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Chi sono "io"? Sai accettarti per ciò che sei?

Ultimo Aggiornamento: 16/01/2009 15:57
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16/01/2009 15:57
 
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Molte volte non ci accettiamo e questo porta a gravi disagi nella società nella quale viviamo, oltre che noi ne soffriamo parecchio inconsciamente, Molte volte non riusciamo a liberarci da un peccato che nasce appunto dalla nostra non accettazione. A me è capitato che durante la confessione il mio Padre Spirutuale mi abbia detto "Devi accettarti per come sei", e penso che questo problema sia capitato anche ad altri, allora ho trovato questa bella meditazione che mi ha fatto molto riflettere.....


Buona meditazione.......


L'immagine di sé


O la
guarigione delle emozioni a cura di

Padre Robert De Grandis / Betty Tapscott

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Ti ami?

O addirittura, ti piaci?

Gesù ha detto: "Ama il prossimo tuo come te stesso". Ciò presuppone che tu ami te stesso. Spesso, invece, noi abbiamo l'impressione che amarci voglia dire essere pieni di orgoglio e vanità, come può succedere. Normalmente ci riesce difficile amare noi stessi in una maniera giusta ed equilibrata, alla maniera di Cristo. E, non di rado, ci riesce persino difficile piacerci.


Durante i seminari di guarigione interiore, da me condotti, ho chiesto a migliaia di persone:
"Se il Signore ti domandasse ' Alla domenica, dalle dieci alle dodici, puoi cambiare il tuo aspetto come vuoi,' che cosa cambieresti di te?". Qualcuno rispondeva: "Il naso, l'altezza, il peso, il colore degli occhi, la razza", e così via. Suppongo, comunque, che nel giro di poche settimane le medesime persone avrebbero voluto cambiare qualche altra cosa di se stesse. E anche noi, al loro posto, avremmo fatto altrettanto: non saremmo stati ancora contenti di come eravamo.

Dio vuole che noi siamo soddisfatti di noi stessi e del modo come Lui ci ha fatti. Occorre, quindi, che ci si accetti e che si abbia una buona immagine di sé. Questa dell'immagine di sé è una delle aree più importanti della nostra vita. L'idea che ci facciamo di noi stessi determina le nostre reazioni verso le persone che ci circondano. Per esempio, se io penso di non valere, di essere inferiore, indegno, brutto e incapace di essere amato, allora mi riuscirà difficile amare altre persone. Mi riuscirà impossibile amarmi e, molto probabilmente arduo, amare il Signore e accettare il Suo Amore.


Troppo spesso nel nostro mondo occidentale si educano i bambini in maniera sbagliata e dannosa.
Può capitare che i genitori riescano a comunicare a: un livello meno superficiale coi loro figli soltanto quando c'è qualcosa che non va e devono ricorrere a una severa ramanzina. I figli, di conseguenza, assorbono dai genitori l'idea che non possono fare nulla di veramente giusto ed accettabile. Persino i migliori genitori, a volte inconsapevolmente, feriscono i propri figli. Uno dei modi vistosi per ferirli è mancare d'incoraggiarli e di congratularsi con loro per tutto quanto di buono e di bello fanno. I genitori devono lodare ogni giorno i propri figli e dire a ciascuno di essi: " Ti amo! ".

I primi anni della vita di un bambino sono determinanti per l'opinione che egli avrà di se stesso da adulto. Se un genitore dice al suo bambino parole come: " Stupido, imbranato, fannullone! " e lascia che fratelli e sorelle lo tormentino chiamandolo: " Ciccione, spilungone, piagnone! ", molto probabilmente il bambino crescerà con una immagine difettosa di se stesso.


Prendere in giro è sbagliato.

Prendere in giro è sbagliato.

Prendere in giro è sbagliato.


Non si potrà mai affermarlo abbastanza. Prendere in giro pugnala, indurisce, ferisce. E anche se il bambino o l'adulto è il primo a reagire dicendo:
" Oh, non me ne importa proprio niente!", la verità, se fosse veramente conosciuta, è che l'esser chiamati con soprannomi sconvenienti fa tremendamente male.

Noi siamo stati consultati da persone adulte, uomini e donne, che avevano delle ferite profonde perché si erano sentiti dire, da ragazzi, che non erano stati desiderati, che erano costati un mucchio di soldi, che non avrebbero combinato nulla di buono, erano problematici, e così via. Interrogativi come: "Che cosa c'è di sbagliato in te?" " Possibile che tu non possa far niente di buono?" " Perché non prendi dei bei voti come tuoi fratelli e le tue sorelle?" " Perché sei così imbranato? " sono frecce avvelenate. Si fissano in profondità.


Domande di questo genere rimangono scolpite nella mente sul nastro della memoria; poi il nastro si fa sentire sempre di più negli anni a venire:
" Tu non vai bene, tu non vali niente, sei disgustoso!" mandando così in frantumi quella cosa delicata che si chiama immagine di sé .

Ai bambini si deve insegnare la disciplina. In realtà,l'amore è disciplina, ma una disciplina senza durezza, asprezza o sarcasmo e da usarsi solamente nell'amore, nella fermezza e nell'imparzialità.

La Parola dice: "voi, padri, non inasprite i vostri figli, ma allevateli nell'educazione e nella disciplina del Signore" (Efesini 6,4).


Sappiamo che alcune persone, forse troppo sensibili e suscettibili, se da una parte non fanno mistero dei loro sentimenti dall'altra si offendono per qualsiasi cosa si dica o si faccia loro. Esiste però una grande differenza fra una persona estremamente sensibile, che si urta per un nonnulla, e un'altra che è stata realmente ferita da osservazioni pungenti. Non è comunque detto che il biasimo debba ricadere interamente sui genitori, quando una persona ha un'immagine scadente di sé stessa. Un bambino è magari cresciuto in un ambiente pieno d'amore ma, diventato grande, ha sposato una donna oppressiva e tiranna.

Oppure l'immagine che una moglie ha di se stessa va in frantumi se i bambini sono sempre messi al primo posto; se il suo viso viene immancabilmente confrontato con quello di altre donne; e se la sua abilità di cuoca, ad ogni occasione, è messa a confronto con quella della suocera. Anche un marito è ferito nel suo "io", quando la moglie continua a fargli presente che lo stipendio che porta a casa è inadeguato; che non ha un lavoro soddisfacente e che non è capace di procurarsene uno migliore ...


Qualunque sia la tua situazione: che tu venga ignorato da figli ribelli, messo a tacere da un padrone troppo severo, umiliato da un superiore o da un direttore frustrato e infelice, a un certo punto, le fondamenta su cui poggia l'immagine che hai di te stesso, cominciano a incrinarsi fino a cedere definitivamente. Gli psichiatri affermano che
" l'immagine di sé" si forma in base al rapporto dinamico che gli altri hanno con noi. Se il loro rapporto con noi è basato sull'amore e sulla positività, siamo portati a costruirci un'immagine buona. Se avviene il contrario, siamo portati a costruirci un'immagine negativa.


La qualità dell'amore, proiettata al di fuori di noi, dipende dalla qualità dell'amore che portiamo dentro e da ciò che pensiamo di noi stessi. Avviene spesso che donne bellissime si sentano brutte, e uomini attraenti fisicamente inferiori; e che una persona meno piacente abbia invece fiducia in se stessa e possieda un'immagine positiva di sé.


Esistono in noi tre grossi scogli contro i quali va a frantumarsi la nostra immagine di noi stessi: quello del
rigetto, del senso di colpa e del perfezionismo.


IL RIGETTO


Come ho già detto, se un bambino non è stato desiderato, se è stato preso in giro o tormentato, con molta probabilità egli avrà una mediocre immagine di sé. Ma la buona novella è che:

Gesù può guarire queste ferite!

Un giorno ho pregato per una donna che aveva un'immagine di se stessa assai scadente. Durante il colloquio essa m'informò che suo padre aveva desiderato un maschio al suo posto e che quando era arrivata lei, le fu dato ugualmente il nome scelto per il fratellino. Dopo qualche anno il papà incominciò a vestirla in jeans come un ragazzo e a portarla abitualmente con lui nella fattoria coinvolgendola in tutti i lavori domestici ad essa connessi. Mi diceva: " Poi nacque una bambina eccezionalmente bella...". E i genitori se ne innamorarono. Quando fu grandicella imparò la musica, mentre alla sorella maggiore, che pure desiderava prendere lezioni di pianoforte, fu detto che non c'erano più soldi ... La donna che mi parlava era alta e si sentiva goffa; sua sorella, invece, era piccola, graziosa, svelta. Notavo, mentre raccontava la sua storia, che non sorrideva mai e pensavo: " Se questa donna sorridesse, la sua faccia andrebbe in frantumi!".


Chiedemmo al Signore di spezzare le catene dell'abiezione, del rigetto, del senso d'inferiorità, della mancanza di fiducia in sé e della sensazione di mediocrità. Domandammo al Signore di tornare indietro nel tempo e di guarire le sue ferite, di riempire il vuoto che era in lei e di darle l'amore paterno che non aveva mai avuto. La potenza del Signore si riversò sulla donna guarendola.
La prima cosa che essa ricevette fu la gioia. Sul suo volto si diffuse una luce nuova e incominciò a sorridere. Da quel momento ebbe una nuova immagine di se stessa. Sentì di essere "qualcuno" . E se ne andò via col fermo proposito di diventare una testimone di Cristo, così come il Signore desiderava.


Un'altra volta mi rivolsi a un folto gruppo di giovani chiedendo a ciascuno di essi se erano sicuri di essere amati dai loro genitori. Conoscevo ragazzi e genitori e sapevo che questi ultimi amavano incondizionatamente i loro figli. Tuttavia, nessun ragazzo era completamente certo di essere amato dai suoi genitori. E il non essere certi di essere amati genera insicurezza! Chiesi ancora ad altri giovani se qualcuno di loro aveva l'impressione che i genitori amassero i fratelli e le sorelle più di lui; e, al cento per cento, essi mi confermarono di avere questa impressione. Quanta insicurezza!


Uno dei problemi più grossi che assillano i giovani d'oggi, è il sentirsi rifiutati.
Ognuno di noi si confronta interiormente con questo problema. Sentiamo dire: "Se gli altri mi conoscessero realmente, non mi amerebbero e non mi accetterebbero mai!". Come sacerdoti o consiglieri sappiamo di dover passare tutti attraverso questa stessa difficoltà. Una persona dice: "Lei probabilmente non aveva mai sentito questo prima d'ora!" . Invece si tratta di un problema nel quale altre persone si dibattono: un problema, appunto, di esseri umani in quanto tali.


1 Continua


IL SENSO DI COLPA


Il senso di colpa è un'altra delle cause che contribuiscono alla formazione di un'immagine mediocre di se stessi. Il senso di colpa si forma in particolare quando non riusciamo a perdonarci e quando ci. sembra che Dio non ci perdonerà mai per i peccati che abbiamo commesso. In Ebrei 10,17 Egli ci dice:
"Non mi ricorderò più dei vostri peccati e delle vostre iniquità." Maggiormente accettiamo i nostri errori e le nostre debolezze, meglio riusciremo ad accertarci con realismo.

Ricordo di essere stato consultato anni fa da una giovane signora la quale soffriva per le conseguenze dell'orribile immagine che aveva di se stessa, nonostante fosse alta e attraente. I capelli le ricadevano sugli occhi a mo' di tendina. Sembrava volesse dirmi: " Se lei mi vedesse, se realmente mi conoscesse, non le piacerei ... perché io non piaccio a me stessa!".

E perché? Qual'era la ragione che stava dietro l'immagine scadente che questa donna aveva di se stessa? Prima di tutto essa aveva deluso i suoi genitori col rimanere incinta a quindici anni e, costretta a sposarsi, aveva dovuto interrompere gli studi. Poi il suo giovane marito si era dato all'occultismo, al sesso, alla droga facendola precipitare da un'elevata posizione sociale, molto in basso. Non c'era da meravigliarsi se la fiducia e l'immagine che questa donna aveva di se stessa erano andate in frantumi. Ma il Signore cominciò a lavorare in lei dopo intense preghiere e attraverso la guarigione delle memorie.

La Bibbia dice: "Non c'è dunque più condanna per coloro che sono in Cristo Gesù. Poiché la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte" (Romani 8,1-2).


Molte volte la ragione per la quale una persona non può piacersi è dovuta alla sua grande negatività derivata da un enorme senso di colpa. Non solo durante l'infanzia, ma anche con l'andar degli anni, noi cadiamo in errori, abitudini, mancanze e peccato. Diventa cosi difficile perdonarsi! E poiché le mancanze di perdono si accumulano in continuazione noi sperimentiamo, a un certo punto, un grande senso d'indegnità. Il Signore vuole renderci consapevoli di come, domandando il perdono dei nostri peccati, veniamo perdonati.

Nella prima Lettera di Giovanni 1,9 leggiamo: "Se riconosciamo i nostri peccati Egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa."

E' importante che noi consegnamo le nostre colpe al Signore, poiché Egli è il solo a poter cambiare l'immagine che ci siamo fatti di noi stessi.Nessun psichiatra o psicologo può realmente cambiare in profondità la nostra immagine di noi stessi. Soltanto il Signore può tornare indietro nel tempo. "Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre" (Ebrei 13,8). Gesù può perdonare le colpe che abbiamo commesso, concederci la grazia di perdonarci e guarire le ferite che ci siamo procurati


 

IL PERFEZIONISMO


Ci hanno educato in maniera tale da farci sentire che se qualche cosa è men che perfetta non ha alcun valore. Una donna sente di dover essere perfetta moglie, madre, cuoca e guida-scout. Si confronta, nella sua abilità a cucinare e a mandare avanti la casa, con la sua vicina. E se il suo aspetto fisico non rientra in un certo tipo di bellezza " play boy " ciò le procura un senso di inferiorità. A sua volta l'uomo d'oggi arriva facilmente a credere che, se non è alto e atletico, è inferiore alle normali aspettative. L'immagine che egli si fa di se stesso può dipendere dal luogo dove vive, dalla macchina che guida, dal suo successo personale o dal conto in banca.


Il Signore non insiste che noi siamo perfetti.

Persino in rapporto alla chiesa ogni tanto ci capita di incontrare qualcuno che vuol fare il perfezionista. La religione, secondo tali persone, sarebbe una ricompensa. Sentiamo dire: "Se sarò buono potrò andare in chiesa". Questo modo di pensare trae origine dalla famiglia: "Papà e mamma ti ameranno se farai il bravo e se farai i compiti per bene!".. E' la cosiddetta mentalità produttiva: sei amato nella misura in cui produci. E istintivamente noi applichiamo la stessa regola al Signore.

Ma l'amore di Dio è incondizionato!

L'estrema suscettibilità di certe persone, quanto alla loro colpevolezza, le porta a confessare: "Il Signore non mi può amare per quello che ho fatto!" . Ma Egli dice: ... "Ti ho amato, o mio popolo, di amore eterno, per questo ti conservo ancora pietà" (Geremia 31,3). Il Signore non pone condizioni al Suo Amore. Non c'è da meravigliarsi se le persone che hanno l'animo del perfezionista non si sentono a proprio agio con se stesse, perché effettivamente esse non si sentono quasi mai all'altezza delle situazioni. I perfezionisti dicono in continuazione: " Se soltanto ... ", " Se avessi ...", " Avrei dovuto ...". Una persona insicura tende a rendere insicuri anche gli altri con osservazioni del tipo: "Perché non hai ... ? ". Oppure: "Se io fossi stato in te, avrei... ". L'abilità a prendere delle decisioni non esiste in loro. Ciò naturalmente crea una mediocre immagine di sé.

E'difficile, per chi ha un'immagine scadente di se stesso, accettare lodi o complimenti.


Ad esempio:

"Che bel vestito! "

"Oh, grazie ... ma è vecchio"

"Che stupenda predica!"

"Sì ma era troppo lunga"


Oppure:

"Sì, ma ho dimenticato il quarto punto ..."

Succede a tutti di dover piangere sull'irreparabile, una volta o l'altra. A ogni persona può capitare di commettere errori, far fiasco, non aver successo nella vita ... e di soffrirne e rimanere perplessa. Ma che meraviglia quando essa arriva al punto di ridere dei suoi errori! Abbiamo tutti bisogno di una buona dose di " humour". Ci occorre la capacità di esclamare: Lodiamo il Signore ad ogni modo!


Poiché l'immagine che abbiamo di noi stessi si è formata soprattutto durante l'infanzia, la nostra maggiore preoccupazione - come genitori cristiani, insegnanti, sacerdoti - è di riuscire a infondere una buona immagine di sé in, coloro coi quali veniamo a contatto, specie se si tratta di bambini. Il Dr. Bruce Narramore dice ai genitori:
"Novantanove complimenti scarsamente compensano per una critica. Ripensate alla vostra vita. Non ricordate molto più a lungo una critica che non una lode? . La lode, l'accettazione genuina, la pazienza e l'incoraggiamento sono assai efficaci nell'aiutare un bambino a coltivare un buon atteggiamento verso se stesso". Shirley Stanbery, eminente Maestra dell'Anno per il 1977 in un vasto distretto scolastico, ritiene essenziale lodare individualmente gli studenti e congratularsi ogni giorno con loro. Che modo meraviglioso per aiutare a rafforzare in un ragazzo l'immagine di sé che si va deformando!


Quando il Padre ci guarda, vede Gesù, perché è ciò che Gli siamo costati: GESU! "Quindi se uno è in Cristo è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate; ecco ne sono nate di nuove" (2 Cor. 5,17).



Sia lodato Gesù Cristo, pace a tutti, Gino

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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