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Gesù fu inchiodato sulla Croce?

Ultimo Aggiornamento: 20/10/2009 21:26
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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 01/03/2004 13.05
....Che piaccia o no...che si creda o no....una sola prova straordinaria l'abbiamo al di fuori dei Vangeli...ed è LA SINDONE........
Sulla Sindone tanto si è scritto, tanto si è studiato, ma la scienza stessa disse..."....la Sindone rimane un MISTERO, per ora  (cioè, finchè non si avranno altri mezzi) LASCIAMO POSTO ALLA FEDE"......
Di una cosa colpisce della Sindone al di là di coloro che non credono....la descrizione è dell'Uomo dei Vangeli narrati nella Passione.....perchè, tratto dai Documenti romani NESSUN UOMO ERA STATO TRATTATO PUNITIVAMENTE IN QUEL MODO...solo a Cristo fu riservato un trattamento del genere.....
La Sindone è specchio del Vangelo"… e la sua immagine rimanda alla crocifissione di Cristo, impressa nel lenzuolo, e alla sua deposizione.....
Contemplare la sindone è dunque meditare i racconti evangelici, con l'aiuto dei Padri della Chiesa!  fissare lo sguardo su di essa è già pregare che il Signore ci aiuti a vivere ogni esperienza, anche quella della sofferenza, nell'atteggiamento di chi crede che l'amore di Dio vince ogni disperazione...
...
Innanzi tutto quello che si vede sulla Sindone è sangue appartenente al gruppo AB,  e quindi umano, e inoltre studi sulla forza di gravità applicata alla Sindone e alle colature del suo sangue  hanno dato ulteriori conferme al fatto che l'uomo della sindone sia stato ucciso tramite crocifissione.......

Ulteriori studi sul sangue hanno inoltre "stabilito" i tempi della deposizione e quelli di permanenza nel sepolcro.

Gesù morì dopo 3 ore di agonia la morte secondo i medici fu una tra le più dolorose, dopo la sua morte ma non molto tempo dopo,  venne deposto e passatogli probabilmente un mantello sotto i reni, fu portato al sepolcro,dove venne sollevato e posto sulla sindone,la quale porta sulla zona del piede i segni delle impronte digitali di uno dei barellieri.

"Alle 18:08 il sole tramonto e di lì a poco sarebbero apparse le stelle, la terza apparve alle 19:08: all'incirca una mezz'ora fu necessaria per andare da Pilato per chiedere il corpo e ritornare a prenderlo meno di 30 minuti non sarebbero stati necessari per compiere tutti i rituali necessari alla sepoltura,perciò Maria, e le altre rinunciarono all'impresa e avvolsero provvisoriamente il corpo in questo lino in attesa del giorno dopo, alle 19:09 era il sabato e più nessuno avrebbe potuto lavorare"

Gli studiosi però vanno oltre (è da precisare che le date e le ore sono state calcolate in base a regole astronomiche che possono essere soggette ad errori seppur minimi); secondo alcuni calcoli, Gesù rimase nel sepolcro per sole 40 ore dopodiché è avvenuta la risurrezione (entro le 5-6 del mattino) dopodiché sarebbe iniziata la decomposizione del corpo che come affermano le Scritture ed evincono gli osservatori non ci fu....

La crocifissione dell'uomo è una crocifissione di tipo romano, che si avvale dell'uso di una croce "smontabile composta da un lungo palo verticale detto "Stipes" che veniva piantato fuori dalla città (nel nostro caso... "nel luogo detto "cranio" il monte calvario). La seconda parte della "croce" il "Patibolo" veniva applicato al condannato molto tempo prima dell'arrivo al luogo del supplizio, già in città al momento della condanna, in un primo tempo però il condannato non era inchiodato al questo palo ma vi era solo legato.

Come tutti sanno, Gesù non venne direttamente inchiodato alla croce, prima ci fu un "regolare"processo, dopodichè l'uomo della sindone venne frustato.

"...Supra dorsum meum araverunt aratores... hanno reso il mio corpo come un campo arato" questa descrizione può rendere eccellentemente l'idea di quanto fu dura e lunga la flagellazione di N.S. Gesù, all'incirca 100-120 colpi di flagello, dati da due flagellatori, posti ai due lati dalla colonna al quale si pensa sia stato legato il condannato; secondo gli studi fatti da Noghier, Vignon e G.B.Judica Cordiglia , si può realmente trattare della colonna portata nel 1213 dal Cardinale Colonna  nella chiesa di s. Prassede: un pilastrino di appena 64 centimetri.

Sul capo dell'uomo della sindone fu veramente posto un casco di spine , e ciò è testimoniato dalla presenza di numerose colature che appaiono appena sopra del volto, sulla parte della sindone che avvolse la nuca di nostro Signore. Tutte queste colature mostrano senza ombra di dubbio che il condannato ricevette molte percosse, soprattutto sull'emisfero destro (che appare più rigonfio dell'altro) tali da indurlo a piegare il volto dall'altra parte facendo colare il sangue dall'altra parte...dalla direzione della colate si deduce anche la posizione tenuta dal condannato durante la crocifissione.

Come venne crocefisso l'uomo della sindone? Sicuramente a terra venne crocifisso mediante l'utilizzo di due chiodi, di ferro, quadrati i quali penetrarono nel polso e non nella mano come molti erroneamente pensano, il chiodo penetrò nel cosiddetto spazio di Destot, dove la conformazione del corpo permette di mantenere un così gravoso peso per così tanto tempo. Se l'uomo fosse stato inchiodato sulle mani sarebbe caduto in pochi minuti. I piedi invece vennero fissati alla parte inferiore della croce con un solo chiodo: e quello fu l'unico appoggio che ebbe, per i 75 chili di peso di quell'uomo.

Osservando la sindone, è possibile notare con sorpresa che i pollici mancano, non bisogna assolutamente pensare a una malformazione o altro, i pollici ci sono solo che non è possibile vederli, perché, lo spazio di Destot contiene un nervo che se toccato, e in questo caso strappato e lacerato, provoca la ritrazione del pollice all'interno come se fosse stato incollato al palmo e ovviamente un dolore disumano e lacerante....

Come avvenne la morte dell'uomo della sindone? Secondo quanto affermano i medici la morte dell'uomo della sindone avvenne a causa dei gravi disturbi alla respirazione dovuti alla posizione tenuta dal condannato durante le ore in cui rimase crocifisso.

La morte, fu dovuta a crampi tetanici, per cui i muscoli respiratori provocano l'asfissia, perché sempre tesi in espirazione, ma questa non è la sola alternativa, alcuni parlano del cosiddetto collasso ortostatico per cui tutto il sangue presente nel corpo cadde verso il basso, non affluendo al cuore e al cervello e provocando la morte quasi istantanea.

Vi è una terza tesi, la morte per emopericardio, ovvero la rottura del cuore, tesi difesa da coloro che giustificano così l'acutissimo grido di Gesù .....descritto nei Vangeli....

In questo sito sono raccolte in termini abbastanza semplici le prove sorte dopo diversi studi sulla Sindone:

http://www.cristiani.altervista.org/LA%20SINDONE%20PROVE.htm

Un ulteriore conferma sull'autenticità o meno del telo sindonico, viene dal ritrovamento su quest'ultimo di scritte, di epoca antichissima ai lati del volto, molto probabilmente, scritte da un ufficiale che ne constatava la morte riconoscendo la salma avvolta nella sindone.

Cosa si legge sul telo?  Secondo quanto ha affermato uno studioso (Pietro Ugolotti) che si rifà alle foto di G.B. Judica Cordiglia del 69, si legge chiaramente un NAZARENU sopra l'arcata sopracciliare sinistra.

Questo non è però un "avvistamento " unico, molti studiosi hanno osservato sul telo sindonico numerosi caratteri, ma forse i più curiosi sono quelli che che sono stati trovati nei pressi del ginocchio dell'uomo della sindone che dicono in un "latinorum" misto a provenzale: "Sanctissime Jesi miserere Nobis" santissimo Gesù abbi pietà di noi.

......

Infine una cusriosità interessante:

È inoltre sicuro, dopo analisi effettuate da diversi anatomo-patologi di fama internazionale, tra cui il torinese prof. Luigi Baima Bollone, che sul lenzuolo vi sono macchie di sangue coagulato del gruppo AB negativo, DNA maschile.

Per inciso, è curioso sapere che sangue dell'identico tipo AB negativo maschile macchia il cosiddetto Sudario di Oviedo (Spagna), una tela di centimetri 83x52. Queste impressioni ematiche sono  in forme simmetriche e  richiamano nel complesso un volto umano; inoltre, che i resti (reliquie) del miracolo che la tradizione riporta,  avvenuto nell'VIII secolo a Lanciano in provincia di Chieti (un sacerdote aveva dubitato della presenza di Cristo nell'Eucaristia, mentre stava consacrando, e il pane e il vino s'erano trasformati in carne e sangue) sono: sangue rappreso gruppo AB come quello della Sindone; carne umana di tessuto miocardico (analisi del 1970 del prof. Odoardo Linoli, anatomo-patologo).  Per maggiori informazioni sul Sudario di Oviedo: Centro Español de Sindonologia, www.linteum.com

.......

Insomma...per chi veramente VUOLE....le risposte ci sono.....Diceva a ragione s.Agostino parlando dell'Eucarestia.....

7. Ma vi sono tra voi alcuni che non credono (Gv 6, 65). Non dice: Vi sono tra voi alcuni che non capiscono; ma, spiegando il motivo per cui non capiscono, dice: Vi sono tra voi alcuni che non credono; ecco perché non capiscono: perché non credono. Il profeta disse: Se non crederete, non capirete (Is 7, 9 sec LXX). Per mezzo della fede ci uniamo a lui, per mezzo dell'intelligenza veniamo vivificati. Prima uniamoci a lui per mezzo della fede, per essere poi vivificati per mezzo dell'intelligenza. (Omelia 27)

..............

Fraternamente Caterina


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 01/03/2004 13.28
Per onestà di cronaca faccio una correzione.......
ERRONEAMENTE ho scritto all'apertura che i T. di G. NON credono nella crocifissione con i chiodi...mi sono espressa male.....
I T. di G. credono che Gesù sia stato crocifisso con chiodi, ma non su di una croce, ma su di un palo....con un unico solo chiodo, per questo venerare la croce è idolatria....
Annuario 1976 pag. 147: «Gesù fu crocifisso non su una croce... Fu crocefisso essendo il suo corpo inchiodato ad un albero». Dunque è supertizioso venerare la croce.
.........
ma se leggiamo il Vangelo:
Gv. 20,25 parla di chiodi al plurale: dunque tutte e due le mani furono forate da più chiodi e non da uno solo come sarebbe nel caso in cui Gesù fosse crocifisso su un palo.
Gli apostoli inoltre parlano di Croce...di piaghe.....e di CROCEFISSO  che vuol dire appunto, SULLA CROCE affisso.....
Inoltre nelle Catacombe sono a nostra memoria riportati degli affreschi e dei simboli chiaramente visibili....e visibilissimo il simbolo della CROCE come oggi la veneriamo......
Vi lascio con questo studio che ho trovato interessante...è molto lungo, inserirò solo quel che ci riguarda:
.......
Ora nella vita della chiesa c'è un oggetto che, come presenza, sorpassa tutti gli altri: si tratta del simbolo della CROCE. La croce è: una figura dipinta o scolpita, di legno, di ferro, di marmo ecc. visibile e palpabile, che conduce la mente al di là di essa. Certamente richiama l'intelletto, la volontà e il cuore dei fedeli allo strumento di supplizio si cui fu ucciso Gesù. Tuttavia l'affettività della Chiesa rimanda ad avvenimenti, a fatti, non come un altro segno qualsiasi, ma come un segno un significato in cui appare una affinità perfetta tra il segno ed il contenuto (l'amore e la donazione infinita di Gesù fatta per ognuno di noi personalmente valida per sempre). Conoscere il significato vero di tale simbolo, è compito irrinunciabile per capire il Cristianesimo e la sua fede in Gesù Cristo.

Infatti il segno della croce penetra tutta la vita dei credenti, con una frequenza ed una intensità superiore ad ogni altro. Ogni celebrazione liturgica, centro della vita cristiana, è orientata dall'altare dominato dalla croce; questo segno accompagna tutta l'esistenza dei credenti, dal Battesimo in cui sono "SEGNATI", fino alla tomba sormontata dalla Croce. L'ambiente in cui i cristiani svolgono la loro vita, è molto frequentemente ornato dal crocifisso, ed il gesto di segnare se stessi e gli altri con il segno della croce, pervade tutte le manifestazioni della fede cristiana. Certamente la croce richiama per antonomasia lo strumento di pena su cui fu inchiodato e patì la morte Gesù Cristo: il riferimento storico alla passione di Cristo è un elemento essenziale, centrale, in tutto il simbolismo cristiano della croce. Ma la croce indica per la coscienza cristiana "un mistero, non completamente spiegabile a parole, per quanto il nostro cuore umano intuisca di cosa si tratta". Chi venera il crocifisso, chi si segna con la croce in pericolo o quando si accinge ad una impresa, riconosce in questo segno un contenuto che può essere detto esistenziale. Vale a dire che contiene un valore per costruire la propria esistenza in quella determinata situazione in cui si trova.


Il credente, riferendosi a questo simbolo, aspetta un aiuto per trovare un senso non illusorio ad avvenimenti che altrimenti sembrerebbero appartenere al dominio del "caso" o peggio del "tragico": spera di ottenere forza dinanzi alle prove e alle sofferenze ; a disgrazie e dolori difficilmente spiegabili; fino dinanzi alla morte , di fronte alla quale l'enigma della nostra esistenza diventa sommo. Nel corso dei secoli il simbolismo della croce è estremamente ricco, e ne fa testimonianza NELLA STORIA DELL'ARTE LA RICCHEZZA ECCEZIONALE DELLA STESSA RAPPRESENTAZIONE (la croce dipinta come albero di vita, come sorgente di acqua viva ecc). Inoltre essendo un simbolo che ha attraversato tanti secoli, è entrato in riferimento alla vita dei credenti in tante situazioni (quando per es. un atleta si segna prima di una gara, o un calciatore prima di entrare in campo, o quando la cronaca sportiva descrive il calvario di certi ciclisti in una gara difficile di montagna, o la croce di uno studente prima di un esame, oppure il parlare popolare quando capita una disgrazia "gli è toccato una croce" ecc.)

A volte il suo significato vero è addirittura capovolto come quando indica una decorazione esterna che soddisfa la vanità. E' questo il caso per es. di cantanti e attori che portano delle croci come ninnoli al collo, agli orecchi ecc. nelle fogge più strane solo per decorazione ed apparenza vanitosa. La croce appare qui svuotata del suo vero significato e ridotta a feticcio ornamentale. Questo è inaccettabile per il credente che è chiamato a conoscere il vero significato della CROCE.

UN SIMBOLO CRISTIANO

Nel cristianesimo il ricordo del fatto storico della morte di Cristo eleva il simbolo della croce ad un nuovo livello: essa con il cristianesimo ha un nuovo significato. Questo si vede nella Liturgia e nella Coscienza del popolo di Dio.
Va da sé che la parola "croce" nel contesto della chiesa ricorda anzitutto le sofferenza, l'umiliazione e la morte dell'uomo-Dio. Essa mostra il riferimento STORICO alla morte di Cristo e ne esprime il dolore. E' importante notare che non solo sul piano religioso, ma anche nel linguaggio comune e popolare, la parola mette in primo piano l'idea della sofferenza, della morte, dell'umiliazione, perciò la parola croce secondo il Dizionario dei Sinonimi e dei Contrari significa "patimento, pena, tormento, sofferenza, afflizione, dolore, vessazione, tribolazione, affanno, disgrazia". Per questo quando si attribuisce la croce ad una persona, lo si fa proprio per richiamare l'attenzione sulla SOMIGLIANZA che questa situazione umana ha con quella del redentore.

Però, nel credente, questo significato negativo è sorpassato dall'aspettativa del trionfo che viene in virtù della croce. L'iconografia cristiana presenta questo patibolo come un segno luminoso della vittoria della RESURREZIONE. Nel ricordo liturgico della morte di Cristo, il venerdì Santo, la comunità viene invitata alla adorazione della croce: "Adoriamo la tua croce, Signore, e lodiamo la tua santa resurrezione, perché solo dalla croce è venuta la gioia nel mondo". Il rapporto tra la morte della croce e la resurrezione è espresso nel paragone tra l'albero del paradiso terrestre -fonte di morte- e il legno della croce -fonte della vita- "nell'albero della croce tu hai stabilito la salvezza dell'uomo, perché donde sorgeva la morte di là risorgesse la vita, e chi dall'albero traeva vittoria, dall'albero venisse sconfitto per Cristo Nostro Signore…" Ciò significa che la croce non solo apre la via per la salvezza eterna, ma che anche qui sulla terra trasforma l'esistenza cristiana: la pace si ottiene per mezzo dell'amore verso il prossimo partecipando al merito della croce di Cristo, che ha riconciliato gli uomini con il Padre e reciprocamente con se stessi. Nonostante la tentazione di ridurre l'efficacia della croce solo a quella della testimonianza, dell'esempio e dell'insegnamento la CHIESA ha sempre attribuito un'efficacia salutare non solo intenzionale (legata cioè agli affetti e sentimenti soggettivi di una persona) ma oggettiva e "ontologica" (che precede e segue l'attività personale dell'uomo e trasforma il soggetto rendendolo capace di una nuova presa di posizione personale). Si insiste soprattutto nell'inculcare la necessità della sequela del crocifisso finché attraverso la croce si giunga alla luce che non conosce tramonto. Tutti i fedeli prima o poi devono passare per questa strada: "nei vari generi di vita, nei vari lavoro, una unica santità è coltivata da quelli che seguono Cristo povero, umile e carico della CROCE per meritare di essere partecipi della sua gloria".

Un grazie di cuore al Prof. Bruni Leonardo, docente Rel.Catt. Sc. Med. Superiori.



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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 01/03/2004 14.17
Una interessantima ricostruzione sul valore della Croce e del Crocefisso.....

Le reazioni alla recente decisione di “sfratto” del Cristo crocifisso da una scuola, se emotivamente non meravigliano, razionalmente quasi indignano.

Dopo decenni di demolizione – ora subdola e strisciante; ora, addirittura plateale – del concetto stesso di Cristianesimo-Rivelazione e di riduzione della Religione del Verbo incarnato soltanto ad una sorta di summa di principi morali, oggetto magari del disquisire e del confutare, c’è da chiedersi cosa ci si potesse aspettare di più o di meglio.

            Molti di coloro che oggi si stracciano le vesti dovrebbero opportunamente riflettere sugli atteggiamenti passati di ostentata ricerca del compiacimento e della considerazione altrui  a scapito della rinuncia stessa della propria identità. Dovrebbero, poi, domandarsi se sia stata davvero “cosa buona e giusta” consentire che la comprensione si confondesse con la commistione e, questa, sulla scorta di ansie di consenso, diventasse motivo di suprema incertezza per anime semplici – come può essere quella di un giudice chiamato d’un tratto alla ribalta – incapaci, per timidezza o ignoranza, addirittura a cogliere il senso di quel “summum jus, summa iniuria” che, nel caso, ha espresso la confusione, appunto, della Verità della Fede con la certezza interpretata dal diritto.

            Il rumore provocato, qualche anno fa, dal richiamo dell’Arcivescovo di Bologna, Card. Biffi, ai fedeli – e a tutto l’Orbe –  sull’essenza del Cristianesimo quale Via della Salvezza, avrebbe dovuto insegnare qualcosa. Quel richiamo, d’altro canto, avrebbe dovuto essere ripreso, esteso, meglio spiegato e non pure, dopo la solita riaffermazione tiepida dei principi, letteralmente dimenticato, come se si temesse che, in nome di pretese di dialogo al di fuori dei concetti, fosse pericoloso affrontare, con la necessaria decisione e senza scandalo e senza vergogna, il tema del primato della Verità del Cristo e della necessità della Croce, proprio alla luce di quei concetti che ci fanno ognuno uguale all’altro; affinché tutti finalmente, non potessero dire di non conoscerne e non sapere.

Perché la Croce e perché il Crocifisso? E, prima ancora cosa sono la Croce e il Crocifisso, oltre che nella Storia, nella Simbologia che velando e ri-velando illumina le menti?

Al di là e prima ancora del suggello finale del sacrificio del Cristo per la salvezza degli uomini, la Croce è un Simbolo Mistico e proprio in quanto tale è stato assunto nella Religione cristiana: Gesù Cristo non poteva essere né impiccato, né lapidato, né impalato, né perire in alcun altro modo; la Sua morte “doveva” avvenire per crocifissione! Non già perché così si erano espresse le Scritture ma perché, ancor prima di queste, la Croce è simbolo dell’Unità che, pur scomponendosi nei quattro Elementi  – Terra, Acqua, Aria e Fuoco –  per dar corpo alla Forma,  ritorna, per legge di equilibrio e di attrazione, all’Unità.

            La Croce-Simbolo Mistico era prima che il Cristianesimo fosse, ma pare che questo sia a molti ignoto. La Croce è il quaternario che esprime l’essenza del principio; è il segno della Vita in questa Forma.

            In tale senso, graficamente, Essa esprime il Tau greco – l’equivalente alfabetico di quello ebraico – che sta a significare la realtà sormontato dallo “Jod” propriamente ebraico, che è segno del principio creante, la prima lettera del nome – Y.E.W.E. – che nasconde il nome divino, impronunciabile sia per noi che per gli Ebrei.

Né, conoscendone il senso ben oltre il racconto della vita di Gesù, può destare raccapriccio l’Uomo inchiodato alla Croce.

L’Uomo – “imago et simia Dei”; ipostasi di Dio – nella manifestazione terrena (nella Forma attuale) non può che vivere negli Elementi ed è per tale ragione che nel Genesi si legge che fu composto nel e dal fango (la Terra unita all’Acqua) e vivificato dal Soffio di Dio.

Tratto dagli Elementi, Vivente, quindi, nella Forma è però destinato a ritornare a Dio nella dimensione divina Sua propria: la dimensione del Cristo, l’Unigenito Figlio di Dio; il primogenito di tutti coloro che risorgono.

E non si può risorgere, ri-diventare Dio se non riempiendo si sé, “coprendo” la Forma che in una manifestazione assume la Vita. L’Uomo-Dio è inchiodato alla Vita perché è Lui stesso la Vita oltre la Forma che la Vita può assumere; muore inchiodato alla Croce per superare la Forma e, riaffermato il primato della Vita, acquisire finalmente la dimensione Sua propria, l’Uomo Cosmico.

             Viene in mente la distinzione tra Battesimo d’Acqua (l’Iniziazione) e Battesimo di Fuoco (il Compimento, la Realizzazione) e se il primo inizia con l’”affondare” delle passioni  –  sì  che prima di credere v’è la rinunzia –, il secondo libera totalmente da ogni forma; dagli Elementi allo Spirito, secondo un processo inverso a quello che ha determinato la forma, così che come il Verbo s’è fatto carne per essere l’Uomo in questa manifestazione, l’uomo, seguendo l’identico ma inverso percorso, deve diventare Verbo: questo è il senso dell’espressione, molto conosciuta ma forse poco meditata, che vuole che “Dio si è fatto come noi per farci come Lui”.

             Sono concetti, questi, che vivono da sempre; presenti in ogni tempo, velati in ogni mitologia. Alla loro luce, la missione del Cristo appare davvero essere quella che l’Evangelo ha rassegnato come Suo sublime messaggio: non sono venuto per cancellare alcunché, ma per rendere palese il tutto!

              L’uomo sulla croce è l’Uomo che vive oltre la sua minuta storia, nella dimensione dell’Eterno Vivere, come Osiride sparpagliato (gli Elementi) è raccolto da Iside e ricomposto, ridotto nuovamente all’Uno Vivente…

              Queste Verità erano conosciute – eccome! – dagli Arabi musulmani che s’incontrarono con i Crociati Templari dopo il 1100 ed è davvero strano che mentre in allora le temperie di guerra e di esaltazione delle differenze non incisero sul sentire, ognuno secondo il suo credo, la medesima essenza dell’Uomo chiamato ad affrancarsi dal Tempo e dello Spazio, oggi, nonostante il dilagare del (forse soltanto apparente, compromissorio, meramente proclamato) dialogo, si assista al reclamo di diritti in nome di un’eguaglianza senza basi che fa – essa, sì – della religione l’ennesimo costume per riaffermare, con la differenza, la propria lontananza.

                 Non si pretende di dar consigli e certo non si hanno ricette sicure, ma – sommessamente, ecco – pare che il Cristianesimo debba ancora spiegarsi bene e spiegare, con la dovuta fermezza, che se Cristo ha compiuto le profezie e ha raccolto il senso dei miti,  al di fuori del Cristo, oggi, non c’è salvezza; e non già perché questo è il portato di un credo, ma perché Cristo, nella Storia, è Colui che la storia dell’uomo compie, affinché l’Uomo ridiventi Dio.

Cav. Sandro Furfaro

Imprimatur: Rocco Zingaro, Gran Precettore S.M.T.H.O.

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