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Con Gesù davanti all'Eucarestia

Ultimo Aggiornamento: 11/02/2011 12:31
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02/12/2009 17:15
 
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Il primo e prioritario contributo, che siamo chiamati ad offrire
all'azione missionaria della Chiesa, è la preghiera
"
(Papa Benedetto XVI)


Città del Vaticano (Agenzia Fides) - "Ancora oggi Dio cerca cuori giovani, cerca giovani dal cuore grande, capaci di fare spazio a Lui nella loro vita per essere protagonisti della Nuova Alleanza... Gesù ha una predilezione per i giovani, ne rispetta la libertà, ma non si stanca mai di proporre loro mete più alte per la vita: la novità del Vangelo e la bellezza di una condotta santa. Seguendo l'esempio del suo Signore la Chiesa continua ad avere la stessa attenzione. Ecco perché, cari giovani, vi guarda con immenso affetto, vi è vicina nei momenti della gioia e della festa, della prova e dello smarrimento; vi sostiene con i doni della grazia sacramentale e vi accompagna nel discernimento della vostra vocazione". (Benedetto XVI, Omelia durante la Concelebrazione Eucaristica in occasione dell'Agorà dei giovani italiani, Loreto, 2 settembre 2007)

L'attenzione con cui il Santo Padre Benedetto XVI segue il mondo giovanile è continua e sottolineata da frequenti interventi, come il suo grido di allarme lanciato per l'emergenza educativa: "Abbiamo tutti a cuore il bene delle persone che amiamo, in particolare dei nostri bambini, adolescenti e giovani. Sappiamo infatti che da loro dipende il futuro di questa nostra città. Non possiamo dunque non essere solleciti per la formazione delle nuove generazioni, per la loro capacità di orientarsi nella vita e di discernere il bene dal male, per la loro salute non soltanto fisica ma anche morale" (Lettera del Santo Padre Benedetto XVI alla Diocesi e alla città di Roma sul compito urgente dell'educazione, 21 gennaio 2008)

Con forza il Papa ha ribadito che l'emergenza educativa "richiede oggi la più ampia collaborazione possibile": "davanti al nichilismo che pervade in maniera crescente il mondo giovanile, la Chiesa invita tutti a dedicarsi seriamente ai giovani, a non lasciarli in balìa di se stessi ed esposti alla scuola di ‘cattivi maestri', ma ad impegnarli in iniziative serie, che permettano loro di comprendere il valore della vita in una stabile famiglia fondata sul matrimonio. Solo così si dà loro la possibilità di progettare con fiducia il loro futuro" (Udienza agli Amministratori della Regione Lazio, del Comune e della Provincia di Roma, 12 gennaio 2009).

Ai giovani, futuro della Chiesa e del mondo, Benedetto XVI affida grandi compiti.

Essere gli artefici della costruzione di un nuovo mondo e di una nuova era. "Una nuova generazione di cristiani è chiamata a contribuire all'edificazione di un mondo in cui la vita sia accolta, rispettata e curata amorevolmente, non respinta o temuta come una minaccia e perciò distrutta. Una nuova era in cui l'amore non sia avido ed egoista, ma puro, fedele e sinceramente libero, aperto agli altri, rispettoso della loro dignità, un amore che promuova il loro bene e irradi gioia e bellezza. Una nuova era nella quale la speranza ci liberi dalla superficialità, dall'apatia e dall'egoismo che mortificano le nostre anime e avvelenano i rapporti umani. Cari giovani amici, il Signore vi sta chiedendo di essere profeti di questa nuova era, messaggeri del suo amore, capaci di attrarre la gente verso il Padre e di costruire un futuro di speranza per tutta l'umanità". (Omelia della Santa Messa a conclusione della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù, 20 luglio 2008)

Essere i custodi del Creato. "Si facciano sostenitori e fautori di comportamenti mirati all'apprezzamento della natura e alla sua difesa, in una corretta prospettiva ecologica... Compete anche alle nuove generazioni promuovere un turismo sano e solidale, che bandisca il consumismo e lo spreco delle risorse della terra, per lasciare spazio a gesti di solidarietà e di amicizia, di solidarietà e di comprensione" (Udienza ai partecipanti all'incontro promosso dal Centro Turistico Giovanile e dall'Ufficio internazione del Turismo sociale, 27 luglio 2008).

Essere operatori di pace. "Cari giovani, lasciatevi coinvolgere nella vita nuova che sgorga dall'incontro con Cristo e sarete in grado di essere apostoli della sua pace nelle vostre famiglie, tra i vostri amici, all'interno delle vostre comunità ecclesiali e nei vari ambienti nei quali vivete ed operate". (Omelia della Santa Messa in occasione dell'Agorà dei giovani italiani, Loreto, 2 settembre 2007).

Essere missionari del Vangelo di Gesù Cristo. "Duemila anni or sono dodici Apostoli hanno dato la vita affinché Cristo fosse conosciuto e amato. Da allora il Vangelo continua nei secoli a diffondersi grazie a uomini e donne animati dallo stesso loro zelo missionario. Pertanto, anche oggi occorrono discepoli di Cristo che non risparmino tempo ed energie per servire il Vangelo. Occorrono giovani che lascino ardere dentro di sé l'amore di Dio e rispondano generosamente al suo appello pressante, come hanno fatto tanti giovani beati e santi del passato e anche di tempi a noi vicini. In particolare, vi assicuro che lo Spirito di Gesù oggi invita voi giovani ad essere portatori della bella notizia di Gesù ai vostri coetanei". (Messaggio per la XXIII Giornata mondiale della Gioventù).

Essere adoratori del Signore nel Sacramento dell'Eucaristia.

"Fate spazio alla preghiera nella vostra vita!" è l'esortazione che il Santo Padre Benedetto XVI rivolge ai giovani ed alle giovani del mondo nel suo Messaggio in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, che si celebrerà a livello diocesano la prossima Domenica delle Palme, 5 aprile. Il Papa prosegue nel Messaggio: "Prendete parte alla liturgia nelle vostre parrocchie e nutritevi abbondantemente della Parola di Dio e dell'attiva partecipazione ai Sacramenti. Come sapete, culmine e centro dell'esistenza e della missione di ogni credente e di ogni comunità cristiana è l'Eucaristia, sacramento di salvezza in cui Cristo si fa presente e dona come cibo spirituale il suo stesso Corpo e Sangue per la vita eterna. Mistero davvero ineffabile! Attorno all'Eucaristia nasce e cresce la Chiesa, la grande famiglia dei cristiani".

E i giovani stanno riscoprendo Gesù, il Cristo vivente, attraverso l'Adorazione Eucaristica: questa è la notizia che vogliamo proporre, commentare ed approfondire in questo dossier, il primo di una serie che l'Agenzia Fides intende dedicare alla complessa realtà del mondo giovanile. I giovani del terzo millennio cristiano sono disposti a fare silenzio dentro ed intorno a sé senza distinzioni di nazionalità, lingua e categoria di appartenenza. In una società globalizzata che prova a frammentare il cuore dei giovani insinuando percorsi vuoti, talvolta senza senso, la risposta del mondo giovanile è la ricerca dell'Assoluto, che in molte occasioni trova risposta nel voler trovare un tempo da dare a Dio, per stare con Lui per il proprio bene e per il bene di tutta l'umanità che, in chi adora è rappresentata. "Il Padre cerca adoratori che lo adorino in spirito e verità". (Gv 4:24)

"Non si dimentichi tuttavia che il primo e prioritario contributo, che siamo chiamati ad offrire all'azione missionaria della Chiesa, è la preghiera. ‘La messe è molta, ma gli operai sono pochi - dice il Signore -. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe' (Lc 10,2). ‘In primo luogo - scriveva cinquant'anni or sono il Papa Pio XII di venerata memoria - pregate dunque, Venerabili Fratelli, pregate di più. Ricordatevi degli immensi bisogni spirituali di tanti popoli ancora così lontani dalla vera fede oppure così privi di soccorsi per perseverarvi'... Cari fratelli e sorelle, rinnovo anch'io questo invito quanto mai attuale. Si estenda in ogni comunità la corale invocazione al ‘Padre nostro che è nei cieli', perché venga il suo regno sulla terra. Faccio appello particolarmente ai bambini e ai giovani, sempre pronti a generosi slanci missionari... Grazie all'impegno di ogni credente, si allarghi in tutta la Chiesa la rete spirituale della preghiera a sostegno dell'evangelizzazione". (Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2007)




Che cosa è l'Adorazione Eucaristica [SM=g1740752]



L'Adorazione Eucaristica è l'atto più alto di una creatura umana nei confronti del suo Creatore: mettersi ai piedi di Gesù in atteggiamento di filiale ascolto e di lode, reverenza e accoglienza di tutto quanto proviene da Lui, nella consapevolezza che solo Lui basta e solo Lui conta. Chi adora pone al centro della sua attenzione e del suo cuore il Dio altissimo e creatore e Salvatore di tutto l'universo. L'adorazione Eucaristica è un tempo trascorso in preghiera davanti al Sacramento dell'Eucaristia esposto solennemente. Si può pregare in vari modi, ma il modo migliore è una preghiera di silenziosa meditazione, sul mistero dell'Amore con cui Gesù ci ha amato, tanto da dare la sua vita ed il suo Sangue per noi. Adorare è lasciarsi amare da Dio per imparare ad amare gli altri... Adorare è entrare nell'esperienza del Paradiso, per essere più concreti nella storia. "Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. Quando fu giorno chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici". (Lc 6:12-13). Si adora sforzandosi di fare silenzio dentro ed intorno a sé, per permettere a Dio di comunicare col nostro cuore ed al nostro cuore di comunicare con Dio. Si fissa lo sguardo verso l'Eucaristia, che è il segno vivo dell'amore che Gesù ha per noi, si medita sul mistero della sofferenza, della morte e della risurrezione di Gesù, che nell'Eucaristia ci dona la sua presenza reale e sostanziale. "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo". (Mt 28:20) L'Adorazione Eucaristica viene fatta in ogni momento del giorno, o della notte; nella gioia più profonda, o nel dolore più acuto. Con la pace nel cuore, o nel colmo dell'angoscia. All'inizio della vita, o alla fine. Quando si hanno energie e quando non ce la facciamo più; in piena salute, o nella malattia. Quando il nostro spirito trabocca d'amore, o nel colmo dell'aridità. Prima di decisioni importanti, o per ringraziare Dio di averle prese. Quando siamo forti, o quando siamo deboli. Nella fedeltà, o nel peccato. "Pregate inoltre incessantemente, con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti"... (Ef 6:18)




Papa Benedetto XVI parla dell'Adorazione Eucaristica



Il Santo Padre Benedetto XVI non perde occasione, sin dall'inizio del Suo Pontificato, di proporre l'Adorazione Eucaristica per riscoprire Gesù ed affidarsi al Suo Amore e già il 20 Aprile 2005 all'inizio dell'attività alla guida della Sede Petrina chiede a tutti "di intensificare nei prossimi mesi l'amore e la devozione a Gesù Eucaristia e di esprimere in modo coraggioso e chiaro la fede nella presenza reale del Signore, soprattutto mediante la solennità e la correttezza delle celebrazioni". Anche nel mese successivo, nell'occasione della Festività del Corpus Domini del 26 Maggio 2005 a Roma il Papa ribadisce: "Mangiare questo pane è comunicare, è entrare nella comunione con la persona del Signore vivo. Questa comunione, questo atto del "mangiare", è realmente un incontro tra due persone, è un lasciarsi penetrare dalla vita di Colui che è il Signore, di Colui che è il mio Creatore e Redentore. Scopo di questa comunione è l'assimilazione della mia vita alla sua, la mia trasformazione e conformazione a Colui che è Amore vivo. Perciò questa comunione implica l'adorazione, implica la volontà di seguire Cristo, di seguire Colui che ci precede. Adorazione e processione fanno perciò parte di un unico gesto di comunione; rispondono al suo mandato: "Prendete e mangiate". Dopo 3 giorni, il 29 maggio 2005, Papa Benedetto XVI si reca a Bari per il Congresso Eucaristico ed afferma: "Nell'Eucaristia Cristo è realmente presente tra noi. La sua non è una presenza statica. E' una presenza dinamica, che ci afferra per farci suoi, per assimilarci a sé. Cristo ci attira a sé, ci fa uscire da noi stessi per fare di noi tutti una cosa sola con Lui. In questo modo Egli ci inserisce anche nella comunità dei fratelli e la comunione con il Signore è sempre anche comunione con le sorelle e con i fratelli. E vediamo la bellezza di questa comunione che la Santa Eucaristia ci dona".



Nella Santa Messa di apertura del Sinodo sull'Eucaristia, Benedetto XVI il 2 ottobre 2005 nella Città del Vaticano, sottolinea come "nella santa Eucaristia Egli dalla croce ci attira tutti a sé (Gv 12,32) e ci fa diventare tralci della vite che è Egli stesso. Se rimaniamo uniti a Lui, allora porteremo frutto anche noi, allora anche da noi non verrà più l'aceto dell'autosufficienza, della scontentezza di Dio e della sua creazione, ma il vino buono della gioia in Dio e dell'amore verso il prossimo.". Nell'Omelia di conclusione dell'XI Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, il 23 ottobre 2005, il Santo Padre ha evidenziato la figura di San Gaetano Canoso, cultore ed apostolo del Volto Santo di Cristo con queste parole: "Il Volto Santo - affermava - è la mia vita. È lui la mia forza". Con una felice intuizione egli (San Gaetano Canoso ndr) coniugò questa devozione alla pietà eucaristica. Così si esprimeva: "Se vogliamo adorare il Volto reale di Gesù... noi lo troviamo nella divina Eucaristia, ove col Corpo e Sangue di Gesù Cristo si nasconde sotto il bianco velo dell'Ostia il Volto di Nostro Signore". La Messa quotidiana e la frequente adorazione del Sacramento dell'altare furono l'anima del suo sacerdozio: con ardente ed instancabile carità pastorale egli si dedicò alla predicazione, alla catechesi, al ministero delle Confessioni, ai poveri, ai malati, alla cura delle vocazioni sacerdotali... La contemplazione dell'Eucaristia deve spingere tutti i membri della Chiesa, in primo luogo i sacerdoti, ministri dell'Eucaristia, a ravvivare il loro impegno di fedeltà. Sul mistero eucaristico, celebrato e adorato, si fonda il celibato che i presbiteri hanno ricevuto quale dono prezioso e segno dell'amore indiviso verso Dio e il prossimo. Anche per i laici la spiritualità eucaristica deve essere l'interiore motore di ogni attività e nessuna dicotomia è ammissibile tra la fede e la vita nella loro missione di animazione cristiana del mondo".



Nell'incontro con il Clero della Diocesi di Roma nell'Aula della Benedizione del 2 marzo 2006 il Papa esprime gioia e felicità per essere stato informato che la Basilica di Sant'Anastasia al Palatino è diventata sede di Adorazione Eucaristica Perpetua "...non sapevo e sono grato di essere stato informato, che adesso la chiesa di S. Anastasia è sede dell'Adorazione Perpetua; è quindi un punto focale della vita di fede a Roma. Questa proposta di creare nei cinque settori della Diocesi di Roma, cinque luoghi di Adorazione Perpetua la pongo fiduciosamente nelle mani del Cardinale Vicario. Vorrei soltanto dire: grazie a Dio perché dopo il Concilio, dopo un periodo in cui mancava un po' il senso dell'adorazione Eucaristica è rinata la gioia di questa adorazione dappertutto nella Chiesa, come abbiamo visto e sentito nel Sinodo sull'Eucaristia. ...l'Adorazione è un entrare con la profondità del nostro cuore in comunione con il Signore che si fa presente corporalmente nell'Eucaristia. Nell'Ostensorio si da sempre nelle nostre mani e ci invita ad unirci alla sua Presenza, al suo Corpo risorto". Nel discorso ai partecipanti all'Assemblea Plenaria del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali, nella Sala Clementina (9 novembre 2006) il Santo Padre Benedetto XVI afferma: "...inoltre, la presenza tra voi di alcuni rappresentanti degli Adoratori dell'Eucaristia e l'accenno che Ella, Signor Cardinale Tomko, ha fatto alla "Federación Mundial de la Adoración Nocturna" mi da modo di ricordare quanto proficua sia la riscoperta da parte di molti cristiani dell'adorazione eucaristica. A questo proposito, mi piace tornare con la memoria all'esperienza vissuta lo scorso anno con i giovani a Colonia, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, e in Piazza San Pietro con i bambini della Prima Comunione accompagnati dalle famiglie e dai catechisti. Quanto bisogno ha l'odierna umanità di riscoprire nel Sacramento eucaristico la fonte della propria speranza! Ringrazio il Signore perché molte parrocchie, accanto alla devota celebrazione della Santa Messa, vanno educando i fedeli all'Adorazione eucaristica ed auspico, anche in vista del prossimo Congresso Eucaristico Internazionale, che questa pratica si diffonda sempre più".



Il 22 febbraio 2007, festa della Cattedra di San Pietro Apostolo, secondo anno del Pontificato di Papa Benedetto XVI viene presentata l'Esortazione Apostolica Post - Sinodale "Sacramentum Caritatis" propone il rapporto intrinseco tra Celebrazione Eucaristica ed Adorazione e tratteggia in maniera chiara e precisa la pratica dell'Adorazione Eucaristica.



Adorazione e pietà eucaristica - Il rapporto intrinseco tra celebrazione e adorazione

66. Uno dei momenti più intensi del Sinodo è stato quando ci siamo recati nella Basilica di San Pietro, insieme a tanti fedeli per l'adorazione eucaristica. Con tale gesto di preghiera, l'Assemblea dei Vescovi ha inteso richiamare l'attenzione, non solo con le parole, sull'importanza della relazione intrinseca tra Celebrazione eucaristica e adorazione. In questo significativo aspetto della fede della Chiesa si trova uno degli elementi decisivi del cammino ecclesiale, compiuto dopo il rinnovamento liturgico voluto dal Concilio Vaticano II. Mentre la riforma muoveva i primi passi, a volte l'intrinseco rapporto tra la santa Messa e l'adorazione del Ss.mo Sacramento non fu abbastanza chiaramente percepito. Un'obiezione allora diffusa prendeva spunto, ad esempio, dal rilievo secondo cui il Pane eucaristico non ci sarebbe stato dato per essere contemplato, ma per essere mangiato. In realtà, alla luce dell'esperienza di preghiera della Chiesa, tale contrapposizione si rivelava priva di ogni fondamento. Già Agostino aveva detto: « nemo autem illam carnem manducat, nisi prius adoraverit; peccemus non adorando - Nessuno mangia questa carne senza prima adorarla; peccheremmo se non la adorassimo ».(191) Nell'Eucaristia, infatti, il Figlio di Dio ci viene incontro e desidera unirsi a noi; l'adorazione eucaristica non è che l'ovvio sviluppo della Celebrazione eucaristica, la quale è in se stessa il più grande atto d'adorazione della Chiesa.(192) Ricevere l'Eucaristia significa porsi in atteggiamento di adorazione verso Colui che riceviamo. Proprio così e soltanto così diventiamo una cosa sola con Lui e pregustiamo in anticipo, in qualche modo, la bellezza della liturgia celeste. L'atto di adorazione al di fuori della santa Messa prolunga ed intensifica quanto s'è fatto nella Celebrazione liturgica stessa. Infatti, « soltanto nell'adorazione può maturare un'accoglienza profonda e vera. E proprio in questo atto personale di incontro col Signore matura poi anche la missione sociale che nell'Eucaristia è racchiusa e che vuole rompere le barriere non solo tra il Signore e noi, ma anche e soprattutto le barriere che ci separano gli uni dagli altri ».(193)

La pratica dell'adorazione eucaristica

67. Insieme all'Assemblea sinodale, pertanto, raccomando vivamente ai Pastori della Chiesa e al Popolo di Dio la pratica dell'adorazione eucaristica, sia personale che comunitaria.(194) A questo proposito, di grande giovamento sarà un'adeguata catechesi in cui si spieghi ai fedeli l'importanza di questo atto di culto che permette di vivere più profondamente e con maggiore frutto la stessa Celebrazione liturgica. Nel limite del possibile, poi, soprattutto nei centri più popolosi, converrà individuare chiese od oratori da riservare appositamente all'adorazione perpetua. Inoltre, raccomando che nella formazione catechistica, ed in particolare negli itinerari di preparazione alla Prima Comunione, si introducano i fanciulli al senso e alla bellezza di sostare in compagnia di Gesù, coltivando lo stupore per la sua presenza nell'Eucaristia.

Vorrei qui esprimere ammirazione e sostegno a tutti quegli Istituti di vita consacrata i cui membri dedicano una parte significativa del loro tempo all'adorazione eucaristica. In tal modo essi offrono a tutti l'esempio di persone che si lasciano plasmare dalla presenza reale del Signore. Desidero ugualmente incoraggiare quelle associazioni di fedeli, come anche le Confraternite, che assumono questa pratica come loro speciale impegno, diventando così fermento di contemplazione per tutta la Chiesa e richiamo alla centralità di Cristo per la vita dei singoli e delle comunità.

(Dalla lettera Apostolica Post Sinodale "Sacramentum Caritatis" del Santo Padre Benedetto XVI)

www.zammerumaskil.com/rassegna-stampa-cattolica/formazione-e-catechesi/i-giovani-e-adorazione-eucarist...


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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