È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Elogio del celibato sacerdotale (P. Cornelio Fabro) e appunti del cardinale Piacenza

Ultimo Aggiornamento: 08/02/2016 18:39
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
18/03/2009 14:07
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Carisma e legge del celibato

1. Il carisma.
Uno degli argomenti principali degli avversari del celibato consiste nell'affermazione che la Chiesa non può legare il celibato al sacerdozio con una legge.

A questo si deve rispondere: è esatto che c'è un celibato che è un particolare dono della grazia di Dio. Che l'astinenza (sessuale) sia un dono della grazia di Dio è un pensiero ellenistico ed ellenistico-giudaico che è stato accolto dall'apostolo Paolo (1 Cor. 7, 7).

Soltanto bisogna chiarire l'essenza e i limiti di questo dono di grazia.

Il carisma consiste in questo, che esso opera, in colui che non gli pone ostacolo, una particolare disposizione e tendenza per la vita celibe. In nessun modo il carisma costringe al celibato né ci dispensa dalla decisione per esso; il carismatico non è meno capace e disposto a entrare nel matrimonio di un altro.

Secondo San Paolo, questo carisma è aperto a tutti, e ognuno lo può ottenere: del resto il celibato si può osservare anche senza uno speciale carisma, e ogni uomo, in certe circostanze, lo deve osservare. La Chiesa ora mette insieme - come presupposto del conferimento degli Ordini maggiori - il carisma del celibato con la volontà di osservare la completa astinenza sessuale. La condotta della Chiesa in questo è ovvia: essa stabilisce le esigenze proprie di coloro che esercitano i ministeri. Chi vuole diventare sacerdote, deve fra l'altro assumere su di sé la legge del celibato. Tre volte egli assicura sotto giuramento di conoscere questo dovere e lo afferma liberamente. Come in queste circostanze si possa parlare di una "costrizione" è incomprensibile. Nessuno è costretto, anzi nessuno può essere costretto a diventare sacerdote.

Del resto, l'osservanza del celibato e dell'astinenza sessuale completa non è necessariamente legata al carisma e vale anche quando più non si possiede il carisma, anzi, in certe circostanze vale per tutti, sposati o non sposati: gli uomini innumerevoli che contraggono matrimonio devono, per legge divina, astenersi prima del matrimonio da ogni attività sessuale, abbiano o non abbiano il carisma.

Hanno il dovere di osservare la castità perfetta i milioni di uomini i quali, malgrado la loro grande aspirazione, non giungono al matrimonio, anche se per questa rinuncia non dispongono di alcun carisma. Il dovere della completa astinenza sessuale vale per quanti, a causa di difetti fisici, non possono aspirare alla via del matrimonio, e questo anche se non hanno il carisma del celibato. Devono osservare la completa astinenza sessuale i milioni di vedovi e vedove, di abbandonati e separati, il cui godimento del matrimonio è stato interrotto. Il dovere della completa astinenza sessuale vale anche per gli uomini sposati la cui moglie sia ammalata o che non intendano mettere al mondo altri figli quando non possono provvedere con il metodo dell'astinenza periodica. Questo dovere vale infine per tutti i prigionieri, di guerra o civili, per il tempo che devono vivere separati dalle loro mogli: nessuno di costoro afferma di sentire un carisma.

Di fronte a questi casi, considerando gli innumerevoli uomini di tutti gli stati ed età, preparati o impreparati, la legge del celibato della Chiesa opera in proporzione in modo inoffensivo. Essa abbraccia una precentuale molto ristretta di uomini scelti, colti e dotati. Essi hanno a disposizione aiuti naturali e soprannaturali. Sono stati interrogati e hanno risposto con un sì.

La rinuncia all'amore sessuale non è il sacrificio più duro che possa essere richiesto a un uomo. Dal medico e dal poliziotto si esige che essi impegnino a servizio della loro missione non solo le loro forze, ma in caso di necessità anche la salute e la vita. Sì, da ogni uomo sano e, come si è visto nella Seconda Guerra Mondiale, anche da molte donne, ci si aspetta che siano pronti a difendere la propria patria anche mettendo a repentaglio la propria vita. Queste esigenze non vengono da leggi umane, ma in ultima istanza da precetti divini. Di fronte a un simile dovere di eroismo è veramente vergognoso soltanto pensare di ribassare le esigenze dei sacerdoti cattolici. Sarebbe una faccenda spregevole.


2. La legge. Dagli avversari odierni del celibato viene richiesta l'abolizione della legge con diverse ragioni. Questa richiesta va decisamente respinta. La completa astinenza sessuale di un notevole numero di persone è prescritta per legge. L'uomo così com'è, non come deve o può essere, ha bisogno della legge e propriamente per due ragioni.

Anzitutto, l'obbligazione giuridica del celibato significa la codificazione ministeriale dell'alta stima che la Chiesa ha del celibato per amore di Cristo, è la spiegazione ministeriale della connessione indispensabile tra sacerdozio e celibato. Senza la legge sarebbe per i fedeli e i sacerdoti mediocri a lungo andare difficile conoscere che il celibato ha nella Chiesa di Dio il rango e il significato che gli competono secondo la volontà di Cristo e la dottrina della Chiesa. E sarebbe più difficile scegliere questa forma di vita se l'invito ad essa venisse a mancare. La legge aiuta gli uomini, inclinati alle cose comode e facili, a prendere decisioni generose; essa li libera dalle forze che nel proprio intimo e nell'ambiente li trascinano alle cose mediocri e insignificanti.

In secondo luogo la legge, per la sua dura chiarezza e irrevocabilità, non con le debolezze di oggi, è diventata l'ultima diga per innumerevoli sacerdoti nelle ore di stanchezza, di svogliatezza e di tentazione. Esistono situazioni nelle quali gli splendori della vocazione, la dignità del servizio e la gioia in Dio sembrano non dire nulla al sacerdote uomo, situazioni nelle quali tutte le luci sono spente e si sperimenta soltanto il peso della solitudine e della disillusione. Il pensare: "Non c'è nessun dietro-front", "Tu non puoi abbandonare i tuoi fedeli", "Tu devi tener duro", è allora spesso più efficace dei motivi in sé più alti.

Non c'è dubbio: se cade la legge del celibato, cade il sacerdozio celibatario. Certamente resteranno ancora molti sacerdoti celibi della generazione più anziana. Ma in breve tempo essi rappresenteranno una minoranza dileguantesi e a lungo andare cesseranno di rappresentare un fattore di serietà.

L'osservanza della legge che ordinava il celibato, sotto la pressione dei rapporti sociali che indicano nel sacerdote sposato il tipo del prete, sarà sostituita. La stessa sorte toccherà agli Ordini religiosi. La testimonianza della propria vita per Iddio, per la potenza della grazia, per il valore dei beni dello spirito, per la speranza dell'aldilà sarà così in doppia guisa indebolita nella Chiesa.


La crisi e il suo superamento

1. La via nella crisi. Le crisi possono venire a ogni sacerdote. Se esse siano possibili senza una qualsiasi colpa del sacerdote, non oso deciderlo. La sessualità deve essere di continuo vigilata, domata e vinta. Il bisogno sessuale però a ogni buon conto prende la forza che uno gli dà. Non è vero affermare che esso comincia senza la nostra collaborazione. Chi si rinnova ogni giorno con la meditazione, la lettura spirituale, la preghiera del santo Rosario, la celebrazione del santo Sacrificio, la visita del Santissimo Sacramento, chi spesso si purifica con il Sacramento della Penitenza, chi conserva la fede e l'umiltà, costui non ha nulla da temere. Ma chi gioca con il fuoco, non c'è da meravigliarsi se viene bruciato. Le forze sessuali, una volta risvegliate, non è tanto facile poi riportarle alla quiete.

2. Il compito del ministero. Molti cercano lo scampo dalla crisi con l'interruzione del ministero. Ma si tratta di un'illusione fatale se un sacerdote crede che egli troverà una perfetta soluzione e una facilitazione ritirando la sua decisione fondamentale. In realtà questo ritiro non può accadere se non con una rottura della personalità. La sconfitta lascerà in lui un pungolo, la capitolazione non gli permetterà di trovare la pace perfetta.


Obiezioni contro il celibato

1. Attuazione dei valori umani. Spesso oggi si afferma che il celibatario non raggiunge la piena umanità perché gli manca la compagna di matrimonio. Che si deve dire? Certamente, il matrimonio può sviluppare alcune oppure anche molte doti dell'uomo. Ma ugualmente un matrimonio può impedire la completa espansione. È difficile qui fare calcoli numerici... Per il sacerdote si deve dire che il Signore esige l'autoabnegazione, cioè il dire di no alle proprie possibilità, il dire di no ai valori più piccoli a favore dei valori più alti. Rinunciare ai valori naturali per i valori soprannaturali non è un cattivo baratto: è anzi la legge fondamentale del cristianesimo. Inoltre è un fatto che nessun uomo può realizzare tutte le possibilità che si trovano nell'uomo. Ognuno è libero di realizzarne una parte. Se il celibatario non realizza i valori connessi con il matrimonio, realizza però quelli connessi con il celibato.

2. Carenza di sacerdoti. Si sente anche spesso che si avrebbe un maggior numero di aspiranti al sacerdozio se non ci fosse il celibato. A questo si deve rispondere: attribuire al celibato la causa della carenza di sacerdoti significa spostare la causa. Infatti il celibato può essere un impedimento ad aspirare al sacerdozio soltanto per coloro che ne rifiutano il senso soprannaturale, lo spirito di mortificazione, l'abnegazione di sé e lo zelo. L'attribuire al celibato questa carenza è soltanto un pretesto. La mancanza di clero non è minore presso i Protestanti, gli Ortodossi e i Vecchi Cattolici, anzi è peggiore che nella Chiesa cattolica.

3. Attitudine al matrimonio. Si dice che il sacerdote ha diritto al matrimonio come ogni altro uomo e che la Chiesa non glielo può impedire. Poiché quest'ultima affermazone è palesemente eretica, non c'è bisogno di confutarla. In tutte le discussioni sul "diritto al matrimonio" si presuppone come ovvio che chi si trova in difficoltà nel vivere da celibe sia per ciò libero di contrarre matrimonio. Questa supposizione qui non interessa affatto. Il "diritto al matrimonio" non è per diritto divino illimiato. L'età, malattie mentali e psichiche, censo, religione, qualità di carattere, ecc., possono impedire un determinato matrimonio, anzi, ogni matrimonio...


Conseguenze della soppressione del celibato

1. Il trovarsi diviso fra moglie, figli e il ministero, come si vede nel Protestantesimo: l'aveva ben visto anche Kierkegaard.

2. Regressione della cura d'anime. Il servizio all'altare, l'amministrazione dei Sacramenti, la predicazione, il catechismo, la cura degli ammalati, la visita alle case, la pastorale differenziata, l'amministrazione, la vita di preghiera personale, tutto questo e molte altre cose ancora assorbono un sacerdote così completamente che io non sono in grado di immaginare come tutto ciò possa essere compiuto da uno sposato e padre di famiglia.


Conclusione: il celibato per la Chiesa cattolica è necessario se essa non si vuole impoverire in maniera miserevole. Preghiamo Iddio che dia ai Pastori della Chiesa fermezza, ai teologi lume, ai sacerdoti forza e ai giovani il coraggio di mantenere il celibato e di farne l'espressione, con una vita pura e forte, della dedizione a Dio e il mezzo del servizio agli uomini.


                    [SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740717]


MEDITATE....FATE DIFFONDERE E MEDITATE.....[SM=g1740722]
(un grazie all'amico Daniele)

[Modificato da Caterina63 18/03/2009 14:08]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:43. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com