Faccio un mio primo intervento salutando tutti. E' un po' che seguo le conversazioni e quindi mi sono fatto un'idea globale dei forum.
Il problema relativo al secondo comandamento è legato alla traduzione della parola che indica le immagini.
Se essa significa semplicemente "raffigurazioni", allora le immagini nel Tempio sarebbero violazioni di questo comandamento.
Se però vogliamo sapere il vero significato della parola ebraica, tuttavia, è ciò che essa significava per gli ebrei dobbiamo chiederlo... agli stessi ebrei.
Quando gli ebrei tradussero la Bibbia in quella che è chiamata la LXX,, tradussero questo termine semplicemente come "eidoloi" , ovvero "idoli." (Eidos invece significa immagine)
Per di più, la corrispondente parola ebraica pesel non viene mai usata in riferimento a qualsivoglia immagine nel Tempio.
Perciò è chiaro che qui ci si riferisce a immagini pagane piuttosto che alle immagini in generale.
Guardiamo più attentamente il passo scritturale abitualmente più citato: "Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prosternerai davanti a loro e non li servirai." (Esodo 20:4-5a).
Ora, se prendiamo questo passo come riferimento a immagini di ogni genere, allora chiaramente i cherubini nel tempio violano questo comandamento. Se ci limitiamo ad applicarlo solo agli idoli, non esiste alcuna contraddizione. Inoltre, se il termine si applica a tutte le immagini - allora anche la foto sulla carta d'identità viola il comandamento, ed è un idolo.
Così, o tutti i protestanti con la carta d'identità sono idolatri, oppure le immagini non sono idoli.
Lasciando da parte, per il momento, le sfumature del termine "immagini", limitiamoci a osservare che cosa ne dice il testo e usiamo la lettera X al posto della parola "immagini"
Non farai x, non ti prosternerai a x, non adorerai x. Se x = immagini, allora il Tempio stesso viola il comandamento. Se x = idoli e non tutte le immagini, allora questo versetto non contraddice le icone nel Tempio e di conseguenza neppure le immagini cattoliche.
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Questo passo istruisce gli ebrei a non farsi immagini (false) di Dio, poiché essi non hanno visto Dio.
Come cristiani, tuttavia, noi crediamo che Dio si è incarnato nella persona di Gesù Cristo, e così possiamo raffigurare "ciò che abbiamo veduto con i nostri occhi" (1 Gv 1:1).
Come disse San Giovanni Damasceno: "Fin dai tempi antichi, Dio l'incorporeo e l'incircoscritto non fu mai raffigurato. Ora, tuttavia, Quando Dio è stato visto rivestirsi di carne, e conversare con gli uomini, io faccio un'immagine del Dio che io vedo. Io non adoro la materia, adoro il Dio della materia, che per me è divenuto materia, e si è degnato di abitare nella materia, e ha portato la mia salvezza attraverso la materia. Non cesserò di onorare quella materia che opera la mia salvezza. La venero, seppure non come Dio. Come potrebbe Dio essere nato nel mondo da cose senza vita? E se il corpo di Dio è Dio per unione, allora è immutabile. La natura di Dio rimane la stesa di prima, mentre la carne creata nel tempo è vivificata da un'anima logica e razionale."
Come si comportavano i primi cristiani? Non solo si trovano immagini in tutte le catacombe cristiane, ma anche nelle catacombe ebraiche dello stesso periodo.
Ad es empio abbiamo le Icone ebraiche ben conservate di Dura-Europos, in una città sorta verso il 300 a.C.
Gli altri monumenti e musei principali della vecchia Damasco si trovano fra la Grande Moschea e la Cittadella: caravanserragli, mercati, porte enormi, cappelle cristiane. La parte nuova di Damasco invece comprende la moschea Takieh es Sulaynanieh costruita sulla riva del Barada ed alcuni musei, fra i quali il Museo Archeologico Nazionale. Conserva una delle più importanti collezioni archeologiche del Medio Oriente dal III° millennio a.C. al XVIII° secolo d.C. Si trovano oggetti provenienti da Mari, da Ugarit, da Palmira e dipinti di Dura Europos, ma anche mosaici e sculture di arte cristiana.
Sempre su Dura-Europos si può consultare il seguente sito:
L'atteggiamento in generale degli ebrei nei confronti dell'arte religiosa non era neppure di certo contro le immagini
Il Talmud Palestinese narra (in Abodah Zarah 48d) "Nei giorni di Rabbi Jochanan gli uomini incominciarono a dipingere figure sulle pareti, ed egli non lo impedì," e "Nei giorni di Rabbi Abbun gli uomini incominciarono a fare disegni a mosaico, ed egli non lo impedì."
Inoltre, il Targum dello Pseudo-Gionata ripete il comandamento contro gli idoli, ma poi dice "nei vostri santuari potete tuttavia fare colonne di pietra incise con immagini e figure, ma non per adorarle." Quindi mettendo una netta differenza fra immagine e idolo. La stessa differenza che pongono anche i cattolici e che i protestanti non riconoscono.
Inoltre, i libri sacri degli ebrei sono stati illustrati con innagini dui uomini e animali fin dai più antichi esemplari che abbiamo.
Essi contengono illustrazioni di scene bibliche, molto simili a quelle ritrovate nella Sinagoga di Dura-Europos (e anche nella chiesa cristiana che si trovava nelle vicinanze).
È importante notare che le più antiche immagini delle catacombe erano per la maggior parte scene dell'Antico Testamento, e ritratti di Cristo.
Il predominio di scene dell'Antico Testamento mostra come questa non era una pratica pagana cristianizzata dai convertiti, ma una pratica ebraica adottata dai cristiani.
Se dovessimo domandarci se nelle Sacre Scritture ci sono immagini dovremmo rispondere di sì.
Noi infatti le troviamo nel Tabernacolo e quindi nel Tempio. C'erano immagini di cherubini:
Sull'Arca - Esodo 25:18
Sui veli del Tabernacolo - Esodo 26: 1
Sul velo del Santo dei Santi - Esodo 26:31
Due grandi Cherubini nel Santuario - 1 Re 6:23
Sulle pareti - 1 Re 6:29
Sulle porte - 1 Re 6:32
E sul mobilio - 1 Re 7:29,36
In breve, c'erano immagini dovunque uno si girasse il che dimostra che l'accusa che i protestanti formulano nei confronti dei cattolici non è fondata nè biblicamente, nè storicamente, nè semanticamente,