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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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La Santa Messa (di padre Vincenzo Cuomo)

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 12:15
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05/09/2009 12:11

IV. Preghiera Eucaristica

Siamo nella parte più intima della Santa Mes­sa, tolta la quale non esiste Messa. È il momento in cui viene «Il Re della gloria, il Pastore dei pastori» che si fa umile Agnello immolato.

All'arrivo del Re suonano le trombe, si eleva il canto di lode: è il Prefazio che inizia con un dialo­go tra il celebrante e l'assemblea.

Nella sua stesura il Prefazio varia a seconda della celebrazione liturgica, ma si conclude sempre con un canto di lode a Dio, canto al quale prende parte cielo e terra.

Santo! Santo! Santo!
Anzitutto notiamo che i fedeli presenti fanno una supplica a Dio e sono esauditi: essi infatti sono ammessi ad essere partecipi del coro universale che canta le lodi di Dio. Gli esseri angelici, i santi del Cielo, i santi del Purgatorio e i figli della terra for­mano la stupenda sinfonia dell'universo. Anche le parole del Sanctus nella loro composizione espri­mono questa realtà cosmica. Infatti le prime parole: Santo, Santo, Santo... le ha udite in visione il profe­ta. È il cielo che le canta (Is 6,3). Le altre parole sono cantate dai fanciulli ebrei: «Benedetto Colui che viene nel Nome del Signore! Osanna nell'alto dei cieli!» (Mt 21,9) quando Gesù fa l'ingresso trionfale in Gerusalemme.

Riflettiamo. Ogni creatura a suo modo, dà gloria e loda il Creatore. Ma solo la creatura intel­ligente dà un'anima di amore alla lode di Dio.

Nel Prefazio della preghiera eucaristica vi è affermato: «Noi - cioè gli uomini - fatti voce di ogni creatura...»: è attraverso l'uomo che tutte le creature inferiori hanno voce di lode del Signore. È il cantico delle creature.

Concordi la vita con la voce! È un disordine e gran contrasto se le mie opere non sono tutte un in­no di lode a Dio! In mezzo alle voci assordanti dell'odio, della ribellione a Dio, delle bestemmie, si levi la mia voce che proclama la lode e la gloria di Dio con la parola e con la vita.



V. La Consacrazione

La Chiesa rivolge una supplica, calda di fidu­cia e di amore, al Padre perché «effonda» lo Spirito Santo per opera e virtù del quale il pane e il vino diventano il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo.

Qui il ministero del Sacerdote tocca il divino, il sublime; è la sua parola che provoca l'irruzione dello Spirito Santo e si realizza il mistero della Transustanziazione.

Contempla, o Sacerdote, sempre con rinnovato stupore, la tua inestimabile dignità e funzione! Dignità, perché tu non sei tu, ma è Cristo in te. Funzione, perché lo Spirito ha bisogno del tuo mi­nistero per realizzare questo miracolo così incre­dibile eppure così vero e reale!

Cristo presente in te, o Sacerdote, rende Cristo presente sotto le specie del pane e del vino. Tu sei protagonista, con lo Spirito Santo, di un evento che valica ogni confine perché di portata cosmica: il Verbo fatto carne prolunga in qualche modo la sua Incarnazione umiliandosi ancora di più nasconden­do tutto il suo essere sotto le specie del pane e del vino. Come non ricordare la Madonna in questo momento? Maria virginitate placuit humilitate concepit (piacque a Dio per la verginità, concepì per la sua umiltà).

Quanto devi essere compreso e assorbito da questo divino mistero di fede che si compie tra le tue mani, o Sacerdote!

Potrei parafrasare il Credo a questo punto: come per opera dello Spirito Santo il Figlio di Dio, si è fatto uomo nel seno di Maria, allo stesso modo Egli discende dalla gloria di Dio e si fa presente tra le tue mani. Desideralo e accoglilo con i sentimenti di Maria perché trovi in te degna dimora.

Compresi da questa realtà divina, si spiegano estasi di amore di alcuni Sacerdoti santi che dove­vano fare uno sforzo per non essere anche este­riormente travolti dall'onda dell'amore e non dare ammirazione ai fedeli. San Filippo Neri... san Giu­seppe da Copertino... beato Pio da Pietrelcina.

Tu, Sacerdote, fatta la consacrazione, mostri Gesù al popolo... Vivi in modo che il popolo veda Gesù in te... Sii una «ostensione» di Gesù sempre, nella Messa e fuori la Messa in modo che i fedeli quando tu parli sentano la voce di Gesù... Quando tu agisci, vedano in te agire Gesù... Vedano in te Gesù povero, casto, obbediente, crocifisso... il Pa­store che dà la vita per le sue pecorelle.

Dal tuo atteggiamento i fedeli devono percepi­re la realtà del mistero ed essere aiutati a vivere quello che tu, estatico, chiami: Mistero della Fede!

II salmista si domandava: «Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro...». Se vivi ogni gior­no la tua Messa in pienezza di Fede e d'amore, o Sacerdote, la purezza del cuore e della carne non sarà più un problema...

Chiediamo alla Madonna che ci ottenga i suoi sentimenti con i quali accolse Gesù che veniva nel momento della Incarnazione e della Nascita come chiederemo a Maria di avere le sue qualità interiori quando - come in Lei per nove mesi - Gesù sarà presente vivo e vero in noi al momento della Co­munione.

Pensa con quanto trepido amore la Madonna si china su di te, o Sacerdote, e ti assiste quando vede nelle tue mani il Figlio suo.

La Vergine Madre ebbe gioia quando diede Gesù nelle braccia dei Pastori, dei Magi, del vec­chio Simeone... Fa' che lo veda con gioia anche nelle tue mani e nel tuo cuore sacerdotale! Così ar­ricchito, come potrai andare alla ricerca di una goccia d'acqua, per giunta inquinata, se hai a tua disposizione la sorgente inesauribile di acqua viva, pura e cristallina?

Alcune note sulla presenza reale e sul modo di essere presente di Gesù:



La presenza reale

1) Al momento della Consacrazione avviene il grande miracolo detto transustanziazione: la tra­sformazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Gesù.

Del pane e del vino rimangono solo le appa­renze - chiamate anche accidenti - che diventano segno della presenza di Gesù. Cosicché la presenza di Gesù cessa nel momento in cui scompaiono le apparenze del pane e del vino. Per es.: se il vino consacrato diventa aceto perde qualcosa che era segno della presenza di Gesù e quindi non è più Sangue di Gesù.

Vi è un esempio, nel Vangelo, di mutamento di sostanza in un'altra: l'acqua mutata in vino alle nozze di Cana. Com'è avvenuto? È intervenuta la onnipotenza di Dio! Nulla è impossibile a Dio!

2) Come avviene il cambiamento di sostan­za? Resta un mistero! Però possiamo ricorrere all'esempio di qualche mutamento di sostanza che avviene in natura, un esempio per analogia.

Se io consegno un pezzo di pane e un bicchie­re di vino agli scienziati e chiedo: Trasformate questo pane e questo vino in carne e sangue uma­no, essi risponderanno che è impossibile.

Agli uomini non è possibile, ma tutto è pos­sibile a Dio; anzi, attraverso le leggi della natura questa possibilità diventa attuale. È il caso della nostra crescita corporea e del sostentamento della nostra vita fisiologica.

Tu mangi del pane, tu bevi del vino ed entrano in funzione dei meccanismi che realizzano l'assimilazione. In questo meraviglioso laboratorio che è l'apparato digerente, il pane e il vino che tu hai mangiato e bevuto dopo un certo tempo non vi sono più perché sono stati trasformati in tua carne e tuo sangue. Tu non te ne accorgi, ma è così. È una legge fisiologica di cui non ti rendi conto, legge creata da Dio.

Ora quel Dio che muta il pane e il vino in car­ne umana e sangue umano fa una cosa più mirabile e stupenda: nella Santa Messa; trasforma il pane ed il vino - per effusione dello Spirito Santo - in Cor­po e Sangue di Gesù.

Tu hai una capacità percettiva superiore., so­prannaturale, che va oltre i sensi, per cui con i sensi senti sapore, odore, ecc. del pane e del vino; ma non dai retta ai tuoi sensi che in questo caso falli­scono. Tu dai retta alla capacità percettiva che ti ha donato Dio ed è la Fede nella Parola di Gesù.

Gesù ti mostra un pezzo di pane, ma ti dice: «Questo è il mio Corpo». Tu credi alla parola di Gesù e vai oltre le apparenze e adori Gesù.

Attenti! Quel pane e quel vino non sono solo un simbolo! Essi sono una realtà perché Gesù nel Vangelo di Giovanni ha affermato: «La mia Carne è vero cibo, il mio Sangue è vera bevanda!» (6,55). E ancora: «Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue rimane in me e io rimango in lui».

Tutto questo esclude il simbolismo. I Testi­moni di Geova che riconducono l'affermazione di Gesù ad un simbolismo, falsificano sacrilegamente le parole di Gesù che ha detto: «Questo è il mio Corpo»; mentre essi traducono: «Questo significa il mio corpo». Falso!

Questo non è tradurre ma tradire la Parola di Dio.

La Parola di Dio è creatrice, cioè produce quello che dice. Si faccia luce! disse Dio, e la luce apparve... Pace a voi, dice Gesù agli Apostoli tristi e sfiduciati nel cenacolo la sera di Pasqua, ed essi gioirono nel vedere il Signore!

«Questo è il mio Corpo» dice il Signore e il pane non è più pane ma è il Corpo del Signore. Vogliamo qui ricordare in particolare il Mira­colo Eucaristico di Lanciano. 12 secoli fa un Sa­cerdote basiliano che si trovava a Lanciano, mentre celebrava la Santa Messa, fu assalito da fortissima tentazione contro la Presenza reale... Consacrò e si trovò tra le mani un'Ostia trasformata in carne viva e nel calice sangue rosseggiante!

A distanza di 12 secoli il papa Paolo VI ha consentito una ricerca scientifica su quell'ostia e quel calice. Ebbene, gli scienziati hanno appurato senza ombra di dubbio i seguenti punti:

1) si tratta di carne umana e di sangue umano;

2) è carne viva e sangue vivo;

3) la carne è quella del muscolo striato del miocardio;

4) ambedue sono dello stesso gruppo sangui­gno: AB;

5) tale gruppo è poco presente nei nostri Paesi, mentre è frequente nella Palestina, il Paese di Ge­sù.

Questo miracolo è sotto gli occhi di tutti e s'impone con la chiarezza della ricerca scientifica. Attenti, allora, alla tentazione sempre in agguato, di voler ridurre tutta la realtà divina e umana alla sola dimensione umana presumendo di considerare l'in­telligenza umana come l'estremo confine della co­noscenza.

Come vi è una dimensione inferiore all'uomo - quella delle bestie - così vi è una dimensione su­periore all'uomo ed è il mondo preternaturale (angeli, santi del cielo, demoni) ed il mondo so­prannaturale che è quello proprio ed esclusivo di Dio. Qui vige la legge dell'onnipotenza di Dio!

Per chi ha la Fede non sono necessari i mira­coli; per chi non ha la Fede e non vuole che esista Dio nessun miracolo, anche quello più clamoroso ed evidente, lo smuove di un millimetro!

Accenniamo ai miracoli eucaristici di Bolsena e a quello ancora visibile di Siena dove, nella Basi­lica di san Francesco, si conservano ancora intatte oltre 200 particole consacrate circa 300 anni or so­no. Queste particole per legge naturale avrebbero dovuto corrompersi, polverizzarsi... invece alla scienza risultano confezionate con farina di grano da poco tempo.



VI. La Santa Messa: Sacrificio

Ai nostri giorni vi è un tentativo di fare della Santa Messa solo un banchetto festivo, spogliando­la della sua vera natura che è il Sacrificio.

La Santa Messa è e rimane il memoriale della vita intera di Gesù, ma in modo più specifico della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù.

Che cosa significa MEMORIALE?

È questo il termine esclusivo e specifico usato nella Liturgia per significare la presenza vera, anche misteriosa, di un evento che si è verificato 2000 anni fa. Non è lo stesso che commemorazione.

Quando si commemora un fatto storico o un personaggio quel fatto e quel personaggio non si fanno presenti. Il passato è passato e non ritorna.

Nella Liturgia il fatto e il personaggio di cui si fa memoria misteriosamente si fanno presenti vivi e reali anche se in una dimensione che sfugge ad ogni indagine umana e naturale. Qui vogliamo fermarci sull'aspetto fondamen­tale del Sacrificio.

L'Ostia Santa è il Corpo di Cristo immolato - e il calice è il Sangue di Cristo versato. «Questo è il mio Corpo immolato per voi... Questo è il mio Sangue per voi versato». È vera immolazione, è vero sacrificio.

Gesù realizza in Sé - Lui vero Agnello di Dio - quello che era simboleggiato dall'agnello che si sa­crificava al mattino e a sera nel tempio di Gerusa­lemme! Il Sacrificio eucaristico non è un nuovo Sacrificio ma è lo stesso di 2000 anni fa che si estende e si fa presente nella celebrazione della Santa Messa.



Partecipazione al Sacrificio

È un errore e un danno gravissimo assistere al Sacrificio senza partecipare al Sacrificio. Andiamo al Calvario. Vi troviamo alcuni cu­riosi che assistono al Sacrificio di Gesù ma non vi partecipano. Vi partecipa, invece, la Madre di Ge­sù, le pie donne e l'Apostolo Giovanni. Essi sono coinvolti nel sacrificio. Vi è in Croce l'Agnello immolato, l'Agnella immolata col Figlio e gli agnellini che soffrono in qualche modo parteci­pando alle sofferenze di Gesù. Nella Santa Messa vi è sempre l'Agnello Gesù; vi è sempre 1'Agnella che è Maria, ma spesso non vi è l'agnellino che siamo noi.

Specialmente il Sacerdote non deve essere sol­tanto Sacerdote con Gesù Sacerdote, ma anche vit­tima e ostia con Gesù vittima e ostia. Le due realtà fanno parte indissolubile della conformazione del Sacerdote a Gesù sommo ed eterno Sacerdote.

Il Sacerdote - ma anche il fedele - compreso del mistero che lo coinvolge, dovrebbe dire a Gesù immolato sulla Croce: «O Gesù, la tua parte l'hai fatta. Ora viene il mio turno. Scendi dalla Croce perché ora aspetta a me». Con questa differenza: Gesù è innocente; egli soffre e s'immola al posto mio, al posto di tutti. Ognuno di noi si può paragonare a chi deve pagare una cambiale come debito di prezzo infinito e non la può assolutamen­te pagare.

Interviene la infinita misericordia di Dio e Ge­sù che è vero Dio e vero uomo, come uomo può pagare al posto nostro, come Dio può pagare un debito di prezzo infinito.

Questo non ci dispensa dal pagare quella pic­cola parte che costituisce la nostra porzione di Cro­ce alla quale quella di Cristo dà valore.

Il mio essere ostia con Gesù ostia è anche un dovere di carità verso la Chiesa che come ha biso­gno del sacrificio di Cristo ha anche bisogno della mia piccola porzione di sacrificio.

Questo concetto viene espresso da san Paolo il quale dice: «Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo a favore del suo cor­po che è la Chiesa» (Col 1,24) e ciò sopporta con gioia! San Paolo partecipa al Sacrificio di Cristo! E Maria?



VII. Maria, l'Agnella

È Agnella innanzitutto perché è Mamma! Partecipa alla Passione del Figlio come Mam­ma sua e vi partecipa come Mamma nostra.

L'esperienza insegna che quando una mamma vede un figlio soffrire arriva a chiedere a Dio di soffrire al posto del figlio. Accetterebbe quella sof­ferenza anche centuplicata pur di vedere il figlio li­berato.

A Maria, quando Gesù aveva 40 giorni, il vec­chio Simeone aveva preannunziato «Una spada trafiggerà la tua anima» e ciò in vista delle soffe­renze del Figlio. Maria, vera Mamma, ha sofferto certamente e intensamente tutta la Passione del Figlio sia nell'anima sia nel corpo. Questo si può spiegare anche tenendo presente il fenomeno detto «somatizzazione».

Somatizzazione significa che vi sono delle sof­ferenze morali, psicologiche così intense da pro­durre anche degli effetti somatici, cioè nel corpo. Vi è un fenomeno comune ed è quello della «bocca amara». Tu hai avuto un grande dispiacere morale ed il fegato ha mandato molta bile nel sangue, per­ciò la «bocca amara».

Maria partecipa alla passione del Figlio anche come Mamma nostra. La Chiesa nella sua Liturgia, in uno dei tanti prefazi «mariani», professa la sua fede nella Maternità divina e umana di Maria af­fermando che la Madonna divenne Madre di Gesù in un'estasi di gaudio - senza le doglie del parto - mentre divenne Mamma nostra sul Calvario in un oceano di dolori.

Maria ha prolungato in sé la Passione del Fi­glio già morto in Croce per cui dice san Bernardo: «Una spada ha trapassato veramente l'anima sua. Perché soltanto passando per questa ha potuto pe­netrare la carne del suo Figlio».

Possiamo farci una domanda: Maria ha ricevu­to le stimmate?

Il Vangelo non ne parla. Ma penso che certa­mente Maria ne abbia sentito tutto lo strazio anche se all'esterno non è apparso niente. È avvenuto qualcosa di simile a santa Caterina da Siena che chiese a Gesù di darle tutto lo strazio delle stimma­te ma che non fossero visibili. E fu esaudita. Non così il beato Pio da Pietrelcina che chiese al Signo­re che gli togliesse i segni esterni delle stimmate ma il Signore gliele ha lasciate per 50 anni!



VIII. Perché il mistero della sofferenza

La sorgente della sofferenza umana si trova nella realtà del peccato originale.

Prima della Redenzione la sofferenza era solo condanna; dopo, la sofferenza è diventata sorgente di merito e segno di amore per Gesù e per il prossimo.

Intanto ricordiamo, per noi che abbiamo la Fede, alcuni punti cardine:

1) non vi può essere vero cristiano se non portando la Croce dietro a Gesù;

2) dobbiamo imitare Gesù sulla terra, nella fa­se terrena della sua vita, che fu tutta Croce e marti­rio, per poi essere - nell'eternità - partecipi della sua Gloria;

3) dobbiamo collaborare alla redenzione delle anime uniti a Gesù Crocifisso;

4) la Croce è una «cura preventiva» per non essere travolti dalle sollecitazioni della nostra natu­ra corrotta e dalle potenti suggestioni del demonio. Il demonio, come dice Gesù, si vince ricorrendo alle armi della penitenza e della preghiera;

5) come Gesù ha dimostrato il suo amore per noi immolando Se stesso, così noi dimostreremo il nostro amore per Lui col sacrificio. Amore e sacri­ficio sono sempre proporzionati e segno l'uno dell' altro;

6) siamo tutti poveri peccatori e come tali dobbiamo pagare il nostro debito personale alla divina giustizia.

Eccoci pronti così ad impegnarci ad essere con Gesù e con Maria partecipi della Passione in terra, nella nostra vita quotidiana, accettando con amore e per amore tutto ciò che sa di sofferenza sul piano fisico e sul piano spirituale e morale. È la Messa che si estende nella vita.

Concludiamo questa parte notando che, vuoi o non vuoi, la Croce è il retaggio dei buoni e dei cat­tivi. I cattivi invano se la scrollano di dosso e sotto di essa soffrono invano; i buoni l'abbracciano e scoprono una realtà misteriosa espressa così da san Paolo: «Sono pieno di gaudio in ogni mia tribola­zione».



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