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Novembre: Festa liturgica di Tutti i Santi e dei Nostri cari Defunti

Ultimo Aggiornamento: 23/10/2011 16:10
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31/10/2009 22:48
 
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Festa di Ognissanti a Savona. Un bell'articolo

di LORENZO GRAZIOLI

Exsultate iusti in Domino: rectos decet collaudatio… Esultate o giusti nel Signore: ai retti si addice lodarLo. Così recita l’introito della Santa Messa, secondo il rito di San Pio V, nella festa di Tutti i Santi.Tra qualche giorno, il Primo di novembre, la Chiesa ricorderà tutti i Santi, secondo il Martirologio romano: “in un’ unico giubilo di festa la Chiesa ancora pellegrina sulla terra venera la memoria di coloro della cui compagnia esulta il cielo, per essere incitata dal loro esempio…”.

Sono giorni di festa ma soprattutto, per i fedeli, di raccoglimento e preghiera – ancora viva la tradizione in alcuni luoghi dell’ottavario dei defunti – nonché periodo di vissuto famigliare e ricordo dei propri cari scomparsi. Capita spesso che anche chi ha perso la fede, abbia in questo periodo momento di riflessione sulla vita e d’incontro.Interessante la storia e la contestualizzazione di oggi, nella nostra provincia, di questa importante solennità.

Savona e la nostra terra di Liguria legano in modo particolare con quest’antica memoria, seguita nel calendario dalla Commemorazione dei Defunti.Festa che già dal III secolo d.C. veniva celebrata il 13 maggio.Alcuino, il maestro di Carlomagno, fu uno dei propagatori della festa.Egli era un inglese di York e i Celti consideravano il 1° novembre giorno di solennità, perché segnava l’inizio della stagione invernale.Si pensa perciò che lo spostamento della festa, dal 13 maggio al I novembre, sia stato determinato da influenze anglosassoni e francesi.Nel 835 Papa Gregorio Magno spostò la festa di Ognissanti, dedicata a tutti i Santi del Paradiso, dal 13 maggio al primo novembre, come avveniva già da tempo in Francia. Lo stesso Papa Gregorio III fece costruire all’interno della Basilica Vaticana la cappella di Ognissanti.

La stretta associazione con la commemorazione dei defunti, celebrata il giorno successivo, fu istituita solo nel 998 d.C. L’abate Odilone di Cluny diede disposizioni per celebrare il rito dei defunti a partire dal vespro del primo novembre. Il giorno seguente era invece commemorato con un’Eucarestia offerta al Signore, “pro requie omnium defunctorum”, un’usanza che ben presto si diffuse in tutta l’Europa cristiana e che fu ufficialmente istituzionalizzata da Papa Gregorio IV.Fu però Papa Sisto IV – Francesco della Rovere (1414-1484), 212° Papa della Chiesa Cattolica dal 1471 che, nel 1474, rese obbligatoria la solennità in tutta la Chiesa d’Occidente, per celebrare la comunione tra la Chiesa gloriosa e la Chiesa ancora pellegrinante e sofferente.

Ancora oggi è possibile ascoltare “l’Introito” in apertura; secondo il Rito di San Pio V anche a Savona, dopo le disposizioni del Santo Padre Benedetto XVI contenute nel “motu proprio Summorum Pontificum” entrato in vigore il 14 settembre 2007.

La Messa in latino, secondo il Rito romano antico, si terrà come di solito presso l’oratorio savonese dei santi Pietro e Caterina di via dei Mille, nel giorno di Ognissanti alle 17,30, organizzata dalla sezione “Beato Ottaviano” dell’associazione “Una voce”, in collaborazione con la diocesi di Savona e Noli. Celebrerà il Parroco di Sant’Ambrogio di Varazze don Giulio Grosso.

Dopo i primi sei mesi di “sperimentazione” abbiamo incontrato alcuni fedeli savonesi che hanno già partecipato alla messa “vetus ordo”.“In questo clima di esultanza e solennità si dischiudono i tesori della Forma Straordinaria del Rito Romano, comunemente detta Messa di San Pio V, Tridentina o Gregoriana: varietà di nomi che rispecchia momenti successivi di una crescita organica ed ininterrotta che, dall’età apostolica a San Gregorio Magno e dal Concilio di Trento al Beato Giovanni XXIII consegna a noi questo venerabilissimo rito“.

Si dichiarano soddisfatti, ci manifestano anche come fino ad ora le celebrazioni siano state molto partecipate, seguite da gran numero di fedeli.Così continuano ricordando le disposizioni del Papa e come essi restano in seno alla Chiesa Cattolica; rimarcando ogni loro adesione al Concilio Vaticano II, in continuità con la dottrina ed il magistero di Santa romana Chiesa; respingendo ogni accusa o supposizione fattasi anche nella nostra Diocesi.

“Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso” (Lettera di accompagnamento al MP Summorum Pontificum”).Per questo il Papa, dichiarando espressamente che l’antico messale non è mai stato abrogato, ha riconosciuto che i fedeli rimasti legati ad esso godono di vero e proprio diritto alla Celebrazione secondo la Forma Extraordinaria e che, contrariamente a quanto purtroppo si sente ancora ripetere, una richiesta in tal senso non è sinonimo né di sconfessione o rifiuto del Concilio né di manie estetiche o intellettuali (Amore per il latino o per i bei paramenti) né tantomeno di scisma lefebvriano”. Continuano: “Nulla è più attuale di una risposta viva ai “Cercatori” di Dio, di una liturgia in cui sia pure per un momento ti sfiorino sotto forme visibili le realtà eterne ed in cui la dottrina non resta sterile bagaglio intellettuale o abbellimento personale ma alimenta la vita dell’anima; nulla è più attuale del silenzio che restituisce l’uomo a se stesso e che diventa Sacro nel momento in cui egli può immergersi nell’intimo colloquio con Dio; nulla è più moderno di un rito che sperimenta tutte le possibilità della comunicazione non verbale (si pensi che la psicologia più recente ha riconosciuto che in un colloquio la comunicazione verbale pesa solo per il 10 % circa; tutto il resto è non verbale) per trasmettere verità e grazia ad un tempo, attraverso forme colori e gesti; e nessuno è più libero del fedele che, nel silenzio e nella contemplazione, si avvicina all’eterno come ritiene più opportuno, perché importante è che sia unica la Meta,non il mezzo”. In diverse parti del mondo, nella Chiesa Cattolica, convivono credenti appartenenti a riti diversi (copto, armeno, orientali…); basti pensare al vicino “ambrosiano”.

Queste non sono solo ricchezze culturali, ma strade che i fedeli possono percorrere per avvicinarsi a Dio, a Cristo ; contemplare nella preghiera, accostarsi al Vangelo e viverlo.Spesso le divisioni, non fatte dai fedeli, sono più rimarcate da chi ha ruoli nelle gerarchie della chiesa.Ma in questa festività , in cui tutta la Chiesa, quella con la “C” maiuscola, deve tendere a percorrere la via della Santità, sul modello dei Santi, nella luce di Cristo e sulla parola del Vangelo, dovrebbe sapersi mostrare rispettosa e madre verso tutti i sui Figli; solo da noi la “diversità” crea scandalo. Così nell’ augurio a tutti di vivere al meglio questi due importanti giorni, di Tutti i Santi e della Commemorazione dei Defunti; perché, come il Papa ci ha ricordato nella sua prima enciclica, “Deus Caritas est”.


Fonte: Il Ponente

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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