La forma schiacciata del pane consacrato cominciò ad apparire in Oriente alla fine del quarto secolo. S. Epifanio, morto nel 403 d.C., fu il primo a fare degli accenni su questo tipo di pane rotondo "Hoc est enim rotundae formae".
Anche in Occidente le ostie, dopo il quinto secolo, assunsero la forma arrotondata, ma di diametro superiore e di spessore notevolmente maggiore di quelle odierne.
Il più antico stampo di pietra fu trovato a Cartagine ed è risalente al sesto secolo. A partire dall'undicesimo secolo si utilizzò d'abitudine un'ostia più grande destinata al sacerdote e una più piccola per i fedeli; la produzione avveniva nei monasteri ed era riservata agli uomini.
Verso l'inizio del secolo dodicesimo diminuirono la dimensione dei pani e si formarono simultaneamente più ostie, sovente grandi e piccole.
Il più antico ferro da ostie datato che si conosca in Italia risale al 1132 ed è conservato al museo del vino di Torgiano (Pg).
La decorazione degli stampi per ostie aveva come temi principali l'Agnello Pasquale, la flagellazione, la crocifissione ed i monogrammi IHS e IHC, completati a volte da XPS.
Le ostie non consacrate venivano offerte durante i pellegrinaggi o nei giubilei; distribuite alle porte delle chiese permettevano ai fedeli di sostentarsi fino all'ora dei pasti. Il loro consumo non violava i precetti della Chiesa perché non venivano considerate un alimento, ed erano un risparmio per il pellegrino che le riceveva gratuitamente. A partire dal quindicesimo secolo la produzione passò anche in mano ai laici e con il tempo le immagini incise sui ferri assunsero, oltre al simbolo della sacralità, la funzione profana di contraddistinguere un casato o una proprietà.
Il Rinascimento fu il periodo della "cialda personalizzata", quindi i ferri portavano incisi con gli stemmi araldici, i nomi dei proprietari e talvolta quelli dell'incisore. A partire da questo momento iniziò la produzione di ferri di grande pregio artistico, usati per la realizzazione di dolci da consumarsi in occasioni speciali. In Umbria i nobili ed i vescovi facevano decorare i loro ferri dagli orafi, in Spagna questi strumenti entravano nei beni inventariati delle diocesi, mentre in Francia non mancavano nelle liste di nozze delle famiglie borghesi facoltose.
A partire da fine settecento i ferri iniziarono a cambiare nel materiale (dal ferro dolce si passò alla ghisa), nello spessore e nella tecnica di realizzazione del decoro (dal bulino allo stampo). Diventarono sempre più rari i simboli ed i motivi geometrici e man mano vennero ad assomigliare sempre di più ai quadretti.
È ancora presente nella nostra gastronomia la tradizione di cuocere tra due piastre un composto fatto nelle ricette più semplici a base di farina e acqua, e arricchito nelle preparazioni più elaborate con uova, zucchero, aromi naturali, panna e birra.