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Insegnanti di Religione Cattolica (IRC) e lo Stato laico

Ultimo Aggiornamento: 11/09/2009 18:53
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26/08/2009 19:28
 
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Il cardinale Urosa contro la legge che esclude l'insegnamento della materia

Appello in Venezuela
per l'educazione religiosa nelle scuole


Caracas, 26. L'arcivescovo di Caracas, cardinale Liberato Jorge Savino Urosa, difende il diritto dei genitori di chiedere che nelle scuole venezuelane si introduca il corso di religione e ha ammonito che esiste nello Stato una predisposizione a monopolizzare l'educazione, sia che si tratti di scuole pubbliche che di private.

"Il fatto è che esiste una tendenza - ha spiegato il porporato - e non dico che si trovi nella legge, da parte di  molti rappresentanti dell'educazione  dell'attuale Governo, a far sì che lo Stato  monopolizzi  le scuole e l'educazione e non si fa parola della libertà e del diritto  che hanno persone e associazioni di stabilire istituzioni educative".

Il cardinale ha sottolineato come il popolo venezuelano sia rimasto sorpreso da questo nuovo progetto di legge sull'educazione, di cui la società non è assolutamente a conoscenza, e che pone le basi per lo sradicamento dell'insegnamento religioso nelle scuole, sebbene la Costituzione garantisca il diritto dei genitori di pretendere che la formazione religiosa per i propri figli sia in accordo con le proprie convinzioni.
 
"Eliminare la religione dalle scuole - ha ammonito il porporato - andrebbe anche contro la costituzione nazionale. Con la scusa della laicità si vuole cancellare con un tratto di penna una storia antica di secoli, perché in Venezuela si insegna la religione nelle scuole da sempre".

Il cardinale ha ricordato che "una cosa è che lo Stato sia laico e che l'educazione sia laica, nel senso che non si favorisca una religione specifica, e altra cosa è che si elimini completamente l'aspetto religioso da quella che è la formazione integrale del bambino e del giovane adulto".

In questo senso, il cardinale ha ricordato che anche Simón Bolivar, menzionato varie volte dal presidente Hugo Chávez, sottolineò l'importanza della religione nella formazione dei popoli affermando che "la morale senza la religione è priva di fondamento. Questa - ha detto il porporato - è una massima immensa di Bolivar, che riflette la necessità che ha l'essere umano di elevarsi verso Dio".

Il cardinale ha espresso la sua meraviglia che il dibattito su questa nuova legge si svolga quando le scuole sono chiuse, per questo ha chiesto all'Assemblea nazionale di posporre la discussione dopo le vacanze estive, quando i maestri, responsabili dell'educazione, ritorneranno al lavoro nei loro istituti.

Il porporato, inoltre, non è d'accordo sul fatto che la legge riguardi tutte le scuole, comprese quelle cattoliche. Se l'iniziativa verrà approvata, non si potrà insegnare religione neanche negli istituti appartenenti a una qualsiasi denominazione religiosa. "Un'istituzione religiosa che ha il diritto di educare e che ha fondato delle scuole - ha spiegato - ha il diritto di trasmettere anche la sua religione ai bambini che vanno e frequentano questa scuola".

Più volte il cardinale ha chiamato i venezuelani a partecipare su questo tema. "Bisogna andare alle assemblee, alle riunioni e alle manifestazioni pacifiche sempre nel rispetto della legge e della costituzione cercando sempre la pace e l'unità. Non ci si deve accontentare delle promesse, ma occorre prendere coscienza che le leggi imposte dal Governo possono essere sottoposte a una revisione prevista dalla costituzione stessa con un referendum abrogativo".

Secondo il porporato, la recente legge è stata approvata dall'Assemblea nazionale senza prendere in considerazione i settori dell'opposizione e della società che chiedevano il rinvio della discussione per raggiungere un pieno consenso. Il cardinale ha pure deplorato il linguaggio conflittuale del Governo che "invece di cercare l'unità del popolo venezuelano, facilita lo scontro e la repressione di coloro che la pensano diversamente".

L'arcivescovo di Caracas ha anche respinto i recenti attacchi ricevuti dal vicepresidente dell'Assemblea nazionale, Saul Ortega.

"Possono dire di me che ho delle opinioni diverse - ha spiegato - ma non che io dica bugie alla gente. Una cosa è avere opinioni opposte dai componenti del Governo, un'altra è raccontare bugie".

"La Chiesa in Venezuela - ha osservato il cardinale - avrebbe comunque fatto tutto il possibile per portare avanti l'insegnamento religioso, nella misura in cui la legge lo consente, ma fuori dell'orario scolastico è quasi impossibile portare questa elevazione spirituale e morale ai bambini venezuelani. L'educazione religiosa è un diritto che è già stato consacrato e un'istruzione pluralista e nazionalista non può andare a detrimento di questi diritti".

La legge organica sull'istruzione prevede che il processo educativo sia assunto con una visione democratica basata su principi di libertà di coscienza, solidarietà, tolleranza, rispetto e giustizia. La legge cercherà di sottolineare l'educazione ambientale, linguistica, storica e geografica, perché secondo alcuni suoi sostenitori questi elementi "sono legati alla sovranità del Paese". Questa sensibilità democratica non sembra però riguardare la libertà di fede. Per questo il cardinale Urosa ha esortato a "mantenere l'educazione religiosa in base all'orientamento dei genitori e degli alunni che studiano in una determinata scuola. La legge attuale - ha ribadito l'arcivescovo di Caracas - non deve lasciare indietro quella conquista, che non è altro che il riconoscimento della necessità che il popolo venezuelano abbia una formazione religiosa".

Nella nuova legge sull'istruzione è importante che si tenga conto non solo del pluralismo democratico, dell'apertura della legge a tutte le correnti di pensiero, del diritto e della responsabilità della famiglia, ma anche che lo Stato non sia un fattore unico dell'istruzione, che non ci sia un monopolio dell'istruzione da parte sua. Allo stesso modo, il cardinale ha concluso esortando l'associazione venezuelana per l'educazione cattolica e tutte le istituzioni e le famiglie del Venezuela "a mobilitarsi e a manifestare il proprio desiderio che nella nuova legge sull'istruzione si mantenga l'educazione religiosa nelle scuole e all'interno dell'orario scolastico".


(©L'Osservatore Romano - 27 agosto 2009)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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