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LA PILLOLA DI ERODE (da Zenit di Cesare Cavoni)

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2013 18:56
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03/07/2010 15:09
 
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[SM=g1740733] Dal Bollettino salesiano giugno 2010

Ru486. Caro direttore, […] Può dare un chiarimento sulla Ru486 che fa tanto discutere? […]

Marco, Bologna e molti altri

Vi faccio rispondere dal Preside della facoltà teologica S. Tommaso e direttore della Scuola Superiore di Bioetica di Messina.

La pillola Ru 486 non è un semplice farmaco. Il fatto che dal dicembre 2009 è autorizzata l’immissione in commercio, non indica che è una prescrizione farmaceutica tra le altre. Non è neppure un contraccettivo, ma un contragestativo, cioè un mezzo che ha la funzione di interrompere la gestazione. In Italia l’interruzione volontaria della gravidanza è normata dalla legge 194, che pertanto coinvolge anche questo tipo di aborto («chimico» e non chirurgico). Ma l’aborto volontario è sempre aborto, ha importanza relativa la modalità. Sull’argomento non c’è pace né scientifica né pubblica e le stesse aziende produttrici del farmaco (in origine una francese e successivamente alcune tedesche) hanno rinunciato alla produzione per tutta una serie di contenziosi giuridici.

La RU 486 apre la strada alla «privatizzazione» dell’aborto, spostandolo in fase precoce, con i rischi inevitabili della autoprescrizione o di un’autogestione che può comportare gravi problemi per la salute della donna e per la sua salute riproduttiva in genere. La letteratura sull’esperienza di oltre 20 anni è eloquente. La prescrizione della RU 486 non può avvenire senza le regole della legge sull’aborto in genere (la legge 194). Rimane sempre il male dell’aborto e per di più autogestito con gli effetti collaterali di una sostanza (il mifepristone) che ha notevoli aspetti problematici a livello di alterazioni dell’umore, di depressione e di emorragie e, in alcuni casi, di rischio per la vita della donna. Il farmaco è utilizzato in campi extra-ginecologici con rapporti clinici non confortanti.

L’obiezione di coscienza sull’aborto in genere deve valere anche per la RU 486: in una società democratica sarebbe una grave violazione della libertà di coscienza (medico, farmacista, infermieri, operatori sanitari). Liberi da intransigenze discriminanti, una società evoluta non deve nascondersi dietro difese apologetiche o ideologiche. La RU 486 rimane un aborto, con la possibile aggravante rischiosa del «fai-da-te», che riduce i costi per i ricoveri, come anche le complicazioni di tipo psicologico. P. Gulisano ha notato che le ragazze, che non usano abitualmente un metodo contraccettivo (perché non vogliono farsi scoprire dai genitori) o che hanno dei rapporti occasionali definiti «non protetti» sono il target commerciale perfetto: nessun problema, il pronto intervento può evitare «spiacevoli» conseguenze ad una serata di piacere. Di fatto si cerca di creare una deresponsabilizzazione dei giovani, all’insegna del fate ciò che vi pare, purché non ne abbiate conseguenze. Ma le coscienze e la responsabilità per una vita innocente perduta non rispondono bene ai calmanti (Prof. Giovanni Russo).

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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