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Eucaristia piccolo catechismo eucaristico di mons. Luciano Pascucci

Ultimo Aggiornamento: 19/04/2017 14:20
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19/04/2017 13:41
 
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L'eucaristia è il bene più prezioso della chiesa

Una spiegazione della Messa, di mons. Luciano Pascucci

Luciano Pascucci, da 35 anni è sacerdote del clero romano. È stato 21 anni in parrocchia e da 14 anni è responsabile della formazione permanente del clero di Roma. Con questo opuscolo: ‘L’Eucaristia: il bene più prezioso della Chiesa’, intende iniziare i semplici fedeli alla celebrazione eucaristica. Questo ‘catechismo eucaristico’ può essere utile anche ai sacerdoti che hanno il compito di ‘vigilare, affinché i fedeli prendano parte all’azione liturgica consapevolmente, attivamente e fruttuosamente’ (SC 11).

Introduzione generale

Alcune obiezioni sulla Messa:

- Vado a Messa solo quando me la sento, quando ne ho voglia, se no a che serve?
Dire: “Se ho voglia” è ridurre la Messa a sensazione, a sentimento, a stato d’animo, a umore; significa ridurre Dio e l’incontro con lui a quello che sono io, o a quello che vivo e che provo in questo momento, senza tenere per nulla in considerazione Dio che mi chiama a celebrarla insieme agli altri fratelli.

- La Messa è sempre uguale, perché andarci?
L’incontro con il Signore nell’Eucaristia è sempre diverso, se per te lui è una persona viva che ha qualcosa di nuovo da dirti. Se questo rapporto di amicizia cresce e diventa sempre più forte, allora la Messa sarà un incontro sempre nuovo e arricchente per te e per le persone che ti incontreranno. Tocca non solo al sacerdote che presiede, ma a tutta la comunità che celebra, rendere la Messa ogni volta una festa, non ripetitiva e noiosa.

- Chi va a messa è peggio degli altri!
Può darsi! Ma la Messa non è per chi non ha colpe. Il Signore viene a noi e in noi per guarirci. Dire che chi va a Messa è peggio degli altri mi sembra una scusa, tra l’altro poco originale; e poi chi sei tu per giudicare? (cf. Gc 4,12).

- A me il prete non piace; è noioso e antipatico…
Qualche volta può succedere che non ti sia simpatico il sacerdote, ma l’Eucaristia non è fatta dal sacerdote. Invece di dire che “solo il prete può celebrare la Messa”, diciamo piuttosto che la Messa non si può celebrare senza il prete, proprio perché l’Eucaristia è azione di Cristo e della Chiesa insieme. Il sacerdote, grazie all’ordinazione ricevuta, ha il compito di presiedere la celebrazione, per far vedere e manifestare visibilmente la presenza e l’azione di Gesù risorto che raccoglie nell’unità la sua Chiesa e invita alla sua mensa la comunità. Il sacerdote è un cristiano come te; egli partecipa all’Eucaristia come inviato del Signore per offrire al suo popolo il corpo e il sangue di Gesù come cibo e bevanda di salvezza. Nel presiedere alla celebrazione di tutta la comunità egli non agisce a titolo personale: esercita un compito che gli è stato affidato. Tutta la comunità celebra l’Eucaristia e partecipa del sacrificio di Gesù.

- Non vado a Messa, perché non ho tempo!
Dobbiamo essere sinceri con noi stessi. Quando desideri una cosa, cerchi in tutti i modi di ottenerla.
E allora chièditi: Quanto desideri il Signore? Quanto ci tieni all’amicizia con lui?

- Preferisco andare in chiesa da solo che quando c’è la Messa!
Questo dimostra che la Messa è ancora tutta da scoprire; infatti l’efficacia della Messa è unica e infinita, perché offro Cristo al Padre e, attraverso la mediazione di Cristo, posso ottenere ciò che da solo non potrei mai ottenere.

Pregiudizi sulla Messa

Quando mancano i motivi veri e adeguati per andare a Messa, è inevitabile che la partecipazione si svuoti di significato, diventi abitudinaria e ripetitiva, mal sopportata, connotata da un forte individualismo (vado alla “mia” messa), a volte velata da pensieri di superstizione, se non di vera e propria magia.

Quali sono in genere i comportamenti immotivati o del tutto erronei riguardo alla partecipazione alla Messa?
1. Non andare a Messa per ignoranza. Oggi c’è un forte analfabetismo religioso e, naturalmente, anche riguardo alla Messa. Ci vuole un vero ‘catechismo eucaristico’. Purtroppo c’è un diffuso pregiudizio che ritiene la partecipazione fedele alla Messa come una cosa di scarsa importanza. Si può farne a meno senza problemi. Per questo pochi vanno a Messa regolarmente. Per alcuni oggi ‘essere praticanti’ vuol dire andare a Messa saltuariamente.
2. Andare a Messa semplicemente per abitudine. Tutto viene fatto ‘in automatico’. Non mi faccio domande; venire non mi disturba più di tanto! E allora ci vado e basta!
3. Andare a Messa solo per dovere. In fondo non costa troppo pagare questa tassa settimanale di un’oretta scarsa. E poi, quando sei andato ti senti più sollevato, con la coscienza a posto: ti sei tolto il pensiero e, fino alla prossima settimana, non ci pensi più.
4. Andare a Messa per ottenere un vantaggio. La tua frequenza aumenta in connessione con qualche grazia particolare da chiedere (in vista di un intervento chirurgico o di un esame…).
5. Andare a Messa per fare una bella esperienza spirituale. Ciò ha un influsso calmante sullo stress della mia settimana lavorativa. La Messa mi rilassa e mi distende!
6. Andare a Messa per stare con il ‘tuo’ Gesù. Prego meglio quando la chiesa è deserta, per questo vado in chiesa quando non c’è nessuno o alla Messa meno animata, senza canti. Se vado qualche volta, spero che mi lascino godere il mio rapporto intimo e personale con il mio Gesù. La religione è un affare privato tra me e il mio Dio, e ciò che accade in chiesa alla domenica è irrilevante. Perché andarci?

Non c’è nulla di più grande!

- “Ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo Corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun’altra azione della Chiesa, allo stesso titolo e allo stesso grado, ne uguaglia l’efficacia” (SC 7). “Nell’Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Gesù, nostra Pasqua…” (PO 5).

-“L’Eucaristia è un sacrificio di ringraziamento al Padre, una benedizione con la quale la Chiesa esprime la propria riconoscenza a Dio per tutti i suoi benefici, per tutto ciò che ha operato mediante la creazione, la redenzione e la santificazione” (CCC 1360).

-“Il sacrificio eucaristico è un sacrificio eterno. Esso viene offerto ogni giorno per la nostra consolazione, anzi in ogni ora e momento, perché ne abbiamo un fortissimo aiuto” (G. Fisher). Sicuramente in ogni momento del giorno e della notte in un angolo della terra viene celebrata una Messa.

- La Messa è una preziosa eredità alla quale tutti noi possiamo attingere. Siamo depositari di un tesoro preziosissimo per la vita dell’umanità. Cosa ne stiamo facendo? Che rapporto ha con la nostra vita?

- ‘E’ più facile che il mondo possa vivere senza il sole, piuttosto che senza l’Eucaristia’ (S. Pio da Pietrelcina).

- La Messa è un vero matrimonio mistico. La dimensione nuziale gli si addice in una maniera tutta particolare. Così prega la liturgia: “O Dio, che nell’ora della croce hai chiamato l’umanità ad unirsi in Cristo, sposo e Signore, fa’ che in questo convito domenicale la santa Chiesa sperimenti la forza trasformante del suo amore e pregusti nella speranza la gioia delle nozze eterne”. La Messa è anticipazione delle nozze eterne.

Sei buone ragioni per andare a Messa.

La Messa non è un insieme di preghiere e di riti, di intercessioni e di gesti liturgici, pur essendo accompagnata e, per così dire, espressa da tutto questo.
La Messa non entra nella categoria dell’orazione, ma in quella dell’azione.
La Messa è un evento colossale. Qualcosa succede in essa. Si richiede e si determina una reale partecipazione a qualcosa che realmente avviene.
Nella Messa è Dio che agisce e agisce per salvarci, anche se apparentemente sembra che non succeda niente.

Andare a Messa senza rendersi conto di questa elementare verità significa rimanere fuori dalla sua logica, estranei al suo linguaggio, incapaci di ricevere il dono che essa porta con sé.
Andiamo a rileggere alcune pagine luminose della prima Costituzione del Concilio Vaticano II, quella sulla Liturgia (Sacrosanctum Concilium): vi troviamo delle espressioni di grande significato e attualità per la nostra fede di oggi, e purtroppo largamente sconosciute.

Faccio solo due esempi: il Concilio ricorda che nel divino sacrificio dell’eucaristia si attua l’opera della nostra redenzione, e si contribuisce nel modo più efficace a far sì che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera chiesa.
Indicando poi la liturgia come fonte e culmine della vita cristiana, come luogo in cui si esprime e si alimenta la sua forza redentrice e la sua bellezza, il testo del Concilio prosegue dicendo che nella Messa si rinnova l’alleanza del Signore con l’umanità e si accende nei fedeli il fuoco dell’amore di Cristo (cf. Lc 12,49), in modo che in essi prenda forma l’annuncio e l’offerta della salvezza rivolta al mondo intero:

“Dalla liturgia, dunque, particolarmente dall’eucaristia, deriva in noi, come da sorgente, la grazia e si ottiene con la massima efficacia quella santificazione degli uomini e glorificazione di Dio in Cristo verso la quale convergono, come a loro fine, tutte le altre attività della chiesa” (SC 10).

“L’Eucaristia ha dettato una nuova struttura del nostro tempo. Il Risorto si era manifestato il giorno dopo il sabato, il primo della settimana, giorno del sole e della creazione. Dall’inizio i cristiani hanno celebrato il loro incontro con il Risorto, l’Eucaristia, in quel primo giorno, in questo nuovo giorno del vero Sole della storia, il Cristo Risorto. E’ molto importante per noi cristiani, seguire questo ritmo nuovo del tempo, incontrandoci col Risorto nella domenica” (Benedetto XVI).

Come potrebbero i cristiani trascurare questo incontro, questo banchetto che Cristo ci prepara nel suo amore, in cui è lui stesso che passa a servirci (cf. Lc 12,37)?
Che la partecipazione ad esso sia insieme degnissima e gioiosa! E’ il Cristo, crocifisso e glorificato, che passa in mezzo ai suoi discepoli, per trascinarli insieme nel rinnovamento della sua risurrezione.
È il culmine, quaggiù, dell’Alleanza d’amore tra Dio e il suo popolo, firmata nel Sangue di Cristo: segno e sorgente di gioia cristiana, tappa per la Festa eterna.

     


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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