Va precisato anzitutto questo: quando Giovanni presenta il “Verbo”, la Parola, non intende la Parola detta a proposito di Gesù, ma Gesù stesso; Parola di Dio trasmessa poi dalla parola degli apostoli. Gesù è il Verbo di Dio, l’espressione di Dio, il linguaggio di Dio; è il Dio manifestato, comunicato. Le parole che Dio aveva detto fino ad allora, per mezzo dei profeti, erano parole parziali, frammentarie. Gesù è la Parola ultima definitiva; La comunicazione completa che Dio fa all’uomo, al sua dichiarazione totale.
Allora se cercassimo ulteriormente di riassumere questi otto momenti; cioè se cerchiamo di dire in sintesi cosa dicono questi otto punti, possiamo dire così:
“La PAROLA che era in principio, vita e luce non accolta (testimoniata da Giovanni) si fece carne tangibile e vedemmo la sua Gloria”. Non c’è tutto quanto, ma è abbastanza esauriente.
Ora se andassimo alla ricerca di una unificazione a questo brano, cioè: se cercassimo di trovare che cosa lega, mette insieme tutte le affermazioni, diciamo un motivo ispiratore, cioè, che cosa emotivamente da un ritmo a tutto il brano, credo che possiamo trovarlo nell’ultimo versetto, quando si dice: “Abitò in mezzo a noi”. (Qui è la prima volta che viene fuori il noi, se notiamo). Cioè: Tutto quello che è stato affermato mi riguarda. Noi siamo parte di tutto ciò. Noi vedemmo la sua Gloria (si dice). E questa è l’affermazione conclusiva del Vangelo. Noi abbiamo visto la Gloria di Dio. Lui era la Parola di Dio in mezzo a noi. Questo è il punto di arrivo; è così che inizia anche la prima lettera di Giovanni: “Ciò che era al principio noi l’abbiamo toccato. Lo abbiamo contemplato, abbiamo visto la sua Gloria”.
Allora la parola-chiave è “abbiamo visto la sua Gloria”. Era lui colui che dal principio era Dio, che abbiamo visto. E la sua vita e luce si è mostrata a noi in tutti questi eventi che abbiamo visto. Qui è Giovanni che parla. Com’è che Giovanni arriva a fare questa affermazione’
Il punto di arrivo culminante del suo vangelo, del suo raccontare noi sappiamo è il momento della CROCE. Tutto conduce lì. L’evangelista contempla Gesù sulla croce. Contempla questa morte per amore, il dono totale. E da qui ritorna indietro. Ritorna agli eventi che fanno luce su ciò che è Gesù. Ritorna alle cose dette da Gesù, ai suoi segni, ai suoi atteggiamenti, alle sue parole. E lì, di fronte alla croce, dove Gesù dice: “Tutto è compiuto”, Giovanni capisce, gli si aprono gli occhi e dice: “Ma questo è Dio che si rivela. Lui Gesù, che muore così per me, era presso il Padre, tutto è stato fatto per mezzo di lui, e tuttavia non è stato accolto, ma è vita per quanti lo accolgono; è luce per quelli che si aprono a lui. E questa VITA e LUCE è espressa al massimo quando Gesù è sulla croce.
Questa è davvero l’icona riassuntiva. Allora per capire, per penetrare tutte le affermazioni che abbiamo sentito, in profondità, occorre mettersi in contemplazione anche noi della croce; per esclamare:
- Ma costui era presso Dio
- Ma costui è vita.
E’ a tutto questo che potremmo ridurre emotivamente tutto il testo.
Giungiamo ora a qualche spunto per la MEDITATIO.
Qual è il messaggio allora di questo testo dal punto di vista di questa rilettura semplice. Qual è il messaggio in sé e qual è il messaggio per me?
1- Ci è stato detto che la vita sta all’origine di tutto, precede la creazione stessa. Quindi questa parola VITA, significa il vivere divino. E’ questa la chiave di tutto: il “vivere divino”.
2- Questa vita si è comunicata agli uomini come LUCE. Cioè, qualcosa che fa chiarezza, qualcosa che si diffonde; la luce dà l’orientamento, dà proporzione alle cose; è qualcosa che genera stupore, gioia, consapevolezza... Quindi qualcosa che mette ordine, chiarezza, luce in me.
3- Poi, questa vita donata all’uomo è GRAZIA. Completamente gratuita.
4- E questa rivelazione avviene nella “persona di Gesù Cristo, nella sua carne”. Nel suo farsi uomo. In questo senso il Vangelo di Giovanni ci svelerà la vita dell’uomo.