A Caterina e Stefano, La pace di Cristo.
Mi rivolgo a te Stefano, e da cattolico e persona che sa leggere le abbreviazioni che hai utilizzato (in effetti Caterina non capisco cosa hai da rimproverare quando viene citato sia il Padre della Chiesa al quale ci si riferisce sia l'opera, che quindi si può andare a cercare...). Già conoscevo quei testi Patristici e conosco il pensiero di quei padri, in particolare di Agostino e di Epifanio, nonchè la questione delle focacce che quest'ultimo solleva e che niente, per chiarezza, ha a che vedere con un suo rifiuto della venerazione della Teotokos, ma è un richiamo a non far sconfinare la venerazione in adorazione.
Vorrei far notare a Caterina che molti padri successivi al Niceno, e quindi alla definizione trinitaria, non ritenevano verità di fede l'Immacolata concezione (Agostino, che pure la ritiene possibile, ambrogio, Eusebio, Epifanio e Leone citati da Stefano infatti erano tra questi). E non solo padri, nel 1600 la questione era ancora apertissima e lo stesso concilio di Basilea, di cui tu parli, non fu ratificato dal papa, che dunque non riconobbe come veri i suoi enunciati (incluso quello sull'immacolata, che restava ancora una dottrina lecita, ma non obbligatoria ed indiscutibile).
In tutto il discorso c'è un errore di fondo: è troppo semplicistico ritenere che la Tradizione della Chiesa sia un blocco unico di persone che credevano tutte la stessa cosa e tra le quali non c'era contrasto.
Il dogma, nel senso di verità di fede, è in continua evoluzione e crescita, come dettoci da Gesù, finchè non si giungerà alla pienezza di questa verità.
Consiglio a tutti di vedere la posizione del card. Newman sull'evoluzione del dogma...
Il senso comune della Chiesa ha saputo discernere col tempo ciò che nei Padri era opinione personale e cosa doveva essere accolto come fede comune.
La storia del dogma dell'Immacolata concezione è forse, dopo quella sull'Infallibilità del vescovo di Roma, una delle più complesse e più problematiche questioni in campo cattolico.
Non ne parlo però qui, scrivo un mess sulla bacheca "L'immacolata concezione".
Vorrei ancora assicurare Caterina che i testi inseriti da Stefano significano proprio quello che sembrano significare, e che quei padri della Chiesa in effetti la pensavano così e cioè non erano d'accordo sull'immacolata concezione.
Ma vorrei correggere Stefano in un altro punto, se me lo permette.
Lascia stare in pace gli ortodossi e non mettergli in bocca cose che non dicono.
1) Seppur non gli hanno espressi come dogmi (in quanto per la chiesa ortodossa un'asserzione dogmatica si fa solo quando ci sono impellenti necessità esterne, come un rischio di eresia) la chiesa ortodossa si rivolge a Maria come all'Immacolata e Tutta Pura Madre di Dio... e la crede in cielo in anima e corpo... leggi qualche padre orientale prima di dire cose (non cercare solo pericopi dei padri che fanno al caso tuo magari citate da altri o da testi, vai alle fonti e leggi i testi integralmente, troverai tante cose su cui i padri non erano d'accordo con te!)
2) Quando ancora in occidente il 15 agosto si ricordava la morte di Maria ed il breviario portava letture a sfavore della sua assunzione in cielo con il corpo, in oriente si parlava già di Dormizione ed i brani dell'Ufficio Divino riportavano espliciti richiami alla glorificazione di Maria in anima e corpo.
3) Il Purgatorio è un termine che nasce in occidente nel momento in cui si realizza, nel medioevo, una svolta giuridico-canonica che soppianta la logica liturgico-misterica del primo millennio.
Ma oltre i ternimi, la chiesa ortodossa, come quella cattolica, prega per i defunti e perchè "giunti a perfezione siano ammessi alla contemplazione del divino volto". La preghiera per i defunti è una delle parti più attestate nelle liturgie antiche di tutte le Chiese e quindi, con o senza la parola Purgatorio, quello che esso rappresenta nella teologica cattolico-latina, è attestato anche in oriente dagli ortodossi.
4) La chiesa ortodossa crede in un primato della chiesa romana, e la bolla di unione del concilio di Firenze dimostra che esso era anche di tipo giurisdizionale.
Nonostante nessun esplicito riferimento (inestistente allora anche in occidente), in molte dispute orientali, come nella crisi iconosclasta, l'ultima sede di appello oltre cui non esisteva appello è stata quella romana, chiamata in causa proprio dai vescovi orientali (ex sese non autem). Ciò che venne definito dal papa fu ciò che poi il concilio Niceno II ratificò.
In più voglio far notare come anche nella dottrina cattolica il papa non è infallibile per sè, ma in quanto la Chiesa in materia di fede è infallibile (e lui ne è l'autorevole portavoce, per dirla in termini più comuni), ed anche questa è una fede condivisa da ortodossi, cattolici e da molte denominazioni protestanti, nonchè dalla Comunione anglicana.
Ciao a tutti,
Ireneo.