Pax Christi! Ma volendo lasciare da parte il miracolismo e raba del genere, si potrebbe fare un discorso serio, sia da parte cattolica che protestante? Vi prego, vi prego... non siamo nella stessa situazione dell'Antico testamento, e non lo si può citare facendo finta che non ce ne sia stato un Nuovo! Cristo è nato, Dio si è reso visibile, Dio si è fatto carne! Ciò che prima non aveva nulla a che fare con la materia è diventato egli stesso materia, Colui che non era rappresentabile perchè nessuno lo aveva visto, adesso si è reso manifesto nel suo Figlio Gesù, che, ci ricorda Giovanni nella sua prima lettera, le nostre mani hanno toccato, i nostri occhi visto e le nostre orecchie udito! Il concilio Niceno II che ha stabilito la liceità del culto delle immagini (ed allora non fu la chiesa cattolica a definirlo, ma TUTTA la chiesa, ancora UNITA), basa su questo tale culto: la venuta sulla terra di Cristo, la possibilità di vedere colui che era inaccessibile, ha inaugurato una nuova era delle immagini e, se la sua redenzione è universale come noi crediamo, allora egli ha redento anche la materia e tutto ciò che con essa è costruito. L'importanza delle immagini nel culto risulta, in questa chiave, essere strettamente correlato alla Cristologia. Dalla posizione che abbiamo verso le immagini sacre si può capire il nostro atteggiamento di fondo verso l'Incarnazione. Un culto totalmente spirituale, che elimina ogni mediazione concreta, simbolica, oggettuale, preferendo un diretto contatto con Dio nella situazione estatica, sentimentale, intimistica, diretta, nega tutta l'opera dell'incarnazione, tutta l'opera del Cristo. Egli infatti si è voluto mettere completametne in gioco nella materialità della nostra condizione, Da totalmente altro si è fatto totalmente vicino, ha voluto mediazioni materiali: egli ha voluto rivelare il volto di Dio nella mediazione del suo Volto di Uomo, ha voluto compiere i miracoli con gesti e materia (come fango e saliva). Ha legato a mediazioni concrete, materiali e ad oggetti e materiali simbolici la sua azione. Rifiutare dunque queste mediazioni nel culto è un'attentato alla logica dell'incarnazione, alla possibilità, dimostrataci possibile da Gesù, di utilizzare del mondo, di entrarci dentro e dare un nuovo valore, un significato più alto alla realtà che ci circonda. Poi, per favore distinugiamo le tematiche. 1. Una cosa è parlare della liceità di immagini nel culto, che, se viene ritenuta valida, comporta alla fine un certo rispetto per tale immagini. 2. Un'altra cosa è l'invocazione dei santi, che risulta essere un problema distinto da quello delle immagini. Infatti, anche escludendo il culto delle immagini, la possibilità o meno di rivolgersi in preghiera direttamente ai santi resterebbe comunque una problematica aperta. 3. Cosa ancora differente è quando il lecito culto di immagini e santi sfocia in vera e propria idolatria; un problema differente rispetto ai primi due, e che per lo più consiste in carenza di formazione e di conoscenza. 4. Cosa ancora differente è vedere l'uso delle immagini nell'antico testamento e altra è vedere l'economia delle immagini dopo l'Incarnazione del Verbo. In realtà, se si analizzasse l'antico testamento nella sua completezza si vedrà che il divieto delle immagini dipende: - dall'assoluta trascendenza di Dio; - dal rischio di perdità di identità del popolo eletto con rischio di assimilazione alle altre culture cananee. - un'opzione filosofica di fondo che ritiene la materia troppo bassa, morta, per poter in qualche modo rappresentare colui che è la vita. L'incarnazione di Gesù Cristo ribalta i punti appena espressi: Dio non è più trascendente, o almeno non soltanto; nella situazione che si crea dalla fine del II secolo in poi, non esiste più rischio di perdità di identità per il popolo cristiano; tutta la materia è stata redenta, insieme all'uomo da Gesù, che anzi ha voluto farsi materia, lui che era il Verbo della vita. Una possibile conclusione: E' lecito utilizzare delle mediazioni concrete nel culto, come le immagini? Si, e ciò è fondato sulla logica dell'Incarnazione. E' necessario l'uso delle immagini? No, e quindi forse è bene semplicemente che ognuno rispetti la posizione dell'altro, la sua tradizione, senza voler per forza lanciare anatemi o arrogantemente pretendere di essere i più evangelici! Occorre una regola? Si, come ogni realtà umana, anche le immagini hanno un valore ambivalente; possono aiutarci a meditare sul mistero di Dio, o possono divenire un feticcio, qualcosa di fine a se stesso. La Chiesa deve sempre vagliare perchè la gloria di Dio sia al primo posto ed il culto delle immagini sia portato in limiti chiari ed accettabili. Penso che su questo la Chiesa cattolica debba fare ancora della strada, ma che la Sacrosantum Concilium abbia indicato una sicura direzione che ora bisogna solo raggiungere con pazienza e perseveranza. Prima di parlare delle immagini o dell'iconoclastia, o di basarsi su passi anticotestamentari applicandoli al presente, vi scongiuro di leggere gli atti del Concilio di Nicea II, un buon commentario biblico ed un libro di estetica per capire i termini teologici e filosofici del problema delle immagini nel culto! E' iniziata la Settimana di Preghiera per l'unità dei Cristiani, e c'è ancora chi guarda alla fede del fratello con totale sospetto, con alterigia (sicuri di possedere loro la verità mentre tutti gli altri hanno sbagliato)! Come se per duemila anni tutta la chiesa abbia sbagliato e poi magari un mattino si sveglia un tale X che ci sente illuminato dallo Spirito e si mette a dire "Ciò che per duemila anni vi hanno detto è tutto sbagliato, ora vi dico io come stanno le cose, come la bibbia vada letta ed inerpretata"!. Quanto distante un'atteggiamento del genere da quello umile di Gesù, che da ragazzo, pur essendo Dio, dialoga con i sapienti del tempio, sempre pronto a guardare con amore chi era sincerametne rivolto verso Dio, seppur ancora non sapesse accettare il suo messaggio di radicalità (vedi il giovane ricco), che attende con pazienza che i suoi apostoli di dura cervice (vedi tutto il vangelo di Marco, ripiendo di termini quali "ma essi non compresero" riferiti ai dodici) si convertissero e aprissero il loro cuore al suo messaggio; che davanti al rifiuto di tanti continua la sua missione di servo della verità, che non obbliga mai i suoi ed anzi, nel momnto più critico, quando molti lo lasciarono, chiede ai dodici con tutta umiltà: "volete lasciarmi anche voi?". Nessuno di Noi, nessuna delle nostre chiese, delle nostre organizzazioni, nessuno dei nostri impulsi dello Spirito o dei nostri discorsi sapienti può considerarsi PURA VERITA' e Custodi indefettibili di essa. Giovanni Paolo II, nella FIdes et Ratio ha ulitilizzato un'espressione bellissima, che vorrei riprendere qui: la Chiesa non è la Custode della Verità, ma è Diacona della Verità, al servizio di essa. Non possiamo porci in un atteggiamento di Custodi di qualcosa che abbiamo ricevuto una volta per tutte. L'unico atteggiamento del cristiano, l'unico atteggiamento veramente biblico, è quello dell'ascolto, dell'ascolto della parola di DIo, di una fede che sempre ci interroga nuovamente; in ascolto della parola e della posizione del fratello, che sempre mi deve spronare ad una migliore comprensione della mia, ascolto al grido di tutti gli uomini e del creato che chiede risposte adeguate al suo dolore e alla sua sete. L'altezzoso atteggiamento del Sapientino, del Io vero, tu anatema, è reperto archeologico. E' un invito a tutte le Chiese e a tutti quanti coloro che si professano Cristiani: SVECCHIATEVI!!!!!!! Svestite i panni degli apologeti della vostra confessione e vestite quelli dei diaconi, di coloro che sono al servizio di una verità che sempre e comunque li supera. Pregate per la mia conversione, (e non è retorica...) Ireneo. |