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La Musica Sacra nel Culto Cattolico (Il canto gregoriano, gli Inni)

Ultimo Aggiornamento: 25/08/2012 16:27
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20/09/2009 22:31
 
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VISITA AL PONTIFICIO ISTITUTO DI MUSICA SACRA , 13.10.2007

Alle ore 11 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI si reca in visita al Pontificio Istituto di Musica Sacra. Al Suo arrivo è accolto dal Gran Cancelliere del Pontificio Istituto, Em.mo Card. Zenon Grocholewski, e dal Preside, Mons. Valentín Miserachs Grau. Quindi il Papa fa il suo ingresso nella chiesa dove si trovano i Docenti e gli Studenti dell’Istituto insieme ai Benefattori e agli invitati. Dopo un momento di Adorazione del Santissimo Sacramento, introdotto dall’indirizzo di saluto dell’Em.mo Card. Zenon Grocholewski, il Santo Padre pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:


DISCORSO DEL SANTO PADRE

Venerati fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,

cari Professori ed Allievi
del Pontificio Istituto di Musica Sacra
!

Nel memorabile giorno del 21 novembre 1985 il mio amato Predecessore, Papa Giovanni Paolo II, si recò in visita in queste "aedes Sancti Hieronymi de Urbe", dove, sin dalla fondazione, nel 1932, ad opera del Papa Pio XI, un’eletta comunità di monaci benedettini aveva alacremente lavorato alla revisione della Biblia Vulgata. Era il momento in cui, per volontà della Santa Sede, il Pontificio Istituto di Musica Sacra si era qui trasferito, pur conservando nella vecchia sede del Palazzo dell'Apollinare la storica Sala Gregorio XIII, la Sala Accademica o Aula Magna dell'Istituto, che è tuttora, per così dire, il "santuario" ove si svolgono le solenni accademie e i concerti. Il grande organo, donato a Papa Pio XI da M.me Justine Ward nel 1932, è stato ora integralmente restaurato con il generoso contributo del Governo della "Generalitat de Catalunya". Sono lieto di salutare in questo momento i rappresentanti del suddetto Governo qui presenti.

Sono venuto con gioia nella sede didattica del Pontificio Istituto di Musica Sacra, completamente rinnovata. Con questa mia visita vengono inaugurati e benedetti gli imponenti lavori di restauro effettuati in questi ultimi anni per iniziativa della Santa Sede e con il significativo contributo di vari benefattori, tra cui spicca la "Fondazione Pro Musica e Arte Sacra", che ha curato il restauro integrale della Biblioteca. Intendo idealmente inaugurare e benedire anche i restauri effettuati nella Sala Accademica ove, sul palco, accanto al menzionato grande organo, è stato collocato un magnifico pianoforte, dono di Telecom Italia Mobile all'amato Papa Giovanni Paolo II per il "suo" Istituto di Musica Sacra.

Desidero ora esprimere la mia riconoscenza al Signor Cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica e vostro Gran Cancelliere, per le cortesi espressioni augurali che, anche a nome vostro, ha voluto rivolgermi. Confermo volentieri in questa circostanza la mia stima e il mio compiacimento per il lavoro che il Corpo accademico, stretto intorno al Preside, svolge con senso di responsabilità e con apprezzata professionalità. Il mio saluto va a tutti i presenti: i familiari, con i loro bambini, e gli amici che li accompagnano, gli officiali, il personale, gli allievi e i residenti, come pure i rappresentanti della Consociatio Internationalis Musicae Sacrae e della Foederatio Internationalis Pueri Cantores.

Il vostro Pontificio Istituto si sta avviando a grandi passi verso il centenario della sua fondazione ad opera del Santo Pontefice Pio X, il quale eresse nel 1911 con il Breve Expleverunt desiderii la "Scuola Superiore di Musica Sacra"; questa, dopo successivi interventi di Benedetto XV e di Pio XI, divenne poi, con la Costituzione apostolica Deus scientiarum Dominus dello stesso Pio XI, Pontificio Istituto di Musica Sacra, attivamente impegnato anche oggi nell’adempimento della sua missione originaria a servizio della Chiesa universale. Numerosi studenti, qui convenuti da ogni parte del mondo per formarsi nelle discipline della musica sacra, diventano a loro volta formatori nelle rispettive Chiese locali. E quanti sono stati nell'arco di quasi un secolo! Sono lieto in questo momento di rivolgere un caro saluto a chi, nella sua splendida longevità, rappresenta un po’ la "memoria storica" dell'Istituto e impersona tanti altri che qui hanno operato: il Maestro Mons. Domenico Bartolucci.

Mi è caro, in questa sede, rammentare ciò che dispone in merito alla musica sacra il Concilio Vaticano II: muovendosi nella linea di una secolare tradizione, il Concilio afferma che essa "costituisce un tesoro di inestimabile valore che eccelle tra le altre espressioni dell'arte, specialmente per il fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne" (Sacrosanctum Concilium, 112). Quanto è ricca la tradizione biblica e patristica nel sottolineare l'efficacia del canto e della musica sacra per muovere i cuori ed elevarli a penetrare, per così dire, nella stessa intimità della vita di Dio! Ben consapevole di ciò, Giovanni Paolo II osservava che, oggi come sempre, tre caratteristiche distinguono la musica sacra liturgica: la "santità", l’"arte vera", l’"universalità", la possibilità cioè di essere proposta a qualsiasi popolo o tipo di assemblea (cfr chirografo "Mosso dal vivo desiderio" del 22 novembre 2003).

Proprio in vista di ciò, l’Autorità ecclesiastica deve impegnarsi ad orientare sapientemente lo sviluppo di un così esigente genere di musica, non "congelandone" il tesoro, ma cercando di inserire nell’eredità del passato le novità valevoli del presente, per giungere ad una sintesi degna dell’alta missione ad essa riservata nel servizio divino. Sono certo che il Pontificio Istituto di Musica Sacra, in armonica sintonia con la Congregazione per il Culto Divino, non mancherà di offrire il suo contributo per un "aggiornamento" adatto ai nostri tempi delle preziose tradizioni di cui è ricca la musica sacra. A voi, dunque, carissimi professori ed allievi di questo Pontificio Istituto, affido questo compito esigente ed insieme appassionante, nella consapevolezza che esso costituisce un valore di grande rilevanza per la vita stessa della Chiesa.

Nell’invocare su di voi la materna protezione della Madonna del Magnificat e l’intercessione di San Gregorio Magno e di Santa Cecilia, vi assicuro da parte mia un costante ricordo nella preghiera. Mentre auguro che il nuovo anno accademico che sta per iniziare sia ricolmo di ogni grazia, a tutti imparto di cuore una speciale Benedizione Apostolica.

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La musica sacra nelle parole di Benedetto XVI

Parlando di quanto Benedetto XVI ha detto nel corso del suo pontificato intorno alla musica sacra, non si può non ricordare come ,ventidue anni dopo la visita di Giovanni Paolo II, sia stato proprio Benedetto XVI a visitare il Pontificio Istituto di Musica Sacra. Era il 13 ottobre del 2007. Benedetto XVI ha inaugurato le aree profondamente ristrutturate dell’Istituto, tornando a ribadire l’importanza del canto e della musica in ambito liturgico, il cui «antico tesoro» – ha detto – deve poter raggiungere una sintesi con la migliore evoluzione della melodia sacra moderna.

Ha tre caratteristiche la musica «che canta con gli angeli», la melodia sacra deputata all’accompagnamento liturgico: la «santità», l’«arte vera», l’«universalità».

Benedetto XVI ha ripetuto le tre qualità definite nel suo chirografo di quattro anni da Giovanni Paolo II, ultimo Pontefice a visitare il Pontificio Istituto di Musica Sacra nel 1985. Ed ha aggiunto un auspicio: che la grande «eredità del passato» possa aprirsi alle «novità valevoli del presente», in un settore – quello della musica e del canto liturgico – che negli ultimi cento anni in particolare i Papi hanno preso a curare con grande attenzione.

Fu infatti Pio X – ha ricordato il Papa nel suo discorso ai docenti e agli studenti dell’Istituto – a creare nel 1911 la “Scuola superiore di musica sacra”, che successivamente Benedetto XV prima e Pio XI poi modificarono fino a raggiungere, sotto lo stesso Papa Ratti, l’attuale assetto di Pontificio Istituto.

Benedetto XVI, durante la sua visita, ha ringraziato il cardinale Zenon Grocholewski, gran cancelliere dell’Istituto, quindi l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica e i numerosi benefattori, tra i quali la “Fondazione pro Musica e Arte Sacra”, che a vario titolo hanno finanziato gli «imponenti lavori di restauro» inaugurati dal Papa. Ristrutturazioni e ammodernamenti che hanno riguardato la Biblioteca, la storica Sala Accademica – situata nell’antica sede dell’Istituto di Palazzo Apolinnare – e il grande organo posto sul palco della sala, donato nel 1932 a Pio XI da M.me Justine Ward.

In questa cornice, il Papa ha dunque ribadito quale sia la «missione» di una simile istituzione all’interno della Chiesa universale, già delineata dai documenti del Vaticano II: «Muovendosi nella linea di una secolare tradizione, il Concilio afferma che essa “costituisce un tesoro di inestimabile valore che eccelle tra le altre espressioni dell’arte, specialmente per il fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne”». «Ben consapevole di ciò – ha proseguito il Papa – Giovanni Paolo II osservava che, oggi come sempre, tre caratteristiche distinguono la musica sacra liturgica»: «La ‘santità’, l’‘arte vera’, l’‘universalità’, la possibilità cioè di essere proposta a qualsiasi popolo o tipo di assemblea. Proprio in vista di ciò, l’Autorità ecclesiastica deve impegnarsi ad orientare sapientemente lo sviluppo di un così esigente genere di musica, non ‘congelandone’ il tesoro, ma cercando di inserire nell’eredità del passato le novità valevoli del presente, per giungere ad una sintesi degna dell’alta missione ad essa riservata nel servizio divino».

«Sono certo – ha concluso Benedetto XVI – che il Pontificio Istituto di Musica Sacra, in armonica sintonia con la Congregazione per il Culto Divino, non mancherà di offrire il suo contributo per un “aggiornamento” adatto ai nostri tempi delle preziose tradizioni di cui è ricca la musica sacra».

Ma Benedetto XVI aveva detto parole importanti intorno alla musica sacra anche il 1 dicembre del 2005, nel Messaggio per la Giornata di studio e musica sacra, che si era svolta in Vaticano, su iniziativa della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti: i vescovi incoraggino lo studio del rapporto tra musica e liturgia, vigilando sulle modalità di applicazione della melodia sacra e in particolare sulle sue innovazioni. È la raccomandazione espressa in quell’occasione da Benedetto XVI.


Appassionato cultore, com’è noto, di musica classica e di canto gregoriano, Benedetto XVI nel suo Messaggio al Simposio si è rifatto al Chirografo che Giovanni Paolo II scrisse nel 2003, in occasione dei cento anni trascorsi dal Motu proprio di San Pio X, intitolato “Tra le sollecitudini”, con il quale si affrontava la necessità di rinnovare la musica sacra in relazione al culto. «Facendo mia l’istanza dell’amato predecessore – afferma Benedetto XVI – desidero incoraggiare i cultori della musica sacra a proseguire su tale cammino. È importante stimolare, come è intenzione anche del presente Simposio, la riflessione e il confronto sul rapporto tra musica e liturgia, sempre vigilando sulla prassi e sulle sperimentazioni, in costante intesa e collaborazione con le Conferenze episcopali delle varie nazioni».

Aprendo il convegno, lo stesso cardinale Francis Arinze, presidente del dicastero organizzatore del Simposio, aveva sottolineato l’importanza data dal Magistero ecclesiale al ruolo della musica sacra nella liturgia: «La musica sacra deve essere consona alla grandezza dell’atto liturgico che celebra i misteri di Cristo; deve essere caratterizzata da un senso di preghiera, bellezza e dignità. In nessun modo deve cedere a leggerezza, superficialità o teatralità».

Già il 21 ottobre sempre del 2005, al termine di un concerto di musica classica eseguito in suo onore nell’Aula Paolo VI, il Papa si era soffermato sull’importanza universale della musica. «Formulo voti – aveva detto – che l’armonia del canto e della musica, che non conosce barriere sociali e religiose, rappresenti un costante invito per i credenti e per tutte le persone di buona volontà, a ricercare insieme l’universale linguaggio dell’amore che rende gli uomini capaci di costruire un mondo di giustizia e di solidarietà, di speranza e di pace».

Intervista a padre Valentino Miserach-Grau, Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra


Monsignore, quali scopi ha all’interno della Santa Sede il Pims?


Il Pims, fondato da S. Pio X nel 1910 come “Scuola Superiore di Musica Sacra”, diventa “pontificio” nel 1914, viene incluso fra le università e facoltà pontificie il 24 maggio del 1931. Il Pims, istituzione accademica e scientifica eretta dalla Sede Apostolica, si regge sulle norme del diritto canonico, sulla costituzione apostolica “Sapientia christiana” e sui propri statuti e norme. I suoi scopi sono quelli di insegnare le discipline liturgico-musicali sotto il profilo pratico, teorico, storico; promuovere la conoscenza e diffusione del patrimonio tradizionale della musica sacra, e favorire espressioni artistiche adeguate alle odierne culture; rendere, per incarico della Chiesa madre di Roma, un servizio alle chiese locali di tutto il mondo, in vista della formazione dei musicisti di Chiesa e dei futuri insegnanti nell’ambito della musica sacra.

Quali azioni occorre mettere in campo perché il patrimonio della musica sacra non vada perduto?


Non basta conservare il “patrimonio” in archivi, biblioteche ed esecuzioni concertistiche, ma occorre salvarlo, nella misura del possibile, e secondo le opportunità di tempo e luogo, nel contesto liturgico, per quanto riguarda la musica specificamente destinata alla liturgia, “in primis” il canto gregoriano, la polifonia classica e la musica strumentale (specie organistica). Tale patrimonio va incrementato con le nuove composizioni in sintonia con la tradizione.

Benedetto XVI ha più volte sottolineato l’importanza del canto e della musica nella liturgia. In particolare l’importanza del canto gregoriano? Secondo lei la Chiesa è in grado di non disperdere questo patrimonio?


Ho sempre pensato che la Chiesa ha bisogno di un organismo pontificio dotato di autorità normativa, il quale potrebbe giovare enormemente nella conservazione e crescita del “patrimonio” della musica sacra liturgica, operando una riforma vera e propria, la cui necessità è agli occhi di tutti.

Esiste un rapporto tra musica e missione? Ovvero: la musica sacra è uno strumento di evangelizzazione  e di testimonianza della fede?


Riporto le parole che Benedetto XVI ha pronunciato nella sua visita al Pims il 13 ottobre 2007: «Il Concilio Vaticano II afferma che la musica sacra “costituisce un tesoro di inestimabile valore che eccelle tra le altre espressioni dell’arte, specialmente per il fatto che il canto sacro, unito alla parola, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne (S.C. n.112)”. Quanto è ricca la tradizione biblica e patristica nel sottolineare l’efficacia del canto e della musica sacra per muovere i cuori ed elevarli a penetrare, per così dire, nella stessa intimità della vita di Dio!”.
 

(da Agenzia Fides)

[Modificato da Caterina63 20/09/2009 22:35]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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