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Maria nella vita e nella missione del sacerdote

Ultimo Aggiornamento: 08/01/2011 21:53
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Maria e i sacerdoti
   

Tra la Vergine e il presbitero esiste una profonda e rodata consonanza basata sulla medesima vocazione, servizio e testimonianza ai valori del Regno.
 

Il 16 giugno 2009 Benedetto XVI, con una lettera inviata a tutti i sacerdoti del mondo, ha indetto uno speciale "Anno sacerdotale" iniziato il 19 giugno 2009, solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, e che terminerà nella stessa festività liturgica nel 2010.

L’Anno sacerdotale è stato occasionato dal 150° anniversario della morte di san Giovanni Maria Vianney (17861859), sacerdote e patrono dei parroci della Chiesa. Con tale celebrazione, scrive il Papa nella lettera, si vuole «contribuire a promuovere l’impegno d’interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti per una loro più forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi».

Se l’anno dedicato all’apostolo Paolo ha richiamato l’intera comunità cristiana a rafforzare nella propria esperienza credente il primato della Parola di Dio, con l’anno dedicato al santo Curato d’Ars, esemplare per il suo ministero di sacerdote e parroco in un tempo oltremodo difficile, il Pontefice intende riportare alla ribalta ecclesiale il fondamentale servizio e testimonianza di coloro che per grazia, vocazione e ministero sacro, sono chiamati oggi ad essere pastori secondo il cuore e la vita di Gesù, il Pastore buono delle nostre anime.

Il   card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della   Conferenza episcopale italiana, saluta alcuni sacerdoti durante la sua   visita ai terremotati d'Abruzzo (settembre 2009).
Il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana,
saluta alcuni sacerdoti durante la sua visita ai terremotati d’Abruzzo (settembre 2009 - foto Giuliani).

Alla Madre del Signore Benedetto XVI ha affidato quest’Anno sacerdotale, chiedendole «di suscitare nell’animo di ogni presbitero un generoso rilancio di quegli ideali di totale donazione a Cristo ed alla Chiesa che ispirarono il pensiero e l’azione del santo Curato d’Ars».

È questa una consuetudine che i Papi sovente hanno rinnovato nella ferma speranza che la Madre di Cristo sommo sacerdote come ha servito il suo divin Figlio serve con la sua materna carità coloro che lui ha scelto per continuare la sua evangelizzazione e la sua opera di salvezza a gloria di Dio.

A tal riguardo basti ricordare quanto scriveva il compianto Giovanni Paolo II nella prima lettera ai sacerdoti del Giovedì santo nel 1979: «C’è nel nostro sacerdozio ministeriale la dimensione stupenda e penetrante della vicinanza della Madre di Cristo. Cerchiamo dunque di vivere in questa dimensione. Se è lecito far qui riferimento anche alla propria esperienza, vi dirò che, scrivendo a voi, mi rifaccio soprattutto alla mia esperienza personale».

Proprio dall’esperienza spirituale che il sacerdote, come il laico o il religioso, intesse con la Madre del Signore emerge un dato ineludibile e caro che richiama al cuore un fatto indiscutibile: tra santa Maria e il presbitero sussiste una profonda e rodata consonanza basata sulla medesima vocazione, servizio, affetto e testimonianza ai valori del Regno di Dio. Per cui è stata una felice idea quella di Benedetto XVI di indire un anno sacerdotale in modo che l’intera comunità ecclesiale possa riscoprire la bellezza e l’impegno di così grande mistero e ministero sgorgato dal cuore misericordioso e premuroso di Cristo, e che declina la vicinanza e la grande attenzione di Dio per la nostra vita di credenti in vista della nostra destinazione escatologica, supplice Maria, la madre nostra e la madre celeste dei sacerdoti.

Il   buon Pastore, scultura paleocristiana, Museo della civiltà romana,   Roma.
Il buon Pastore, scultura paleocristiana, Museo della civiltà romana, Roma (foto Giuliani).

Purtroppo, osservava il vescovo Francesco Franzi, «l’abitudine di dare a tali espressioni un senso superficiale e vago, piuttosto devozionale e sentimentale, ostacola la presa di coscienza della realtà misterica che esse esprimono».

Infatti tali espressioni che possono a qualcuno sembrare ridondanti, sono invece declinanti il mistero e la realtà della materna presenza di Maria nella Chiesa pellegrinante; comunità che sin dal primo istante della sua divina costituzione l’ha vista perseverante e partecipe nello spirito del Risorto (cf At 1,14) del suo essere nella storia sacramento dell’unione di Dio in Cristo con tutto il genere umano.

Inoltre, non va sottaciuta l’appartenenza di Maria alla Chiesa e della Chiesa a Maria; Chiesa dei discepoli che è onorata e gioisce d’averla quale suo membro sovreminente e singolare (cf Lumen gentium, 53).

La stessa Chiesa sa di averla a titolo vitale, comunionale ed esemplare quale nobile porzione del popolo santo, come pure sa che Maria richiama alla memoria di tutti anche la pienezza del suo particolare status e carisma sacerdotale, che consiste soprattutto nell’aver offerto l’intera sua esistenza al Dio dell’Alleanza dando lode e gloria alla sua maestà e bontà, servendo con dedizione smisurata la persona e la salvezza del Figlio-Redentore, per poi, una volta assunta alla gloria del cielo, accompagnare con la sua potente e materna intercessione la comunità dei crismati dallo Spirito, essendo peraltro presente nel mistero della comunione dei santi ogni volta che la Chiesa mediante i suoi ministri celebra l’Eucaristia quale anamnesi sacramentale e salvifica di Gesù, dando così ragione e concretezza anche al suo servizio testimoniale-ecclesiale di "donna eucaristica" (cf Ecclesia de Eucharistia, 5358), che favorisce nei credenti la coscienza di appartenere e di essere come lei, nonostante i limiti propri di ciascuno, vere persone ecclesiali.

Salvatore M. Perrella

Invito all’approfondimento: M. Taggi, sj (a cura di), Anno sacerdotale. Sussidio per un itinerario di crescita personale e pastorale, Adp 2009, pp. 80, € 5,00.
  

Il sussidio

LA MADONNA.MADRE DEGLI ULTIMI E DEI DOTTI

(A. Galli, Centro stampa piceno 2007, pp. 827, € 15,00).
 

La   prima di copertina del volume di Attilio Galli. «La Madonna è una di noi, ma non come noi. Non è come noi nella nascita, non è come noi nella vita, non è come noi nella morte.

La sua concezione è stata "immacolata", cioè una concezione che differisce da tutte le altre concezioni umane, che non è contaminata dal peccato originale. Il termine "Concezione" vuol dire però che Maria ha avuto un inizio, è una creatura, è nata da un padre e da una madre come tutti gli uomini, in seno ad una famiglia, quella di Gioacchino e di Anna, ma nell’atto stesso del suo concepimento non ha contratto l’eredità peccaminosa dei nostri progenitori, Adamo ed Eva.

Maria è il gioiello della nuova creazione e ci riporta al Protovangelo, dove si dice che la stirpe di una donna schiaccerà la testa del serpente, simbolo del demonio. Divenuta l’inconciliabile nemica del serpente e della sua stirpe, Maria non conosce l’ombra del peccato per tutta la sua vita: dall’inizio alla sua assunzione al cielo.

Solo a queste condizioni Maria ha potuto ricevere per opera dello Spirito Santo il seme di Dio e darne il frutto in Cristo, rendendolo anche figlio dell’uomo.

A ragione lo scrittore francese Georges Bernanos definisce la Madonna la stessa "innocenza": "Ella detesta il peccato; non ha di esso nessuna esperienza, quell’esperienza che non è mancata ai più grandi santi, allo stesso Santo di Assisi per quanto serafico sia. Lo sguardo della Vergine è il solo sguardo veramente infantile, il solo vero sguardo d’infante che si sia levato sulla nostra vergogna e sulla nostra disgrazia".

La   chiesa di sant'Alessandro papa a Montadamo (Ascoli Piceno), che ospita   affreschi che cinquecenteschi di autori locali, tra i quali la Madonna   .
La chiesa di sant’Alessandro papa a Montadamo (Ascoli Piceno), che ospita affreschi
cinquecenteschi di autori locali, tra i quali la Madonna che compare nella prima di copertina
(foto in alto) del volume di Attilio Galli.

Perciò la santità di Maria è la più perfetta che possa esistere fra le creature del cielo e dell’universo terrestre, viene subito dopo quella di Dio. Eppure questa Vergine Madre è vissuta come una donna qualsiasi: non ha avuto né trionfo, né potere di miracoli. Suo Figlio non ha permesso che la gloria umana la sfiorasse, ma piuttosto che la sofferenza la possedesse » .

a.g.

Attilio Galli (1924-2009):«Per 62 anni ho elevato il mio calice a Dio per le mani di Maria. Ho affidato a lei il mio sacerdozio nel quotidiano Sacrificio, fecondo di grazia. A lei il mio canto commosso di riconoscenza».



http://www.stpauls.it/madre/1001md/1001md06.htm
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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