per comprendere questa Lettera, si legga il Motu Proprio di san Pio X, terzo post da sopra....LETTERA DEL SANTO PADRE PIO X
ALL'ILLUSTRISSIMO E REVERENDISSIMO
MONS. FRANCESCO SAVERIO HABERL,
PRELATO DOMESTICO DI S.S. E PRESIDENTE GENERALE
DELL'ASSOCIAZIONE «S. CECILIA» DI GERMANIA, RATISBONA (BAVIERA)*
La Santità di N. S. è venuta a conoscere, che particolarmente in Germania e fra i connazionali tedeschi degli Stati Uniti d'America, si va spargendo un'opinione intorno all'edizione vaticana del canto liturgico assolutamente falsa in se stessa e molto pregiudizievole alla restaurazione uniforme del medesimo canto in tutta la Chiesa.
Si va cioè insinuando che il S. Padre, nel pubblicare la prefata edizione non ha inteso di accogliere in essa alcuna forma speciale di ritmo, ma di lasciare ai singoli maestri di musica la facoltà di applicare alla serie di note, prese materialmente, quel ritmo che essi stimano più conveniente.
Quanto sia falsa questa sentenza si dedurrà anche dal semplice esame dell'edizione vaticana, dove le melodie sono evidentemente disposte secondo il sistema del cosidetto ritmo libero, del quale nella prefazione del Graduale Romano si riportano e si inculcano perfino le regole principali di esecuzione, perchè tutti vi si attengano ed il canto della Chiesa sia per tutto uniformemente eseguito, inoltre, come è ben noto, la Commissione pontificia deputata alla compilazione dei libri liturgici gregoriani, fin dal principio e con aperta approvazione della Santa Sede ha inteso espressamente di segnare le singole melodie dell'edizione vaticana in tale ritmo determinato.
In fine l'approvazione data per ordine del S. Padre dalla S. Congregazione dei Riti al Graduale Romano, come si estende a tutte le norme speciali onde l'edizione vaticana è stata composta, così anche inchiude la forma ritmica delle melodie, la quale per conseguenza è inseparabile dall'edizione stessa.
Per conseguenza nella presente restaurazione gregoriana, è stato sempre ed è ancora del tutto alieno dalla mente del S. Padre e della S. Congregazione dei Riti di lasciare all'arbitrio dei singoli un così importante e sostanziale elemento, quale è il ritmo delle melodie della Chiesa.
La S. V., per la molta autorità che gode, come Presidente generale della benemerita Associazione tedesca di S. Cecilia, è invitata a far conoscere a tutti i membri della predetta Associazione la presente comunicazione, esortando insieme i cultori della musica sacra a desistere da tentativi, i quali, nel presente stato degli studi archeologici, letterari e storici, non possono dare nessun serio ed accettevole risultato.
Essi servono solo a confondere le menti dei meno esperti e ad alienare gii animi dalla restaurazione gregoriana, quale fu intesa dal S. Padre, e quale anche per rispetto al ritmo, non solo è accettata e con nuovi ed utili studi sempre meglio illustrata da tutti i più insigni teorici gregoriani, ma oramai praticata con pieno e consolante successo da innumerevoli scuole in ogni parte del mondo. Tanto era mio dovere significarle per speciale incarico di Sua Santità.
Con sensi di sincera stima ed osservanza
Roma, 18 Febbraio 1910.
Fr. S. CARD. MARTINELLI, Prefetto.
*A.A.S., vol. II (1910), n. 4, pp. 145-146
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IL CANTO GREGORIANO? è vincolo di unità...
Introduzione del libretto Iubilate Deo voluto da Paolo VI e pubblicato nel 1974
Il Concilio ecumenico Vaticano II, nella costituzione sulla sacra liturgia, dopo aver esortato affinché venga dato, nelle celebrazioni liturgiche, il conveniente spazio alle lingue nazionali, aggiunge questo avvertimento: «Si abbia cura tuttavia che i fedeli cristiani possano allo stesso tempo recitare o cantare anche in lingua latina le parti dell’Ordinario della Messa che li riguardano»1. Guidato da questo pensiero e da questo intendimento, il sommo pontefice Paolo VI più volte negli ultimi tempi2 ha manifestato il desiderio che il canto gregoriano accompagni le celebrazioni eucaristiche del popolo di Dio con la sua piacevole armonia, dando ad esse forza e vigore, e che le voci dei fedeli intonino canti sia gregoriani che in lingua nazionale. Il presente opuscolo risponde ai desideri del Sommo Pontefice. In esso sono raccolte alcune delle melodie più semplici, che i fedeli dovranno cantare insieme, soprattutto in occasione dell’Anno Santo. In questo modo il canto gregoriano rimarrà il vincolo che renderà tanti popoli una sola nazione, radunata nel nome di Cristo con un sol cuore, un solo pensiero, una sola voce.
Infatti l’impulso all’unità, espresso dalla concordia delle voci nella varietà delle lingue, dei ritmi e delle armonie, rende mirabilmente manifesto il variegato accordo di una sola Chiesa: «È davvero un grande vincolo di unità» afferma Ambrogio «il canto della moltitudine tutta del popolo in un solo coro! Diverse sono le corde della cetra, ma una sola la sinfonia. Spesso errano, in pochissime corde, le dita dell’artista; ma lo Spirito artista nel popolo non può errare»3. Conceda Dio che la comune preghiera ottenga un esito felice e il cuore della Chiesa che prega risuoni con gioia e più in alto, per tutta la terra, con questi soavi e devoti accordi. 14 aprile 1974 Domenica di Pasqua, Resurrezione del Signore Note 1) Concilio Vaticano II, costituzione sulla sacra liturgia Sacrosanctum Concilium, n. 54. 2) 22 agosto 1973, nell’udienza generale; 12 ottobre 1973, all’Associazione internazionale di musica sacra (Cims); cfr. anche la lettera del cardinale Giovanni Villot, segretario di Stato, al convegno dell’Associazione italiana di Santa Cecilia, Genova 26-30 settembre 1973, L’Osservatore Romano, 27 settembre 1973. 3) Sant’Ambrogio, Explanationes psalmorum, in ps. 1, 9: Patrologia Latina 14, 925. [Modificato da Caterina63 25/08/2012 16:27]
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)