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Il Magistero del Pontefice a...piccole dosi

Ultimo Aggiornamento: 27/04/2011 10:39
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03/02/2009 21:41
 
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Perchè DOBBIAMO fidarci di Dio?

.....c'è chi presenta un Dio austero e castigatore,  c'è chi presenta un Dio peluche, morbidone....e c'è chi a Dio non ci crede perchè non ha tovato o incontrato il vero Dio.....


Il vero volto di Dio e chi è Dio ce lo ha presentato il Figlio Gesù, il Cristo... Egli non è ne un peluchè, tanto meno un castigatore Egli è il vero e l'unico GIUSTO, è Padre, è il padre raccontato nella parabola del Figliol prodigo, è il Medico che è venuto per sanarci dalle ferite del peccato....E' COLUI CHE HA DATO LA SUA VITA PER OGNUNO DI NOI, è salito sulla Croce, ma ci ha domostrato anche di essere il VINCITORE....sconfiggendo il peccato ha sconfitto la morte e ci ha permesso di diventare COME LUI....


Il peccato???? Ah! ecco dove si annida il vero problema che ci porta a farci una immagine di Dio che non corrisponde spesse volte alla realtà.... noi tendiamo, a causa del peccato a farci una immagine di Dio (anche il dire che non esiste è una immagine che ci creiamo noi)... per parlare di Dio occorre andare un attimo all'origine della nostra esistenza, che cosa è accaduto?

Ce lo spiega stupendamente Benedetto XVI quando ha parlato l'8.12.2005 dell'Immacolata Concezione....


Ascoltiamolo


L'uomo non si fida di Dio. Egli, tentato dalle parole del serpente, cova il sospetto che Dio, in fin dei conti, gli tolga qualcosa della sua vita, che Dio sia un concorrente che limita la nostra libertà e che noi saremo pienamente esseri umani soltanto quando l'avremo accantonato; insomma, che solo in questo modo possiamo realizzare in pienezza la nostra libertà.


L'uomo vive nel sospetto che l'amore di Dio crei una dipendenza e che gli sia necessario sbarazzarsi di questa dipendenza per essere pienamente se stesso. L'uomo non vuole ricevere da Dio la sua esistenza e la pienezza della sua vita. Vuole attingere egli stesso dall'albero della conoscenza il potere di plasmare il mondo, di farsi dio elevandosi al livello di Lui, e di vincere con le proprie forze la morte e le tenebre. Non vuole contare sull'amore che non gli sembra affidabile; egli conta unicamente sulla conoscenza, in quanto essa gli conferisce il potere.


Piuttosto che sull'amore punta sul potere col quale vuole prendere in mano in modo autonomo la propria vita. E nel fare questo, egli si fida della menzogna piuttosto che della verità e con ciò sprofonda con la sua vita nel vuoto, nella morte. Amore non è dipendenza, ma dono che ci fa vivere. La libertà di un essere umano è la libertà di un essere limitato ed è quindi limitata essa stessa. Possiamo possederla soltanto come libertà condivisa, nella comunione delle libertà: solo se viviamo nel modo giusto l'uno con l'altro e l'uno per l'altro, la libertà può svilupparsi.


Noi viviamo nel modo giusto, se viviamo secondo la verità del nostro essere e cioè secondo la volontà di Dio. Perché la volontà di Dio non è per l'uomo una legge imposta dall'esterno che lo costringe, ma la misura intrinseca della sua natura, una misura che è iscritta in lui e lo rende immagine di Dio e così creatura libera. Se noi viviamo contro l'amore e contro la verità – contro Dio –, allora ci distruggiamo a vicenda e distruggiamo il mondo. Allora non troviamo la vita, ma facciamo l'interesse della morte. Tutto questo è raccontato con immagini immortali nella storia della caduta originale e della cacciata dell'uomo dal Paradiso terrestre.


Cari fratelli e sorelle! Se riflettiamo sinceramente su di noi e sulla nostra storia, dobbiamo dire che con questo racconto è descritta non solo la storia dell'inizio, ma la storia di tutti i tempi, e che tutti portiamo dentro di noi una goccia del veleno di quel modo di pensare illustrato nelle immagini del Libro della Genesi. Questa goccia di veleno la chiamiamo peccato originale.


8 dicembre 2005: Cappella Papale in occasione del 40° anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II

[Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

Proviamo allora a riscoprire le nostre radici: chi siamo, da dove abbiamo origine, perchè nasciamo e dove siamo diretti.....


Fraternamente CaterinaLD

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Domenica 10.8.2008, dopo la recita dell’Angelus in Piazza Duomo a Bressanone, il Santo Padre Benedetto XVI è entrato nella chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo ed ha così salutato i fedeli che erano in essa raccolti:
  • PAROLE DEL SANTO PADRE

    Liebe Freunde!

    Ich freue mich, daß ich auch heute in dieser schönen Pfarrkirche bei Euch sein kann. Das Evangelium erzählt uns heute, wie der Herr den sinkenden Petrus an die Hand nimmt und ihn sicher über die Wasser führt. Es ist ein Bild für unser Leben: Auch uns nimmt er an der Hand. Lassen wir uns an der Hand nehmen von ihm im Gebet, im Glauben, im Mitleben mit der Kirche, und geben wir auch anderen die Hand, die unsere Hand brauchen.

    [Cari amici!

    Mi fa piacere di potere essere anche oggi con voi in questa bella chiesa parrocchiale. Il Vangelo di oggi ci racconta, che il Signore ha preso per mano San Pietro che stava affondando e lo ha condotto al sicuro, sulle acque. E’ un’immagine per la nostra vita: il Signore prende per mano anche noi. Lasciamoci prendere per mano da Lui nella preghiera, nella fede, nella vita con la Chiesa e diamo la nostra mano anche agli altri, che ne hanno bisogno.]

    Cari amici,

    sono felice di essere ancora una volta in questa domenica con voi. Oggi il Vangelo ci racconta come San Pietro, in pericolo sul mare, è salvato dal Signore che gli da la mano. Il Signore da la mano anche a noi, ci guida sulle strade della nostra vita e cerchiamo di prendere la mano del Signore, nella preghiera, nella fede, nella comunione dei Sacramenti. E diamo anche ad altri la nostra mano e guidiamoli, in quanto possiamo, con l’aiuto del Signore.

    Grazie a voi tutti! Una buona domenica a tutti voi!

    Dò ancora la mia benedizione: Sit Nomen Domini benedictum ...

    Schönen Sonntag – buona domenica a tutti voi! E grazie!


  • Angelus, 10 agosto 2008, Bressanone
    [Italiano]


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    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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