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25/04/2009 14:29 | |
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CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA Consiglio di Presidenza
19-20 aprile 1966
La Conferenza Episcopale Italiana, considerando la opportunità che l'abito ecclesiastico, pur nella tutela della dignità sacerdotale, possa venir adattato alle esigenze della vita contemporanea e alle nuove condizioni dell'apostolato, in conformità allo spirito del CIC can. 136 § 1, desiderando assicurare ai sacerdoti - anche in questa materia - uniformità di disciplina, a loro personale vantaggio e ad edificazione della comunità, conferma che l'abito talare rimane la veste normale dei sacerdoti e anche dei religiosi.
Esso è d'obbligo :
a) nella propria chiesa; b) negli Istituti ecclesiastici; c) nell'esercizio del sacro ministero; d) nelle funzioni liturgiche, anche se tenute fuori chiesa; e) nella sacra predicazione; f) nell'amministrazione dei Sacramenti e dei Sacramentali; g) nell'insegnamento religioso nelle scuole.
La Conferenza stabilisce che sia consentito a tutti i sacerdoti di cambiare l'abito talare con il clergyman, consistente in: giacca e calzoni di stoffa nera (o grigioferro scuro) e collare ecclesiastico, in caso di viaggi, di escursioni, di uso di macchina da trasporto, ecc., cioè quando lo richieda la comodità in un'azione profana.
In qualunque ambiente e circostanza, entro e fuori Diocesi e all'estero, come in occasione di ferie, il suddetto abito, "utpote sacerdotii signum", dovrà essere indossato, in pubblico, completo: così che esso risulti per tutti i sacerdoti unico e ben caratterizzato, e gli ecclesiastici abbiano a poter essere riconosciuti come tali.
La Conferenza Episcopale Italiana esorta infine i sacerdoti a tener presenti - nell'uso del clergyman - le diverse situazioni dei luoghi, gli usi e le consuetudini, la sensibilità della popolazione e, memori delle parole dell'Apostolo: "Omnia mihi licent, sed non omnia expediunt; omnia mihi licent, sed non omnia aedificant" (I Cor. 10, 22-23), sappiano comprendere e attendere sino a che i fedeli affidati alle proprie cure siano preparati alla nuova prassi.
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ATTENZIONE....si usa dire: bè vedi, la Chiesa esorta NON obbliga! valutazione sbagliata! Quando la Chiesa esorta fa subentrare UN OBBLIGO MORALE INSITO NELL'OBBEDIENZA ALLE RICHIESTE DEI SUPERIORI.... ergo cari sacerdoti, rimettetevi l'abito, grazie!
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine) |
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