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Mons. N. Bux: La riforma Liturgica e il Concilio Vaticano II

Ultimo Aggiornamento: 09/04/2016 16:38
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07/04/2016 23:59
 
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Grande affluenza e autorevoli esternazioni nel corso della presentazione del libro di don Nicola Bux


 


 



Rossoporpora di oggi pubblica il resoconto di Giuseppe Rusconi della presentazione del libro di don Nicola Bux, “Con i sacramenti non si scherza”, da noi annunciato qui (con il testo della Prefazione curata da Vittorio Messori). Il titolo riporta una delle numerose autorevoli puntualizzazioni: quella del card. Sarah sugli abusi liturgici.

Riprendiamo di seguito l'interessante informativa, i cui contenuti confermano le nostre posizioni su ognuno nei temi presi in considerazione. Interessante anche la sottolineatura delle molte presenze illustri - e relative affermazioni - nonché la segnalazione del considerevole numero di sacerdoti in talare.




Presentato a Roma nel tardo pomeriggio (6 aprile), presente l’autore, il saggio-manuale di don Nicola Bux “Con i sacramenti non si scherza”. Gli interventi sobri e pungenti dei cardinali Sarah e Burke e dell’economista cattolico Ettore Gotti Tedeschi. Presentazione affollata, con un ‘parterre’ di rilievo anche rossoporpora


ABUSI NELLA LITURGIA: PASSATO IL LIMITE DEL SOPPORTABILE
 
Tra i momenti significativi della presentazione romana - nel tardo pomeriggio di mercoledì 6 aprile - del saggio-manuale di don Nicola Bux “Con i sacramenti non si scherza” - ce n’è stato uno che forse più di tutti può rendere il sentimento diffuso nell’affollata sala dell’Hotel Columbus. È stato quando, rispondendo a una domanda del giornalista Paolo Rodari (di origine ciellina) di ‘Repubblica’ che postulava un nuovo sguardo - “in positivo” - sui “cosiddetti abusi liturgici”, il cardinale Robert Sarah ha risposto che “un abuso non è mai positivo” (applauso a scena aperta) e che “ciò che il Concilio ha voluto, cioè rimettere Dio al centro” è stato negato dagli abusi con cui “si è scartato Dio nella liturgia”. Come, per fare un esempio, in una chiesa di Milano, dove il cardinale ha visto “il tabernacolo confinato in un piccolo spazio tra due enormi pilastri, fuori dell’assemblea liturgica”.

L’appuntamento era di quelli “imperdibili”, sia per l’argomento – affrontato da un autore ben noto… basti pensare al precedente “Come andare a messa e non perdere la fede” – che per la presenza quali relatori dei cardinali Robert Sarah e Raymond L. Burke e dell’ex-presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi. A introdurre la presentazione Jacopo Coghe (che è anche presidente della Manif pour tous Italia-Generazione Famiglia) e a porre una domanda conclusiva il già citato Paolo Rodari e Guillaume Ferluc (Paix Liturgique). Il libro è edito da Cantagalli, in collaborazione con la Fondazione baroni Paventi di san Bonaventura. Sono poco più di 200 pagine, ad uso e consumo “di ogni cattolico, praticante abituale o saltuario che sia. O anche, come capita sempre più spesso, semplicemente per una donna o un uomo in ricerca”, come scrive nella prefazione Vittorio Messori. Nel libro don Nicola Bux presenta metodicamente i sette sacramenti (e i sacramentali, cioè benedizioni, esorcismi, professioni, esequie) spiegandone l’origine, la sostanza, l’amministrazione e affrontandone i punti più delicati e spinosi.

Nel parterre anche i cardinali Saraiva Martins, Brandműller, Farina e De Paolis, il nunzio apostolico negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò, lo studioso del Concilio e pure nunzio apostolico (a riposo) Agostino Marchetto. Messaggi di adesione sono giunti tra gli altri dai cardinali Cottier (teologo emerito della Casa pontificia, deceduto qualche giorno fa), Műller, Erdö e Piacenza, oltre che dai vescovi Dal Covolo e Laffitte e dal maestro delle Cerimonie pontificie Guido Marini. In sala consistente la presenza giovanile di sacerdoti e seminaristi in talare.
Qualche altra citazione dell’incontro, oltre a quella iniziale.

CARD SARAH: I SACRAMENTI SONO COME FARMACI SALVAVITA. NON SI PUÒ SCHERZARE CON ESSI

Deformazioni postconciliari: In questi decenni del postConcilio assistiamo a deformazioni della liturgia al limite del sopportabile, in un crescendo che non trova fine. Eppure nei sacramenti è in gioco la lex credendi.

Sacramenti e farmaci: Come è possibile anche solo immaginarsi di prendersi gioco della presenza di Dio? Scherzare con i sacramenti? Si può scherzare con i farmaci che ti salvano e ti rimettono in salute?
Declassamenti ingiustificati: Nel libro si mette al centro il sacramento dei sacramenti, il Santissimo, oggi inspiegabilmente declassato con la scusa che il Tabernacolo non può stare sull’altare, così come si dice per la Croce. Invece essi forniscono l’orientamento ad Dominum, così necessario in un tempo in cui molti vorrebbero vivere come se Dio non esistesse.

Non pochi sacerdoti: I sacramenti subiscono deformazioni per decisione di non pochi sacerdoti che confondono i fedeli. Nei sacramenti ci sono i Misteri di Cristo. Certi preti hanno modi da conduttori tv nella celebrazione dei sacramenti.

Per capire i sacramenti: Per capire i sacramenti non bisogna aprire gli occhi, ma chiuderli. I sacramenti non si capiscono con gli occhi della carne, ma con quelli interiori, dello spirito.

Al Papa ho detto: Ho incontrato sabato scorso il Papa e gli ho detto che lui ha il potere di far cessare gli abusi, che hanno trasformato l’Eucarestia in spettacolo. E questo è il punto più grave.

Il dono più grande (rispondendo a una domanda di Guillaume Ferluc): Il dono più grande che ho ricevuto da Giovanni Paolo II è lo stupore davanti al Santissimo, uno stupore che non fa paura, ma suscita un amore più grande per il Signore.

CARD. BURKE: MONDANIZZAZIONE DELLA CHIESA E DECADENZA MORALE

Da seminarista: Ho vissuto negli Stati Uniti come seminarista la riforma della liturgia dopo il Concilio. Si è diffusa una mentalità mondana, secolare, che ha disprezzato la ricca tradizione della Chiesa in un modo sciocco.

Le conseguenze: Negli Stati Uniti abbiamo scoperto che la gente non va più in chiesa e più del 50% dei cattolici non crede che l’Eucaristia è il Corpo di Cristo. La mondanizzazione ha provocato una perdita della fede. Dall’approccio ‘nuovo’ alla liturgia si è originata anche una decadenza morale orribile.

Creatività: La tendenza postconciliare a rifiutare il diritto di Dio nella liturgia, l’ha resa anarchica in nome della creatività.

Testimonianza: La liturgia è testimonianza della Chiesa una e universale.

Carità e giustizia: Non solo la giustizia non è estranea alla carità, ma è da lei inseparabile. La giustizia è la prima via della carità.

ETTORE GOTTI TEDESCHI: LA CHIESA CONTRASTI LA DERIVA MORALE. NECESSARIO UN NUOVO EDITTO DI COSTANTINO

Benvenuto: A voi coraggiosi cattolici, che avete avuto l’ardire di venire qui.
 
Dottrina cattolica non insegnata: Il XXI secolo sarà il secolo che vedrà le conseguenze globali del degrado verificatosi grazie al non –insegnamento della dottrina cattolica (applauso)
 
Editto di Costantino: Nel XXI secolo la Chiesa dovrebbe riflettere sull’avvio di una strategia fondamentale, riproponendo un nuovo Editto di Costantino a un mondo globale che si sta omologando nelle culture peggiori.
 
Insopportabile: Da molto tempo si sta scherzando con i sacramenti in un modo che sta diventando insopportabile.
 
All’origine la miseria morale: Non c’è nessuna miseria che non discenda dalla miseria morale, conseguenza della perdita del senso della vita delle persone, come aveva ben capito Benedetto XVI il Grande (applauso)
 
Convertire i cuori: La Chiesa ha tre vie per cambiare i cuori degli uomini: il magistero, la preghiera e i sacramenti (l’Eucarestia innanzitutto).
 
Il Tabernacolo di Fatima: L’ultimo dell’anno sono andato a Fatima con mia moglie. Nel santuario hanno spostato il Tabernacolo. C’è un Cristo orribile, arrabbiato e non c’è il Tabernacolo.
 
L’idolatria peggiore: Oggi noi riteniamo che l’attaccamento al denaro sia l’idolatria peggiore. No, l’idolatria peggiore è a monte, è la cultura. È la cultura che corrompe l’uomo che usa male il denaro. Mammona è la cultura, che ha anche deformato la liturgia, influenzata com’è dal nichilismo contemporaneo. La liturgia è uno strumento di salvezza: se la cultura la trasforma, fa solo il male dell’uomo.
 
DON NICOLA BUX: IL POPOLO FEDELE SI ALLONTANA DALLA CHIESA, INESORABILMENTE

Don Giussani: Diceva don Giussani che bisogna al Signore che si compia la sua vittoria nel mondo. Bisogna vincere il male e la morte per mezzo di Gesù Cristo.
 
Cultura dominante: Attenzione a non accarezzare la cultura laica, affiancandone gli idoli del momento. La Chiesa è tentata di rincorrere il sociale, per non ‘restare indietro’. Ma lo strumento del sacramento è la salvezza che vince il male dell’uomo.
 
Crisi di fede: Oggi la Chiesa attraversa una crisi di fede. I preti parlano nella Messa per più della metà del tempo, uccidendo il rito. Non è solo la morte della liturgia, ma quella della fede.
 
Piani pastorali ridicoli: Chi siamo noi per escogitare piani pastorali per i sacerdoti? Da quarant’anni si fanno (senza mai trarne un bilancio) e dopo quarant’anni il popolo italiano è diventato più ateo, più agnostico, il popolo fedele si allontana dalla Chiesa, inesorabilmente e la corruzione dilaga più di prima.
 



Testo dell'intervento - in esclusiva - di S. Em.za card. Robert Sarah nel corso della Presentazione del nuovo libro di don Nicola Bux

Pubblichiamo, in esclusiva assoluta, il testo dell’intervento di S. Em.za il card. Robert Sarah nel corso della presentazione del libro di don Nicola Bux lo scorso 6 aprile.Ringraziamo sentitamente S. Eminenza per averci onorato con tale suo prezioso ed interessante contributo.

 S. EM.ZA ROBERT Card. SARAH 
Intervento

Presentazione del libro di Mons. Nicola Bux,Con i Sacramenti non si scherzaRoma, 6 aprile 2016

Fonte
La Lettera agli Ebrei esorta a conservare la grazia divina in noi, infatti: «per suo mezzo rendiamo a Dio un culto gradito a lui, con riverenza e timore; perché il nostro Dio è un fuoco divoratore» (12, 29). Il nostro culto, quindi, è gradito a Dio, se è compiuto con riverenza e timore, in quanto si svolge alla sua Presenza. Anche la colletta del lunedì della IV settimana di Quaresima recita: «O Dio, che rinnovi il mondo con i tuoi sacramenti, fa che la comunità dei tuoi figli si edifichi con questi segni misteriosi della tua presenza e non resti priva del tuo aiuto per la vita di ogni giorno».

La Presenza divina (Shekinah), alla quale si rivolgeva il culto d’Israele, è diventata sacramento grazie al mistero dell’incarnazione, della passione e risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.Intorno a questo fatto, si sviluppa la ricerca e la riflessione di Nicola Bux nel libro che presentiamo, dando ragione anche del titolo:

‘Con i Sacramenti non si scherza’.

Come è possibile anche soltanto immaginare di prendersi gioco della Presenza di Dio? Com’è possibile scherzare con i sacramenti, che sono i segni efficaci – potremmo dire i farmaci, soprattutto il farmaco dell’immortalità che è l’eucaristia – per guarire dalle ferite del peccato e rimetterci in salute?
Si può scherzare con i farmaci? Certamente no.
Eppure, come più volte ci ha ricordato Benedetto XVI, assistiamo, in questi decenni del post-concilio, a «deformazioni della liturgia al limite del sopportabile», quasi un crescendo che non trova fine. Per questo, Giovanni Paolo II, nell’Enciclica Ecclesia de Eucharistia, diede mandato per promulgare l’Istruzione Redemptionis Sacramentum, pubblicata nel 2004 dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, d’intesa con quella della Dottrina della Fede – perché nei Sacramenti è in gioco la lex credendi. 

La stessa preoccupazione ha mosso Benedetto XVI a promulgare nel 2007, l’Esortazione Apostolica Sacramentum Caritatis e il Motu proprio Summorum Pontificum, convinto che solo dal rapporto tra il nuovo e l’antico, si sarebbe prodotto un contagio virtuoso, un arricchimento vicendevole per riequilibrare le sorti del rito romano. Quindi, bene fa l’Autore, a mettere in rapporto la fede e la liturgia dei sacramenti sia nella forma ordinaria che in quella straordinaria.Non scherzare coi sacramenti significa, innanzitutto, mettere al centro il Sacramento dei sacramenti, il Santissimo, oggi inspiegabilmente declassato, in nome di un fantomatico conflitto di segni: si dice che il tabernacolo non può stare sull’altare dove il Signore si rende presente nella Messa.

Altrettanto è accaduto con la Croce. Invece, il tabernacolo e in special modo la Croce, fornisce l’orientamento ad Dominum, così necessario in questo tempo, in cui tanti vorrebbero farne a meno del Signore, o vivere come se Dio non esistesse, in modo da fare tutto quello che si vuole. Don Bux ricorda, nell’introduzione del suo libro, le parole di Geremia: «Invece della faccia mi voltarono le spalle» (Ger 7, 23-24) e le commenta così: «se Dio è nel sacramento, la liturgia odierna è, di fatto, ‘di spalle a Dio’. Non è servito aver riscoperto la sua cosiddetta dimensione escatologica: il Signore che viene a visitarci, come diciamo nel Benedictus, per salvarci; e nemmeno l’ecclesiologia di comunione, che discende dallo sguardo alla Trinità, non dal guardarsi tra sacerdote e popolo. La “svolta antropocentrica” ha portato nella Chiesa molta presenza dell’uomo, ma poca presenza di Dio».
E in un altro passo del libro dice: «La dimenticanza di Dio è il pericolo più imminente del nostro tempo. A questa tendenza, la liturgia dovrebbe opporre la presenza di Dio. Ma che cosa accade se la dimenticanza di Dio entra persino nella liturgia, se nella liturgia pensiamo solo a noi stessi? La Chiesa volta le spalle al soprannaturale e cessa di consacrare il mondo. Così, “il cielo del cristianesimo è vuoto” – scrive il filosofo Umberto Galimberti – poiché, a suo giudizio, il cristianesimo non solo “ha perso la dimensione del sacro”, ma addirittura “ha desacralizzato il sacro” (Cfr. U. Galimberti, Cristianesimo. La religione dal cielo vuoto, Feltrinelli, Milano 2012).

Lo ammette anche l’enciclica Lumen fidei: “La nostra cultura ha perso la percezione di questa presenza concreta di Dio, della sua azione nel mondo. Pensiamo che Dio si trovi solo al di là, in un altro livello di realtà, separato dai nostri rapporti concreti” (§ 17). Invece il sacro per i cristiani è la presenza di Dio e tutto ciò che gli attiene, pertanto: “Il risveglio della fede passa per il risveglio di un nuovo senso sacramentale della vita dell’uomo e dell’esistenza cristiana, mostrando come il visibile e il materiale si aprono verso il mistero dell’eterno” (Ivi, § 40)».

I sacramenti sono un mezzo speciale per entrare in contatto con Dio.Nella crisi di senso che percorre il mondo, ecco la prospettiva di un libro sui sacramenti: aiutare i fedeli a riscoprire la liturgia sacramentale della Chiesa, nella sua pienezza di vita e di verità, e a rileggere la storia e il significato dei sacramenti cristiani, per rendere la propria fede vita vissuta, migliorando l’esistenza quotidiana dell’uomo. Ma anche a fornire uno strumento capace di soddisfare le curiosità di quanti si interessano del “problema fede”, dal punto di vista dell’evoluzione culturale e di costume.L’uomo odierno la «la necessità di essere toccata dal Signore.
Quella è la fede che troviamo sempre e questa fede la suscita lo Spirito Santo».Con tale intento, il libro presenta i sacramenti in genere e, nella successione propria del Catechismo della Chiesa Cattolica, i sacramenti della iniziazione cristiana (battesimo, confermazione, eucaristia), della guarigione (riconciliazione, unzione degli infermi) e del servizio della comunione (matrimonio e ordine), senza escludere l’area estesa dei sacramentali. Li presenta nella forma ordinaria e in quella straordinaria del rito romano. Cerca di rispondere alle domande più dibattute, con l’intenzione di toccare le questioni più spinose. Specialmente l’interesse dei giovani all’antica liturgia dimostra che «Sta avvenendo un passaggio culturale e generazionale nella percezione della liturgia, ma pochi se ne avvertono, malgrado il gran parlare di ‘segni dei tempi’».

Nicola Bux afferma nell’Introduzione che nei sacramenti siamo «faccia a faccia con Cristo»: i sacramenti sono ciò che di visibile è rimasto di lui, dopo l’Ascensione, come ricorda san Leone Magno.

La stessa sua Parola si è fatta carne; perciò non si può pensare che la Parola di Dio sia altra cosa dalla ‘carne’ e dalla virtus sacramentale. «Tutti i sacramenti sono conseguenza dell’incarnazione del Verbo in Gesù: se egli non si fosse fatto carne, non ci sarebbe la sua presenza e non sarebbero possibili i suoi atti, le sue azioni: “Gesù ci ha toccato e, attraverso i sacramenti, anche oggi ci tocca”, ricorda ancora Lumen Fidei (§ 31)». Essi sono certamente azioni di Cristo e della Chiesa, ma non sarebbero queste azioni efficaci se Egli non fosse presente.Il Vaticano II parla di sacramenti della fede: «I sacramenti sono ordinati alla santificazione degli uomini, alla edificazione del corpo di Cristo e, infine, a rendere culto a Dio; in quanto segni, hanno poi anche la funzione di istruire. Non solo suppongono la fede, ma con le parole e gli elementi rituali la nutrono, la irrobustiscono e la esprimono; perciò vengono chiamati ‘sacramenti della fede’ (Sacrosanctum Concilium, § 59)».

I sacramenti – ricorda l’Autore – non sono simboli vuoti che rinviano all’invisibile, ma realtà – da res, cosa – visibili dell’invisibile, in quanto essi contengono ciò che significano: contengono la virtus, cioè la potenza efficace che viene dalla persona divino-umana di Gesù Cristo; anzi, il sacramento eucaristico contiene la realtà della persona di Gesù in corpo, sangue, anima e divinità. La potenza viene dalla sua presenza. Eppure, si crede così poco nella loro efficacia e nel loro potere di trasformazione! Evidentemente, anche per essi vi è oggi un reclamato bisogno di capirli; pertanto, nasce il bisogno di spiegarli di nuovo, a causa delle deformazioni che i sacramenti subiscono per ignoranza, da parte, innanzitutto, di non pochi sacerdoti: di conseguenza i fedeli finiscono per non comprenderli.

L’Autore cerca, quindi, di comprendere meglio, nella loro potenza sacra, questi che gli orientali ancora oggi chiamano misteri – come in antico i padri latini - e di capire a quali deformazioni siano soggetti. Sant’Ambrogio ritiene che i misteri siano collegati ai sacramenti, nel senso che questi sono i misteri divini comunicati all’uomo, attraverso gli atti insigni che Gesù stesso ha compiuto e che la Chiesa ha ricevuto, adattandoli alla ricezione di quanti si convertivano al vangelo. Dunque, prima di tutto nei sacramenti ci sono i misteri di Cristo; perciò, non si può parlare della natura dei sacramenti, cioè della loro realtà intima, se non ci si apre ai misteri: cosa da non farsi – dice il vescovo di Milano – ai non iniziati. Emerge il metodo di Ambrogio: «la luce dei misteri riesce più penetrante se colpisce di sorpresa anziché arrivare dopo le prime avvisaglie di qualche sommaria trattazione previa»: è un giudizio davvero attuale, se si pensa a certi modi da conductor televisivo del prete nella celebrazione dei sacramenti.

Infatti, constata D. Bux, capita di assistere ai sacramenti trasformati in lunghe didascalie: è il segno della sfiducia nell’efficacia del rito, in quanto sostituiamo, con le nostre parole, le parole della sacra liturgia, le parole di Cristo, le parole delle formule sacramentali, perché temiamo che le persone non capiscano; che presunzione è la nostra! Dimentichiamo che c’è una dimensione invisibile del mistero – come dice sant’Ambrogio – che penetra nel cuore di sorpresa, cioè senza preparazione, nel senso naturale o mondano della parola. Questo spiega perché la catechesi sia diventata sterile: senza i sacramenti, essa è come una dottrina gnostica, adatta per i sapienti e gli intelligenti.Conclude l’Autore: «Da Ambrogio impariamo il metodo dei sacramenti: non dare troppe spiegazioni prima che essi abbiano illuminato i credenti, perché esse non sono efficaci: per capire i sacramenti non bisogna aprire gli occhi, ma chiuderli. La parola “mistero”, infatti, viene dal greco myo, che vuol dire chiudere gli occhi, proprio come accade quando vogliamo capire meglio: intelligere.

I misteri perciò non si capiscono vedendo con gli occhi della carne, ma vedendo le perfezioni invisibili di Dio con gli occhi interiori. Questo ci farebbe dire che la liturgia non ha bisogno di essere vista con gli occhi fisici, bensì di essere vista con gli occhi dello spirito: è l’inizio della mistica».E vogliamo concludere anche noi con le parole di Ambrogio, nell’Apologia del profeta Davide: «Ti sei mostrato a me faccia a faccia, o Cristo; ti scopro nei tuoi sacramenti» (S. Ambrogio, Apologia del profeta Davide, 12, 58, in PL 14, 875). 





[Modificato da Caterina63 09/04/2016 16:38]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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