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SPECIALE SINODO PER L'AFRICA

Ultimo Aggiornamento: 19/11/2011 17:45
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15/10/2009 19:12
 
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Le relazioni dei circoli minori al Sinodo dei vescovi

Luci e ombre
del continente africano


 sinodoLuci e ombre dell'Africa sono sintetizzate nei rapporti dei dodici circoli minori che, dopo due giorni di riunioni, hanno passato al vaglio tutte le tematiche proposte dai padri sinodali.

Giovedì mattina, 15 ottobre, nel corso della quindicesima Congregazione generale alla presenza del Papa, i relatori dei circoli hanno esposto le osservazioni maturate nella discussione ristretta. Sostanzialmente sono tornati sul tappeto tutti gli argomenti sviluppati in queste giornate che hanno dato dell'Africa un'immagine a volte inquietante - guerre, violenze, corruzione dei politici africani, ingerenze esterne come nuove forme di schiavitù, degrado di valori tradizionali - a volte illuminante per il futuro stesso della Chiesa universale. Tuttavia, secondo alcuni, ci sono stati argomenti che avrebbero meritato un maggiore approfondimento. Il gruppo portoghese, per esempio ha accennato alla situazione della vita consacrata in Africa, al rapporto dei consacrati stessi con i vescovi, alla necessità di guardare alla Parola di Dio come faro che illumina il cammino.

Ricorrente anche il richiamo al ruolo che deve assumere la Chiesa nel contesto attuale. In particolare, padre Gérard Chabanon, superiore generale dei Padri bianchi, a nome del circolo "francese a" ha detto che "il ruolo della Chiesa in Africa dovrebbe avere due indirizzi:  denunciare le ingiustizie e proclamare la buona novella. Denunciare le ingiustizie significa mettere in luce tutto ciò che attenta alla famiglia, quale cellula base della società:  povertà e malgoverno, violenza, irresponsabilità dei padri che abbandonano moglie e figli e l'insufficiente investimento nell'educazione a cominciare dalla mancanza di strutture adeguate per la scolarizzazione delle nuove generazioni".

Anche monsignor Obiora Francis Ike, direttore del Catholic Institute for developpement, justice and peace di Enugu in Nigeria, a nome del circolo "inglese c", si è soffermato sulla questione delle donne, il cui contributo alla vita della Chiesa e della società, ha detto, non è sempre apprezzato. Approfondendo la situazione generale del lavoro nel continente monsignor Ike ha rappresentato la proposta del gruppo, affinché il sinodo si adoperi per il riconoscimento della dignità del lavoro, e ha citato un detto:  "l'Africa non mangia quanto produce e mai il contrario".

L'arcivescovo di Ouagadougou, monsignor Philippe Ouédraogo, a nome del circolo "francese c" ha fatto notare che la dimensione privata della colpa non è molto sentita, in quanto si tende a privilegiarne l'aspetto pubblico. Per questo, il sacramento del perdono può arricchire la cultura africana, permettendo il sorgere di una coscienza critica che consenta di riconoscere gli errori personali e non solo quando ledono gli interessi sociali.

Presidente di turno era il cardinale Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban; erano presenti 224 padri sinodali.



Nel Corno d'Africa
milioni di bambini rischiano
la morte per fame


Nairobi, 15. Quasi cinque milioni di bambini sono in pericolo di vita nel Corno d'Africa, sia per la siccità sia soprattutto per le conseguenza della guerra in Somalia. Un comunicato diffuso ieri a Nairobi dall'Unicef, l'agenzia dell'Onu per l'infanzia, sottolinea che dallo scorso maggio il numero di bimbi ai quali occorrono interventi d'emergenza è cresciuto di un milione. Cinquecentomila di loro, sono in pericolo di vita immediato poiché ormai in stato di grave malnutrizione. Più in generale, l'Unicef segnala che nella regione circa 24 milioni di persone hanno bisogno di assistenza, con un aumento del 20 per cento rispetto ai 20 milioni stimati all'inizio dell'anno.
L'Unicef denuncia che malgrado l'aumento delle emergenze alle quali far fronte nei sei Paesi coinvolti - Etiopia, Eritrea, Gibuti, Kenya, Sudan e Uganda - i fondi stanziati sono significativamente inferiori rispetto a quelli degli anni precedenti. Inoltre, finora l'Unicef ha ricevuto dai Paesi donatori solo il 35 per cento di tali già limitati finanziamenti.
Le piogge quest'anno sono state della metà inferiori alla media. In Kenya, in particolare, si tratta del quarto anno consecutivo di siccità, il che ha comportato la morte di migliaia di capi di bestiame, l'aumento del costo della vita, e il sostanziale arresto della distribuzione dell'acqua. Negli ultimi mesi, inoltre, solo in Etiopia, Eritrea e Somalia sono stati registrati 65.000 casi di colera o di diarrea acuta, molti di più rispetto ai due anni precedenti.
 

Atrocità
nell'est congolese


Kinshasa, 15. Denunce di nuove atrocità arrivano dalle tormentate regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo, teatro di persistenti violenze di gruppi ribelli stranieri. In particolare, in un comunicato diffuso ieri dall'organizzazione umanitaria internazionale Medici senza frontiere (Msf), si afferma che nella provincia orientale, all'estremo nord est congolese, al confine con Uganda e Sud Sudan, centinaia di civili sono rimasti vittime delle brutalità dei ribelli nordugandesi del Lra, guidati da Joseph Kony.
Come noto, il gruppo ribelle, protagonista per vent'anni di sistematiche atrocità nel nord dell'Uganda, riparò in territorio congolese dopo aver perso nel 2005 le sue tradizionali basi in Sud Sudan. All'inizio dell'anno, contro il Lra è stata lanciata un'operazione militare congiunta degli eserciti congolese, ugandese e sud sudanese. Questo non ha impedito il persistere delle violenze ai danni delle popolazioni civili e, anzi, ha portato i miliziani nordugandesi a intensificare gli attacchi ai villaggi.
Secondo il coordinatore di Msf in Africa centrale, Luis Encinas, in territorio congolese si stanno ripetendo le atrocità che per vent'anni hanno visto vittime le popolazioni nordugandesi. "Stiamo parlando di tattiche di violenza il cui obiettivo è quello di terrorizzare le persone - ha detto Encinas - . I pazienti ci raccontano storie di estrema brutalità, di bambini obbligati a uccidere i loro genitori, di persone bruciate vive nelle loro case". Msf, ricorda di essere l'unica organizzazione umanitaria presente in certe aree della provincia e informa di non avere i mezzi per far fronte a tutte le necessità della popolazione delle zone in cui opera.


Distensione
tra Luanda e Kinshasa


Luanda, 15. È stato raggiunto un accordo tra l'Angola e la Repubblica Democratica del Congo per mettere fine alle espulsioni degli immigrati irregolari nei rispettivi Paesi. La decisione è stata presa dai presidenti dei due Stati, il congolese Joseph Kabila e l'angolano Edouardo dos Santos. "Sono molto soddisfatto che il presidente Kabila abbia immediatamente diffuso le istruzioni perché cessino tutte le espulsioni dalla Repubblica Democratica del Congo. La stessa cosa ha fatto il nostro Governo", ha commentato il vice ministro degli Esteri dell'Angola, Jorge Chicoty.
L'accordo ora deve essere perfezionato, ma rappresenta un primo passo verso la distensione tra i due Paesi, dopo settimane di misure vicendevoli di ritorsione che erano arrivate fino al blocco delle frontiere e all'interdizione dello spazio aereo angolano ai voli provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo o a essa diretti.









(©L'Osservatore Romano - 16 ottobre 2009)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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