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"restart" ripartire dal Concilio.....

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2011 23:51
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26/05/2010 12:57
 
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Preziosa e stupenda analisi di padre Giovanni Cavalcoli o.p. che scrive al blog di messainlatino (raggiungibile dal titolo che è linkato) quanto segue....

Padre Cavalcoli ci scrive...

Il postulatore della causa di beatificazione di Padre Tyn, il domenicano tradizionalista morto in odore di santità, ci esorta, incoraggia e consiglia. Il dibattito è aperto.

Cari amici,

ho letto con interesse quanto riferite del libro di Introvigne sull'attuale crisi della Chiesa. Mi trovo d'accordo con l'analisi dell'illustre sociologo. Vorrei solo aggiungere alcune considerazioni dal mio punto di vista di teologo. Per quanto riguarda il valore degli insegnamenti del Concilio, come cattolico concordo pienamente con voi nel sottolineare il rispetto che dobbiamo al Concilio. Vorrei tuttavia fare una distinzione fra gli insegnamenti dottrinali e quelli pastorali del Concilio.

Circa i primi, come saprete, un Concilio ecumenico, anche se insegna qualcosa di nuovo come è il caso di questo concilio, è infallibile e non è neppur ipotizzabile che esso cambi o smentisca qualche dottrina tradizionale o precedentemente insegnata: si tratta solo di interpretare bene, ascoltando l'interpretazione della Chiesa, nella "continuità e progresso", come ha detto il Papa e non certo di lasciarsi sedurre dall'interpretazione dei modernisti (io li chiamo così, piuttosto che "progressisti"). E' da questi insegnamenti che può scaturire quella "nuova Pentecoste", della quale parlò Giovanni XXIII (proprio oggi è Pentecoste!).

Invece sul piano delle direttive pastorali anche un Concilio non è infallibile, per cui è concesso ad un buon cattolico avanzare eventualmente, con prudenza, qualche critica. E su questo punto penso si possa dire che certi disordini del postconcilio siano da addebitare effettivamente a direttive pastorali sbagliate dello stesso Concilio, come per esempio:
1. l'ambiguità di certe espressioni, che si prestano ad un'intepretazione antitradizionale;
2. la mancanza di una precisa condanna degli errori moderni;
3. un tono troppo ottimistico nei confronti del mondo moderno;
4. la mancanza dei "canoni", che sempre sono esistiti nei concili del passato. Essi sono sempre stati pastorialmente utili, perchè hanno espresso con formule brevi, chiare ed inequivocabili gli errori da evitare.

Secionda considerazione. Come sapete bene, la crisi che tormenta oggi la Chiesa, tanto che il Papa di recente ha parlato di "passione della Chiesa" per suoi figli "ribelli" e "riottosi", è sì una crisi della liturgia, ma più in radice (e qui parlo da teologo) è una crisi di fede, una crisi dottrinale (ribellione al Magistero); in altre parole, circolano molte eresie non corrette e non confutate, che ingannano il popolo di Dio e persino certi pastori che viceversa avrebbe il compito di metterci in guardia. La liturgia modernista è conseguenza di una teologia modernista (per es. Rahner).

Ora questo modernismo ha ssunto oggi molto potere, anche nell'episcopato. Come fare? Il Papa col suo Motu proprio ha fatto una mossa abilissima: a parte il valore di per sè della Messa tridentina, non potendo affrontare di petto i modernisti, ha aggirato l'ostacolo trovando l'espediente migliore: la promozione della liturgia tradizionale! ve lo vedete un sacerdote rahneriano o scillebeeckxiano che celebri la Messa tradizionale? no certamente! Semmai sarà un tomista!

Per questo, mentre vi dico la mia ammirazione per il vostro amore per la Messa tridentina, vorrei, come teologo, invitarvi a prendere in maggior considerazione le RAGIONI TEOLOGICHE della vostra bella devozione: ossia la piena ortodossia, che certamente voi amate e già accettate, anche il linea col Concilio (che è eminente testomone della Tradizione!) e la confutazione dell'errore (d'accordo, riconosco che spetta soprattutto a noi teologi). Da questo punto di vista però vorrei presentarvi la figura di un teologo domenicano esemplare, il Servo di Dio Padre Tomas Tyn (1950-1990), il quale seppe saggiamente conciliare tradizione e progresso (celebrava periodicamnte la Messa tradizionale, mentre solitamente clebrava quella di Paolo VI). Potete visitare i suoi siti:
http://www.studiodomenicano.com/ e http://www.arpato.org/. Congratulazioni per il vostro lavoro, auguri e un caro saluto.

P.Giovanni Cavalcoli,OP
Postulatore nella Causa di Beatificazione di P.Tomas Tyn
e docente di Teologia Sistematica nella Facoltà Teologica di Bologna.

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DANTE PASTORELLI

Il p. Cavalcoli, che è ottimo teologo (scrive anche su Divinitas, la più autorevole rivista di teologia italiana, che fu diretta da mons. Piolanti ed ora lo è da mons. Gherardini) mi sembra che confermi quanto qui da diversi fra noi noi han sempre scritto e ribadito prendendosi i rabbuffi e le contumelie degli sprovveduti e dei presuntuosi modernisti e neocat. Non possiamo che esser felici, e non per vanagloria, di questo alto riconoscimento che ci sosterrà nella nostra battaglia.



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la mia riflessione:

ah!!! che bella ventata d'aria fresca...si, lo so, perdonatemi, come domenicana sono di parte e affezionata a padre Giovanni Cavalcoli o.p. che ritengo un padre per me.... Smile  
Quanti ottimi spunti di meditazione che ci ha donato!!!  
Più volte abbiamo sottolineato proprio in questo Blog (e per questo ringrazio sempre la Redazione che gestisce con questo spazio, oserei dire l'unico spazio dedicato ad un confronto veramente edificante delle problematiche che viviamo nella Chiesa di oggi...) l'importanza nel valutare ciò che realmente fu un danno per la Chiesa (pastorali arbitrarie lontano dal Magistero) da ciò che non lo fu (il Concilio in quanto tale!) e come per altro sottolinea a ragione Dante Pastorelli...  
 
Suggerisco alla Redazione, ma anche alla pazienza di Dante... di non far scivolare nell'oblio i punti tracciati da padre Cavalcoli che sono i seguenti:  
 
1. l'ambiguità di certe espressioni, che si prestano ad un'intepretazione antitradizionale; 2. la mancanza di una precisa condanna degli errori moderni; 3. un tono troppo ottimistico nei confronti del mondo moderno; 4. la mancanza dei "canoni", che sempre sono esistiti nei concili del passato. Essi sono sempre stati pastorialmente utili, perchè hanno espresso con formule brevi, chiare ed inequivocabili gli errori da evitare.  
 
 
 
Mi tornano a mente le parole espresse due mesi orsono dal Vescovo di Trieste quando scrisse:  
 
Benedetto XVI ha dato degli insegnamenti sul Vaticano II che moltissimi cattolici apertamente contrastano, promuovendo forme di controformazione e di sistematico magistero parallelo guidati da molti “antipapi”; ha dato degli insegnamenti sui “valori non negoziabili” che moltissimi cattolici minimizzano o reinterpretano e questo avviene anche da parte di teologi e commentatori di fama ospitati sulla stampa cattolica oltre che in quella laica; ha dato degli insegnamenti sul primato della fede apostolica nella lettura sapienziale degli avvenimenti e moltissimi continuano a parlare di primato della situazione, o della prassi o dei dati delle scienze umane; ha dato degli insegnamenti sulla coscienza o sulla dittatura del relativismo ma moltissimi antepongono la democrazia o la Costituzione al Vangelo.
 
Per molti la Dominus Jesus, la Nota sui cattolici in politica del 2002, il discorso di Regensburg del 2006, la Caritas in veritate è come se non fossero mai state scritte.
 
La situazione è grave, perché questa divaricazione tra i fedeli che ascoltano il papa e quelli che non lo ascoltano si diffonde ovunque, fino ai settimanali diocesani e agli Istituti di scienze religiose e anima due pastorali molto diverse tra loro, che non si comprendono ormai quasi più, come se fossero espressione di due Chiese diverse e procurando incertezza e smarrimento in molti fedeli.  
 
 
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Lo stesso Benedetto XVI, seppur in un contesto diverso, a gennaio u.s. ha ribadito la pericolosità ESISTENTE di "pseudo-pastorali" (per la prima volta ha usato questo termine!!) , dice il Papa " "Occorre rifuggire da richiami pseudopastorali che situano le questioni su un piano meramente orizzontale, in cui ciò che conta è soddisfare le richieste soggettive  "  
 
Una cosa è certa non è un "altro" Concilio che occorre fare come taluni dicono, al contrario, occorre CORREGGERE tutto ciò che questo Concilio NON ha mai detto e che è stato fatto passare come magistero...e i punti chiave sono quelli elecanti da padre Giovanni Cavalcoli, almeno in parte...  
Cosa possiamo fare noi "piccolo gregge"? INFORMARE.... e pregare... e mai scoraggiarsi... e cominciare a diffondere le sante testimonianze anche del DOPO-CONCILIO come è appunto la figura venerabile di padre Tomas Tyn o.p. che già durante le sue prediche denunciava le false interpretazioni attribuite al Concilio...  
Smile

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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