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LIBRI DOMENICANI..... "Il Coraggio di osare"

Ultimo Aggiornamento: 08/08/2013 20:41
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Sesso: Femminile
27/11/2008 12:13
 
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Amici....voglio condividervi questa intervista ad un grande Domenicano.... Le sue parole sarebbe da fare nostre e divulgarle nella COMUNIONE DEI SANTI....seguirà poi la presentazione del libro...




Dialogo ardente alla vigilia della Settimana Santa del Grande Giubileo.
(Par Luc Adrian, dans Famille Chr'tienne)

Simpatico ometto. Un concentrato d'intelligenza folgorante e di affettività, penetrante, in un corpo asciutto. Mani fragili da musicista bambino, bianche e venate di blu. Dietro agli occhiali quadrati, sotto le sopracciglia cespugliose, occhi scuri molto vivaci in cui danzano un fuoco e, talvolta, una sana inquietudine.

Dopo quarant'anni di apostolato nel convento di Nancy, Marie-Dominique Moliniè, domenicano atipico, si è ritirato in un' isola delle Lande, un'abbazia del sud-ovest della Francia, sperduta nell'oceano nero dei pini.

Per tutta la sua vita, si è scatenato contro la tiepidezza e la sdolcinatezza teologiche, ferendo spesso con le sue battute pungenti, maneggiando il paradosso come una spada e facendosi, questo Cyrano, dei nemici per sempre. Tutto appare eccessivo in Moliniè: il suo assillo della Salvezza, la sua paura dell'inferno, il suo desiderio di piacere, il suo bisogno di amicizia, l'orgoglio di denigrarsi - e anche la sua umiltà, "questa forza terribile".

Vorrebbe schiacciarsi al suolo (mettersi la mano sulla bocca.. Gb 40 ) come Giobbe, ma non può fare a meno di provocare, predicando un Vangelo rude, senza scipitezza, sincero e franco. Lungi dal cercare di "attenuare il mistero", questo mistico tormentato ne sottolinea, come per diletto, il lato rude e temibile con dei tratti incandescenti, in una lingua agile, moderna, incisiva. Spesso incompresa dai suoi pari, eppure questa predicazione senza attenuazioni trova nelle comunità sorte da poco e presso i giovani cercatori di Dio un pubblico avido ed entusiasta.

Questo pessimista convinto, fratello-amico di Cioran, oggi si proibisce di disperare solo, per obbedienza allo Spirito Santo:" E' soltanto in modo soprannaturale che ho fiducia". Come potrebbe dimenticare la preghiera di sua madre che si gettò davanti ad una statua della Madonna quando egli era ad un passo dal suicidio? E gridò: "Che io lo perda! Che io lo perda! Ma che lui sia salvato!"

La supplica adorante, ecco l'antidoto di Marie-Dominique Moliniè, il disperato che spera, che cammina verso la Riva sulle acque fluttuanti della Fede e non attende altro che di "nascondersi nell'Amore per sempre".

Festeggiamo i duemila anni della nostra Salvezza. Da che cosa abbiamo bisogno di essere salvati?

"Dall'orgoglio!! Non c'è che una lotta nella vita di un uomo: quella tra l'orgoglio e l'umiltà. L'orgoglio, è il rifiuto dell'amore, con l'abbassamento incredibile ed indicibile che l'amore implica".

Lei ha sempre avuto la Fede?

"No. A 12 anni, ho ascoltato una predica sull'Eternità. Il prete predicava così bene che ho visto davvero l'inferno. Ciò mi ha sconvolto: come può un Dio infinitamente buono permettere degli abomini simili? Alla fine ho concluso: è troppo orribile, non posso crederci. A 16 anni, mi sono ribellato garbatamente."

Oggi, ha capito?

"Non comprendo di più, ma accetto di non capire. L'inferno, le tenebre, il peccato originale? Come mai tanto orgoglio? Perchè uno strumento di supplizio che si chiama la Croce, quando Gesù poteva salvarci con un semplice sorriso? Perchè questa sovrabbondanza di sofferenza? Perchè i bambini martiri, gli innocenti assassinati? Non posso rispondere. Davanti a queste domande insolubili, cerco di raggiungere i gemiti inesprimibili dello Spirito Santo. Mi rifugio là, e taccio. E la pace che mi ricopre non viene dalla mia rassegnazione, non mi sono mai rassegnato, infatti mi sono fidato a Colui che solo può dare risposte."

Lei dice che: Innanzitutto bisogna "essere schiacciati" prima di cercare di comprendere, cosa vuol dire?

"E' Dio che si è "schiacciato". Egli si è messo in ginocchio davanti a noi e ci supplica: "Fidati di me". Il solo atto infinito che noi possiamo porre, è accettare di fidarci. Diversamente non è certo Lui a schiacciarci, ma lo farà il nostro orgoglio."

Che cosè che l'aiuta a credere?

"I santi! Sarei condannato all'agnosticismo e alla disperazione senza Teresa di Lisieux, Padre Kolbe, Marthe Robin, Padre Pio, tanto per farle degli sempi. Mi attirano verso il Cielo. Essi hanno retto l'urto senza accusare Dio? Allora, non L'accuserò nemmeno io. Grazie a loro, sopravvivo, maldestramente, a forza di preghiera e di adorazione. Il grande Loyola da giovane disse " se ce l'hanno fatta san Francesco e san Domenico, anch'io posso farcela, voglio diventare come loro", e divenne un grande santo! Gesù ci ha regalato oltre a sè stesso anche la Comunione dei Santi attraverso i quali possiamo consolarci per i nostri limiti e difetti e continuare a sperare di diventare come loro."

Come ha imparato l'orazione?

"Ero studente a Parigi quando una notte, durante una crisi di disperazione, mi sono ubriacato in un locale notturno. Una donna, che non era li per caso, ma compassionevole ha cercato di tirarmi su il morale. Abbiamo chiacchierato. Nell'ombra ha mormorato: "Per me, l'amore, consiste nel mettere la mia testa sulle ginocchia dell'uomo che amo, e rimanere così senza dire niente!" Di colpo mi venne alla mente Maria che cura con i capelli i piedi di Gesù. Era il segreto dell'orazione! Fu una rivelazione. E pensai: davvero il Vangelo dice il vero, le prostitute oltrepasseranno davanti a noi la porta del Regno dei Cieli, perchè almeno esse avranno lasciato parlare il loro cuore mentre noi chiudiamo il nostro: per evitare i pericoli dell'amore, noi ce ne proteggiamo. Il che ci preserva dalle impurità ma preservandoci dall'amore stesso! E' come dire: se non osi, se non rischi, allora non potai neppure rivendicare dei meriti, non potrai sperare più nulla."

Uno dei suoi libri si intitola Il Coraggio di aver paura. Paura di che cosa, dal momento che credere è non aver paura?

" Intanto avere fede non ci libera dalla paura, Gesù ci ha dimostrato nel Getzemani che la paura e l'angoscia possono farci sudare sangue. Chiediamoci cosa vuol dire avere coraggio? Il coraggio è quell'azione di guardare in faccia ciò che, secondo il Vangelo, deve farci paura: "Temete colui che può far perire la vostra anima", dice Gesù. Il coraggio di credere all'inferno allora e non di esorcizzare questa paura fuggendo dalla verità. I cristiani non sopportano più questo dogma perchè rifiutano di aver fiducia in Cristo, rifiutano di guardare in faccia la realtà e finiscono per costruirsi immagini comode di un Gesù che tutto perdona e magari alla fine cancellerà l'inferno, cioè, arrivano a credere che Gesù possa modificare le Scritture pur di soddisfare il loro orgoglio nelle immagini ingannevoli delle nuove dottrine legate alle mode di oggi. I cristiani di oggi esigono delle garanzie e delle sicurezze, non si fidano più neppure della Parola, vogliono sentire sempre più teologi ed esegeti pronti a dare ragione a ciò che vogliono sentirsi dire. Non bisogna confondere la fiducia teologica con l'ottimismo. La condizione necessaria per la vera fiducia, è di aver paura, timore per tutto ciò che può toglierci la beatitudine eterna.

Lei non ha una fissazione malsana sull'inferno?

" La Madonna a Fatima, la Madonna del Rosario non credo avesse una idea malsana dell'inferno tanto da far vedere questo luogo orribile a dei bambini! Lucia raccontò che se la Madonna non fosse stata li con loro, sarebbero morti di paura. Quale fu la risposta dei fanciulli? Affidarsi a Lei, fare contento Gesù che desiderava quei cuori puri per lenire le ferite inflitte al suo cuore dai peccatori. Che io sia un pò fissato dell'inferno si, forse si! Tuttavia, il modo con cui si elimina questo problema nella Chiesa mi lascia stupefatto: il Vangelo è rude. Lo apra: vi si tratta dell'inferno una sessantina di volte. "Ci saranno pianti e stridori di denti" non è un'immagine, diamine! Dio sarebbe cattivo se queste parole le avesse dette per metterci paura, ingannandoci perchè dietro non ci sarebbe nulla di vero, ma proprio perchè Dio non mente, l'inferno è una realtà di fronte al quale dovremo tremare e fare di tutto per non andarci, ed è qui che la bontà del Signore è immensa, qui allora possiamo parlare di misericordia: quando accogliendo la verità ci affidiamo a Lui e non affidarsi a Lui nascondendo la realtà di ciò che ci attenderà per l'eternità!"
Leggere il Vangelo senza mai scontrarsi con l'inferno, è un tour de force di cui non ammiro la virtuosità. Non abbiamo il diritto di attenuare questo rigore, anche se dobbiamo immergerlo nella grazia di Dio che ha previsto tutto affinchè noi lo sopportiamo."

Che cosè che può salvarci dalla paura?

"L'umiltà! Guardare il Cristo, e Lui solo. Egli ci ha detto: "Non temere, piccolo gregge, io ho vinto il mondo. Se la vostra umiltà accetta di temere, io vi dico "Non temete" - ma se il vostro orgoglio rifiuta di temere, allora temete!" Come sconfisse Gesù il Getzemani e poi la Croce? accogliendola, consegnandosi spontaneamente, Gesù avrebbe potuto rivelare la sua divinità in tutta la sua potenza, ma era venuto per dimostrarci l'umiltà senza la quale la superbia, il primo atto dell'Uomo che diede origine al Peccato Originale, non può essere sconfitta. Se è nell'umiltà della Croce che abbiamo ricevuto la salvezza, sarà sempre nell'umiltà del nostro cedere al Cristo ogni nostra paura crollerà".

Qual'è il segreto della Salvezza?

"Chiedere aiuto. L'orgoglio rifiuta di chiedere aiuto - è il vero combattimento nella vita di un uomo. Non appena siete umili, siete salvi. Anche se non lo sapete. Il povero è colui che chiede aiuto, che non cerca di avere delle garanzie, nè delle certezze in tasca. Entrai nell'Ordine Domenicano anche per l'umiltà del Rosario, è una preghiera che fa chiedere aiuto in continuazione, è una preghiera umile perchè umile era Maria".

Ma l'orgoglio si mescola a tutto, anche all'umiltà?

"L'umiltà si misura dalla fiducia: per avere fiducia, non bisogna guardarsi, ma guardare unicamente Dio, e ciò che Egli vuol fare".

Si parla della "gioia della Salvezza". Quale gioia c'è nella Croce e nelle sue spiegazioni?

"Ancora un mistero! La Chiesa canta il Magnificat la sera del Venerdì Santo, la Madonna pure. Insegnare la Madonna Addolorata ai piedi della Croce è giustissimo, ma senza mai dimenticare che Ella ha ricevuto ai piedi della Croce un tornado di pace che le ha permesso di stare in piedi. Come ha fatto? Non lo so. Mi fido. Mi invita a seguirla: "Entra in questa gioia che non comprendi" - non rifiutare questa pace" la grazia delle grazie, il dono di Dio, un ciclone più forte di ogni tempesta. Mi chiede quale gioia possa esserci in queste spiegazioni, mi dica lei: come ha fatto la Chiesa in questi duemila anni a restare sempre in piedi nel trasmettere queste spiegazioni ad ogni generazione? Non si aggrovigli la testa di pensieri di filosofi atei o illuministi, come vede sono morti senza speranza, forse, e la Chiesa è ancora qui anche se ultimamente sembra sbandata dalle tante dottrine di facile felicità, ma si riprenderà, ho fiducia anche in questo".
Si è parlato della "dolcezza insopportabile" di Cristo e della Madonna ai piedi della Croce e Cristo non si è "dominato", non ha stretto i denti, si è lasciato disarmare, completamente. Quando si volgono gli occhi sull'abisso di questa dolcezza, è ben più vertiginoso che la Croce stessa! E' una vertigine che attrae. E si può solo accoglierla o rifiutarla".


Essere contemplativo, è lasciarsi attirare da questa vertigine?

"In un certo qual modo, si. Si crede troppo spesso che la contemplazione cristiana sia una sorta di dialettica ascendente che si eleva dal mondo e sale verso Dio, alla maniera di Platone. No. E' la contemplazione vissuta da Dio Stesso, sconvolto nel suo cuore davanti allo spettacolo della nostra miseria, e che si abbassa verso di noi nel movimento inaudito dell'Incarnazione.
Non c'è mai stato che un solo contemplativo: Gesù Cristo. Egli ha contemplato le nostre tenebre nella luce della gloria di Dio, la nostra durezza nella luce della dolcezza di Dio, la nostra miseria in quella della misericordia... e ne è morto.
La vittoria sulle tenebre, Egli l'ha ottenuta rifiutando fino in fondo di difendersi, contemplando i suoi carnefici con quello sguardo di dolcezza insopportabile che Padre Kolbe offriva ancora ai suoi carnefici e che li costringeva a supplicarlo di non guardarli così, di non contemplarli con questa contemplazione che è già la vittoria di Dio."

Chi sono per lei i "contemplativi incoscienti"?

"I "poveri di Yahvè" - sono innumerevoli - , schiacciati senza capirci nulla dalla crudeltà dei potenti e dal peso di un mondo indurito. Conducono una vita da galera facendo incoscientemente ciò che tutti i contemplativi "ufficiali" dovrebbero fare coscientemente: volgersi verso la Croce di Cristo. Essa sola dà un senso alla vita inabissandoci progressivamente nel mistero pasquale, attraverso la pratica quotidiana - a volte dolce e spesso dura - della carità fraterna. E grazie a Dio c'è un esercito di queste persone che non conosciamo, ma ci sono e mandano avanti la quotidianità"

Se le rimanesse un'ora sola da vivere, che cosa farebbe?

"Supplicherei, come al solito. La mia vita è accettare di perdere piede, e lasciarmi aspirare nella voragine (gouffre) della supplica fiduciosa. Dire con la convinzione di sant'Agostino: "T'ardi t'amai!" e perchè no, consapevolmente dire come santa Caterina da Siena: "Ho dato la mia vita per la Chiesa" eccomi Signore, vienimi in soccorso, ora ho bisogno di Te! Sapere di avere la Madonna al proprio fianco è una grande consolazione, è una Madre fedele, non abbandona nessun figlio che a Lei si è affidato con fiducia".



Non le sembra di essere troppo radicale ?

"Credo che Dio lo sia più di me. La fiamma della vita divina - "Sono venuto ad accendere un fuoco sulla Terra" Accettate di andare fino ad essa, fino al fuoco? -, se i cristiani le aprissero il loro cuore, sarebbe abbastanza violenta per travolgere tutto. Noi, noi vogliamo ben amare Dio, ma a condizione che non si vada troppo in fretta, non troppo intensamente, che non sia troppo sconcertante, magari che illuda un pochino...
Resistendo così, ci rendiamo la vita più difficile e più aspra: facciamo delle prodezze estenuanti per evitare di diventare dei santi! Fatichiamo per non raccogliere nulla".

Ma allora, che fare?

"Chiedere instancabilmente la Luce, affinchè lo Spirito Santo ci mostri in qual modo fino a che punto ci ripugna lasciarci fare. Mi piace molto la storia di Alphonse Ratisbonne, questo figlio di un banchiere ebreo che fu convertito da un'apparizione della Santa Vergine : egli ha accettato di vedere spazzata via, dall'oggi al domani, tutta la sua filosofia. Ma storie come queste sembra che oggi non si possano più raccontare per il pollitacly correct, e così addio radicalità, perdendo tutto. Gesù fu radicale nella scelta della Croce, sta a noi scegliere se seguirlo o meno, ma questo chiede radicalità, delle mezze misure si accontenta Satana.
In fondo, il nostro dramma è questo: accettiamo che la nostra idea della vita sia sbattuta a terra? E di ripartire da zero dicendo : "Dio mio! Non avevo capito niente"? Come vede ritorniamo all'orgolgio e all'umiltà, pensi che grado di umiltà deve aver maturato Ratisbonne per mollare tutti i suoi agi materiali e filosofici, oggi abbiamo la cultura del relativismo e le proprie idee sono diventate la verità assoluta intoccabile, basta guardarsi attorno per vedere i frutti di questa follia!"

Non ci piace essere disorientati. . .?

"Ci aggrappiamo ad un ideale di noi stessi, un'immagine di valore. Non è sui punti in cui crediamo di essere colpevoli che siamo più colpevoli, ma su quelli in cui crediamo di non esserlo.
Ciò che san Giovanni scrive all'angelo di Laodicea nell'Apocalisse, è a noi che lo scrive: "Tu non hai voluto vedere che sei povero, spogliato, nudo, e non hai voluto presentarti a me così; hai voluto fare come se tu fossi vestito". Ebbene! è un'indelicatezza. Noi siamo miserabili ad una tale profondità che c'è bisogno di un intervento speciale di Dio per farcelo vedere. Se non vogliamo saperne, Dio non può farci niente: Egli è "timido" di fronte alla stessa libertà che ci ha donato, ma al tempo stesso non vuole perderci! Ma "Alla sera di questa vita, saremo giudicati sull'amore" dice san Giovanni della Croce - ma saremo giudicati sulla delicatezza dell'amore più che sulla sua intensità, poichè l'intensità è affare di Dio, ma la delicatezza è compito nostro."

Come convertirsi?

"Lasciandosi andare fino in fondo. Siamo dei naufraghi che affondano e che cercano disperatamente di risalire in superficie. Può accadere che sia necessario lasciarsi trascinare sul fondo; solamente allora potremo risalire. Non siamo mai abbastanza a fondo. Una preghiera che sgorga dalle profondità della miseria è sempre esaudita immediatamente. E' per questo che Dio mette alle strette talvolta, perchè ha voglia di esaudirci.
Come Giacobbe, abbiamo tutti la nostra ferita interiore: è il mezzo provvisorio di cui Dio vuole servirsi per esaudirci. Ma noi non sappiamo servircene. "Se chiedete nel mio Nome, otterrete ciò che vorrete. Ma non avete ancora chiesto niente nel mio Nome!"
La preghiera scava in noi un vero grido che non riesce ad uscire, ma che finirà per sgorgare un giorno. Quel giorno, otterremo tutto."

In realtà, allora, abbiamo paura di essere esauditi?

"Si!! Esatto! C'è nel profondo di noi stessi una resistenza sorniona. Credo che l'orgoglio più profondo e più incurabile, quello degli angeli decaduti forse, consista proprio nel rifiutare di accogliere l'infinito per "accontentarsi" di ciò che è a nostra portata. Un tale orgoglio si adorna delle apparenze dell'umiltà: "Non chiedo tanto, non miro così in alto! E' troppo bello, questa felicità infinita, ma è troppo per me" e segretamente pensiamo: "Ciò mi supera, perchè non viene da me, e in ultima analisi perchè rischiare quel che ho in questo momento?".
Se posso permettermi, Satana ci ispira spesso quest'atteggiamento di modestia, che è la peggiore delle presunzioni, e il rifiuto di perdere piede. Noi speriamo di non essere divorati, nè dal Bene, nè dal Male. Satana ci spinge ad essere uomini ragionevoli, che non sono trascinati da niente - nè dalla follia delle tenebre, nè da quella dell'Amore.
L'uomo virtuoso non deve essere pazzo di nulla, nemmeno di gioia ma nemmeno di Dio. E' a questo peccato che si applica la maledizione dell'Apocalisse: "Se tu fossi caldo o freddo" E' meglio sbagliare, tentare, combattere, che rinunciarvi! "

La tattica del Diavolo è di proporre il "ragionevole", in che senso?

Si! Satana è il principe della tiepidezza, il re del compromesso. Il suo scopo non è di farci cadere in errori precisi, ma al contrario di lasciarci nel vago, di immergere la Verità nel vago, oscurarla. Perchè è impossibile giocare la propria vita su delle idee vaghe, e di conseguenza diventare un santo in queste condizioni.
Per esempio, getta un dubbio sulla Presenza reale attenuando, diluendo, insipidendo il sale della terra. Così colui che deve spiegare il perchè sarebbe falsa la Presenza reale nell'Eucarestia, userà il "suo" ragionevole vago usando fin anche le Scritture per dimostrare di avere a tutti i costi di avere ragione, ma guai a parlare a lui di orgoglio e di umiltà, guai a parlargli di fede, egli ti dimostrerà di essere appunto "ragionevole" finendo così per ingannare altre anime incapaci e dubbiose di rischiare e di affidarsi alle semplici parole del Cristo:" Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue! Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue", al contrario chi dovrebbe difendere con la fede questa realtà si ammutolisce per troppo rispetto e ci si accontenta. Di che cosa poi è tutto da capire vista l'attuale depressione generale che c'è anche nella Chiesa!"

Lei utilizza spesso delle immagini di fuoco, di guerra, di alta tensione. Eppure Cristo ci dice che viene a portare la pace!

"Sì! ma la sua pace non è la nostra! Io paragono la nostra situazione a quella di un paese infestato dai briganti: sono i nostri peccati, i nostri vizi, il nostro orgoglio che ci avvelenano l'esistenza, disturbano le comunicazioni all'interno del paese, ci impediscono di vivere in pace.
Ora, questo paese viene a sapere che il suo vicino è un re meraviglioso, generoso, dotato di un'armata potente. Nella sua disperazione, lancia un appello verso questo re, il quale varca il confine con il suo esercito. I briganti hanno paura e si disperdono nel folto delle foreste; il paese respira, i suoi abitanti ritrovano la concordia e la gioia di vivere insieme.
Questo sarebbe il frutto della nostra conversione a Gesù Cristo! In realtà, i conti non tornano: ciò che noi chiamiamo la pace è in verità un compromesso mediocre, un dosaggio tra il Bene ed il Male denominato "equilibrio", una "coesistenza pacifica" tra l'uomo vecchio ed il nuovo, tra il nostro cuore di carne ed il nostro cuore di pietra. Non è splendente, diciamo, ma in fondo, non bisogna chiedere troppo.
Cristo è venuto per darci la sua pace, e non quella del mondo, che ci persuade ad accettare il compromesso. Cristo vuole darci la sua pace estinguendo tutto ciò che minaccia la circolazione dell'Amore.
Così, un giorno il re dice: " Dove sono andati a finire i briganti? - Signore, si sono nascosti, sono neutralizzati" - Sì, ma bisogna farla finita! Li perseguiterò e li sterminerò. - Oh!, ma li risveglierete, sarà di nuovo la guerra" - Io non sono venuto a portare la pace ma la divisione: una guerra di sterminio contro tutto ci" che minaccia la mia Pace".
Dunque il re stesso scatena i briganti che la sua presenza aveva addormentato. Da qui le tentazioni strane che possono nascere in noi dopo lunghi anni passati al servizio di Cristo: il risveglio delle febbri addormentate o anche di febbri sconosciute. E' buon segno, è lo Spirito Santo che fa le pulizie!"

Qual'è il brano del Vangelo che preferisce?

"Maria Maddalena, la donna dai sette demoni, che crolla in lacrime ai piedi di Cristo. Per me, questo riassume tutto il Vangelo.
Ho una profonda venerazione per la Madonna e per Maria Maddalena. Entrambe hanno versato le stesse lacrime: la contrizione di Maria Maddalena non contemplava le sue colpe, ma il Cuore di Cristo ferito dalle sue colpe: e la compassione di Maria guardava questo stesso Cuore - perchè l'Amore non è amato.
Credo che la carità fraterna debba essere uno sforzo per prolungare tra noi il dialogo silenzioso della Madonna e di Maria Maddalena - quelli che hanno meno peccato, diventino in definitiva, più umili e più schiacciati dal peso della Misericordia di quelli che hanno molto peccato."

La solidarietà nel peccato, non la trova un pò opprimente?

" Non solidarietà nel peccare, intendiamoci, ma nel peccato commesso e che offende Dio, ferisce il suo Cuore! Non è dunque opprimente, al contrario è magnifico! E' quel genere di solidarietà che Cristo assunse prendendo su di sè il nostro peccato. Ma Gesù appunto ci dice: come ho fatto io così voglio facciate anche voi! Solidarietà allora nell'espiare il proprio peccato ma anche quello altrui, in fondo cosa chiede la Santa Vergine a Fatima? Volete voi soffrire per la conversione dei peccatori? se tutti comprendessero ciò, saremmo liberati dai nostri complessi e dai nostri scrupoli grazie alla gioia dell'amore che assume il peccato degli altri. Ed è proprio vero che se ciascuno di noi fosse migliore, il mondo intero sarebbe migliore.
Il peggiore dei peccati è voler chiamarsi fuori dal peccato: è la definizione stessa del fariseismo quando entrando nel Tempio vede il pubblicano, poi si rivolge a Dio e dice: "Signore, ti ringrazio perchè non sono come quel pubblicano!".
"Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori", dice Gesù. Quando si accetta ciò, si entra nell'ordine dell'amore, ci si abbandona alla misericordia, si molla la presa finalmente. E la gioia esplode in noi! E se noi saremo salvi, altri si salveranno con noi, come noi siamo salvati anche per mezzo delle preghiere di chi ci ha già preceduto!


*************


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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