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Novembre: Festa liturgica di Tutti i Santi e dei Nostri cari Defunti

Ultimo Aggiornamento: 23/10/2011 16:10
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02/11/2010 23:44
 
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2 Novembre, la mia prima Messa per i Defunti nella forma Straordinaria!
"Straordinaria", ma come è possibile definirla tale se per la prima volta che vi ho partecipato è stato come se fossi ritornata davvero a Casa?
Ogni anno vado a questa Santa Messa ed ogni anno ne uscivo sempre più insofferente, inappagata, vuota e soprattutto triste!
Ho sempre dato la "colpa" alla mia distrazione, alle mille faccende che forse, dicevo, mi impediscono di concentrarmi come vorrei....
Sono sempre andata con tutte le migliori speranze e buoni propositi, per uscirne ogni volta con mestizia...
Oggi ho detto "basta"! Voglio provare davvero da cosa dipende, cosa devo fare?
Mio figlio ripartiva per Milano e gli ho detto: "ci salutiamo qui, è la stessa cosa, ti accompagna papà alla stazione, io ti seguirò dalla Messa, NON posso rinunciarci...abbiamo i nostri Defunti per i quali pregare e le Anime del Purgatorio da ricordare..."
Per andare a san Simonin il Piccolo ci vogliono da casa circa 25/30 minuti a piedi, ho preso la Corona: primo mistero Doloroso, il Getsemani.... giusto il tempo per meditare il Rosario e per accompagnarmi con le Ave Maria!
Arrivo in Chiesa, il clima è davvero da Golgota, o se preferite da Getsemani!

Tutto è allestito per la Santa Messa, la presenza del feretro coperto con il drappo nero e la Croce e le 4 candele ai lati, offre immediatamente un clima di PREGHIERA, di silenzio, di partecipazione, di ricordo dei propri Cari, un ricordo per le Anime del Purgatorio, specialmente le più abbandonate e dimenticate!
Faccio in tempo a cominciare i 100 Requiem per le Anime che attendono da noi questo caro ricordo!
Inizia la Santa Messa, Padre Konrad sembra davvero di sapere dove ci sta conducendo, nell'anticamera del Paradiso.... è così fortemente concentrato su ciò che deve fare che sembra proprio di VEDERE Cielo e Terra incontrarsi, sull'Altare, il silenzio fatto di mestizia e tuttavia reso sacro e mistico dal canto squisitamente Sacro, toglie ogni tristezza, non è tristezza ciò che si prova bensì si accende un desiderio di Paradiso incredibile ed un desiderio di sapere che proprio in questi momenti il Signore, impietosito dal suo Servo, accoglierà certamente molte Anime dal Purgatorio, soccorrerà in questi momenti SACRI le Anime di quanti stanno morendo e spesso oggi abbandonati e senza Sacramenti.... quanti santi pensieri giungono in questi momenti!

Pensieri di Paradiso, di autentica salvezza, di forte desiderio di sentirsi e vedersi SALVATI grazie alla Santa Messa che stiamo vivendo!
I due cantori, davvero persone giovani e appassionati, intonano la Sequenza, il foglietto ci aiuta a seguirla sia in latino quanto in italiano, le parole sono davvero piene di VITA; è incredibile che mentre commemoriamo i Defunti, non c'è sentore di morte, ma bensì DI VITA...

[SM=g1740717] Recordare, Jesu pie,
quod sum causa tuae viae
ne me perdas illa die.

....
Ricorda, o Gesù pio,
che io sono la causa della tua venuta;
non lasciare che quel giorno io sia perduto.


***
Era la prima volta che udivo queste parole nel contesto della Santa Messa..cantate, supplicate... ma perchè abbiamo perduto questi tesori? Come è potuto accadere?

Preces meae non sunt dignae,
sed tu bonus fac benigne,
ne perenni cremer igne

****
Le mie preghiere non sono degne;
ma tu, buon Dio, con benignità fa’
che io non sia arso dal fuoco eterno
.

****
Perchè si teme di insegnare queste parole che sgorgano davvero da un cuore contrito e ben cosciente di avere bisogno di Gesù per essere salvato....Come si può pensare che le nostre preghiere siano più degne cambiando la Liturgia, imponendo stravaganze e cancellando Sequenze liturgiche? Come si può pensare che rendendo la Messa per i Defunti più "allegra" e senza più distinzione, senza più i paramenti neri che aiutano invece ad entrare dentro il MISTERO DELLA MORTE RESA UN PASSAGGIO?
Non lo so, non ho risposte, ma so quello che ho vissuto stasera, e che non finirò mai di ringraziare il Signore per aver suggerito al Santo Padre, Suo Vicario in terra, di dare a TUTTI l'opportunità di RITORNARE davvero alla sorgente....
Si!
Dobbiamo ritornare alla sorgente!! Non agli "stravaganti archeologismi" come ammoniva Pio XII le cui parole comprendo pienamente da stasera....ma a quella sorgente che nella Messa detta erroneamente "antica", conserva invece l'impronta DELL'ETERNITA', conserva il passato, ci fa vivere nel presente aprendoci le porte verso il futuro....
Io non so come si risolverà questo gravissimo danno che è stato fatto a migliaia di fedeli, in qualità di "pecorella del piccolo gregge" so di dovermi e potermi fidare della Chiesa, MIA MADRE e del Santo Padre, Vicario di Cristo in Terra, il "Babbo mio dolce!"
Ma so anche che da parte mia dovrò e devo fare la mia parte, dare il mio contributo, pregare, offrire piccoli sacrifici, impegnarmi, divulgare e sperare!

Oggi il Signore mi ha concesso di "vivere" un pezzo di Paradiso, di sentirmi vicina ai miei amati Defunti VIVI IN CRISTO, mi sono sentita davvero vicina alla sofferenza delle Anime del Purgatorio, oggi per la prima volta alla Messa per i Defunti ne sono uscita morendo a me stessa, desiderando il Paradiso, pregando per chi ancora non l'ha raggiunto!

Gesù:
Oro supplex et acclinis,
cor contritum quasi cinis:
gere curam mei finis


***
Prego supplice e in ginocchio,
il cuore contrito, come ridotto in cenere,
prenditi cura del mio destino.
***
pie Jesu Domine,
dona eis requiem. Amen



***
pio Signore Gesù,
dona a loro la pace.
Amen


************************


Questo splendido canto, consacrato dall'uso centenario della Chiesa in occasione delle messe per i defunti, fu scritto verso il 1250, con tutta probabilità dal francescano Tommaso da Celano, primo e autorevole biografo di Francesco d'Assisi.
Il testo non si trova nei Messali anteriormente alla seconda metà del XIII secolo e fa la sua comparsa proprio nei Messali dell'Ordine Francescano come "prosa de mortuis", pur anonima. Si sa che il Messale serafico e le rubriche di Aimone di Faversham (ministro generale dei Francescani), mutuati dal Messale della Curia Romana, furono poi a loro volta adottati dalla stessa Chiesa Romana, con le feste e i testi che intanto vi erano entrati. E così il Dies irae, dalla liturgia francescana transitò alla liturgia della Chiesa Latina. La diffusione rapidissima e il favore popolare di questa sequenza sono una testimonianza del fatto che essa è stata prestissimo portata in tutta Europa grazie all'itineranza francescana e all'uniformità della liturgia serafica, la quale era molto apprezzata dal popolo.


Il Dies irae presenta il pensiero e le meditazione del Giudizio universale, il secondo dei quattro novissimi, le realtà ultime: Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso. Una meditazione quanto mai appropriata per i vivi che partecipano ad una commemorazione dei defunti, la quale richiama, oltre alla fede, anche la responsabilità personale nell'aldiquà per godere con i santi nell'aldilà. Il Dies irae, che ispirò capolavori altissimi come quelli di Haydn, Mozart e Verdi, cadde purtroppo sotto la scure della riforma postconciliare. Aveva resistito all'attacco di Pio V che aveva vietato tutte le sequenze, abbondantissime all'epoca, tranne 5, salvando - anzi prescrivendo in modo universale - la popolare sequenza dei defunti.
Giovanni XXIII, nel 1962 aveva reso opzionale il suo uso nelle messe quotidiane per i defunti. Nel rito moderno semplicemente non si trova più il testo di questa sequenza nei lezionari. Oggi solo quattro sono le sequenze superstiti: Pasqua (Victimae Pascalis), Pentecoste (Veni Sancte Spiritus), Corpus Domini (Lauda Sion) e B.V.M. Addolorata (Stabat Mater, anche questa di origine francescana).
Ma grazie alla flessibilità del rito romano contemporaneo, nulla in realtà vieta di cantare questa sequenza ai funerali o il giorno della commemorazione dei defunti, magari alla fine della celebrazione, per tenere un certo clima di raccoglimento e di preghiera per i propri cari trapassati: "Pie Iesu Domine dona eis requiem".



*******************************
La Sequenza:


Dies Irae, dies illa
solvet saeclum in favilla
teste David cum Sybilla.

Quantus tremor est futurus,
Quando judex est venturus,
Cuncta stricte discussurus.


Tuba, mirum spargens sonum
per sepulcra regionum
coget omnes ante thronum.


Mors stupebit et natura,
cum resurget creatura,
judicanti responsura.


Liber scriptus proferetur,
in quo totum continetur,
unde mundus judicetur.


Judex ergo cum sedebit,
quidquid latet, apparebit:
nil inultum remanebit.


Quid sum miser tunc dicturus?
quem patronum rogaturus,
cum vix justus sit securus?


Rex tremendae majestatis,
qui salvandos salvas gratis,
salva me, fons pietatis.


Recordare, Jesu pie,
quod sum causa tuae viae
ne me perdas illa die.


Quaerens me, sedisti lassus,
redemisti Crucem passus:
tantus labor non sit cassus.


Juste judex ultionis,
donum fac remissionis
ante diem rationis.


Ingemisco, tamquam reus,
culpa rubet vultus meus
supplicanti parce, Deus.


Qui Mariam absolvisti,
et latronem exaudisti,
mihi quoque spem dedisti.


Preces meae non sunt dignae,
sed tu bonus fac benigne,
ne perenni cremer igne.


Inter oves locum praesta,
et ab haedis me sequestra,
statuens in parte dextra.


Confutatis maledictis,
flammis acribus addictis,
voca me cum benedictis.


Oro supplex et acclinis,
cor contritum quasi cinis:
gere curam mei finis.


Lacrimosa dies illa,
qua resurget ex favilla
judicandus homo reus.


Huic ergo parce, Deus:
pie Jesu Domine,
dona eis requiem. Amen.

***********************


Giorno dell’ira sarà quel giorno
dissolverà il mondo terreno in cenere
come annunciato da David e dalla Sibilla.


Quanto terrore verrà
quando giungerà il giudice
a giudicare severamente ogni cosa.


La tromba diffondendo un suono stupefacente
tra i sepolcri del mondo
spingerà tutti davanti al trono.


La Morte si stupirà, e anche la Natura
quando risorgerà ogni creatura
per rispondere al giudice.


Sarà portato il libro scritto
nel quale tutto è contenuto,
dal quale si giudicherà il mondo.


E dunque quando il giudice si siederà,
ogni cosa nascosta sarà svelata,
niente rimarrà invendicato.


In quel momento che potrò dire io, misero,
chi chiamerò a difendermi,
quando a malapena il giusto potrà dirsi al sicuro?


Re di tremenda maestà,
tu che salvi per grazia chi è da salvare,
salva me, fonte di pietà.


Ricorda, o Gesù pio,
che io sono la causa della tua venuta;
non lasciare che quel giorno io sia perduto.


Cercandomi ti sedesti stanco,
mi hai redento patendo la Croce:
che tanta fatica non sia vana!


Giusto giudice di retribuzione,
concedi il dono del perdono
prima del giorno della resa dei conti.


Comincio a gemere come un colpevole,
per la colpa è rosso il mio volto;
risparmia chi ti supplica, o Dio.


Tu che perdonasti Maria di Magdala,
tu che esaudisti il buon ladrone,
anche a me hai dato speranza.


Le mie preghiere non sono degne;
ma tu, buon Dio, con benignità fa’
che io non sia arso dal fuoco eterno.


Assicurami un posto fra le pecore,
e tienimi lontano dai capri,
ponendomi alla tua destra.


Smascherati i malvagi,
condannati alle aspre fiamme,
chiamami tra i benedetti.


Prego supplice e in ginocchio,
il cuore contrito, come ridotto in cenere,
prenditi cura del mio destino.


Quel giorno sarà un giorno di lacrime,
quando risorgerà dalla cenere
il peccatore per essere giudicato.


Perdonalo, o Dio:
pio Signore Gesù,
dona a loro la pace. Amen.





Testo preso da: www.cantualeantonianum.com/2010/10/canti-per-i-defunti-la-sequenza.html#ixzz1...





[SM=g1740738]
[Modificato da Caterina63 16/11/2010 11:35]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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