenti difficili i suoi tratti più delicati, non solo le grandi dimostrazioni: e questo ricordo è tante volte forza di perdono, di riconciliazione. Allora se tutto questo può accadere nel nostro povero cuore , quanto più è vero per i cuore infinitamente puro e generoso di Maria Santissima vera Madre di Dio e vera Madre nostra. 

22 La preghiera di Santa Caterina si apre sempre ai bisogni della Chiesa dolcezza dell'anima sua. 

23 La vera amicizia è desiderare di consumarsi in Dio per tutti e desiderare che tutti brucino dello stesso fuoco d'amore che tenne l'immacolato Agnello chiavellato, (inchiodato), sulla Croce. Gesù è la sola fonte nella quale possiamo immergere il vasello del nostro cuore ed essere certi che sempre sarà dissetato e capace di dissetare. E' l'esempio che dona S. Caterina quando scrive: 
Sia uno vasello, il quale tu empia nella fonte, e nella il fonte il beva. E ammettiamo che tu avessi tratto l'amore da Dio che è fonte d'acqua viva; se tu non lo bevessi continuamente in lui, rimarebbe vuoto (L. 49). Da Lui impareremo a desiderare il vero bene dell'amico: la vita eterna. Ancora una volta si aprono orizzonti pieni di luce, che ci liberano da ogni egoistico e meschino concetto di relazioni umane che affaticano il cuore. Divenendo navicelle ben fornite per se e per gli altri assomiglieremo sempre più al Padre nostro. Come non pensare alle parole di Gesù: siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli? E' l'amore che ci fa nuovi, porta a compimento il grande Consiglio della Trinità eterna.

24 La carità ci fa sentire responsabili della Chiesa, delle anime ricomperate con il Sangue dell'Agnello. Caterina vibra all'unisono con il Cuore trafitto di Cristo, dolce Verbo incarnato, ma non perde il senso della sua fragilità di creatura. 
In questa umiltà si radica la forza di ogni sua preghiera d'intercessione che tutto osa chiedere, che sempre bussa alla porta della Misericordia. Ogni sua richiesta potrebbe, infatti, riassumersi nella preghiera di San Domenico suo padre, che la notte gridava a Dio: o mia Misericordia, che ne sarà dei peccatori! 

25 Nel Dialogo della divina Provvidenza il Padre spiega a Caterina come l'Ordine di San Domenico sia affidato in modo tutto particolare alla Vergine. Del resto di Domenico è detto che ebbe l'ufficio del Verbo, pertanto è giusto che Maria sia riconosciuta come Madre da chi ha per missione di continuare questa missione. Leggiamo qualche riga del Libro, come Caterina lo chiamava:
E se tu ragguardi (osservi) la navicella del padre tuo Domenico, diletto mio figliuolo, egli l'ordinò con ordine perfetto, ché volle che attendessimo (si occupassero) solo a l'onore di me e salute dell'anime col lume della scienza. Sopra questo lume volse fare il principio suo, non essendo però privato della povertà vera e volontaria. (...) Ma più proprio suo obietto prese il lume della scienza, per stirpare gli errori che a quello tempo erano levati. Egli prese l'officio del Verbo unigenito mio Figliuolo. Drittamente, (veramente), nel mondo pareva un apostolo, con tanta verità e lume seminava la parola mia, levando la tenebre e donando la luce. 
Egli fu uno lume che Io porsi al mondo col mezzo di Maria, messo nel corpo mistico della santa Chiesa come stirpatore (uno che estirpa, tira via con forza) delle eresie. Perché dissi "col mezzo di Maria"? Perché Maria gli diede l'abito, commesso l'officio a lei dalla mia bontà. D. 158

26 Il mistero dell'Incarnazione del Verbo è la passione del cuore di Caterina infiammata dal desiderio della gloria di Dio e della salvezza delle anime. Indissolubile questa unione del Verbo con l'umanità, per questo Caterina afferma senza esitare che la Chiesa è esso Cristo. Penso che a S. Caterina, al suo modo di pregare e scrutare i divini misteri possano davvero essere applicate le parole di questa riflessione sulla Persona di Cristo, dolce Verbo incarnato. Il fondamento della comprensione cristiana della storia e dell'universo è il mistero e la realtà unica del la Persona del Redentore. Se un uomo ha capito questo e ha ricevuto contemporaneamente nell'intimità della sua intelligenza e della sua sensibilità il mistero della Persona e il messaggio di Cristo, comprende che da un lato, durante tutta la sua vita non farà che approfondire, ogni giorno di più questa suprema, dolce e commovente realtà del Redentore e della Redenzione; e dall'altro lato questo medesimo uomo si sentirà stabilito per sempre in una verità inamovibile, ciò gli darà una grande pace interiore ed una gioia profonda, che nessuna prova potrà cancellare. 
Per questo, tutto quello che abbiamo potuto pensare e studiare fino ad oggi, e tutto quello che potremo studiare e meditare in futuro dovrà essere continuamente orientato verso la percezione del mistero e della realtà della Persona di Cristo. 
(Teodossios Maria della Croce)

Laudato sia Cristo crocifisso, 
e la sua dolcissima Madre, gloriosa 
Vergine, Madonna Santa Maria . 
Gesù dolce, Gesù amore.

______________________
Grazie per l'approfondimento di Sr.M. Elena Ascoli O.P.

http://www.matrisdomini.org/


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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