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I dieci Comandamenti

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2009 16:05
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09/11/2009 16:03
 
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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 14/09/2002 17.22
 
7° NON RUBARE
  1. L’intenzione originaria
Questo comandamento va fin dall’inizio in due direzioni: il ratto delle persone e il furto di cose materiali. Qui mettiamo in risalto maggiormente il ratto delle persone.(La Bibbia sottolinea poi con forza il dovere sociale della proprietà; il furto dei ricchi nei confronti dei poveri viene considerato molto più grave del furto dei piccoli nei confronti dei ricchi).
  1. Il divieto del ratto delle persone
Es 21,15: "Colui che rapisce un uomo e lo vende sarà messo a morte".Dt 24,7: "Quando si troverà un uomo che abbia rapito qualcuno dei suoi fratelli tra gli israeliti, l’abbia sfruttato come schiavo o l’abbia venduto, quel ladro sarà messo a morte, così estirperai il male da te".Dunque è la tutela della libertà del prossimo, si scaglia contro la distruzione della libertà di un altro. In Israele non dovrebbe esserci la schiavitù, purtroppo c’era; tuttavia le leggi dell’AT prendevano le parti degli schiavi, volevano abbreviare il tempo di schiavitù, alleviare l’esistenza da schiavi.L’anno giubilare serviva anche alla liberazione dalla schiavitù; chi per necessità aveva dovuto vendersi doveva poter tornare alla sua tribù.Lv 25,39,42: "Poiché sono miei servi, che io ho fatto uscire dal paese di Egitto, non debbono essere venduti come si vendono gli schiavi". L’AT cerca di superare la schiavitù. Anche il NT non combatte formalmente la schiavitù ma la mina dall’interno: ‘non c’è più schiavo né libero!’ Le giovane comunità cristiane cercarono di realizzare una comunione genuina tra tutti i fedeli, anche gli schiavi.
  1. Il divieto del furto
Il settimo comandamento non si occupa solo del ratto delle persone ma anche del furto di cose. Nell’AT la proprietà privata non è mai inviolabile e sacrosanta. Essa viene considerata come un ‘prestito’ che Dio dona al popolo.Nell’anno giubilare la terra doveva tornare all’antico proprietario.I profeti usano parole roventi contro gli accumulatori di ricchezza e contro chi abusa della proprietà; mezzo per dominare gli altri.Dove i potenti sfruttano l’indigenza dei poveri là è in pericolo quella libertà che Dio ha donato al suo popolo: ‘uccide il prossimo chi gli toglie il nutrimento’.La Bibbia sottolinea con energia i doveri sociali della proprietà, quando entrano in gioco le necessità alimentari di altri. Dt 24: "Non andrai a dormire col pegno del povero… restituirai il mantello… non prenderai in pegno la veste della vedova… nessuno prenda in pegno le macine del grano…" Dt 24,19 ss: "Non raccogliere tutto il grano, l’uva, le olive… lasciane sulle piante e sui campi per i poveri… ti ricorderai che sei stato schiavo nel paese di Egitto perciò ti comando questa cosa".La Bibbia ricorda che Dio è il primo proprietario: "La terra non si potrà vendere sempre perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri ed inquilini". I beni della terra sono destinati a tutti gli uomini, infatti Dio ha dato la terra promessa a tutto il popolo. Inoltre siamo corresponsabili della proprietà altrui: "se vedrai il bue del tuo vicino smarrito, o la pecora, o l’asino… avrai cura di ricondurli al tuo fratello… non fingerai di non averli visti" (Dt 22,1-3).Accanto a tali obblighi sociali viene anche vietato il furto dall’alto e il furto dal basso; il furto è messo in rapporto con la dignità dell’uomo.
  1. Evoluzione storica
 a. Il divieto del ratto di persone

Il comandamento proibisce in maniera speciale il ratto di persone.

Il furto ordinario non viene punito con la morte a differenza del ratto di persone (Es 21,16) (con la morte era punito l’assassinio e l’adulterio).Nella tradizione cristiana la coscienza di questo aspetto del settimo comandamento (ratto di persone e furto di beni materiali) andò perduta.Il rapimento e il commercio di persone umane fu continuamente praticato anche nei paesi influenzati dalla fede cristiana; una forma di ratto fu la pirateria. Anche la schiavitù è una forma di ratto delle persone. A partire da Costantino la vendita di schiavi cristiani a non cristiani fu vietata; ma anche papi e conventi ebbero schiavi alle loro dipendenze. Anche se tentarono di umanizzare questo tipo di vita.Nel 1537 Paolo III proclama la libertà di tutti gli uomini sopprimendo la schiavitù. Nel 1888 Leone XIII condannò chiaramente la schiavitù e lanciò un appello a superarla. Le chiese riformate si comportavano come la chiesa cattolica; solo metodisti, quaccheri e puritani cominciarono a combattere sistematicamente la schiavitù.La chiesa cedette continuamente sulla questione della schiavitù perché era troppo alleata dei potenti e dei ricchi. Dal 1500 i teologi si preoccuparono più di giustificarla che di combatterla. La teologia era diventata garante dell’ordinamento sociale esistente, invece di ricordare l’azione liberatrice di Dio.b. Il divieto di furto

Diventata ricca la chiesa ha manifestato la tendenza a tollerare le grandi ricchezze. Il settimo comandamento fu mobilitato soprattutto contro il ‘furto dal basso’. Il liberalismo illuministico che considerava l’uomo come un individuo isolato e dichiarava la proprietà privata un diritto illimitato sacro inviolabile, ebbe buon gioco. Il padrone poteva fare quello che voleva dei suoi beni, diritto all’uso e all’abuso dei beni di sua proprietà.

Nella Rerum Novarum la chiesa mitiga l’uso della proprietà privata. Paolo VI si pronuncia a favore dell’espropriazione per amore del bene comune! 
  1. Odierna attualizzazione
<DIR> a. Il divieto del ratto di persona

</DIR>

Il commercio di schiavi viene praticato in 40 nazioni della terra, nella zona araba, ai margini del Sahara, soprattutto giovani e ragazze dai 12 ai 20 anni. Anche in America del Sud si organizzano cacce agli indios costretti poi a lavorare in stabilimenti del legno e fattorie; chi cerca di fuggire è ucciso.Anche il commercio di bambini e di lavoratori stranieri illegali è una forma di commercio di carne umana; così gli internati nei gulag e nei campi di concentramento e rieducazione cinesi e del sud est asiatico sono forme di ratto di persone e schiavitù moderne dovute a fattori politici.b. Il divieto del furto

contro il furto dall’alto. La proprietà dovrebbe unire tra loro gli uomini e promuovere il bene comune. Puebla: ‘I beni e le ricchezze del mondo, per loro origine e natura e per la volontà del Creatore, sono fatti per servire effettivamente all’utilità e al profitto di tutti e a ciascun uomo e popolo. Ne deriva che a tutti compete il diritto primario di usare solidariamente di questi beni nella misura necessaria per una realizzazione degna della persona umana’.

Molti elementi ladreschi sono presenti nella nostra società occidentale; in forme legali si perpetrano delitti immorali e grandi ingiustizie; così si sfruttano in mille modi le altre persone.Quando l’accumulo della ricchezza diventa l’interesse principale di un individuo ed egli sfrutta magari senza scrupoli la miseria altrui, anche la sua umanità è in pericolo. Dio ama tutti senza eccezioni, ma non allo stesso modo; non può amare allo stesso modo carnefice e vittime. Questo va detto nei confronti di una falsa ideologia della riconciliazione che pretende di richiamarsi a Gesù.Quindi gli uomini prendano le distanze dall’ingiusta ricchezza e cerchino di vivere bene il vangelo della povertà.Sinodo dei Vescovi: "La Chiesa è tenuta a vivere ed amministrare i propri beni in modo da annunciare il vangelo ai poveri…".Oggi il furto dall’alto è praticato dalle nazioni industriali sui paesi in via di sviluppo. Lo sfruttamento dei poveri è favorito dalla libera economia di mercato. ‘La proprietà privata deve essere fonte di libertà per tutti, mai di combinazione o di privilegi’; i crudeli contrasti tra lusso e estrema povertà manifestano fino a che punto viviamo sotto il dominio dell’idolo della ricchezza. La chiesa è contraria alla concentrazione del potere nelle mani di pochi e persegue l’alternativa della condivisione e dell’amore.contro il furto dal basso: il furto dal basso non è giustificato o minimizzato: il furto nei magazzini, l’uso sbagliato delle macchine ed impianti, il finto malato, l’abuso di istituzioni dello stato sociale… demolizione di impianti pubblici, cabine del telefono… ‘Non devi vivere solo, a tuo vantaggio, a spese del prossimo!’
 
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Consiglia  Messaggio 16 di 21 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 27/09/2002 23.04
 
8° NON PRONUNCIARE FALSA TESTIMONIANZAEs 20,16 e Dt 5,20: "... contro il tuo prossimo".
  1. L’intenzione originaria
In Israele, date le limitate possibilità che la giustizia aveva a sua disposizione, le corrette affermazioni dei testimoni avevano una importanza grandissima. La falsa testimonianza di due testimoni davanti al giudice poteva provocare la condanna a morte di un individuo (Susanna; Gesù…) (Sal 27,12 e 35,11). Ogni israelita veniva invitato a guardarsi dalla falsa testimonianza.Pr 24,28: "non testimoniare alla leggera contro il tuo prossimo e non ingannare con le labbra…".Per la Bibbia la verità tiene presente il prossimo, va concepita in maniera interumana e concreta e vista in unione con la fedeltà.Ef 4,25: "perciò bando alla menzogna, dite ognuno la verità al proprio prossimo perché siamo membra gli uni degli altri". La verità consiste in primo luogo nel cogliere oggettivamente una realtà, ma in un comportamento che favorisce la convivenza umana. La reciproca appartenenza umana non va distrutta dalla menzogna, che semina diffidenza e rende impossibile la convivenza dei membri del corpo di Cristo."La verità vi farà liberi" disse Gesù. Libertà da tutto ciò che si oppone ad una relazione viva tra Dio e l’uomo. Il vero rapporto con Dio che elimina tutto quanto ostacola una relazione profonda si ripercuote sul rapporto col prossimo. Verità e veracità, reciproca fiducia sono elementi vitali indispensabili per la libera espansione dell’uomo.
  1. Attualizzazione nella vita pubblica
Nel campo strettamente giuridico: prendere seriamente l’ottavo comandamento significa per i credenti impegnarsi in un ordinamento ed una amministrazione corretta della giustizia, un ordinamento e un’amministrazione che impediscano ogni manipolazione del diritto.Nel campo giuridico traslato: l’ottavo comandamento non abbraccia solo la sala del tribunale, ma tutte le situazioni in cui, sulla base di affermazioni altrui, si prende di mira un individuo. Nonché l’intenzione con cui i giornalisti mettono in pubblico la vita privata altrui. Non bisogna indulgere a certe forme di spietata esposizione di individui agli occhi di tutti, forme che si richiamano solo ipocritamente alla verità. ‘E’ cosa terribile cadere nelle mani dei giornalisti’. Non esiste ancora un’etica ben sviluppata degli strumenti di comunicazione sociale. Mettere in pubblico la vita altrui o diffondere calunnie a volte cambia la vita di una persona. Occorre dunque rispetto per la vita personale privata delle persone.Il richiamo alla verità non autorizza a danneggiare in qualche modo la vita, l’onore, la professione e la libertà di un uomo, fintanto che il bene comune non lo richiede. Quel che diciamo deve essere vero, ma non abbiamo l’obbligo di dire tutto quello che è vero.
  1. Attualizzazione nella sfera privata
Le dicerie diffuse frettolosamente, l’interpretazione maligna dell’altrui comportamento possono avvelenare la vita di una persona.Dire la verità sempre, anche quando reca danno agli altri, non è morale; se non serve a salvaguardare il bene della comunità. La verità spietata non è una virtù biblica. La morale deve essere il più possibile umana ed in sé differenziata: es.: una bugia che procura danno ad altri è più grave di una bugia di necessità con cui cerco di evitare danni ingiusti a me e ad altri. Divulgare le mancanze nascoste del prossimo può essere cosa più grave davanti a Dio delle mancanze stesse.Alcuni fanatici della verità vanno fieri di sé perché dicono in faccia a tutti quello che pensano. Bisogna fare in modo che la verità anche quando fa male edifichi e non distrugga, infonda coraggio e non deprima.L’ottavo comandamento tiene conto della malignità del cuore umano che tende a dire più il male che il bene visto nel prossimo. "Non giudicate per non essere giudicati; perché con il giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati" (Mt 7,2).Come fa Dio con me devo fare anch’io con gli altri: Dio mi ha perdonato, io devo a mia volta perdonare: "Perdonatevi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo" (Ef 4,32).
 
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Consiglia  Messaggio 17 di 21 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 01/10/2002 23.12
 
9° NON DESIDERARE LA DONNA D’ALTRI10° NON DESIDERARE LA ROBA D’ALTRIEs 20,17: "Non desiderar la casa del tuo prossimo. Non desidera la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo".Il tema dei due comandamenti è la condanna del desiderio disordinato. Il male non comincia con l’azione ma nel cuore.
  1. L’elemento comune. La condanna del desiderio disordinato.
Sembra che non apportino niente di nuovo al sesto e al settimo comandamento. Invece qui viene preso di mira il desiderio. Il desiderio ha una ambivalenza; occorrerà impegnarsi per una sollecita cultura del desiderio.
  1. L’importanza antropologica del desiderio
Il desiderio è un fenomeno umano fondamentale che fa parte dell’istinto di conservazione; è normale che l’uomo desideri il cibo, la bevanda, il vestito… Un’esistenza umana sana ha una sete insaziabile di vita. Il desiderio di amore e il desiderio d’una congrua proprietà sono d’importanza fondamentale per la maturazione umana, così come il desiderio di successo e di prestigio.Può compiere cose grandi solo chi desidera appassionatamente (S. Teresa).Temere una cosa del genere è spingere l’uomo ad essere rinunciatario. La Bibbia descrive uomini dalle forti passioni; il NT non ammira gli uomini tiepidi (Ap 3,15). Quanto più sono grandi i nostri desideri, tanto più sicuramente la cosa desiderata viene concessa. Ma spesso gli uomini hanno scarsa fiducia in Dio. Dio essendo grande dà di preferenza doni grandi, peccato che noi poveri abbiamo cuori così piccoli. I santi ci invitano continuamente a coltivare desideri arditi. Chi non ha desideri è muto davanti a Dio, per quanto alta la sua voce risuoni agli orecchi degli uomini (Agostino).
  1. Il desiderio: un fenomeno ambivalente
Riconoscere che l’uomo deve desiderare per potersi sviluppare in maniera piena, non è però detto che debba accondiscendere a qualsiasi desiderio. Infatti il desiderio disordinato: avidità, ambizione, gelosia, sete di potere, sete di piaceri sono distruttivi.Gesù dice che è il desiderio cattivo che contamina l’uomo; dal cuore dell’uomo promanano "le intenzioni cattive, le prostituzioni, i furti" (Mc 7,18).Il desiderio disordinato sembra in un primo momento dirigersi verso un qualcosa di positivo, cioè verso un’autorealizzazione sempre più intensa. Un uomo sposato che scopre la donna dei suoi sogni crede di trovare l’ampliamento dei suoi orizzonti… Il desiderio dell’autorealizzazione può diventare una spinta a superare molti ostacoli che vanno a calpestare il diritto e la felicità altrui…Occorre prevenire certi processi che tendono a diventare incontrollabili e a canalizzare le passioni perché non divengano deleterie. Il desiderio disordinato tende a liquidare il fratello rivale o ad aumentare le proprie possibilità di libertà a scapito degli altri (Nabot; 2Re 21). Per opporsi all’azione devastante del desiderio disordinato occorre una sollecita cultura del desiderio. 
  1. La cultura del desiderio
E’ importante che l’uomo metta ordine nei suoi desideri. Non si tratta di reprimere ma di purificare. Un cuore puro e un cuore orientato a Dio piuttosto che ai propri desideri egocentrici, un cuore che ha fatto proprio il desiderio di Dio. L’ascesi consiste in un autocontrollo sereno, elastico, veramente libero che aiuti a dire: non ho bisogno di questo o di quello per essere felice, ma di Dio!
  1. Il nono comandamento: NON DESIDERARE LA DONNA D’ALTRI
Non è il desiderio in se stesso ad essere proibito ma riguarda la distruzione di un patrimonio di un altro. E’ importante che lasci volentieri che un altro si goda la proprio donna perché è parte di lui stesso.Gli effetti disastrosi di una passione disordinata in 2Sam 11 Davide e Uria e in Dn 13,1,64 riguardante Susanna, vittima innocente.Gb 24,15: "L’occhio dell’adultero spia il buio…" quindi è detto adultero prima dell’azione.Attualizzazione odierna
      • non desiderare l’uomo d’altre!
      • la tentazione di aggiogare altri davanti al proprio carro per amore della propria presunta autorealizzazione è grande. Nell’autoaffer-mazione egocentrica che distrugge e rende impossibile l’amore.
      • Non è facile attuare l’educazione del desiderio per quanto riguarda le reciproche relazioni fra i sessi.
      • L’uomo può sempre affidare il proprio appetito disordinato all’amore salvante e ordinante di Dio che lo conosce meglio di quanto l’uomo conosca se stesso.
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