Per la prima volta Rolando Di Gregorio, falegname 56enne di Rosetta accusato dell'omicidio dell'imprenditore calabrese Franco Sciammarella a Cuba e attualmente detenuto nel centro di detenzione di Las Tunas, racconta alla stampa la sua versione dei fatti.
E intanto l'avvocato cubano che lo assiste ieri ha chiesto per la seconda volta gli arresti domiciliari dietro presentazione di cauzione, sperando che questa volta il giudice accetti la richiesta.
Secondo Di Gregorio, che è riuscito a scrivere la sua verità solo il 25 marzo e ha inviato una lettera scritta all'ambasciata italiana a Cuba, ai carabinieri di Pineto, sua città di residenza, e alle altre autorità competenti, avrebbe dovuto restituire alcuni Soldi a Sciammarella, ma non per un prestito. «Sciammarella mi aveva dato 120mila pesos (moneta locale cubana) perché, essendo falegname, avrei dovuto fargli delle porte. Tuttavia ho dovuto partire e allontanarmi da Cuba per un periodo e quindi non ho svolto il lavoro. A quel punto Sciammarella ha voluto indietro i soldi e gli ho detto di incontrarci perché glieli avrei restituiti in pesos. Ma li avrebbe voluti in euro”.
A quel punto, secondo Di Gregorio, quando si sarebbero incontrati a inizio marzo per regolarizzare il tutto, Sciammarella si sarebbe agitato. «È andato su tutte le furie», continua Di Gregorio, «mi ha afferrato per la maglietta e mi ha tirato, dopodiché mi ha colpito due volte sulla fronte con il suo casco da motociclista, e la terza volta sono riuscito a proteggermi con il gomito. Sono scappato verso la mia macchina, ma ancora una volta sono stato aggredito da Franco, che ancora una volta mi ha afferrato per la maglietta”. Quindi Di Gregorio gli avrebbe dato una spinta al petto per allontanarlo dopo i ripetuti attacchi. «È caduto a terra senza alcun tentativo di proteggersi», aggiunge Di Gregorio, «e ha battuto la testa sul fianco. Tuttavia, non è morto sul colpo, era ancora cosciente. Quindi siamo andati nello stesso ospedale. Mi hanno fatto le radiografie e l’ecografia, mentre Franco sanguinava dall’orecchio sinistro, e poi è morto lì”.
Di Gregorio è stato portato in un centro di detenzione dalla polizia e trasferito in carcere. «Sono stato interrogato fino alle 4 del mattino», conclude Di Gregorio, «ma avevo un forte dolore alla testa e ho chiesto delle medicine, ma non le avevano. Ho firmato un documento per raccontare l’accaduto, senza la presenza di un interprete, quindi non so cosa abbiano scritto. Ero stordito e la stampante era senza toner, quindi non sono sicuro di cosa ho firmato. È successo tutto in pochi istanti”.
[Modificato da cocoloco 11/04/2024 19:25]