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1 Ottobre: S.Teresa del Bambin Gesù

Ultimo Aggiornamento: 18/10/2015 14:14
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06/09/2011 23:41
 
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Teresa di Lisieux e i suoi Santi genitori


Degni del Cielo

http://www.fotosensazioni.it/cardinal_martins.jpgdell’Em.mo Signor Cardinale
José Saraiva Martins

In ‘Storia di un’anima’, Teresa scriveva: “Ah, perdonami, Gesù, se sragiono volendo ridire i miei desideri, le mie speranze che si dilatano all’infinito! Perdonami e risana la mia anima donandole ciò che spera!’’ (Ms B, 2v). Gesù ha sempre esaudito i desideri di Teresa; anche quello che aveva confidato in una lettera al Reverendo Bellière, e che molti conoscono ormai a memoria: “Il buon Dio mi ha dato un padre ed una madre più degni del Cielo che della terra” (LT 261).

Ho avuto la gioia, nel 2008, di presiedere il Rito di Beatificazione con il quale il Santo Padre Benedetto XVI ha iscritto, congiuntamente, nel Libro dei Beati questi due coniugi: il papà e la mamma di Santa Teresa di Lisieux. La beatificazione di Luigi Martin e Zelia Guerin, che la diletta figlia definiva “genitori senza pari, degni del Cielo, terra santa e come tutta impregnata di profumo virginale”, è stato un evento importante nella vita della Chiesa. Il mio cuore rende grazie a Dio per questa esemplare testimonianza di amore coniugale, capace di stimolare le famiglie cristiane nella pratica integrale delle virtù cristiane come ha stimolato Teresa. Mentre leggevo la Lettera Apostolica del Santo Padre, ho pensato a mio padre e a mia madre e vorrei, in questo momento, che anche voi pensiate al vostro papà e alla vostra mamma; insieme poi ringraziamo Dio per averci creati e fatti cristiani attraverso l’amore coniugale dei nostri genitori. Se aver ricevuto la vita è un fatto meraviglioso, per noi cristiani è ancora più lodevole che i nostri genitori ci abbiano introdotti nella Chiesa, la sola capace di farci cristiani.

Nessuno infatti può farsi cristiano per conto proprio. Tra le vocazioni a cui gli uomini sono chiamati dalla Provvidenza, il matrimonio è una delle più nobili e delle più elevate. Luigi e Zelia hanno capito che potevano diventare Santi non malgrado il matrimonio, ma attraverso e con il matrimonio, e che lo stesso matrimonio doveva essere considerato come il punto di partenza di una salita a due. Oggi la Chiesa non ammira soltanto la santità di questi figli della terra di Normandia, un dono per tutti, ma si riflette in questa coppia di beati che contribuiscono a rendere più splendido e bello l’abito nuziale della Chiesa. Non ammira solamente la santità della loro vita, ma riconosce in questa coppia la santità eminente dell’istituzione dell’amore coniugale, come è stato concepito dal Creatore stesso. L’amore coniugale di Luigi e Zelia è un puro riverbero dell’amore di Cristo per la sua Chiesa, ma è anche un puro riverbero dell’amore “risplendente, senza macchia, né ruga, o alcunché di simile, ma santo e immacolato” (Ef 5, 27) del modo con cui la Chiesa ama Cristo, il suo Sposo. Il Padre “ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nell’amore” (Ef 1,4). Luigi e Zelia hanno testimoniato la radicalità dell’impegno evangelico della vocazione matrimoniale, fino all’eroismo, poiché “dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza ed i violenti se ne impadroniscono” (Mt 11, 12).

Coloro che sono violenti nei loro discorsi, non sono i violenti che Dio cerca, né sono coloro che soffrono le torture. Sono coloro che fanno violenza a se stessi, che sono moderati, dolci e pacifici. I Martin non hanno avuto paura di far violenza a se stessi per rapire il regno dei cieli. Sono diventati così “la luce del mondo che oggi la Chiesa mette sopra il lampadario perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa [Chiesa]. Splendono davanti agli uomini perché vedano le loro opere buone e rendano gloria al nostro Padre che è nei cieli”. Il loro esempio di vita cristiana è come “una città collocata sopra un monte che non può rimanere nascosta” (Mt 5, 13-16). Quale è il segreto del successo della loro vita cristiana? “Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che il Signore richiede da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio” (Mi 6, 8). Luigi e Zelia, un uomo ed una donna che camminato umilmente con Dio alla ricerca della volontà del Signore. Maestro, “mostraci la tua volontà”. Ricercavano la volontà del Signore. Erano assetati della volontà del Signore. Amavano la volontà del Signore. Si sono conformati alla volontà del Signore senza recriminare, senza discutere o peggio contestare. E per essere sicuri e certi di camminare nella veritiera volontà del Signore, si sono sempre fidati della Chiesa, maestra esperta in umanità, e del suo insegnamento. Non c’è un aspetto della loro vita privata o pubblica che non sia in perfetta armonia con gli insegnamenti della Chiesa, tanto della loro epoca che della nostra. Per i coniugi Martin, “quello che è di Cesare e quello che è di Dio” era molto chiaro. Nessuna esitazione a mettere Dio al primo posto nella loro vita. “Messer Dio è il primo servito”, era il motto di Giovanna d’Arco e i Martin ne hanno fatto il motto della loro famiglia. È rilevante vedere come questa coppia si è sempre sottoposta alla volontà divina. Nella loro casa Dio era sempre il primo servito.


Quando la prova raggiungeva la loro famiglia, la reazione spontanea era sempre l’accettazione della volontà divina. Se la signora Martin diceva spesso che “Dio è il Maestro e fa ciò che vuole”, il signor il Martin gli faceva eco ripetendo “Dio è il primo servito”. Hanno servito Dio soprattutto nel povero e non per uno slancio di generosità né per giustizia sociale, ma semplicemente perché il povero è Gesù. Servire il povero significava servire Gesù e rendere così a “Dio quello che è di Dio”: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me (Mt 25, 34-40). Luigi e Zelia: pregate Dio per noi. Vi prego: amateci, considerateci come i vostri figli. Amate la Chiesa intera come avete amato i vostri figli.

Considerate le nostre famiglie e i loro bambini come se fossero i vostri. Luigi e Zelia sono un dono per i giovani fidanzati per il coraggio che hanno manifestato obbedendo alla Chiesa anche quando questa gli domandava di andare contro corrente, contro tendenza. Non hanno avuto timore delle parole come purezza, castità o verginità, non hanno bruciato le tappe, hanno vissuto, anche se per breve tempo, un fidanzamento rispettoso della volontà di Dio e dell’insegnamento della Chiesa. Luigi e Zelia sono un dono per gli sposi di qualsiasi età per la stima, il rispetto e l’armonia con i quali si sono amati reciprocamente per 19 anni. Zelia scriveva: “Non posso vivere senza te, mio caro Luigi”. E lui le rispondeva: “Tuo marito e amico che ti ama per la vita”.

Entrambi hanno vissuto con eroismo le promesse matrimoniali di fedeltà dell’impegno, d’indissolubilità del legame, di fecondità dell’amore, nella felicità e nella prova, nella salute e nella malattia. Luigi e Zelia sono un dono per i genitori per l’abnegazione evangelica con la quale, di comune accordo, vollero numerosi figli da offrire al Signore. Veri ministri dell’amore e della vita, hanno ricercato la fecondità come servizio. Come un sacerdote serve la Chiesa.

Tutti noi ammiriamo Teresa, figlia incomparabile di questa coppia, capolavoro della grazia di Dio, ma anche capolavoro del loro amore per la vita e per i figli; tuttavia, se questa sera osserverete il cielo, accanto al nome di Teresa, splenderanno anche i nomi del suo papà e della sua mamma.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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