A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Le ultime parole di Gesù sulla Croce (meditazione) e sulla Risurrezione in Gv.11

Ultimo Aggiornamento: 29/06/2012 19:23
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
06/01/2009 09:25
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

 
In prossimità della Pasqua voglio farvi partecipi di questa  meditazione che avrei già voluto mettere in rete l’ anno scorso ma poi, per vari problemi, non ci riuscii. Lo faccio adesso, un po’ in anticipo, in modo che vi arrivi sicuramente in tempo.

LE ULTIME PAROLE DI GESU' SULLA CROCE
[SM=g1740720]


 
Cosa ha veramente detto Gesù sulla croce? E’ un mistero che non riusciremo mai a risolvere ma sul quale si sono accese dispute fra studiosi, teologi ed esegeti.

L’ipotesi che vi voglio proporre è molto suggestiva ed è stata suggerita per la prima volta dallo studioso Th. Boman ma non è stata accolta molto bene dagli altri studiosi. Il giudizio più “buonista” lo ha dato Schnackenburg che l’ ha definita “una tesi simpatica”. Altri sono stati meno diplomatici.
Comunque, visto che a me è piaciuta, ve la espongo se non altro come meditazione in vista della Pasqua.
Vediamo innanzitutto quello che ci riferiscono i Vangeli: Marco e Matteo sono concordi nel riportare questa frase:
Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: “ Elì, Elì, lemà sabactàni? ”, che significa: “ Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ”. Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Costui chiama Elia”.  (Mt 27, 46-47)
Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni? , che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: “Ecco, chiama Elia! ” (Mc 15,33-35)
Luca ci dà una versione diversa. Mettendo da parte il discorso con i due malfattori crocifissi con Lui, il versetto sul quale ci dobbiamo concentrare è:
Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo spirò. (Lc 23,46)
Giovanni ci fornisce una terza esposizione delle parole di Gesù. Anche in questo caso possiamo non considerare le frasi che costituiscono  l’affidamento di Maria al “discepolo che Egli amava” in quanto pur avendo un profondo  significato sia teologico che pratico, dato che Gesù non aveva fratelli carnali, tuttavia non entra nel discorso che stiamo affrontando. Ci concentriamo pertanto su questa frase:
Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: “ Ho sete ” (Lc  19,28)
Tre frasi completamente diverse che apparentemente sono slegate tra di loro. Tanto slegate che nel secolo passato alcuni esegeti avevano proposto di metterle in fila considerandole parte di un unico discorso. Gesù avrebbe detto:
“Eloì, Eloì, lemà sabactàni? che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? 
Ho sete.
Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.
Tutto è compiuto.”
Ma questa ipotesi è stata subito scartata. Torniamo al nostro dubbio.
Boman si è concentrato su un episodio che apparentemente sembra poco importante: nel Vangelo di Marco e di Matteo le persone sotto la croce credono che Gesù stesse chiamando Elia.
Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: “Ecco, chiama Elia! (Mc 16,15)
Gli altri dicevano: “Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo! (Mt 27,49)

D’altro canto tutti gli studiosi sono concordi nel sostenere che una persona crocifissa molto difficilmente avrebbe potuto articolare una frase così lunga come “Elì, Elì, lamà sabactani” a causa dell’ asfissia che prendeva il condannato alla crocefissione.
Quindi Gesù ha sicuramente detto una frase breve ma altamente significativa
( tanto che ha colpito i presenti che l’ hanno riportata agli evangelisti ma non dimentichiamo che Giovanni era sotto la Croce il quale riporta al cap. 19 solo l'episodio in cui Gesù ci dona sua Madre:
25 Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. 26 Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». 27 Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
28 Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete». 29 Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. 30 E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò.
) e una frase che avrebbe potuto essere erroneamente interpretata come un richiamo al profeta Elia.
Boman si è chiesto: come si dice in aramaico “Elia, vieni”? La risposta è : “Eljja ta”
Ma se Gesù avesse detto : “Elì atta”, allora ecco che coloro che lo ascoltavano sotto la croce avrebbero potuto anche equivocare la sua esclamazione.
Cosa vuol dire "Elì attà”? Significa “Il mio Dio sei Tu” o, più letteralmente, “Il mio Dio, Tu”
“Così Gesù coniò, per l’addio, una parola che, per la sua brevità e ricchezza di contenuto era degna del grande maestro: un grido di giubilo verso il Padre, un saluto ai suoi discepoli e un grido di trionfo verso il mondo.” (Th Boman)
Gesù, in quel momento di apparente sconfitta, mentre veniva deriso dai suoi aguzzini, esclamò la Sua totale fiducia nel progetto divino di salvezza.
Successivamente i discepoli cercarono nell A.T. questa frase. Noi potremmo pensare che sia possibile trovarla un’ infinità di volte ma in realtà la troviamo solo quattro volte.
La troviamo nei salmi 22, 11 ; 31,3 ;  63,2 ; 118,28.
Il salmo 118 costituisce il Grande Ahllel che è il salmo che Gesù cantò con i suoi discepoli uscendo dalla casa dove aveva celebrato la Sua Ultima Cena.
Il salmo 22 è quello che comincia con le parole: “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?” (Riportato da Marco e Matteo)
Il salmo 30 è quello che contiene le parole: “ Nelle Tue mani sono i miei giorni” (riportato da Giovanni)
Il salmo 63 recita “L’ anima mia ha sete del Dio vivente” (Riportato da Luca)
Quali furono realmente le ultime parole di Gesù sulla croce? Non lo sapremo mai. “Non esiste purtroppo una stele di Champollion (G. Rossè) che ci dia una risposta definitiva e pertanto conserviamo  tutto e non scartiamo nulla.
Vi ho proposto questa meditazione, che ho trovato molto suggestiva, non per affermare che le altre interpretazioni sono sicuramente sbagliate e questa è sicuramente giusta.
Prendetela come un qualcosa in più e, se volete, come suggerimento per una preghiera breve ma efficace e ricca di significato. In ogni momento della giornata, sia che le cose ci vadano bene o che ci vadano male, affidiamoci sempre a Dio confermandoGli la nostra fiducia.
Elì attà – Il mio Dio sei tu



......
e poi segue la frase conclusiva:
"Tutto è compiuto" e chinato il capo spirò!"

Secondo il Vangelo di Luca l'ultima parola di Gesù nella sua vita è una preghiera.  Gesù muore pregando: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». É una preghiera che lui sa a memoria.  Nel momento drammatico che sta vivendo, non c'è evidentemente né tempo né modo di comporre preghiere; erompono dal cuore quelle che gli sono più familiari, che gli stanno dentro come un grido. Quelle parole sono di un salmo: «In te Signore mi sono rifugiato, mai sarò deluso.  Per la tua giustizia salvami ». E poi: «Mi affido alle tue mani, tu mi riscatti, Signore Dio fedele» (Sal 30,2.6).......


I versetti del salmo che Gesù lascia emergere dal fondo del cuore e dalla memoria, sono stati composti molti secoli prima di lui.  Avrebbe potuto considerarli come preghiere lontane, scritte da uomini di un mondo diverso, di una mentalità e di una cultura diversa, eppure, quel salmo così antico, sulle labbra di Gesù diventa la sua preghiera, si identifica con la sua esperienza.  É come se lo pronunciasse in quel momento perché è diventato espressivo della sua realtà.  Di fronte alla morte le parole più vere che Gesù sente il bisogno di pronunciare, sono parole della Bibbia........


Dovremmo conservare come ricordo permanente che le preghiere bibliche sono scritte anche per noi.  Pregando con quelle parole scritte tanti secoli fa, troviamo il modo di esprimerci più autenticamente, sperimentiamo che Dio ce le ha messe dentro per poterci manifestare davanti a lui e davanti agli uomini, perché con quelle parole diciamo ciò che in altro modo non riusciremmo a spiegare né a noi né agli altri. Gesù che prega nel momento supremo della sua vita ci insegna ad affidarci, con la sua stessa preghiera, alla Parola di Dio.....

Il salmo che Gesù proclama è una parola di fiducia totale.  Gesù «rende» se stesso a Dio, compie un atto di abbandono pieno al Padre.


Quella che sta vivendo non è soltanto una situazione drammatica: è la situazione limite della morte. È una morte in totale, perfetta, amarissima solitudine. Il Vangelo ha cura di farci notare che nessuno intorno l'ha capito e il racconto che introduce a questa ultima parola di Gesù sottolinea fortemente che viene abbandonato da tutti, tranne dalla Madre e dal discepolo Giovanni.  Le persone che avrebbero potuto capirlo, che avevano motivi per essergli almeno vicino, non lo sono.  Il popolo sta a vedere, i capi lo scherniscono, i soldati lo beffeggiano, persino uno dei malfattori appesi alla croce lo insulta.

È drammatico vedere come queste persone (i capi, i soldati, i malfattori) rappresentano categorie che la pensano in maniera diversissima gli uni dagli altri, categorie nemiche tra loro, eppure nessuna di esse è con Gesù.....

Gesù sceglie di non scendere dalla croce.  È vero che in questo modo morirà solo e abbandonato, avrà però testimoniato il Dio che dà la vita, il Dio a servizio dell'uomo.  Avrà testimoniato il Dio che è Amore.


Ed ecco, in questo sfondo, il significato dell'ultima parola di Gesù.  Si è trovato di fronte alla contestazione massima, definitiva, quella che riguarda la sua missione alla quale vuole essere fedele fino in fondo.  In questa solitudine che esteriormente appare fallimento totale, Gesù reagisce esclamando: «Nelle tue mani, Padre, affido la mia vita». Così testimonia, il Dio del Vangelo, il Dio della fede, il Dio a cui ci si affida a occhi chiusi, il Dio nel quale siamo invitati noi stessi a deporre la nostra vita, il nostro passato, il nostro presente e il nostro avvenire......


La domanda fondamentale che emerge da questa scena e da questa parola di Gesù è: a quale Dio credo?  Al Dio da cui posso sperare un certo successo, una certa alleanza di cui mi posso servire a mio vantaggio? Oppure credo al Dio che dà la vita se affido a lui tutto me stesso, il mio progetto di vita e il mio futuro?  Credo al Dio che mi saprà ridare la vita al centuplo, anche se l'evidenza sarà la morte perché la certezza è la vita col Risorto?  Gesù lo ha detto nel Vangelo: chi perde la propria vita la troverà, ma chi invece vuol trovare la propria vita, vuol tenerla chiusa in se stesso, non si affida, la perderà. C'è una seconda domanda: la mia preghiera è la preghiera dell'esigenza?  Oppure è la preghiera dell'affidamento?


Quando il Signore ci guida verso il culmine della preghiera che è preghiera di affidamento, di consegna della nostra vita nelle sue mani, allora abbiamo raggiunto l'atteggiamento fondamentale, primario e sorgivo dell'esistenza perché l'esistenza dell'uomo è affidarsi
e sapersi fidare.  Il bene che si fa nel mondo viene dal fatto che qualcuno va oltre il calcolo, oltre la misura, oltre la pura razionalità.

L'atteggiamento di morte, invece, è quello di un mondo che ha paura del futuro, che ha paura di dare la vita: e allora scende inesorabilmente verso un gusto progressivo di morte, verso un intristirsi di tutte le espressioni dell'esistenza. 

Così si spiegano tanti fatti che succedono intorno a noi, in una civiltà che ha perso il gusto di rischiare, di giocarsi nel futuro di Dio, di mettersi nelle mani del Padre.

Gesù si affida: «Padre nelle tue mani affido il mio spirito». La sua preghiera esprime quell'abbandono filiale nel quale noi ritroviamo la verità di noi stessi, e di cui non siamo capaci.  Ne siamo capaci, a volte, nella nostra fantasia, ma quando siamo di fronte ad una realtà che chiede di fare davvero un salto, allora vediamo come la preghiera di Gesù è lontana da noi, rappresenta un ideale che non riusciamo a realizzare.

[SM=g1740717] [SM=g1740717] [SM=g1740717] [SM=g1740717] [SM=g1740717]


Meditazione sulle 7 Parole di Gesù
[SM=g1740720]
Padre, perdona loro, perchè non sanno quello che fanno!

Padre, volgi i tuoi occhi ed effondi la Tua misericordia su tutte le persone di ogni tempo che brancolano nel buio. Illumina i loro cuori e le loro coscienze, rendili capaci di risponderti, responsabili, quindi, e attenti alla Tua voce che parla attraverso il Figlio Tuo.
Fa che tutti, in Lui, siamo capaci di dirti: "non la mia, ma la Tua volontà sia fatta!"

Oggi sarai con me in Paradiso!

Padre, anch'io sono il ladrone in croce per le mie disarmonie, i miei smarrimenti, i miei peccati. Sono rinato nel momento in cui ho accolto questa parola del Tuo Figlio sulla croce. Oggi sarai con me nella casa del Padre. E' un ritorno a casa doloroso, ma salutare e benedetto.
Tu sei benedetto e noi siamo benedetti in Te.

Donna, ecco il tuo figlio. Ecco la tua madre!

Il discepolo amato affidato alla Madre. La Madre affidata a lui.
La Madre col cuore trafitto dal dolore, ma in piedi salda e presente con tutta se stessa sotto la croce. Condivisione piena, totale del mistero di Cristo, sin dal concepimento, che ora culmina nel momento più doloroso, cruciale .......
Essa infonde forza e capacità di condivisione e partecipazione amorosa a tutte le madri di tutti i tempi perchè non si lascino abbattere, non soccombano sotto la croce dei figli e, nonostante tutto, aprano i loro cuori alla speranza, all'offerta di una condivisione vera e viva.
In Giovanni si vuol vedere il sacerdote. Ed è giusto, perchè veramente essi sono i prescelti, gli amati, i nuovi pastori del gregge.
Ma l'ampiezza, l'altezza, la lunghezza e la profondità dell'amore di Dio estende i frutti di questo rapporto così stretto e così intimo a tutti gli uomini che vogliono affidarsi alla Madre e ai discepoli prediletti, divenire a loro volta discepoli.
Mi conforta che sotto la croce c'è anche la Maddalena. Non ci sta come una regina, perchè il suo dolore è meno composto e il suo animo, pur liberato dal male, è ancora appesantito dalle conseguenze di esso. Ma anche lei è lì, non è andata via, non è fuggita; ed è lei che vedrà per prima il suo Maestro e Signore Risorto. Lei ha bisogno di vederlo e quindi il Signore non le si nasconde, le appare.
Maria, invece, certamente ha sentito nel suo cuore questa esplosione misteriosa di vita. Lei è così intimamente coinvolta nel mistero del suo Figlio ed è così profondamente presente ...........

Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?

E' una solitudine abissale, ancor più profonda e drammatica di quella del Getsemani confortata, pur nell'immensità della pesantezza e della sofferenza, dall'angelo e dalla consapevolezza di essere nella volontà del Padre.
E' il turbamento della natura umana di fronte al mistero della morte. E' anche il silenzio di Dio che noi uomini viviamo come abbandono. Il momento del buio e del culmine della prova. E' l'assenza di Dio che sperimentiamo anche noi.
Più di una volta mi è venuto in mente che l'abbandono provato da Gesù coincide con la suprema donazione che Dio ci fa di se stesso. Condivisione immensa per amore immenso. E' Dio che soffre in quell'attimo supremo; chi potrebbe consolarlo?
Un teologo potrebbe dirmi che Dio, nella sua perfezione, non può soffrire.
Io credo che, per amore, Dio HA VOLUTO, nel caricarsi della nostra umanità, caricarsi anche della nostra soffrenza fino in fondo. Come potremo più rimproverargli la sofferenza, che ci scandalizza sempre, come se dipendesse da Lui?
La sofferenza è entrata, entra nel mondo dalla nostra disobbedienza che ci disinnesta dalla sorgente della vita, della nostra vita vera: come possiamo rimproverare al Signore la sofferenza che c'è in noi, che c'è nel mondo?
Ma di che amore siamo amati, se un Dio, Signore immenso, è diventato uno di noi, è entrato nella nostra umanità e, quindi, anche nella nostra sofferenza e, perciò anche nel nostro male, per riscattarla, trasformarla nella Sua gloria!
Zaccheo era un peccatore: eppure il Signore, passando si ferma, lo guarda e gli dice: "scendi subito, stasera devo fermarmi a casa tua". E Zaccheo scende "pieno di gioia" (kairon: è lo stesso verbo del saluto dell'angelo a Maria Kaire!). Gesù si ferma e entra nella casa di un peccatore. Quanto mi consola nel mio sentirmi sempre indegno. Lui non aspetta che io sia perfetto, per venire, per nascere in me!
Cosa troverai Signore nella mia casa?

Ho sete!

Dio ha sete di anime. Le anime hanno sete di Dio.
Signore, fa che tutte le anime di tutti gli uomini riconoscano questa sete e, anzichè abbeverarsi come animali a cisterne screpolate (tutti gli idoli con cui si illudono di estinguerla) ascoltino e rispondano al tuo grido (a me sembra che tu gridi queste parole): CHI HA SETE VENGA E BEVA CHI CREDE IN ME: FIUMI D'ACQUA VIVA SGORGHERANNO DAL SUO SENO!
Signore, io intuisco cosa significa: Fa che io lo viva!
Signore, noi abbiamo sete dell'acqua che sgorga dal tuo costato trafitto, del sangue salutare che hai effuso fino all'ultima goccia.
Tu sei il Tempio, anzi la Sorgente, da cui sgorga l'acqua viva in cui ogni essere che vi brulica ha la vita.
Inondami, Signore, con quest'acqua, che oggi io accolgo stando ai piedi della tua croce, non più curva sotto la mia croce, ma in piedi, perchè Tu e la Tua e mia Madre l'avete reso possibile.
L'ampiezza, l'altezza, la lunghezza e la profondità dell'amore di Dio che supera ogni conoscenza rendono possibile che questo mistero si estenda e si rinnovi e si renda presente ogni volta che siamo presenti in piedi e con il cuore rivolto e pieno di te accanto alla croce dei fratelli che incontriamo nel nostro cammino, dei nostri familiari, del mondo intero che ci entra in casa e nel cuore attraverso le immagini televisive. E, per quel che non vediamo, ci entra nel cuore lo stesso perchè, se siamo inseriti nel tuo cuore, ci troviamo tutte le gioie e le sofferenze del mondo.
Signore, se avrò gustato solo una goccia di questo mistero e di questa grazia, riuscendo a morire a me stesso (per ora è solo un'intenzione; mi riesce solo a sprazzi: deve diventare volontà-vita), unito alla tua croce, non mi verranno più dubbi e paure.

Tutto è compiuto!

".....li amò sino alla fine."
Colui che amò sino alla fine e donò di se stesso tutto fino all'ultima goccia di sangue e l'ultimo alito di vita e perpetua questo dono del pane vivo disceso dal cielo nell'eucarestia, potè dire davanti al Padre e al mondo di aver portato a compimento la ragione per cui era venuto nel mondo.
Ma Egli è la stessa cosa con Colui che l'ha mandato, con il Padre, sorgente della mia vita e del mio essere, che, in Lui e attraverso di Lui, si dona  a me.
E io? Che misero, ingrato e povero e disattento e incapace sono io! Ma non mi sgomenta più, perchè il mio Signore mi conosce, mi vede e mi ama come sono. E il Suo amore donato e accolto incessantemente, mi ha liberato e mi sta guarendo e trasformando. E io mi lascerò continuare a guarire e trasformare.
Eccomi, Signore, finalmente si è fatta strada nelle tenebre della mia vita, la Tua luce, la Tua voce, la Tua verità. E io sono qui che non fuggo più la mia realtà, nè più mi ribello nè più mi dibatto; ma, amorosamente attento, ti ascolto, ti seguo, imparo ad amarti.
Tutto è compiuto: che abisso di amore e di sofferenza! Ed è compiuto anche per me.
Rompe la scorza della mia indifferenza. Lascio compiersi in me la Parola del Signore: "la verità ti farà libero". Libero dal mio egoismo; libero per.......Padre, nelle tue mani, rimetto il mio Spirito.
Il culmine della vicenda umana di Cristo, inizio della vicenda divina dell'uomo. Il nuovo essere-dell'uomo-in-Dio.
Tutto l'uomo è tornato al Padre. E' già compiuto, è già operato dalla nascita, dalla vita, dalla morte, dalla Risurrezione e assunzione di Gesù, il Cristo. Sta diventando vero anche per me. Tu sei il mio Signore e il mio Dio.

Padre, nelle tue mani consegno il mio Spirito!

Prima di consegnare il Suo Spirito al Padre, Cristo Gesù si è consegnato nelle nostre mani. Dono totale, fino alla fine, senza conservare nulla per se'.
Inaudito, divino, immenso amore-dono.
Padre, Padre nostro, anch'io consegno il mio spirito, che non è mio, è Tuo perchè viene da Te, nelle tue mani. Mani: accolgono, modellano, accarezzano, creano, stringono, sostengono, benedicono, ammoniscono, indicano, frenano, affrettano sollecitando amorosamente, curano, trasmettono amore, richiamano, sollevano, attraggono.
Padre, è una decisione irrevocabile; possibile perchè il Figlio Tuo prediletto lo ha già fatto per me, per noi.
Padre, la Tua misericordia è veramente più grande del mio cuore. E' così grande la mia miseria, la mia meschinità; ma più grande è il Tuo amore per me, la Tua volontà di salvezza.
SIA FATTA, PADRE, LA TUA VOLONTA' COME IN CIELO, COSI' IN TERRA.
Come in cielo è la mia immagine di Te, non contaminata, redenta e purificata da Cristo, dal lavacro del Suo sangue effuso, sparso per la salvezza dei figli perduti, fa sì che si scriva nella mia terra.
Padre, fa che in me non ci siano più barriere di paura, di egoismo, di incapacità.
La tua volontà fatta (è un bel lavoro) nella mia vita nel mio essere nel mio cuore con Te PER CRISTO, CON CRISTO, IN CRISTO.
Fatta-insieme. Significa che non è precostituita, ma frutto della Tua chiamata e della mia risposta.
Padre, se sono qui è perchè Tu mi hai voluto.
Padre, nel Signore Gesù e con l'intercessione della Sua e mia Madre, Maria, che Tu hai scelta perchè sia la fonte da cui sgorga, per la nostra salvezza, la sorgente della Tua vita, io mi abbandono in Te, Ti consegno tutto me stesso, quella che sono e che sarò.

Sia lodato Gesù Cristo, Gino



[SM=g1740717] [SM=g1740717] [SM=g1740717] [SM=g1740717] [SM=g1740717]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:12. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com